l capo dei mercenari, Yevgeny Prigozhin, dichiara guerra ai vertici militari russi. Putin alla nazione: "Adesso si decide il destino del nostro popolo". Alle 12 la comunicazione della Wagner: "La guerra civile è iniziata". Scontri e bombardamenti a Voronezh. È la più grave crisi interna alla Russia dall'inizio della guerra in Ucraina. Ne parliamo con Giovanni Savino.
Dallo scoppio del conflitto in Ucraina è passato un anno e il mondo che conoscevamo prima del 24 febbraio 2022 oggi non esiste più. Sul fronte si continua a morire (si parla di oltre 100mila vittime per entrambe le part) e il livello dello scontro bellico sul terreno internazionale appare più preoccupante che mai. E' passato un anno di massacri insensati, un anno di invii di armi, un anno di annientamenmto di ogni soluzione diplomatica, un anno di gasdotti cha saltano in aria, un anno di creazione del nemico, un anno di NATO e di spese militari al 2% del PIL, un anno di inazione e impotenza, di retorica nazionalista, militarista e patriarcale. In occasione di questo pesante anniversario ROR apre i microfoni per un confronto con compagn*, ascoltatori/ascoltatrici sulla fase in atto, su cosa fare e come uscirne...
In questa puntata abbiamo sentito le piazze di Roma e Genova contro la guerra con delle corrispondenze dai cortei e delle riflessioni dalla piazza.
Abbiamo poi sentito la corrispondenza del medico che ha visitato Alfredo Cospito
Ovviamente non potevamo esimerci dal chiudere parlando delle primarie del PD e di quanto tutto ciò sia una messa in scena architettata ovviamente dai poteri occulti in mano ad ITLAD.
Incontriamo Krystyna Senchenko, della ong Insight che lavora da anni per i diritti della comunità LGBTQIA+ in Ucraina per una restituzione sulle loro esperienze pratiche nel quadro dell’attuale scenario di guerra.
Alle 17,30 incontro con Krystyna Senchenko a ESC Atelier, via dei volsci 159.
Il conflitto russo-ucraino è ancora lontano dal mostrare un pur minimo raffreddamento. Piuttosto è in atto una pericolosissima escalation bellico-militare, irresponsabilmente alimentata dalle cancellerie dei paesi membri della NATO. Da Washington a Londra, da Parigi a Roma e Berlino, si fa a gara tra chi soffia di più sull’incendio divampato nel cuore dell’Europa orientale dopo l’inizio del conflitto il 24 febbraio scorso. Con il giornalista Antonio Mazzeo parliamo del viaggio a Kiev della Carovana "Stopthewarnow" che ha lanciato con i pacifisti ucraini un appello ai governi UE perché riconoscano lo status di rifugiato agli obiettori, ai disertori e ai renitenti alla leva militare di Ucraina, Russia e Bielorussia e ribadito la richiesta di avvio di negoziati tra le parti per dirimere con la diplomazia le attuali controversie.
Con un compagno delle Brigate Volontarie per l'Emergenza un aggiornamento sulla situazione della popolazione in Ucraina e in particolare a Kiev e nelle zone di Irpin e Bucha dove le Brigate lavorano a un progetto di ricostruzione
Apriamo con un riferimento alle puntateprecedenti: una storia che leggiamo da wired ci conferma che i Bitcoin non sono anonimi.
Passiamo poi a commentare - prendendo spunto un articolo che prendiamo da The Atlantic - alcune dinamiche dei social network: dato che i social network privilegiano i contenuti carichi di emotività (in quanto portano a più interazioni) si viene a creare un clima violento; è questo clima violento a creare la necessità di dividersi in gruppi coesi e distanti.
Passiamo poi all'ennesimo caso di Malware in Catalogna: anche questa volta tra gli intercettati ci sono anche esponenti di primo piano della politica catalana. L'attacco è stato mostrato da Citizen Lab. I responsabili sono NSO e Candiru, due società israeliane che sviluppano Malware.
Ci spostiamo in Ucraina, dove - come abbiamo segnalato già da tempo - Facebook sta prendendo parte attiva nel conflitto adattando le proprie policy sull'hate speech e sui video che contengono violenza accogliendo, almeno in parte, le richieste del governo di Kiev. Stiamo assistendo alla famosa nazionalizzazione di Facebook?
Con il giornalista Murat Cinar facciamo il punto sulla posizione della Turchia nel conflitto russo-ucraino. Membro NATO con importanti e forti legami economici e strategici sia con Mosca che con Kiev, Ankara sta affrontando la sfida dell'aggressione russa all'Ucraina con estrema prudenza, nel tentativo di minimizzare i rischi, ma anche sfruttare le possibili opportunità.