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Foibe

Il governo approva l'istituzione del museo delle foibe

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Il Consiglio dei ministri, su proposta della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ieri ha approvato il disegno di legge che istituisce il museo che avrà il compito di "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati". Nessun storico, nessuna storica ne sapeva niente, il progetto si provila come l'ennesimo tassello di una propaganda che cresce da anni.

Ne parliamo con lo storico Eric Gobetti

 

 

 

 

Una scuola buona e una buona memoria

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Come costruire una scuola differente? Tre corrispondenze su mobilitazione dal basso, formazione, memoria.

Prima corrispondenza con un esponente del gruppo scuola della "Libera assemblea di Centocelle" che organizza un incontro pubblico con gli e le abitanti del quartiere per confrontarsi sulla scuola e interpellare le istituzioni del territorio sui loro ritardi: appuntamento mercoledì 24 febbraio davanti al V MUNICIPIO ore 16.

Seconda corrispondenza con una docente dell'Istituto storico toscano della Resistenza, organizzatrice di "CoImmunitas", corso di formazione su: sapere, web, storia pubblica; differenza, inclusione, antifascismo; relazione, genere, tecnologia. Iscrizioni fino al 5 marzo.

Concludiamo con lo storico Eric Gobetti: riflessione su cosa sia il giorno del ricordo nelle scuole, tra mistificazione della storia, censura e propaganda fascista. Come si costruisce una buona memoria?

E allora le Foibe?

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Durata 16m 15s

Lo storico torinese Eric Gobetti firma un agile e avvincente saggio, dal titolo evocativo, che si propone di arginare la retorica e le falsità sull'esodo giuliano-dalmata successivo alla seconda guerra mondiale e all'invasione italiana dell'allora regno di Jugoslavia. Un libro sulla scia di altre opere, ad esempio il fortunato "Mussolini ha anche fatto cose buone", che si propone di raggiungere un pubblico più ampio rispetto a quello dei cultori della materia e di fornire un'alternativa ad una lettura ufficiale e istituzionale fatta di amnesie e omissioni.
La nostra conversazione con l'autore.

Fermare la didattica per riflettere

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Nella prima parte della trasmissione si presenta l'appello redatto da un gruppo di docenti del Liceo Amaldi che propone il blocco della didattica per due ore per rompere l'indifferenza verso le morti nel Mediterraneo e le violenze istituzionali verso le persone migranti.

Presenta l'appello uno degli insegnanti che l'hanno proposto, nel commentarlo si parla di attacchi fascisti alle scuole, della retorica delle foibe che si vuole imporre nelle scuole e del caso del servizio di neuropsichiatria infantile di Bolzano che in un modulo distribuito alle scuole chiede di specificare la "razza" del ragazzo o della ragazza per cui si richiede il servizio.

Nella seconda parte della trasmissione si parla del nuovo esame di maturità.

Segue il testo dell'appello dei e delle docenti del Liceo Amaldi:

Care colleghe e cari colleghi, cari studenti e lavoratrici della scuola, gentile preside, questo breve testo si rivolge all'intera comunità scolastica. Siamo scossi e preoccupati. Ancora centinaia di morti nel Mediterraneo, ancora migranti costretti a restare in nave dopo un viaggio tragico, mentre a Castelnuovo di Porto si consuma una delle pagine più buie della nostra storia recente. Richiedenti asilo o migranti con protezione umanitaria sgomberati con l'esercito da un Cara con un preavviso di 48 ore, alcuni finiti in strada per effetto del nuovo decreto sicurezza, altri trasferiti di forza, costretti ad abbandonare il luogo che li aveva accolti, persone ancora una volta sradicate, bambini strappati alle loro classi, persone malate allontanate dai loro luoghi di cura. Si può continuare nella nostra routine didattica di fronte a quanto sta accadendo? Chiediamo all'intera comunità scolastica di dare un segnale di preoccupazione e riflessione trasformando le prime due ore di lezione di mercoledì 30 in uno sciopero alla rovescia: fermare la didattica per ragionare e riflettere insieme agli studenti di quanto sta accadendo, leggere i giornali, apprendere e commentare il dibattito di queste tragiche giornate. Ognuno lo faccia come vuole, ma fermiamoci a riflettere per rompere l'indifferenza e la rassegnazione. La scuola è anche e soprattutto questo.

Torino: oggi udienza per il compagno fermato al corteo antifa

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Durata 7m 17s

Si terrà oggi l'udienza di convalida dell'arresto per un compagno che è stato fermato durante la carica della polizia che cercava di fermare gli antifascisti che hanno disturbato Sabato a Vallette-Lucento la mobilitazione dei fascisti in ricordo delle foibe. In questo week end importante per l'antifascismo, dopo i fatti di Macerata, è stato chiaro in tutte le città l'atteggiamento di polizia e istituzioni nel difendere la libertà di manifestare per fascisti e razzisti.

 

Aggiornamenti: domani mattina alle 1030 ci sarà l'udienza a porte chiuse con l'accusa di resistenza aggravata.

Aggiornamento di martedì: il compagno è stato rilasciato con obbligo di firma

15/02: Incontro dibattito sui campi di prigionia nei territori di confine Italo-Juogoslavi

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Durata 24m 5s
Sabato 15 febbraio, per il terzo anno consecutivo, la biblioteca Borghesiana ospiterà un incontro-dibattito con la presenza di storici a ridosso della Giornata del ricordo. L'intento è quello di contestualizzare gli avvenimenti del 1943-45 a vantaggio di una ricostruzione del passato sganciata da strumentalizzazioni e propaganda politica. Questa volta l'incontro sarà dedicato ai campi di prigionia nei territori di confine italo-jugoslavi (1941-1947) e vedrà la partecipazione di Alessandra Kersevan e Costantino Di Sante. Ora di inizio 17.30, largo Monreale s.n.c. (via di Vermicino).
 
 
 
 

 

La storia non si manipola! A proposito di foibe, esodi e crimini di guerra italiani

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Durata 58m 52s

La "Giornata del ricordo " istituita nel 2004 costituisce ormai l'ombrello politico a sostegno di ricostruzioni storiche di comodo sui fatti accaduti lungo il confine orientale nel 1941-43 e oltre. Nonostante il pensiero egemone, costruito ad arte e ormai completamente slegato dal più serio dibattito storiografico, l'argomento è al centro del lavoro di indagine da parte di molti ricercatori e storici, alcuni dei quali ospiti nel nostro redazionale.