Con Leidy del Blocco Decoloniale, parliamo dell'iniziativa che ci sarà Domenica 30 novembre nello spazio Centocelle aperte. Di seguito il testo che accompagna la locandina:
In collegamento con una compagna di Torino, partendo da un racconto delle ultime proteste nel Cpr di Torino e un ragionamento sulla macchina del razzismo, parliamo della vicenda di Mohamed Shahin e di come lo Stato utilizza anche lo strumento della deportazione come minaccia nei confronti di chi si ribella al genocidio del popolo palestinese.
Il 2 ottobre all'Istituto superiore Caravillani studentesse, studenti e docenti sono stata aggredite in pieno giorno con calci e pugni all'uscita di scuola, da una trentina di sionisti di età adulta per aver gridato "Free Palestine" a ricreazione. Questa è stata la manifestazione più eclatante dell'escalation di violenza sionista e squadrista che quotidianamente vive chi si schiera al fianco del popolo palestinese in questa parte di città ma non è affatto un episodio isolato.
La sera stessa un operatore sanitario dello
Guinea Bissau: tre giorni dopo le elezioni presidenziali, il capo dello Stato è stato arrestato e uomini in uniforme hanno annunciato la sospensione del processo elettorale e la chiusura delle frontiere. Sono stati arrestati anche i rappresentanti dell'opposizione Domingos Simões Pereira e Fernando Dias. Prima che la Commissione elettorale pubblicasse i risultati ritenuti ufficiali, entrambi i candidati alle elezioni avevano rivendicato la vittoria.
Con un compagno palestinese, commentiamo e denunciamo quanto sta accadendo in Cisgiordania, dove si sta assistendo a un rinnovato picco di arresti e deportazioni, non solo da parte di Israele, ma anche dell'Autorità Nazionale Palestinese. In Cisgiordania, infatti, la popolazione continua ad essere aggredita dal colonialismo di insediamento sionista, affiancato dalle forze dell'esercito israeliano, con politiche di sfollamento forzato, arresti, omicidi e violenze.
Con un compagno di Radio Greve, parliamo dell'iniziativa che ci sarà al Rockinsquat (Brussels) questo sabato 22 novembre. Leggiamo il testo che verrà discusso durante l'iniziativa e del perchè è importante costruire legami e reti di solidarietà transnazionali. Qui le righe che accompagnano la locandina dell'evento:
Con l'avvocato di Tarek e un compagno della rete liberi-e di lottare, facciamo il punto della situazione sui processi nei confronti di Tarek ed Anan, Ali e Mansour. Ricordiamo gli appuntamenti di domani, alle 9.30 all'Aquila in via XX settembre e alle 10 a Roma a Piazzale Clodio, e rinnoviamo la solidarietà e la mobilitazione per la Palestina.
La mano che reprime è la stessa che bombarda!
Per chi sta a Roma, ricordiamo l'appuntamento di oggi alle 18 a piazza del Pigneto, passeggiata solidale per Tarek, Anan Ali e Mansour, i-le prigionierx palestinesi.
Con un compagno dell'UDAP, commentiamo la risoluzione 2803/2025 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che, in un'ottica di assoluta riaffermazione coloniale, "accoglie con favore" il cd. Piano globale di Pace di Trump, sostanzialmente volto a legittimare l'occupazione israeliana e a cancellare qualsiasi forma di autodeterminazione della popolazione palestinese.
Seppure con lentezza e fra mille difficoltà procede il processo di pace fra Stato turco e PKK, nel frattempo purtroppo la repressione non smette di mordere. In questo contesto, si sono tenute lo scorso mese le elezioni generali a Cipro nord che hanno visto il trionfo del candidato di centro-sinistra e la sconfitta cocente, abbastanza a sorpresa, dell'uomo di Erdogan nell'isola.