Continuano i massacri israeliani nella Striscia e in Cisgiordania
Un aggiornamento con Michele Giorgio, inviato del Manifesto in Palestina, sulla situazione umanitaria e militare nella striscia e in particolare a Gaza.
Un aggiornamento con Michele Giorgio, inviato del Manifesto in Palestina, sulla situazione umanitaria e militare nella striscia e in particolare a Gaza.
Michele Giorgio, storico inviato de Il Manifesto in Palestina contestualizza il 57 anno della Naksa - l'occupazione da parte di Israele di Gerusalemme Est, Cisgiordania e Gaza, così come le Alture del Golan siriane e la penisola egiziana del Sinai in conclusione della guerra dei sei giorni nel giugno 1967 - nella drammatica attualità: la situazione al confine con il Libano dopo le dichiarazioni di ieri di Netanyahu che ha dichiarato la volontà di un attacco al paese confinante, l'ennesima strage dell'Idf nella notte a Nuseirat, la giornata di ieri a Gerusalemme dove centinaia di Israeliani di destra hanno invaso la parte vecchia della città in quella che chiamano il "giorno di Gerusalemme", guidati dal ministro Itamar Ben-Gvir che ha rivendicato tutta la città come israeliana.
Michele Giorgio (inviato de Il Manifesto) dal check point di Tarkunia dove si fronteggiano estremisti di destra israeliani e Standing together per lo stop al genocidio, ci racconta gli ultimi giorni nella striscia, da quando ormai i carri armati sono dentro Rafah, il nord di Gaza completamente nelle mani dell'Idf e la piopolazione palestinese allo stremo
Michele Giorgio, storico corrispondente de Il Manifesto dalla Palestina e responsabile di Pagine Esteri, un aggiornamento su quanto sta succedendo nella Striscia di Gaza, in particolare l'ammassare armamenti e truppe israeliane nei pressi di Rafah in vista del minacciato attacco e su quanto accade in Israele, in particolare l'irruzione della polizia israeliana nella sede del Partito Comunista a Nazareth.
Oggi alla Sapienza si è riunito il senato accademico che ha votato un documento che sancisce la distanza dalle richieste degli e delle studenti che nel frattempo manifestavano nell'ateneo per chiedere l'annullamento degli accordi con Leonardo, delle collaborazioni con le università israeliane e per le dimissioni della rettrice dal consiglio scientifico della fondazione Med-Or.
Un a prima corrispondenza racconta la mobilitazione studentesca del pomeriggio , la seconda l'aumento della tensione fino al fermo di due studenti in seguito trasformati in arresti.
Michele Giorgio, storico corrispondente del manifesto e responsabile della testata Pagine Esteri, ci aggiorna sulla situazione dopo la risoluzione Onu che chiede un cessate il fuco nella Striscia dove niente è cambiato: continuano i bombardamenti, sempre più grave la situazione alimentare e sanitaria.
Anche in Cisgiordania continua la guerra a bassa intensità e a Gerusalemme si attende con apprensione la Pasqua.
Aggiornamenti anche dal confine libanese dove la situazione è sempre più vicina alla guerra e dall'interno dello stato israeliano dove la questione della proposta di coscrizione militare degli ultraortodossi sembra un reale pericolo per il governo Netanyahu.
Oggi corteo da Largo Corrado Ricci a piazza dell'Esquilino per il cessate il fuco a Gaza.
Nella seconda corrispondenza mettiamo un aggiornamento sulla situazione in Palestina con un compagno palestinese.
Commentiamo con Antonio Mazzeo gli articoli di Mattia Feltri su Huffpost e Emanuele Lauria su Repubblica che sostengono che dall'8 ottobre 2023 l'Italia non fornirebbe più armi a Israele e che anzi ne avrebbe sempre vendute poche. Antonio Mazzeo parte dai fatti ossia dalla negazione dell'UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) di accesso agli atti a giornalisti che l'avevano richiesta, dopo la dichiarazione del governo di inizio anno secondo la quale l'Italia non avrebbe più venduto armi a Israele dopo il 7 ottobre.
Foto di Montecruz Foto
Ha definito i miliziani di Hamas "liberatori e non terroristi", ha denunciato "crimini di guerra premeditati a Gaza", però il suo interesse strategico primario è proseguire nella normalizzazione dei rapporti con Israele e il messaggio è arrivato anche a Hamas. La sua partita è quella del mediatore interessato, come già sull'Ucraina. Che gioco sta giocando la Turchia di Erdogan? Ne parliamo con il giornalista Murat Cinar.
Puntata dedicata alle musiciste palestinesi.
Scaletta della puntata:
- Aya Halaf - Qolo la limo
- The Daughters of Jerusalem - Gaza
- Henna Haj Hassan - Yammi qultillek
- Sabaya Al Intifada - Min al mukhayyam toulad al ru aya
- Amal Kaawash - Raekou
- Rasha Nahas - Toyour
- Nour Fretiekh - Jaffa kull shee tghayar
- Sanaa Moussa - Wea'younha
- Haya Zaatry - Manakir
- Amal Murkus - Hulum
- Hanin Alijleh - Shoo mkhabeeli
- Kamilya Jubran & Werner Hasler - Al shatte'al-akhar
- Intervista al gruppo Shoruq (video)
- Shadia Mansour - Asalamo aalekom
- Shadia Mansour & Ana Tijoux - Somos sur