Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa !

cinema

Some prefer cake, festival di cinema lesbico

Data di trasmissione
Durata 27m 59s

Presentazione con una compagna dell'Associazione Luki Massa della tredicesima edizione di Some prefer cake, Festival di cinema lesbico. Il festival sarà in presenza a Bologna, al Nuovo Cinema Nosadella dal 24 al 26 settembreper  mentre dal 27 settembre al 3 ottobre sarà visibile su openddb.it la versione in streaming del festival, con un programma diverso da quello in presenza.
 

Oggi lo spettacolo a Largo di Torre Argentina

Data di trasmissione
Durata 16m 21s

Un’azione simbolica, quella di oggi a partire dalle 14 davanti al Teatro Argentina, che vuole essere un primo gesto nella direzione di un movimento di (auto) mappatura e di dialogo tra le diverse realtà territoriali di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo che invitano tutt_ le persone che abitano questi spazi, che ne portano avanti le attività o anche semplicemente li attraversano, a prendere parte a questa giornata di mobilitazione e chiunque abbia a cuore lo spettacolo nelle sue molteplici forme.

Ne parliamo con una compagna di Campo Innocente

Al via a Roma la XV° edizione di “Immaginaria”, festival dedicato al cinema lesbico e femminista

Data di trasmissione
Durata 12m 24s

Da giovedì 1 fino a domenica 4 ottobre avrà luogo a Roma - presso il Teatro Biblioteca Quarticciolo e il Nuovo Cinema Aquila - la XV edizione di IMMAGINARIA - International Film Festival of Lesbians & Other Rebellious Women, manifestazione di cinema indipendente dedicata al cinema lesbico e femminista. Ne parliamo con una delle organizzatrici.

A questo indirizzo tutte le info sul festival: www.immaginariaff.it

 

Some prefer cake, festival di cinema lesbico

Data di trasmissione

Presentiamo con una compagna di Comunicattive e Associazione Luki Massa il festival di cinema lesbico, Some prefer cake, edizione 2020 completamente on line, nella seconda corrispondenza parliamo con Monica Pietrangeli, che il 25 settembre alle re 18, nell'ambito del festival presenterà il libro “Ho camminato nel mondo con l’anima aperta” di Nella Nobili (Solferino, 2018), in collaborazione con associazione Orlando e Libreria delle donne di Bologna.

Dal 19 al 26 settembre si svolgerà on line la XII edizione del festival di cinema lesbico Some Prefer Cake: 13 film lesbici e femministi visibili gratuitamente per tutta la settimana qui

www.openddb.it/some-prefer-cake-festival

e 4 appuntamenti live sulla nostra pagina fb

www.facebook.com/someprefercakefestival/:


> 19/09 h.20:00: Presentazione del festival
> 20/09 h. 18:30 graphic novel "Feminist art" di Valentina Grande ed Eva Rossetti
> 21/09 h. 19:00 graphic novel "Play with Fire" di Nicoz Balboa
> 25/09 h. 18:00 "Ho camminato nel mondo con l'anima aperta" di Nella Nobili.
Tutto il programma qui https://someprefercakefestival.com/tutti-gli-appuntamenti/.

Con Luki nel cuore, CELEBRIAMO LA BELLEZZA DEL CINEMA LESBICO

https://someprefercakefestival.com/

Lavoratori e lavoratrici dello spettacolo in quarantena

Data di trasmissione
Durata 1h 17m 1s

Fermi e ferme da marzo, per alcuni il bonus da 600 euro non è arrivato e i contratti, per lo più a chiamata, scaduti.
Non solo attori, musicisti e artisti ma anche una vasta categoria di tecnici, assistenti, costumisti, operatori e maestranze, macchinisti, elettricisti i cosiddetti lavoratori e lavoratrici dello spettacolo.

Migliaia di lavoratori e lavoratrici fermi in tutta Roma, circa 340mila in tutta Italia secondo la Fondazione Centro Studi Doc, che per il mondo dello spettacolo ha stimato una perdita di 8 miliardi di euro in un solo mese di fermo.
Un mondo frammentato dal punto di vista delle tipologie contrattuali, fatto in prevalenza di intermittenti, di lavori ‘a chiamata’ (spesso una settimana per l'altra, se non un giorno per l'altro) con retribuzioni discontinue.

I contratti temporanei (a tempo determinato, a progetto e a collaborazione) interessano infatti l’80% dei lavoratori, il 10% ha un contratto stagionale e solo il restante 10% ha una posizione stabile a tempo indeterminato.

Alcuni lavorano attraverso cooperative, altri ancora vengono costretti ad aprire partita IVA (che mascherano un lavoro subordinato e tolgono ulteriormente diritti e protezioni). L’emergenza Coronavirus e il lockdown che ne è seguito oltre a mettere più a nudo la precarietà e la ricattabilità su cui da sempre si fonda il settore hanno cancellato quasi subito le loro attività lasciandoli senza alcuna forma di sostegno.

Cinema a Roma, ancora sale all'asta

Data di trasmissione
Durata 25m 6s

A Roma stanno per essere messe all'asta quattro sale cinematografiche, tre in attività (Adriano, Ambassade ed Atlantic) e un'altra chiusa purtroppo da tempo (il Reale a Trastevere). Si tratta di esercizi che facevano parte del vecchio circuito Cechi Gori, poi rilevati da Massimo Ferrero e adesso messi all'incanto. Quali sono i motivi per cui a Roma, nonostante l'aumento dei biglietti venduti lo scorso anno, continuano ad essere chiuse sale cinematografiche. Mario, della CUB informazione, ci racconta quello che è accaduto nel corso degli anni in questo settore, fra assenza della politica, attività speculative, desertificazione dei centri storici e posti di lavoro messi a repentaglio.

Di seguito, il comunicato inviato dalla CUB relativo alla situazione del cinema Maestoso:

NON CANCELLATE LA MEMORIA E LA BELLEZZA!!
Il cinema Maestoso è un luogo particolare. In un quartiere devastato dalla speculazione edilizia è
stato –insieme al giardino di villa Lazzaroni- l’unico luogo di socializzazione e dove si poteva
sognare ad occhi aperti vedendo bei film.
Da più di un anno e mezzo le sale sono chiuse, nonostante la domanda di luoghi dove continuare
a vedere film senza dover fare chilometri e andare negli anonimi multi sale sparse in luoghi senza
qualità.
Tuscolano è invece un luogo in cui ancora si può godere della bellezza della città. Del resto, il
cinema Maestoso è stato progettato da Riccardo Morandi e rappresenta ancora oggi un
intelligente esempio di integrazione tra una piccola zona commerciale, il cinema e le residenze.
Una tipologia innovativa da mantenere come è stato di recente per il cinema America. Ma, mentre
all’atto della chiusura le rassicurazioni, sia della proprietà dell’immobile, sia delle Istituzioni,
facevano presagire tempi rapidi per la riapertura dell’esercizio cinematografico e la possibile
riassunzione dei lavoratori licenziati, nulla di tutto ciò sta accadendo: i lavori non risultano partiti,
né, malgrado le ripetute richieste, è stato possibile conoscere le ragioni dello stallo.
Nei giorni scorsi abbiamo apprezzato l’intervento della Soprintendenza di Archeologia e belle arti
nei riguardi della proprietà dell’immobile del Cinema America, così come la nuova legge su Cinema
e Audiovisivo che destina 120 milioni di euro per la riapertura delle sale cinematografiche, e,
proprio alla luce di tali avvenimenti, non riusciamo a comprendere l’assordante silenzio riguardo a
tutta la vicenda del Maestoso. Per la sensibilità dimostrata, chiediamo al Ministro Franceschini di
vincolare l’edificio del cinema Maestoso e di far continuare una storia meravigliosa che ha
caratterizzato il quartiere.
La grave situazione degli esercizi cinematografici a Roma, inoltre, evidenzia l’estrema necessità di
un progetto istituzionale che affronti il problema degli esercizi cinematografici a Roma: 48 gli
esercizi chiusi dal 2005 ad oggi e, ora, vengono messi all’asta i locali del cinema Reale, chiuso da
anni, l’Adriano, l’Ambassade, l’Atlantic, ultime sale sopravvissute dopo il passaggio di proprietà
dell’ex gruppo Cecchi Gori a Massimo Ferrero, a suo tempo osannato quale salvatore degli esercizi
cinematografici romani.
Come è emerso anche nel nostro ultimo convegno del 20 settembre 2018 sulla situazione delle sale
cinematografiche a Roma, senza la cabina di regia pubblica, che riunisca e indirizzi le varie forze
sociali del settore e del territorio, sarà impossibile superare l’attuale situazione di crisi e ridare
vigore e ruolo alla presenza degli esercizi cinematografici nel tessuto culturale della Città.
Ci auguriamo che il nostro appello non cada nel vuoto e, fin da ora, diamo la nostra disponibilità a
contribuire al confronto

Il cinema curdo sotto attacco da parte del governo turco

Data di trasmissione
Durata 8m 59s

Il 13 febbraio, a Batman, in Turchia, il regista Veysi Altay è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione per “propaganda terroristica”. In realtà il tribunale turco ha messo sotto accusa il suo film “Nû Jîn”, che racconta la storie delle guerrigliere nella città di Kobane.

Il tribunale ha condannato alla stessa pena anche l’organizzatore delle proiezioni del film nella città di Batman.

Si tratta dell’ennesimo caso di repressione nei confronti di registe e registi curdi in Turchia, ogni giorno sottoposti a minacce, ritorsioni, divieti di uscire dal paese, detenzioni arbitrarie.

Nell’ottobre 2018 un altro regista era stato colpito da una misura simile: Sehir Giyasettin, condannato con l’accusa di presunte “attività terroristiche”. Nella città di Batman anche i registi Çayan Demirel e Ertuğrul Mavioğlu sono sotto processo per il film “Bakur”. L’accusa è sempre la stessa ma nel loro caso è stata richiesta di una condanna a 5 anni. Anche il regista Kazim Öz è accusato di essere membro di una organizzazione terroristica e di aver fatto propaganda terroristica.
Film e documentari curdi sono censurati dal governo turco. La repressione non colpisce solo i cineasti ma anche altri artisti e intellettuali come gli attori di teatro, i cantanti e le organizzazioni culturali.

In un periodo in cui lo stato turco sta concentrando il suo attacco contro quanto è stato realizzato nelle zone autonome del Nord della Siria, queste condanne colpiscono in particolare chi decide di rompere il muro di silenzio e chi denuncia quanto accade ad artisti, attivisti, esponenti politici della dissidenza in Turchia, paese al primo posto per le violazioni dei diritti umani denunciate alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Nelle ultime due settimane, 7 attivisti curdi sono morti a seguito degli scioperi della fame organizzati per chiedere la fine dell’isolamento e la liberazione di Abdullah Öcalan.

Inviamo questo appello alle autorità italiane, affinché il Ministero per i beni e le attività culturali  e il Ministero degli Esteri condannino la censura e la negazione della libertà di espressione di decine di artisti in Turchia.

Il cinema curdo deve continuare a vivere. La cultura è un diritto fondamentale di ogni popolo e il governo turco non può continuare a reprimere il mondo culturale curdo.

Questo appello si rivolge a tutto il mondo della cultura italiano, affinché sostenga la battaglia per la libertà che i registi e le registe curde cercano di portare avanti ogni giorno

UIKI – Ufficio per l’Informazione del Kurdistan in Italia
Centro socio culturale Ararat – Roma
Rete Kurdistan – Roma

per adesioni: cinema.curdo@gmail.com