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carceri in Egitto

Egitto: Alaa Abdel Fattah in sciopero della fame

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Durata 22m 5s

L’attivista egiziano Alaa Abdel Fattah, volto della rivolta di Piazza Tahrir nel 2011, condannato a dicembre 2021 a cinque anni di carcere ha iniziato il 3 aprile uno sciopero della fame in prigione.Dovranno scontare quattro anni di carcere anche il suo avvocato Mohamed el-Baqer e il blogger Mohamed Ibrahim.

Delle pesanti condizioni carcerarie, delle restrizioni e dell’ isolamento imposto ne parliamo con una compagna.

In Egitto i Patrick Zaki sono centinaia

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Durata 27m 17s

Con una compagna commentiamo la scarcerazione di Patrick Zaki e continuiamo a tenere accesa la luce sulle tante e tanti prigionier* politici detenuti nelle carceri egiziane dal regime di Al Sisi. Ripercorriamo la vicenda di Alaa Abdel Fattah, del suo avvocato Mohamed al-Bakr e del blogger Mohamed Oxigen. Parliamo dei rapporti economico-militari tra Italia ed Egitto che vanno a gonfie vele. 

 

 

Egitto: la vita di Alaa Abd El Fattah è in pericolo

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Durata 19m 23s

Il processo di Patrick Zaki è stato aggiornato al 28 settembre: lo studente egiziano dell'università di Bologna rimarrà in carcere fino a quella data.

Alaa Abdel Fattah, attivista, blogger e intellettuale, figura di spicco della rivoluzione egiziana del 2011, prigioniero nella prigione di alta sicurezza 2 di Tora, in attesa del processo di emergenza per la sicurezza dello stato numero 1356/2019, da quasi 2 anni, che è il periodo massimo di detenzione preventiva secondo la legge egiziana. Ci si aspetta che il caso venga presto deferito al tribunale, perché tutte le indicazioni confermano l’insistenza dello stato nel continuare la detenzione di Alaa a tempo indeterminato.

Di questo e dei rapporti economico-militari tra Italia ed Egitto parliamo con una compagna.

 

Aggiornamenti dall'Egitto

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Durata 58m 40s

Con un compagno in studio parliamo della situazione attuale dell'Egitto. Dalla gestione della pandemia ai rapporti economici e militari con l'Italia e altri paesi d'Europa, dalla repressione alle carceri alle lotte portate avanti da compagni e compagne, un quadro su una delle dittature più feroci del bacino del Mediterraneo.

Buon Ascolto!

Egitto: libertà per Mahienour e tutte le persone imprigionate!

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Durata 9m 9s

La compagna e avvocata Mahienour el-Masry è stata arrestata esattamente un anno fa, il 22 settembre scorso al Cairo, a causa del suo impegno in favore dei diritti umani. Per questo motivo negli ultimi cinque anni era già stata in carcere due volte: dal febbraio 2015 all’agosto 2016 e dal dicembre 2017 al gennaio 2018. Ne parliamo con una compagna.

 

Repressione e patriarcato in Egitto

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Durata 15m 47s

Con una compagna facciamo il punto sulla repressione in Egitto a partire dagli aggiornamenti su Sanaa Seif, suo fratello Alaa Abdelfattah, Patrick Zaki, Mahienour al-Masry. Parliamo poi delle 8 giovani donne egiziane condannate a due anni di carcere per aver pubblicato sulla piattaforma social TikTok semplici video di danza violando per il regime "i valori e i principi della famiglia egiziana”. Oltre al carcere ognuna di loro è stata multata di 200.000 sterline egiziane (circa 25.000 euro). Infine tracciamo i contorni della violenza patriarcale in Egitto parlando delle lotte delle donne contro stupri e abusi.

Aggiornamenti dall'Egitto

Data di trasmissione
Durata 23m 31s

In studio con una compagna un aggiornamento sulla situazione in Egitto.

Buon Ascolto!

Riprendiamo da: https://hurriya.noblogs.org/

Egitto – In strada c’è la rabbia contro la dittatura

Il 2 settembre, Mohamed Aly, un ingegnere edile che ora vive in Spagna e ha lavorato a stretto contatto con l’esercito per anni, ha fatto girare un video sulla corruzione del dittatore al-Sisi.

In questi giorni sono stati diffusi altri video in cui incita la popolazione egiziana a scendere per strada contro il dittatore e chiama una manifestazione “miliuniya”, cioè di un milione di persone, per venerdì prossimo. Il tutto mentre il dittatore Sisi si recava negli Stati Uniti per l’assemblea generale delle Nazioni Unite.

Venerdì scorso, dopo anni di dittatura e brutale repressione “legittimata” dalla legge anti-protesta varata nel 2013 che di fatto vieta ogni tipo di manifestazione, la paura e il silenzio sono stati rotti in diverse città. Le persone sono scese per strada nonostante il prezzo da pagare sia altissimo. Da anni le persone sono sottoposte a sparizione forzata, di molte tuttora non si conosce la fine, gli arresti sono continui, le torture nelle carceri e nei commissariati inflitte fino alla morte. Chiunque abbia solamente pensato di organizzare qualcosa o sia sceso in strada (come in occasione delle proteste per la cessione delle isole di Tiran e Sanafir all’Arabia Saudita) è stato direttamente prelevato da casa, fatto sparire e rinchiuso nelle gabbie del regime in carcere preventivo. A questo si aggiunge una situazione economica catastrofica, per cui poche persone facenti parte o legate all’esercito e alla polizia continuano a depredare il paese mentre il resto della popolazione subisce il peso dell’enorme inflazione e dell’aumento dei prezzi (conseguente al rispetto dell’agenda dettata dal FMI).

Venerdì 20 settembre, al Cairo per le strade del centro, vicino a piazza Tahrir, si sono creati piccoli nuclei di persone che hanno urlato slogan come “Sisi vattene” o “abbasso il regime dei militari”. A differenza della capitale in cui la solita violenza delle guardie era inizialmente meno pressante (la gente ha potuto in qualche modo manifestare senza la consueta blindatura) e si è palesata con un numero impressionante di arresti nei giorni successivi, la repressione ad Alessandria e nella città di Suez, in cui le proteste sono continuate anche il secondo giorno,è stata molto più brutale.

Finora sono moltissime le persone sottoposte a sparizione forzata, parliamo di almeno 964 se non di più, tra cui moltissimi minori, giovanissimi e molte donne.

Per le strade nei giorni seguenti sono continue le perquisizioni dei telefonini e i posti di blocco improvvisi sono apparsi un pò ovunque.

Tra le persone arrestate c’è anche la compagna Mahienour al-Masry che, dopo aver presenziato come avvocata alla procura della Sicurezza di Stato alla difesa di una delle tante persone in carcere preventivo, all’uscita è stata rapita da un gruppo di guardie vestite in borghese e portata via in un microbus.

Mentre veniva rapita, urlava “mi stanno arrestando”.
Mahienour aveva un mandato di cattura emesso il giorno prima.
Oggi avrà la prima udienza e per ora è in detenzione amministrativa in attesa di un nuovo interrogatorio.

Ieri sera un’altra avvocata, Sahar Aly, legale delle centinaia di persone arrestate in questi giorni, è stata arrestata mentre tornava a casa.

Sia a Berlino che a New York ci sono state proteste in solidarietà a quello che sta avvenendo in Egitto in questi giorni.

Libertà per tutte e tutti