Presidio sotto il CPR di Ponte Galeria
ieri giornata di mobilitazione sotto diversi CPR in Italia, parliamo con una compagna che ha partecipato alla manifestazione a Ponte Galeria
ieri giornata di mobilitazione sotto diversi CPR in Italia, parliamo con una compagna che ha partecipato alla manifestazione a Ponte Galeria
Continuano le deportazioni dall'Italia e le proteste nel CPR di Ponte Galeria dove il 31 dicembre, dopo un tentativo di fuga un grosso contingente di Forze dell’Ordine è entrato nell’area maschile utilizzando gas lacrimogeni. In seguito i reclusi sono stati costretti a dormire fuori al gelo in gravissime condizioni.
Corrispondenza telefonica con una persona che è stata reclusa nel CPR di Ponte Galeria e da poco deportata in Tunisia. Partendo dalla sua esperienza, dal viaggio verso l'Italia alla quarantena e alla reclusione, parliamo della situazione nel CPR di Ponte Galeria e di come stanno funzionando le deportazioni, con uno sguardo sulla situazione economica e politica in Tunisia.
Buon Ascolto!
Due corrispondenze sulla vicenda di un compagno attualmente rinchiuso nel CPR di Ponte Galeria. Sulla vendetta dello stato contro chi non vuole abbassare la testa, le espulsioni e la situazione nel CPR di Ponte Galeria.
Buon Ascolto!
La situazione all'interno dei CPR in tutta Italia continua ad essere insostenibile. Numerose le rivolte e le proteste. In studio ne parliamo con una persona che ha avuto la sfortuna di avere esperienza diretta di questi lager di stato.
ROMA – SOLIDARIETÀ AI RIVOLTOSI – 28 settembre presidio sotto le mura di Ponte Galeria
I Centri di Permananenza per il Rimpatrio sono l’ultima catena del sistema di gestione dell’immigrazione, quell’anello che imprigiona le persone migranti in attesa del rimpatrio o dell’esito della domanda d’asilo. Sono luoghi di detenzione sparsi sul territorio italiano il cui numero, secondo i governi che si susseguono al potere, dovrebbe aumentare fino ad un CPR per regione italiana. Lo scopo sarebbe quello di rimpatriare le/i migranti clandestin* nei loro paesi d’origine, ma questo avviene in percentuali piuttosto basse per la mancanza di accordi bilaterali con le nazioni di destinazione e la difficoltà di identificazione della loro reale provenienza. Scopo principale del CPR rimane quindi quello di minaccia per le/i migranti senza regolare permesso di soggiorno, che possono essere sfruttatx nelle campagne, nelle fabbriche e nella logistica con la paura – se non rispettano gli estenuanti turni e la misera paga di lavoro – di vedersi rinchiusi nel CPR per un periodo che si è esteso fino a 180 giorni.
Questo è lo scopo che le politiche di immigrazione dello Stato intendono ottenere, gestire e selezionare solo i lavoratori e le lavoratrici più ricattabili per mantenere a zero il costo del lavoro e, di fatto, reintrodurre la schiavitù nel mercato economico. La lotta sovranista per il controllo delle frontiere nasconde l’intenzione di selezionare la mano d’opera gestendo le frontiere, del mare a sud o di terra a nord, aprendole o chiudendole in base alle esigenze di mercato.
L’estate è sempre un momento caldo di rabbia e resistenze. Le condizioni di vita all’interno dei centri sono sempre più dure così come la repressione di ogni forma di resistenza e organizzazione; nonostante ciò sono quotidiane le lotte delle persone rinchiuse. Tentativi e successi di fughe hanno costellato gli ultimi mesi, da Tenerife a Torino, da Plaisir a Roma, dove la riapertura della sezione maschile nel mese di giugno è stata inaugurata da una rivolta e dall’evasione di dodici persone. E ancora ieri 20 settembre gli uomini reclusi a Ponte Galeria hanno dato vita a una rivolta per protestare contro il rimpatrio di alcuni prigionieri; sono stati bruciati materassi e le fiamme hanno coinvolto 4 delle 6 aree in cui è suddiviso il lager. Alcune zone sono state probabilmente rese inagibili tanto da costringere chi gestisce il centro di detenzione a trasferire una decina di persone all’interno della sezione femminile del CPR. E’ emersa subito forte e determinata la richiesta da parte dei rivoltosi di diffondere il più possibile quanto stava accadendo tra le mura del lager: all’interno dei CPR i contatti con l’esterno vengono sistematicamente ostacolati e, da quando è stato vietato l’utilizzo dei telefoni cellulari, far sapere a chi è fuori cosa avviene tra le sbarre di questa prigione per persone senza documenti è diventato ancora più difficile.
Crediamo che tutto questo sia funzionale a rimarcare l’isolamento delle persone recluse, a zittire le loro voci e a spezzare i legami di solidarietà tra chi è dentro e chi è fuori.
Crediamo anche che proprio per questo sia necessario continuare a sostenere chi resiste ogni giorno e si ribella contro le disperate condizioni di vita di questi lager, cercando di spezzare l’indifferenza e il silenzio che lo Stato vorrebbe calare su queste prigioni, comunicando con chi è reclus* e facendo uscire la voce di chi ha il coraggio di raccontare cosa succede nei CPR. Voci che raccontano i soprusi e le sopraffazioni agite dalle forze dell’ordine e da operatori e operatrici, soprattutto se ci si oppone all’assurda quotidianità di quel luogo di cui la maggior parte delle persone non conosce l’esistenza, ma anche le più disparate forme di rivolta e resistenza.
In un momento in cui lo Stato, complice delle morti in mare, delle torture in Libia e responsabile della detenzione ed espulsione di migliaia di persone, reprime ogni forma di opposizione e solidarietà, non smettiamo di lottare contro questo sistema e continuiamo a tornare sotto quelle odiate mura.
SOLIDARIETA’ A TUTT* RIVOLTOS*
SOLIDARIETA’ ALLE PERSONE COLPITE DALLA REPRESSIONE DELLO STATO
CONTRO TUTTE LE GABBIE
SABATO 28 SETTEMBRE
ORE 16
FERMATA FIERA DI ROMA
NEMICHE E NEMICI DELLE FRONTIERE
La sezione maschile del CPR di ponte galeria era stata distrutta da una rivolta nel 2015. Ora ha riaperto, con un apparato repressivo ulteriormente rafforzato: muri di cinta più alti, maggiori restrizioni nella vita sociale dentro al centro, divieto di telefoni cellulari.
Questo non ha fermato le lotte: una rivolta ha permesso a 13 persone di evadere.
Per sostenere le persone in lotta nei CPR, l'appuntamento è domenica 28 luglio alle 18.30 alla fermata fiera di roma del treno roma-fiumicino.
Corrispondenza con una compagna per parlare del presidio di domenica 9/6 al CPR di Ponte Galeria
Stamattina, a partire dalle 10 circa, un centinaio di femministe, transfemministe e solidali si sono dati appuntamento davanti al Cpr (ex Cie) di Ponte Galeria dove sono rinchiuse decine di donne. Queste mura sono violenza sui nostri corpi. Vogliamo tutt@ libere@.
Nella tua città c'è un lager!
Apprendiamo che ieri una ragazza reclusa nel CIE di Ponte Galeria ha provato a suicidarsi. Resta alta la tensione all'interno del lager, nonostante le guardie continuino a somministrare psicofarmaci per morfinizzare qualsiasi tentativo di rivolta.
Venerdì scorso un blitz in grande stile nel campo per rom della Favorita a Palermo, portato avanti da carabinieri, vigili del fuoco, vigili urbani e l'ausilio adirittura di un elicottero, ha portato alla reclusione di quattro ragazze, accusate di non avere i documenti in regola, presso il CIE di Ponte galeria. Un'operazione muscolare e spropositata, criticata anche dalla Procura di Palermo e dal sindaco Orlando, di cui non si capiscono necessità e finalità.
Una compagna del comitato antirazzista di Palermo ci racconta come sono andati i fatti e la situazione delle quattro ragazze.
Voci dal presidio di oggi al CIE di Ponte Galeria.