Puntata 20 di EM, quinta del ciclo Estrattivismo dei dati, parliamo di dati, potere, guerra e determinismo tecnologico, con Giulio De Petra, direttore del Centro per la Riforma dello Stato, dove ha promosso e coordina il progetto Scuola Critica del Digitale che coopera con il Forum Disuguaglianze e Diversità.
In questa puntata di Ponteradio trasmessa dagli studi di Radio Black Out, prendendo spunto dalle riflessioni del bollettino antimilitarista di nuova pubblicazione “Disfare, per la lotta contro il mondo guerra”, proviamo a mostrare diverse angolatura di una guerra che è “ibrida, totale, asimmetrica, civile” (dall’editoriale di “Disfare”, disponibile qui). E a illuminare di conseguenza diverse angolature dell’opposizione ad essa.
Attraverso diversi contributi curati dalle trasmissioni Happy Hour, Bellocomeunaprigionechebrucia, Bastioni di Orione, Quelcherestadellanotte, Radio Bizzarre, andiamo a parlare di riarmo e automotive, a partire dalla storia di Torino e della FIAT, di scuola e educazione alla guerra, IA e ruolo della tecnica.
Dato che “il campo di battaglia è ovunque” e “la guerra parte da qui”, sentiremo anche quello che si sta muovendo nel Nord Italia contro la produzione e la logistica bellica, con riferimento alle mobilitazioni contro il traffico d’armi nel porto di Genova (1'28'') e al presidio lanciato per il 24 aprile davanti allo stabilimento della Collins Aerospace a Luserna San Giovanni (TO) (2'06'').
In questa puntata abbiamo dato spazio a quattro trasmissioni che animano la regia di Radio Neanderthal:
1) Non siamo razzisti sono loro che sono neomelodici: La guerra a Napoli non è mai finita
2) Full Time Blues: Geopolitica del Mediterraneo nel V secolo A.C.
3) La Ghigliottina: La Nato come occupazione coloniale
4) Lo stato ammala: Finchè esisteranno gli stati le guerre sono inevitabili, e noi saremo sempre disertori
In un panorama complessivo che spinge al riarmo, alla guerra e alla militarizzazione della società, parliamo con una compagna di Genova sulle mobilitazioni contro la guerra e Decreto Sicurezza.
Con il bambino che dovremmo ricordare in ognuno di noi abbiamo affrontato la violenza sistemica che dobbiamo combattere nella scuola, nelle privatizzazioni in sanità ed in questa società di guerra
In un lungo articolo su La Repubblica del 5 marzo, Antonio Scurati fa tutto un panegirico guerrafondaio lamentandosi dell'assenza dei "guerrieri europei" preoccupato del futuro del continente, soprattutto la parte occidentale, si interroga su chi sarà a combattere "per noi". Un discorso intriso di retorica guerrafondaia e reazionaria, scritto a chiare lettere sul giornale del gruppo Stellantis che guarda con buon occhio la proposta di Von der Leyen sull'armamento europeo, interessata alla trasformazione l'industria da auto in crisi a bellica. Scurati, ricordiamo, ormai assunto al ruolo di padre dell'antifascismo mainstream grazie al ciclo di libri su Mussolini.
RESET AGAINST THE WAR
Lo scorso giovedì 16 gennaio ad ESC (atelier autogestito) si è tenuta l’assemblea pubblica di lancio di Reset against the war dove RESET sta per rete per lo sciopero ecologista e transfemminista, questa assemblea si è tenuta per iniziare ad organizzare un fronte comune e un percorso verso una 3 giorni di residenza transnazionale contro il regime di guerra.
RESET vuole infatti “cercare linguaggi comuni, elaborare ipotesi, uscire dai limiti e dai recinti dei nostri percorsi abituali, dalle divisioni infruttuose, dalle alleanze con lo sguardo corto”.
Domenica 26 gennaio h17 assemblea organizzativa nazionale online.
La Legge approvata il 1° marzo 2024 dichiara il 4 novembre “Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate”. Si tratta di una legge incentrata sul ruolo che dovranno svolgere le scuole: “Le istituzioni nazionali, regionali e locali e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nel rispetto dell’autonomia scolastica, possono promuovere e organizzare cerimonie, eventi, incontri, conferenze storiche, mostre fotografiche e testimonianze sui temi dell’Unità nazionale, della difesa della Patria, nonché sul ruolo delle Forze armate nell’ordinamento della Repubblica, anche con riferimento alle specificità storiche e territoriali” [art. 2, comma 1, l. 1° marzo 2024, n. 27].
In un clima di riarmo, in cui nelle scuole durante il PCTO si vedono scene in cui le F.d.o insegnano a utilizzare il manganello agli/alle studenti, in cui in generale vi è una propaganda di guerra sempre più pressante, la celebrazione bellica del 4 novembre si inserisce all'interno di questo processo di propaganda e militarizzazione. Una nuova festività civile che non divide la popolazione, al contrario di altre giornate ricorrenze (come scriveva l'editoriale di Repubblica), ma unisce gli italiani e la politica, da destra a sinistra, da nord a sud. In altri termini si potrebbe dire che l'obiettivo di tale celebrazione è quello di serrare i ranghi, mobilitare il popolo in difesa della patria.
Contro un 4 novembre che vuole fare della guerra e delle forze dell'ordine un mito da celebrare, diverse iniziative sono state chiamate in solidarietà a chi diserta. Lungo la mattinata sentiamo le diverse voci che ci raccontano come si svolgono le diverse manifestazioni.