afghanistan

Concerto di musica afghana all'ex Snia viscosa

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Durata 11m 33s

Domenica 23 giugno 2024, a partire dalle ore 18.00, l'associazione socioculturale Nawroz presenta una festa concerto con ospite d'onore il maestro Feiz Karizi. Questo evento unico nel suo genere offre un'opportunità unica per gli amanti della musica afghana di conoscere da vicino le opere e le performance di questo grande artista.

Il programma è suddiviso in due sezioni.
**Esibizione di musica dal vivo**: il maestro Feiz Karizi invita il pubblico a un mondo di emozioni e arte con una performance live di pezzi delle sue opere eccezionali.
 
**Food Festival**: Contemporaneamente a questo evento, ci sarà anche un festival gastronomico dove potrete gustare vari piatti afghani locali.

Emergenza Zero

Data di trasmissione

Puntata 22 di Entropia Massima, sesta del ciclo Emergenza Zero, parliamo di grandi terremoti. Ospite Paolo Marco De Martini, ricercatore dell’INGV e coordinatore nazionale di Emergeo. Ricordando L'Aquila, raccontiamo il recente terremoto a Taiwan le sue cause e conseguenze, e poi il terremoto in Marocco, in Afghanistan, in Turchia, confrontando i diversi contesti e le diverse risposte del territorio. Parliamo del funzionamento di Emergeo dell’INGV che si occupa della raccolta di dati geologici cosismici e della creazione di una rete di intervento geologico a livello europeo.

We defend women in Afghanistan

Data di trasmissione
Durata 15m 45s
INVITO ALLA GIORNATA GLOBALE D'AZIONE
CONTRO IL GENDER APARTHEID E IL GENOCIDIO DEL POPOLO HAZARA IN AFGHANISTAN: NO AI TALEBANI, DIFENDIAMO LE DONNE AFGANE
La comunità afgana e l'Associazione Nawroz rivolgono un accorato invito a tutti i cittadini per partecipare attivamente alla Giornata Globale d'Azione Contro Il GENDER APARTHEID contro le DONNE in Afghanistan e il Genocidio del Popolo Hazara in Afghanistan, che si terrà:
Domenica 21 Gennaio 2024, ore 11
Piazza dell'Esquilino
La presa di potere dei talebani in Afghanistan ha portato a una grave violazione dei diritti umani, con particolare attenzione alle donne afghane. Le donne stanno vivendo una situazione estremamente critica, con la minaccia di perdere libertà fondamentali e conquiste ottenute con fatica negli ultimi anni.
La pratica dei matrimoni forzati, il divieto di istruzione per le donne e le restrizioni imposte sulla loro partecipazione sociale stanno avendo un impatto devastante sulle vite di molte donne afghane. È fondamentale sollevare la nostra voce contro queste ingiustizie e difendere il diritto delle donne all'uguaglianza, all'istruzione e alla libertà di scelta.
Chiediamo a tutti di unirsi a noi per denunciare con forza la violazione dei diritti delle DONNE AFGANE e per sostenere un'immediata azione internazionale per porre fine a questa tragedia umanitaria.
Inoltre, la minoranza Hazara, già vittima di persecuzioni, sta subendo un'ulteriore escalation di violenze. È ora di alzare la voce e chiedere la protezione urgente della comunità internazionale per garantire la sicurezza e i diritti fondamentali della comunità Hazara.
Uniamoci il 21 Gennaio 2024 presso piazza dell'Esquilino per difendere le donne afghane e per dire "NO AL REGIME TALEBANO". È il momento di essere la voce di coloro che sono oppressi e di lottare per un futuro di libertà e dignità per tutte le donne afghane.

L'Afghanistan contro le donne sull'orlo della guerra civile

Data di trasmissione
Durata 21m 53s

Con Laura Quagliolo del CISDA (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane), disegniamo un quadro geopolitico dell'attualità in Afghanistan che ci parla di un paese al collasso e approfondiamo la situazione delle donne e le lotte delle compagne.

La foto di Carla Dazzi dal sito CISDA e dal progetto Giallo Fiducia del 2018.

Dall’Afghanistan all’Iran: Donna Vita Libertà

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Durata 17m 45s

Ieri 3 gennaio a Roma, in piazza gioacchino belli si è svolta una manifestazione sotto lo slogan "Jin Jiyan Azadi", al fianco delle donne che lottano contro i Talebani e il Regime della Repubblica islamica dell'Iran.

 

Riportiamo il comunicato.

 

Dall’Afghanistan all’Iran: Donna Vita Libertà

Roma 3/1/2023 - Lo slogan Jin Jiyan Azadi è uno slogan delle nostre sorelle
combattenti curde.
Durante le proteste contro l'uccisione di Jina Amini in Iran, tre mesi fa, già dai
primi giorni del suo utilizzo, lo slogan ha intrapreso un cammino rivoluzionario.
Ha attraversato tutte le città iraniane, e in poche settimane, è arrivato in
molteplici paesi del mondo compreso l'Afghanistan, dove le nostre coraggiose
sorelle, lo hanno gridato davanti all'ambasciata della Repubblica Islamica
dell'Iran a Kabul. Le donne in Afghanistan stanno lottando a mani nude nelle
strade delle città da oltre un anno contro i Talebani armati.
La rivoluzione "Donna, Vita, Libertà" ci è entrata rapidamente nei cuori, perché
noi ci identifichiamo l’unə con l'altrə e perché il nostro dolore è comune.
Noi donne, così come tutte gli altri generi emarginate e le etnie oppresse in
Afghanistan e in Iran, siamo statə sottopostə all'oppressione e alla violenza da
troppo tempo. In molti casi, la nostra popolazione ha subito dei veri e propri atti
di genocidio come quello degli Hazara in Afganistan.
In altri casi stupri e pestaggi hanno portato alla morte. Infatti, ragazze adolescenti
in iran sono state stuprate dalle forze repressive del regime fino alla morte, la
popolazione Balouchi è stata massacrata e i manifestanti iraniani sono stati
catturati e impiccati.
Sia in Afghanistan che in Iran, siamo costantemente sottopostə all'apartheid di
genere.
Non possiamo rimanere indifferenti davanti a questa violenza e discriminazione
strutturale e sistematica. Vogliamo tenerci per mano in sorellanza e unire le
forze per distruggere questo ordine misogino.
Fuori dai nostri confini, pensiamo che i paesi occidentali, compresa l'italia,
abbiano delle responsabilità rispetto a quanto sta accadendo nei nostri paesi.

 

In Afghanistan dopo l'invasione militare della Nato, le donne e le etnie oppresse
sono state abbandonate in mano ai Talebani, che ora, grazie alle politiche
occidentali, sono diventati più potenti che mai.
Con l'arrivo dei Talebani al potere, il terrorismo internazionale ha trovato un luogo
sicuro per svolgere le proprie attività. Il rischio dello sviluppo del terrorismo nel
mondo è aumentato più che mai e l’Occidente continua, purtroppo, a intrattenere
rapporti commerciali e diplomatici con i Talebani.
Gli stessi rapporti si sono intrattenuti e consolidati nel corso di quarant’anni tra
l’Iran e il suo regime criminale e i paesi UE, compresa l’Italia.
Riteniamo che tali relazioni rafforzino politicamente e economicamente i nostri
oppressori e che li aiutino a reprimerci ulteriormente.
Pensiamo che un paese come l'Italia non possa avere degli stupratori, degli
assassini e dei misogini come interlocutori in nessun caso.

Pertanto, le nostre richieste al governo italiano sono chiare:
1. chiediamo di interrompere tutte le relazioni diplomatiche e commerciali con
i Talebani e con il regime della Repubblica Islamica dell'Iran.
2. chiediamo azioni urgenti e immediate, attraverso le organizzazioni
internazionali, al fine di tutelare i diritti umani, ora violati, nei nostri paesi.
Ci teniamo a sottolineare che Donna Vita Libertà è una rivoluzione che non si
limita al rovesciamento del regime iraniano e del regime Talebano, ma va oltre ai
confini dei nostri paesi. È una rivoluzione che punta a sradicare tutte le forme di
discriminazione compresa quella di genere, di classe, di etnia o razza ovunque
nel mondo.
Per vincere l’unica scelta che abbiamo è quella di unirci e chiedere alle nostre
sorelle italiane di condividere i privilegi ottenuti nel corso della loro storia con noi,
in modo da poter far sentire le nostre rivendicazioni in tutta l'italia.
Teniamoci per mano in questa lotta contro la discriminazione e gridiamo insieme
ad alta voce: Donna, Vita, Libertà!

 

Giornale Radio

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Messico: Oaxaca repressione al corteo sulla scuola - 5 morti

Treni da Roma per Milano contro il reato di devastazione e saccheggio

Rinviati a giudizio militanti di Action

Iraq - aumento violenze sulle donne

Afghanistan

Palestina evita il referendum

Libano

Marocco

Bosnia

Guantanamo

Bolivia

Venezuale

Antogone sulle carceri in Italia

Precari della pubblica amministrazione

Giornale Radio

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CONTINUA l'OFFENSIVA di ISRAELE in LIBANO: OLTRE 50 CIVILI LIBANESI UCCISI

Continuano l’isolamento aereo, marittimo e terreste del Libano e i bombardamenti israeliani che, secondo le ultime stime provvisorie, avrebbero provocato 52 morti e oltre 100 feriti da quando ieri i guerriglieri Hezbollah hanno rapito due soldati israeliani e ne hanno uccisi otto. Tra le vittime libanesi, vi sono almeno 50 civili, di cui oltre 15 bambini. Oltre a bombardare il sud del Libano, e in particolare la valle della Bekaa, gli israeliani hanno danneggiato oltre 20 ponti, bloccato i porti libanesi – sostenendo che fossero usati per trasferire “terroristi e armi alle organizzazioni terroristiche operanti in Libano” - e bombardato l’aeroporto internazionale Rafik al-Hariri costringendo a dirottare i voli verso Cipro. Due ore dopo il bombardamento dell’aeroporto, un elicottero israeliano ha lanciato un missile contro il quartier generale della televisione libanese degli Hezbollah, ‘al-Manar’ ferendo sei persone. Più tardi è stato colpito anche un ripetitore della tv a Baalbek, nell’est del Libano: una persona è morta e quattro sono state ferite. Sono 11 invece i civili israeliani rimasti feriti dopo i tre razzi lanciati dai guerriglieri Hezbollah contro la città settentrionale israeliana di Safed, nell’Alta Galilea, a 20 chilometri dal confine con il Libano. Sono saliti a due i morti e a circa 80 i feriti israeliani in Galilea in seguito ai bombardamenti degli Hezbollah. Sul fronte diplomatico, intanto, Israele ha escluso qualsiasi scambio tra i due ostaggi israeliani e i prigionieri sciiti libanesi nelle proprie carceri, come richiesto dai sequestratori. Al termine di una riunione d’emergenza del governo libanese, il ministro per l’Informazione Ghazi al-Aridi ha invece detto: “La principale richiesta libanese è un cessate il fuoco globale ora e la fine di questa aggressione senza limiti di tempo”.

CORRISPONZA CON CHIARINI - MANIFESTO

Si avvicina il G8 di San Pietroburgo, ma la repressione e' gia' iniziata

Si apre dopodomani il summit del G8 a San pietroburgo. Per la prima volta, e' la Russia a ospitare il vertice, a cui e' stata ammessa solo da pochi anni. L'agenda del vertice e' concentrata soprattutto sul tema del mercato globale dell'energia. Si tratta di un tema particolarmente delicato, in quanto la gestione delle risorse energetiche e' all'origine degli ultimi conflitti bellici internazionali, dall'Afghanistan all'Iraq, e forse anche dei prossimi, visti i venti di guerra che soffiano sull'Iran. Come in ogni G8, i movimenti si sono attivati anche in Russia per ostacolare le decisioni degli 8 governi riuniti: dal lunedi 11 fino al periodo del summit, il Social Forum russo organizza manifestazioni e incontri per proporre un'agenda alternativa a quella del G8. L'inizio delle mobilitazioni, pero', ha visto subito partire un'ondata repressiva. Un centinaio di persone sono state arrestate gia' nel primo giorno del controvertice, a cui partecipano movimenti di ogni ispirazione, da quella nazionalbolscevica a quella anarchica, e attivi su varie tematiche, dal lavoro all'ambiente. Per la Russia, dunque, si tratta di un palcoscenico importante: Putin, attraverso la repressione interna e le operazioni militari nelle regioni ribelli, vuole conquistare un ruolo importante nello scacchiere politico internazionale. Ce ne parla Astrit Dakli, giornalista del Manifesto.

Egitto Cancellati voli per Tel Aviv e Beirut

La Air Sinai, l'unica compagnia di bandiera egiziana a fare scalo in Israele, ha cancellato stamane i suoi voli su Tel Aviv in seguito all'attacco israeliano al Libano. Anche EgyptAir e la compagnia aerea libanese Middle East Airways hanno cancellato i loro voli tra Il Cairo e Beirut.

Striscia di Gaza divisa in due

Militari di invasione israeliani continuano a bloccare la principale arteria stradale che collega il nord e il sud della striscia di Gaza, spaccando di fatto in due l'area. All'interno dell'ex complesso di insediamenti illegali ebraici di Gush Katif si sono insediati dei soldati israeliani. Al valico di Rafah, nel sud dell'area, tuttora sbarrato, oggi è deceduta una donna palestinese di 27 anni, in attesa da giorni sul versante egiziano di poter entrare nella striscia di Gaza. Sono migliaia comuqne i palestinesi fermati in zona.

Scontri al sud dell'Afghanistan, 19 talbani uccisi

Nel sud del paese, 19 talebani sono stati uccisi in scontri con le forze di coalizione. Il portavoce del governo riferisce che nella provincia di Helmand, forze talebane hanno attaccato il villaggio di Nawzard, mirando a colpire un presidio delle truppe della coalizione. I commercianti del centro sono stati accerchiati e costretti a fuggire, poi l'attacco è iniziato. La coalizione ha bombardato con la forza aerea, uccidendo 19 talebani.

INDIA MUMBAY: ESPLOSIONI, CENTINAIA DI FERMI MA POLIZIA NON HA PISTE CONCRETE

Almeno 350 persone sono state arrestate dalla polizia indiana perché sospettate di avere legami con la guerriglia indipendentista del Kashmir e di avere avuto ruoli diretti o indiretti nell’attentato di martedì scorso, che ha visto 8 bombe esplodere a Mumbay (Bombay), città di 16 milioni di persone, mettendo in tilt l’intero apparato ferroviario della città e uccidendo 200 persone, alle quali vanno aggiunti almeno altri 800 feriti. I fermati, però, non sono stati formalmente incriminati, a dimostrazione che non esiterebbero al momento prove contro di loro.

LIBIA/USA

Gli Stati Uniti hanno revocato oggi le sanzioni al traffico aereo da e con la Libia. Le restrizioni ai voli libici erano una ritorsione per l’attentato di Lockerbie del 1988 contro un volo della ‘Pan Am’, in cui morirono 270 passeggeri, (189 americani). La sospensione delle sanzioni è stata annunciata a margine di una visita ufficiale a Tripoli (che si conclude oggi) di una delegazione Usa guidata da Paula Dobrianski, alto funzionario del Dipartimento di Stato.

TURCHIA/UE

L’Unione europea (Ue) ha chiesto al governo di Ankara di emendare un controverso articolo del suo codice penale che obbliga i giudici a condannare al carcere chiunque sia ritenuto colpevole di aver offeso il senso di appartenenza alla nazione turca. La richiesta sostiene in particolare le proteste della stampa turca, i cui giornalisti sono arrivati a imbavagliarsi in segno di protesta per dimostrare l’impossibilità di svolgere il loro lavoro a causa di questa norma. Il caso più noto è quello di Orhan Pamuk, il più famoso scrittore turco, condannato al carcere per avere scritto un articolo in cui faceva autocritica per le responsabilità turche nel genocidio degli armeni.

Microsoft. Maxi multa dall'Unione Europea: non rispettate norme sulla concorrenza

Nuovo duro colpo per Bill Gates. La Commissione Ue ha imposto alla Microsoft una maxi multa di 280,5 milioni di euro per la mancata applicazione delle correzioni indicate da Bruxelles nel marzo 2004 come rimedio per l'abuso di posizione dominante della società Usa. L'Antitrust Ue sostiene che Microsoft "non ha fornito una informazione completa e accurata sulla interoperabilità" dei sistemi software: il mancato rispetto di questa ingiunzione "ha eliminato l'efficacia dei rimedi" pro concorrenza. La Microsoft ha fatto sapere che ricorrerà in appello. "Abbiamo grande rispetto per la Commissione e questo processo - si legge nella nota diffusa dalla società informatica americana - ma non riteniamo che alcuna sanzione, per non parlare di una sanzione di tale entità, sia appropriata, a fronte della mancanza di chiarezza nella decisione originaria della Commissione e delle nostre prove di buona fede nel corso degli ultimi 2 anni. Chiederemo ai giudici europei di decidere se i nostri sforzi di adeguarci alle disposizioni sono stati sufficienti e di stabilire se è giustificata la sanzione senza precedenti da parte della Commissione".

ITALIA

presentato il rapporto annuale al parlamento sulle tossicodipendenze

Nel 2005 sono morti per overdose 603 persone, un dato sottostimato poiché non tiene conto dei casi in cui non sia intervenuta l'Autorità Giudiziaria. La causa del decesso è stata attribuita nella maggior parte dei casi all'eroina. E' quanto emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze, presentato oggi alla stampa. Umbria e Lazio sono le regioni dove si registra il maggior numero di decessi per overdose, Perugia e Roma le province più a rischio. L'80% delle oltre 90.000 segnalazioni effettuate per uso e possesso di sostanze stupefacenti riguardava comunque la cannabis, il 13% la cocaina e il 7% l'eroina. Dal documento parlamentare risulta un aumento dei detenuti per reati connessi alla droga; aumentano anche i tossicodipendenti in carcere, circa il 29% del totale della popolazione carceraria del 2005. Sentiamo Sabrina Molinaro, ricercatrice del CNR, che ha presentato il documento

CORRISPONDENZA

continua il presidio di fronte alla pisana

ieri mattina una delegazione di massa degli occupanti del S. Michele e del Coordinamento cittadino di lotta per la casa si e' recata sotto la regione e ha fatto pressione per essere ricevuta dal consiglio regionale in corso e discutere sulla propria situazione. Durante la mattinata la polizia è anche intervenuta in maniera dura, caricando indiscriminatmente tutti i partecipanti al presidio per impedire l'accesso degli occupanti nella sede della Regione. Il consiglio regionale è stato sospeso per organizzare un incontro con gli occupanti che ha pero' rimandato alla gionrata di domani. è continuata tutta la notte l'occupazione del piazzale antistante la regione alla pisana con una tendopoli.

CORRISPONDENZA

facciamo un punto sui mondali antirazzisti che si stanno svolgendo fino a domenica a montecchio in provincia di reggio emilia.

CORRISPONDENZA

Giornale radio

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Notizie del gr

- Turbo gas: in 3000 da Aprilia sotto la regione di Marrazzo

- Domani sciopero canili comunali di Roma

- Albertelli occupato ancora reporessione contro studenti

- Iraq - Attentato suicida a Mossul. Bush ammette Iraq come il Vietnam 

- Aghanistan - Attacco suicida contro la Nato

- Cile - Pinochet risponde non mi ricordo

- Brasile chiude radio comunitarie

- Messico

- UK - scuole prendono impronte studenti dalle elementari

- Cannabis come antidolorifico

- Indymedia a Incontrotempo (festa delle precarie e precari) per parlare di google

L'afghanistan brucia. La situazione nel paese oggi.

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Durata 1h 4m 43s

A quattro mesi dalla presa della capitale, l'Afghanistan si trova in una delle peggiori crisi umanitarie a livello mondiale: distrutta dal punto di vista economico e sociale a causa dei 20 anni di occupazione militare, da un repentino rialzo dell’inflazione e dalla preoccupante scarsità dei beni di prima necessità, ad aggravare il tutto ci sono servizi minimi non garantiti, stipendi per i dipendenti che non arrivano anche per mesi e le casse dello Stato ormai vuote. A ottobre la Fao aveva lanciato l’allarme su quello che sarebbe successo a partire dal mese di dicembre: con l’arrivo dell’inverno il 55% della popolazione, ovvero quasi 23 milioni di persone, si sarebbe trovato ad affrontare pesantissime carenze alimentari, oltre al fatto che circa 3 milioni di minori sotto i cinque anni soffrono già di malnutrizione acuta. A questo si aggiunge il dramma delle donne afghane che stanno perdendo tutto ma che continuano a lottare. Ne parliamo con Patrizia Fiocchetti.