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Contro l'occupazione israeliana del territorio sardo

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Da maggio è iniziata a circolare la notizia che sarebbe stata attivata una tratta aerea Tel Aviv - Olbia per portare militari israeliani impegnati nel genocidio di Gaza in vacanza in Sardegna per permettere la loro "decompressione". Il progetto si è realizzato a partire da agosto e ad oggi il paese di Santa Teresa Gallura si trova a veder militari e personale di industrie collegate muoversi per le loro strade, scortati dalla polizia di Stato. Ospitiamo di Collettivo Lungoni che ha organizzato diversi presidi davanti al resort Mangia's che ospita i soldati dell'IDF che ci raccontano quanto accade.

Nel frattempo almeno dieci compagne e compagni di Aforas sono stati raggiunti da fogli di via da Olbia per aver partecipato a manifestazioni in aeroporto

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Germania; armi, guerra, antideutsch

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Con Anna Bolena torniamo a parlare di Germania e degli ultimi sviluppi politici in merito al riarmo e al genocidio a Gaza. Sul piano istituzionale infatti il governo Mertz sta procedendo a un forte incremento dell'industria bellica parlando di riconversione del settore dell'automotive e di altri settori industriali in crisi, si parla inoltre in modo sempre più concreto di ripristino della leva obbligatoria.

Negli ultimi tempi, inoltre, il cancelliere, sebbene in modo assai poco credibile ha annunciato l'interruzione della vendita di armi a Israele (la Germania è il secondo fornitore al mondo di armi a Israele dopo gli Usa), questo è bastato a far scattare la componente antideutsch de* antifa che chiedono ancora armi a Israele, sebbene con minor presa rispetto al passato sul testo del movimento.

Nella foto uno striscione antideutsch che chiede ancora armi per Israele

Handala della Freedom flottilla verso Gaza è a sud di Creta

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Il 20 luglio handala, imbarcazione della Freedom Flotilla Coalition, è partita da Gallipoli alla volta di Gaza, sentiamo oggi un compagno dell'equipaggio mentre la nave è in acque internazionali a sud di Creta. L'imbarcazione, che ha subito alla partenza un tentativo di boicottaggio fortunatamente scoperto dall'equipaggio, si aspetta di poter arrivare nella zona dove Israele potrebbe decidere di intervenire sabato mattina dopo le 12. L'quipaggio è composto da 21 persone tra cui attivist* di vari paesi (7 dagli Usa), infermier*, europarlamentare di France Insoumise.La missione si svolge a poche settimane dall’attacco illegale di Israele alla Madleen, un’altra nave della Freedom Flotilla sequestrata illegalmente da Israele in acque internazionali. Dodici civili disarmati – tra cui un membro del Parlamento Europeo, un medico, giornalisti e difensori dei diritti umani – sono stati sequestrati da un commando israeliano e portati con la forza in Israele, dove sono stati interrogati, maltrattati e poi deportati. Il loro “crimine”? Tentare di portare cibo, medicine e solidarietà ai palestinesi sotto assedio.

La nave prende il nome da Handala, il personaggio dei fumetti palestinese: un bambino rifugiato a piedi nudi che volta le spalle all’ingiustizia e che ha giurato di non voltarsi finché la Palestina non sarà libera. Questa imbarcazione porta con sé il suo spirito e quello di ogni bambino di Gaza a cui sono stati negati sicurezza, dignità e gioia. Nel 2023 e 2024, la Handala ha navigato nei porti d’Europa e del Regno Unito, rompendo il blocco mediatico, coinvolgendo il pubblico e costruendo solidarietà con eventi stampa, installazioni artistiche e attività di educazione politica in ogni porto visitato.

I bambini e le bambine di Gaza – che rappresentano oltre la metà della popolazione – vivono sotto un assedio brutale da tutta la vita. Dal mese di ottobre 2023, più di 50.000 bambini sono stati uccisi o feriti, decine di migliaia sono orfani, e quasi un milione è stato sfollato con la forza, senza più una casa. Ora affrontano fame, malattie e traumi che pochi di noi possono immaginare.

Questa missione è per loro.

 

Atene: No dei portuali al Pireo alle armi del Israele

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"Non scaricheremo nemmeno un centimetro di questo carico omicida. I lavoratori portuali del Pireo non saranno complici quindi non scaricheremo acciaio militare dall'Ever Golden.
Il porto del Pireo non è un avamposto avanzato degli Stati Uniti, della Nato, dell'Unione Europea o dei profittatori della guerra.
Ci rifiutiamo di essere strumenti degli Stati Uniti, della Nato, dell'Unione Europea, di Israele, che usano le infrastrutture del nostro Paese per rimodellare il mondo ridisegnando i confini con il sangue delle nazioni e del popolo palestinese.
No al coinvolgimento della Grecia.
Libertà per la Palestina."
Questo è il comunicato dei portuali del Pireo (Atene) che lunedì 14 luglio hanno bloccato l'Ever Golden, una nave portacontainer carica di acciaio militare destinata a Israele.
Con un compagno del Sì cobas di Napoli ricostruiamo l'azione nel quadro delle mobilitazioni di portuali di molti porti europei tra cui Marsiglia, Genova e Salerno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Libano sotto le bombe israeliane

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In Libano, nonostante la tregua, non sono mai finiti i bombardamenti del paese, soprattutto della zona meridionale ma nei giorni scorsi uno più massiccio ha causato 12 morti nella valle della Bekaa. Ovviamente i bombardamenti israeliani in Siria che sono arrivare a colpire Damasco preoccupano il Libano dove Israele sembra avere tuttora il progetto di scatenare una nuova guerra civile.

Ne parliamo con il giornalista Mauro Pompili da Beirut con cui articoliamo una riflessione più ampia sull'intero assetto medio-orientale e i progetti regionali di Israele, in contrasto anche con l'espansionismo turco.

per l'immagine si ringrazia Getty images

Il genocidio a Gaza e l'arroganza di Israele nella regione

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In una corrispondenza con Michele Giorgio, da Gerusalemme, diamo gli ultimi aggiornamenti sulla situazione a Gaza, dove solo stamani sono state uccise almeno una trentina di persone in attesa di aiuti umanitari, nella quasi completa indifferenza della comunità internazionale, che interviene solo quando vengono toccati particolari interessi, soprattutto religiosi, come nel caso del bombardamento della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza. Si passa poi a analizzare lo scandaloso piano della realizzazione della cosiddetta "città umanitaria" a Gaza, un vero e proprio campo di internamento dove dovrebbero essere richiusi almeno 600.000 palestinesi, nonché l'intervento israeliano in Siria, avvenuto con il sostanziale sostegno degli USA e dell'UE.

La diplomazia ipocrita mentre continua la strage a Gaza e in Cisgiordania

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Più di cento morti nelle ultime 24 nella Striscia di Gaza dove permane la situazione drammatica rispetto alla mancanza di cibo, acqua e medicinali, ancora due assassini in Cisgiordania tra cui un uomo con cittadinanza palestinese - Usa e continui attacchi dell'esercito israeliano e dei coloni. Tutto questo avviene nel quadro delle trattative per la tregua a Doha e del viaggio di Netanyahu appena rientrato dagli Usa dove il timore è che cercasse l'appoggio dell'alleato per una ripresa dei bombardamenti contro l'Iran.

Ne parla Michele Giorgio inviato a Gerusalemme per Il Manifesto

 

Per l'immagine ringraziamenti a rawpixel.com

Gaza: ancora bombe, stragi e mancanza di tutto

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Giorno dopo giorno continuano le stragi di palestinesi in fila per recuperare cibo, bombardamenti incessanti nonostante le parole di Trump che di nuovo dichiarano Israele disponibile a una tregua attribuendo di nuovo alle forze palestinesi il portrarsi del genocidio. Nel frattempo, come già sappiamo, a Gaza manca tutto, cibo, acqua, medicinali, servizi sanitari funzionanti, energia... Ne parliamo con Michele Giorgio, de Il Manifesto e Pagine Esteri che approfondisce anche la situazione di guerra costante in Cisgiordania a opera di coloni e esercito israeliano, così come a Gerusalemme, in particolare nella parte est della città.