Una cinquantina di compagne hanno sfidato tutti i divieti di Al Sisi per scendere in piazza nella giornata dell'8 marzo e rispondere alla chiamata internazionale a fianco delle donne palestinesi. Sono state fermato poco dopo. Sono tutte libere.
La marea infuocata e ingovernabile del 25 novembre: gli attacchi e le rosicate del potere, le falsità della stampa, i tentativi di imporre uno schieramento sul patriarcato di guerra contro l'energia trasformativa del più del mezzo milione in piazza.
Iniziative e scadenze in preparazione della manifestazione nazionale del 25 novembre contro la violenza di genere con le panchine rosse e le lucyadoras al Campidoglio, sotto il consultorio delle sette chiese nelle assemblee di Nudm.
Lettura di "Libera dal ciclo" alla scoperta del menarca con le sue emozioni e paure.
Partendo dal caso della donna francese stuprata ripetutamente da uomini coinvolti dal marito, riflettiamo sulle caratteristiche dell'uomo violento e sulle caratteristiche della società che lo legittima. Lo diciamo ancora una volta: lo stupratore non è uno sconosciuto, lo stupratore ha le chiavi di casa. Il sistema e la società in cui viviamo è patriarcale, la cultura dello stupro non è scomparsa. Quanto ancora dovremmo ripetere tutto questo? La strada per la liberazione delle donne e delle soggettività oppresse dal patriarcato è ancora lunga: noi la percorriamo lottando una al fianco dell'altr*.
Stamani sabato 28 gennaio si è svolta l'iniziativa del coordinamento dei consultori a Roma e Albano contro la chiusura, lo smantellamento dei consultori e il loro trasferimento nelle case di comunità (ex case della salute), un attacco diretto alle conquiste e diritti delle donne e delle libere soggettività.
Le iniziative erano davanti al consultorio di via dei Levii, ai mercati di via Orvieto e di piazza dei Condottieri, ai Giardini Caterina Cicetti al Trullo e a Albano.
Giù le mani dai consultori
Dalla prevenzione, alle risposte di cura, al diritto per la libera scelta, all'ascolto dei bisogni delle nuove generazioni, ecco come Regione e Stato si stanno organizzando per toglierci tutti questi indispensabili servizi socio sanitari territoriali. La nostra unica risposta: mobilitazioni e lotte.