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femminismo

La Parentesi del 7/10/2015 "Mai contro sole"

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“Mai contro sole”

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/10/08/la-parentesi-di-elisabetta-del-7102015/

Immagine rimossa.

Quando si decide di intraprendere una lotta, il primo problema che ci si dovrebbe porre è il riconoscimento del nemico.

Non è questione da poco o da sottovalutare altrimenti rischiamo di combattere “contro sole” e, non vedere chi abbiamo di fronte, significa perdere in partenza.

Lo abbiamo già detto tante volte, siamo calate nella fase imperialista del capitalismo, nella sua fase che tende al monopolio. Il neoliberismo non è altro che il punto a cui è arrivato il capitale nel suo processo autoespansivo, è una vera e propria scelta ideologica e non il prodotto di un momento di crisi. O meglio, la crisi c’è ma è per tutti quelli attaccati dalle politiche neoliberiste, siano strati sociali o Stati, qui o nel terzo mondo, e nulla di quello che succede è il prodotto di una difficoltà del capitale, bensì di una precisa scelta.

Stiamo assistendo ad un lotta spietata senza esclusione di colpi per la ridefinizione dei rapporti di forza tra le multinazionali e gli Stati e con gli oppressi tutti.

Ma il neoliberismo è un prodotto ideologico statunitense che, testato nel Cile di Pinochet, attraverso l’Inghilterra è arrivato fino a noi in Europa.

Sono proprio gli Stati Uniti ad avere la pretesa egemonica  e a porsi come Stato del capitale.

Dire questo non significa fare dell’antiamericanismo, ma leggere gli avvenimenti che scorrono davanti ai nostri occhi per quello che sono, un attacco a tutto campo da parte degli Usa a tutti coloro che sono asimmetrici agli interessi statunitensi, un passo dopo l’altro, dalla Jugoslavia, all’Iraq, passando per l’Afghanistan, dalla Libia alla Siria o che possono essere funzionali al progetto espansivo come per l’Ucraina. Il progetto di dominio e di controllo mondiale degli Usa cammina senza soste e non riconosce neppure alleati, ma solo vassalli. E’ chiaro che essendo la fase imperialista, anche gli altri paesi sono imperialisti. L’Europa stessa avrebbe delle pretese di imporsi come polo imperialista autonomo dagli Usa, dato che i suoi interessi non sono sempre coincidenti, ma non ne ha né la possibilità, né la forza, soprattutto militare. Una potenza economica come la Germania è “occupata” dalle basi statunitensi e, infatti, non riesce a sottrarsi alle sanzioni nei confronti della Russia che la danneggiano fortemente. Il TTIP è emblematico dell’attacco sferrato dagli Usa all’Unione Europea.

Annacquare il discorso politico in un generico antimperialismo, significa non riconoscere il nemico e, quindi, sottovalutare l’importanza delle mobilitazioni contro la Nato, vero e proprio esercito di aggressione e danzare sopra una polveriera.

Ma, non riconoscere il nemico esterno, non permette neppure di riconoscere il nemico interno.

E’ il PD, nelle sue varie accezioni, ad aver naturalizzato e a naturalizzare il neoliberismo nel nostro paese e a rappresentare gli interessi delle multinazionali anglo-americane qui da noi e ad aver trasformato l’Italia in un governatorato. Ma il riconoscimento del nemico non avviene per posizioni ideologiche o preconcette, avviene solo e soltanto dall’analisi delle scelte e dei comportamenti politici. La socialdemocrazia si è trasformata in destra moderna e usando un lessico, parole, segni, segnali e modalità della sinistra è riuscita a naturalizzare il neoliberismo, un passo dopo l’altro, una “così detta riforma” dopo l’altra, fino all’attuale dilagare del governo Renzi, tra l’altro illegittimo, ma che rappresenta solo l’ultimo atto di un lungo percorso. La destra tradizionale è, in questo gioco, assolutamente perdente, attardata su modalità politiche, queste sì, della vecchia DC, dei contributi statali a pioggia, delle commesse nel sud, dei rapporti con la mafia…..a tutela degli interessi di una borghesia nazionale  destinata alla sconfitta dalla nuova iper-borghesia o borghesia transnazionale o borghesia imperialista che dir si voglia.

L’iper-borghesia sta ridefinendo gli assetti anche all’interno di quella che era l’ossatura della borghesia e in questa ridefinizione dei rapporti all’interno della classe ha buttato a mare la piccola e media borghesia, i piccoli imprenditori, i professionisti, gli insegnanti, il ceto medio nelle sue varie configurazioni.

Il traballante e strumentale stato sociale keynesiano, strumentale perché scelto, in verità, in funzione anticomunista, con riferimento non solo all’Unione Sovietica, ma ad un immaginario che attraversava  le classi subalterne, è venuto meno. E’ stato chiuso in maniera drastica e unilaterale ogni spazio di contrattazione.

Ma c’è l’impressione netta che le lotte che vengono messe in atto per contrapporsi al neoliberismo dilagante appartengano ancora ad una configurazione sociale keynesiana che non esiste più: gli scioperi, le proteste, le manifestazioni, i presidi….sono tutte forme di lotta che presuppongono un interlocutore. Ma l’interlocutore non c’è più, c’è solo un nemico.

E se il patto sociale è rotto, perché è rotto, e, purtroppo non l’abbiamo rotto noi, allora nessuno, ma proprio nessuno deve più nulla a questo Stato: nessuna tassa, nessun ticket, nessuna bolletta, nessuna multa, nessun biglietto…..nulla di nulla è più dovuto a nessun titolo.

Le lotte territoriali sono importanti, partire dai bisogni e dalle esigenze altrettanto, ma non basta, bisogna riuscire a parlare a tutti gli strati sociali colpiti dalla crisi, cogliere  e raccogliere quelle istanze che li attraversano e trasformarle in lotta di classe.

Ma qualsiasi lotta porteremo avanti non ci dovremo mai dimenticare chi è il nemico esterno, chi è il nemico interno e qual è l’obiettivo: uscire da questa società.

Violenza di genere: adesso basta! assemblea giovedi @cagnesciolte

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giovedì 24 settembre alle 19 dalle Cagne Sciolte, via ostiense 137, assemblea delle donne sulla violenza di genere.

 

ADESSO BASTA! E' ORA DI SCEGLIERE!

Negli ultimi mesi si sono verificati molti casi di violenza sulle donne negli spazi che, come compagne e compagni, viviamo. E' nata spontanea la voglia di vederci per dare delle risposte, ma anche per costruire un luogo di riconoscimento e di presa di posizione pubblica contro la violenza.

Speravamo che definendoci compagno o compagna avessimo ormai assunto l'antisessismo e la lotta al patriarcato come necessari, innanzitutto mettendo in discussione gli atteggiamenti maschilisti e di possesso che agiamo nelle relazioni, sia intime che collettive.
Evidentemente non è così, se bastassero l'asterisco e la chiocciola quando scriviamo avremmo fatto la rivoluzione!

Le compagne femministe hanno sempre preso posizione e fatto un lavoro comune(anziché di nuovo collettivo) sulla violenza, ma continuano a scontrarsi con le dinamiche che s'innescano intorno all' aggressore: minimizzare, sminuire e isolare la compagna, relegare la violenza all'ambito del privato. Una vera e propria rete di protezione interna che può arrivare a far passare la reazione all'aggressione come un attacco alla realtà politica in cui è avvenuta la violenza.
Quando si dice «non vogliamo fare processi» in realtà si produce un meccanismo di giustificazione per cui si elude il confronto collettivo e si istituiscono mille processi informali alla donna, alimentati dal chiacchiericcio, che costituiscono un'ennesima violenza.

Nominare la violenza e le sue dinamiche per scardinarle non è fare un processo. Parlare di antisessismo, maschilismo, patriarcato, criticarsi nell'agire oppressivo, porsi delle domande fà sì che si possano dare delle risposte collettivamente.
Ora è necessaria un'assunzione di responsabilità e una presa di coscienza dei privilegi del proprio genere e dei ruoli assunti come maschi, soprattutto se bianchi ed eterosessuali.
E' ormai necessario che i compagni si formino sulle questioni di genere e scelgano concretamente le pratiche per combatterli, scardinando i meccanismi di delega e i ruoli educativi normalmente attribuiti alle compagne.

Che genere di relazioni vogliamo? Ci possiamo fidare di rapporti non basati sull'antisessismo? Vogliamo continuare a condividere spazi con compagni che tengono stretti i propri privilegi? Che genere di conflitto possiamo agire nei nostri spazi? Quali strumenti ci diamo per costruire luoghi in cui siamo a nostro agio? In cui siamo libere di arrabbiarci, usare il sarcasmo o l'ironia contro il sessismo e il machismo dei compagni?

Adesso basta! E' ora di scegliere!

Le relazioni di potere ci tolgono forza nelle lotte che portiamo avanti. Affrontarle e sovvertirle è imprescindibile! I panni sporchi non si lavano in famiglia, ma collettivamente.
Per questo abbiamo iniziato ad incontrarci come donne in un'assemblea aperta ed in continua evoluzione. Vogliamo costruire una rete di sorellanza in cui sia possibile riconoscersi, ascoltarsi, sostenersi reciprocamente e trovare insieme le pratiche di autodifesa.

Il prossimo incontro sarà giovedì 24 settembre alle 19 dalle Cagne Sciolte, via ostiense 137.

Adesso basta! E' ora di scegliere

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Ascolta intervento a Renoize!!

 

ADESSO BASTA! E' ORA DI SCEGLIERE!

 

Negli ultimi mesi si sono verificati molti casi di violenza sulle donne negli spazi che, come compagne e compagni, viviamo. E' nata spontanea la voglia di vederci per dare delle risposte, ma anche per costruire un luogo di riconoscimento e di presa di posizione pubblica contro la violenza.

 

Speravamo che definendoci compagno o compagna avessimo ormai assunto l'antisessismo e la lotta al patriarcato come necessari, innanzitutto mettendo in discussione gli atteggiamenti maschilisti e di possesso che agiamo nelle relazioni, sia intime che collettive.

Evidentemente non è così, se bastassero l'asterisco e la chiocciola quando scriviamo avremmo fatto la rivoluzione!

 

Le compagne femministe hanno sempre preso posizione e fatto un lavoro comune(anziché di nuovo collettivo) sulla violenza, ma continuano a scontrarsi con le dinamiche che s'innescano intorno all' aggressore: minimizzare, sminuire e isolare la compagna, relegare la violenza all'ambito del privato. Una vera e propria rete di protezione interna che può arrivare a far passare la reazione all'aggressione come un attacco alla realtà politica in cui è avvenuta la violenza.

Quando si dice «non vogliamo fare processi» in realtà si produce un meccanismo di giustificazione per cui si elude il confronto collettivo e si istituiscono mille processi informali alla donna, alimentati dal chiacchiericcio, che costituiscono un'ennesima violenza.

 

Nominare la violenza e le sue dinamiche per scardinarle non è fare un processo. Parlare di antisessismo, maschilismo, patriarcato, criticarsi nell'agire oppressivo, porsi delle domande fà sì che si possano dare delle risposte collettivamente.

Ora è necessaria un'assunzione di responsabilità e una presa di coscienza dei privilegi del proprio genere e dei ruoli assunti come maschi, soprattutto se bianchi ed eterosessuali.

E' ormai necessario che i compagni si formino sulle questioni di genere e scelgano concretamente le pratiche per combatterli, scardinando i meccanismi di delega e i ruoli educativi normalmente attribuiti alle compagne.

 

Che genere di relazioni vogliamo? Ci possiamo fidare di rapporti non basati sull'antisessismo? Vogliamo continuare a condividere spazi con compagni che tengono stretti i propri privilegi? Che genere di conflitto possiamo agire nei nostri spazi? Quali strumenti ci diamo per costruire luoghi in cui siamo a nostro agio? In cui siamo libere di arrabbiarci, usare il sarcasmo o l'ironia contro il sessismo e il machismo dei compagni?

 

Adesso basta! E' ora di scegliere!

 

Le relazioni di potere ci tolgono forza nelle lotte che portiamo avanti. Affrontarle e sovvertirle è imprescindibile! I panni sporchi non si lavano in famiglia, ma collettivamente.

Per questo abbiamo iniziato ad incontrarci come donne in un'assemblea aperta ed in continua evoluzione. Vogliamo costruire una rete di sorellanza in cui sia possibile riconoscersi, ascoltarsi, sostenersi reciprocamente e trovare insieme le pratiche di autodifesa.

 

Il prossimo incontro sarà giovedì 24 settembre alle 19 dalle Cagne Sciolte, via ostiense 137.

Le trasmissioni dell'estate " Riflessioni femministe sullo stupro"

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Durante l’estate, manderemo sempre nel nostro orario sintesi, approfondimenti, commenti, registrazioni…….

Le Trasmissioni dell’estate/ mercoledì 1 luglio 2015

“Riflessioni femministe sullo stupro”

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/07/08/riflessioni-femministe-sullo-stupro/

MATERIALI

i materiali di seguito riportati sono quelli che abbiamo nominato a vario titolo negli approfondimenti o che abbiamo visionato, ma con cui non necessariamente concordiamo.

– susan brownmiller “Contro la nostra volontà” (1976)

– joanna Bourke “Stupro. storia della violenza sessuale” (2009)

– te paske “Il rito dello stupro: il sacrificio delle donne nella violenza sessuale” (1987)

– marco cavina “Nozze di sangue” –> il capitolo II sul diritto di proprietà sul corpo del coniuge (in particolar modo della moglie) e sul debito coniugale (medioevo ed età moderna)

– angela davis “Bianche e nere”(1985)

– lorenzo benadusi ” Lecito e illecito. nascita della sessuologia e invenzione delle perversioni nell’italia tra 800 e 900″, zapruder n.6, genn-apr 2005.

– chiara volpato “Deumanizzazione” (2011) cap. sull’oggettivazione sessuale

-“Diario del mese”-rivista-numero monografico sullo stupro , n.6, 2006, reperibile alla Fondazione Lelio e Lisli Basso.

Quell* che non hanno il genere, ma hanno la classe del 24/06/2015 "Resistere Esistere Persistere"

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http://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/06/27/resistere-esistere-persistere/

Da “I Nomi delle Cose” del 24/06/2015

Quell* che non hanno il genere, ma hanno la classe,la rubrica di Denis ogni ultimo mercoledì del mese.

 

Resistere Esistere Persistere

(…..)Avevo conosciuto due persone
la ragazza che non sono
il ragazzo che pensavo di non poter essere
ma poi ho deciso di emanciparmi
anche se non esistono centri antiviolenza
per proteggere uno da sè stesso
non esistono, no
la normalità è incoscienza
mi manca e non m’interessa
che l’ultima democrazia si impicchi
con le budella dell’ultimo sociologo
sono ancora vivo
sono ancora qui.

Non sono

Non sono
non sono un’altezza un peso
non sono un sesso, un genere
una casella in un modulo.
Non sono il posto dove vivo. dove sono nato.
non sono tutti quei luoghi dove sono stato,
ma quelli verso cui vado.
Sono il mio vero nome,
quello che mi sono scelto.
Sono i libri di cui amo l’odore,
i film che non oso vedere,
sono ciò che mi imbarazza,
le persone che mi piacciono,
il profumo delle patate nel forno:
le mie battute che non fanno ridere,
ed anche le stupidaggini divertenti.
Sono un milione di piccole cose,
ma evidentemente ognuno sceglie
di vedere il milione di cose
che non sono.

Scrivere viene faticoso e spontaneo

(…..)Le linee rosse cerchiano errori sui fogli e sui polsi,
alcuni si riscrivono, si cicatrizzano, altri cascano nei pozzi
ma se è quello dei desideri o dei sogni irrealizzabili
si può scoprire soltanto a posteriori:
tutto questo pare sia una reazione chimica
fra fogli bianchi penne e neurotrasmettitori.
Non voglio non voglio non voglio schiattare in corpo
di cirrosi empatica
che ormai mi alzo alle cinque del pomeriggio
passando la notte insonne a lacerare la s/volta celeste
con una catenina elettrizzante di fili di cotone
e se mi sveglio la mattina vado a intingere la penna
nella rugiada dei segnali stradali
che ormai ho finito pure l’inchiostro antipatico
che ormai i castelli per aria li voglio in calcestruzzo
che ne ho abbastanza della liberale tolleranza
di incrinarmi le costole.
Ri/parto da me senza biglietto e fogli di via
con una valigia di tetrapak e un profumo da discount.
Non ci sarà nessuno a salutarmi e nemmeno io,
viaggerò seduto sul sedile posteriore
a disegnare sulla condensa del finestrino.
Non aspettatemi.

L’autostima è una truffa da telemarketing

Ho paura.
E schifo gli eterni coraggiosi.
Perché ho paura persino
di fare una carezza.
Di uscire fuori dal portone del palazzo.
Delle grate sui marciapiedi.
Degli insetti.
Quando porto le chiappe in piazza
ho paura che i sassi lanciati
mi ritornino dritti in fronte.
Non ricordo mai i nomi.
In mezzo a tutti quelli dai discorsi grandi
ho paura di sbagliare teorie e congiuntivi.
Quando sono emozionato balbetto.
i migliori saranno anche folli,
ma io mi sento soltanto pazzo
senza nessun particolare talento.
Non sopporto le anime belle
con le vite di cristallo
che poi sono vetri sotto i piedi
ficcati nella carne.
M’innamoro degli sconosciuti
per poi scartarli quando li conosco meglio.
Non ho mai messo le corna a nessuno
in compenso tradisco le aspettative.
Dentro e fuori questa stanza
non c’è altro che tempesta
e l’autostima è un’enorme truffa
da telemarketing.

Denis/Frantic

https://effettofarfalla.noblogs.org/tag/solipsismo-esistenzialista/

 

Trasmissione del 24/06/2015 "Jade Helm"

Data di trasmissione
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http://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/06/27/podcast-della-trasmissione-del-24062015/

 

Questa è l’ultima trasmissione dell’anno politico, ci risentiremo  il primo mercoledì di ottobre, ma nel frattempo rimanderemo per macro argomenti alcune sintesi di quello che abbiamo trattato in questi mesi.

  Puntata del 24/06/2015 “ Jade Helm”

Immagine rimossa.

“Resistere esistere persistere/ Jade Helm ovvero come farci diventare tutt* delator*, collaborazionist* e spie/ Poveri e povertà/ Quell* che non hanno il genere, ma hanno la classe/A proposito di me”