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ergastolo

10 maggio Ex Snia: perché di carcere non si debba morire né vivere

Data di trasmissione
Durata 1h 21m 56s

In studio con un compagno del comitato promotore, sentiamo varie voci sull'assemblea indetta per

MERCOLEDI’ 10 MAGGIO ALE ORE 18:00 AL CSOA EX SNIA VISCOSA 

via Prenestina 173 

per rilanciare la lotta anticarceraria.

Intervengono compagn* di alcune realtà  (Quarticciolo, collettivi universitari, Esc, Dinamo press) e singol*

Segue il comunicato d'indizione:

PERCHE’ DI CARCERE NON SI DEBBA MORIRE – PERCHE’ IN CARCERE NON SI DEBBA VIVERE 

Appello per la costruzione di una assemblea cittadina che aderisca e concorra a realizzare la campagna nazionale su carcere e repressione, 

contro 41 bis ed ergastolo 

La lotta intrapresa negli ultimi mesi con coraggio, coerenza e determinazione dal prigioniero anarchico Alfredo Cospito ha permesso la riemersione di temi rimossi dall’agenda politica, anche, di molti dei movimenti politici e sociali protesi al superamento dell’esistente. 

Il prolungato sciopero della fame di Alfredo, le mobilitazioni dei compagni e delle compagne e il chiasso mediatico conseguitone ha riportato alla luce questioni come l’ergastolo, il 41 bis, l’ostatività penitenziaria, il carcere nonché l’ingiustizia sociale, vero substrato dei feroci strumenti repressivi statuali. Parole come “rieducazione e trattamento individualizzato” hanno mostrato l’ipocrisia della società divisa in classi da cui queste espressioni provengono. 

Negli scorsi mesi, nel tentativo di fornire una prospettiva di lunga durata alle ragioni poste da Alfredo al centro del dibattito pubblico è stata lanciata la campagna ”morire di pena” a cui hanno aderito numerosissime realtà organizzate di tutto il territorio nazionale, oltre a singole soggettività. Per non disperdere il patrimonio di lotte, riflessioni, visibilità che la campagna di adesione, sostegno e solidarietà con Alfredo ha espresso in questi mesi è necessario iniziare a strutturare un intervento articolato sul territorio nazionale. Riteniamo che ciò sia possibile creando una ossatura territoriale alla campagna che, partendo dalle singole realtà locali, promuova la costituzione di assemblee unitarie intorno alla tematica del carcere, della repressione e contro ergastolo e 41 bis. Assemblee che non inseguano la pretesa di omogeneizzare differenze, anche incolmabili, presenti tra coloro che hanno espresso adesione alla campagna o che si sono mobilitati con generosità e passione, e che non tarpino le ali alle molteplici forme espressive al dissenso politico e sociale proprio delle diverse 

appartenenze. Una assemblea dove trovino spazio, esclusivamente, le porzioni di ragionamento condiviso, le pratiche comuni, le prospettive unitarie (contro carcere, repressione, 41 bis e ergastolo). Le restanti tipicità, connotanti i diversi contesti, potranno e saranno praticati dai singoli gruppi con le modalità ritenute più consone, spendendo la propria soggettività senza alcun coinvolgimento del contesto comune. L’ipotesi, che si sottopone alla riflessione collettiva da avviare nella prima assemblea, è quella di individuare diversi piani di intervento: scuola-università, mondo del lavoro, territorio, carcere, cultura. 

Consapevoli che la battaglia “per non morire di carcere e non vivere in carcere” è un anelito politico, uno slancio, una tensione che potrà raggiungersi soltanto con la trasformazione radicale del sistema politico sociale imperante. 

Per intraprendere il primo momento di discussione ci incontriamo tutti e tutte 

MERCOLEDI’ 10 MAGGIO ALE ORE 18:00 AL CSOA EX SNIA VISCOSA 

via Prenestina 173 

Il comitato promotore

Carovana contro 41bis e ergastolo al fianco di Alfredo

Data di trasmissione
Durata 13m 43s

Oggi, 15 febbraio 2023, 118esimo giorno di sciopero della fame di Alfredo,  carovana da piazzale Aldo Moro (concentramento ore 18) a Rebibbia, per portare solidarietà a chi è dentro una galera, contro il 41bis, l'ergastolo, le torture di Stato.

Ne parliamo con una compagna

può, si rechi al concentramento, con proprio mezzo di locomozione, bici...

Morire di pena, piattaforma per l'abolizione di ergastolo e 41bis

Data di trasmissione

A partire da attivisti e attiviste napoletane per l'abolizione di ergastolo e 41bis è uscito un appello, di cui parliamo nella corrispondenza. Per qualsiasi richiesta o informazione potete scrivere a: info@abolizioneergastoloe41bis.it
Per far sottoscrivere ad altri l’appello: sottoscrizione@abolizioneergastoloe41bis.it

Riportiamo l'appello:

Dal 20 ottobre l’anarchico Alfredo Cospito, detenuto in 41bis, ha rinunciato ad alimentarsi, utilizzando il suo corpo come unica arma possibile per protestare contro il regime di detenzione speciale a cui è sottoposto nel carcere di Sassari e contro l’istituto dell’ergastolo ostativo. Il 6 luglio scorso il reato di “strage contro la pubblica incolumità” per cui era stato condannato è stato riqualificato dalla Cassazione in “strage contro la sicurezza dello Stato”, nonostante le azioni di cui è accusato avessero uno scopo prettamente dimostrativo, e non abbiano causato feriti né morti.

Lo sciopero della fame di Cospito ha avviato una discussione su questi temi anche tra settori della società solitamente prudenti su questi temi, denunciando l’accanimento dello Stato nei suoi confronti persino sui media mainstream, puntando però, per lo più, sull’ambiguo tema della “non proporzionalità” della pena applicata nel singolo caso.

La battaglia che Cospito sta portando avanti ha tuttavia la forza per aprire faglie più ampie nel sistema e un dibattito reale sulla necessità di superamento di due istituti inumani come l’ergastolo e il 41bis, oltre che dell’intero sistema dei circuiti speciali di detenzione. Altre letture rischiano di diventare strumentali al mantenimento dello status quo, e incapaci di rendere giustizia alla lotta che il detenuto anarchico sta portando avanti, mettendo a rischio la propria vita.

Fin dalla sua nascita, che trova radice nelle legislazioni speciali degli anni Ottanta e Novanta, il 41bis si è mostrato come uno strumento di ricatto per spingere i detenuti alla collaborazione con la magistratura, fondato su pratiche di vera e propria tortura. Le condizioni inumane e prive di ogni logica previste da questo istituto si concretizzano in isolamento in celle di pochi metri quadri, limitazioni all’ora d’aria, sorveglianza continua, limitazione o eliminazione dei colloqui con i familiari, controllo della posta, limitazione di oggetti in cella persino come penne, quaderni e libri. Un progressivo annientamento che provoca danni incalcolabili nel corpo e nella psiche dei detenuti.

L’ergastolo, assimilabile in tutto e per tutto alla pena di morte, è invece l’istituto con il quale lo Stato prende possesso del corpo di un individuo, arrogandosi la prerogativa di decidere discrezionalmente se, come e quando restituirgliela attraverso la “libertà condizionale” per “buona condotta”, senza che questi possa venire a conoscenza dei tempi e dei modi del suo eventuale rientro nel consesso sociale. Al netto della inumanità di una punizione a vita, che cancella nell’individuo le idee stesse di “speranza” e di possibile reinserimento nella comunità, l’ergastolo è incompatibile con la Costituzione e con l’idea di “rieducazione” del condannato.

Un dibattito limitativo rischia di essere in questo senso quello sulla possibile abolizione del solo istituto dell’ergastolo ostativo, ovvero quello che – nel caso di alcuni specifici reati – non prevede la possibilità di liberazione condizionale e di altri benefici, a meno che la persona condannata non collabori con gli organi inquirenti. Con la recente legge approvata dal parlamento, inoltre, la possibilità di liberazione condizionale viene spostata a trent’anni di pena scontata invece di ventisei, senza contare che altre misure rendono altamente improbabile la possibilità di affrancamento dalla pena fino alla morte. Il vero tema è quindi quello dell’abolizione dell’ergastolo in toto, nell’ottica di un futuro superamento dell’intera istituzione carceraria, mero strumento di confinamento della marginalità e della povertà (basta vedere da chi è oggi costituita la grande maggioranza della popolazione carceraria, e quali sono i reati di cui questi detenuti sono accusati) nonché di controllo e punizione rispetto a tutte le potenziali conflittualità sociali.

MORIRE DI PENA. PER L’ABOLIZIONE DI ERGASTOLO E 41BIS è una piattaforma di sensibilizzazione e rivendicazione che punta all’abolizione di questi due istituti e dei circuiti speciali di detenzione. La piattaforma nasce a seguito di un’assemblea svoltasi a Napoli che ha visto protagoniste tutte le realtà militanti e sociali in lotta contro il carcere o per la tutela dei diritti dei detenuti, coinvolgendone poi altre sul territorio nazionale. L’obiettivo è quello di allargare la consapevolezza – attraverso iniziative di analisi e discussione, e azioni mediatiche e politiche – rispetto alla necessaria eliminazione di ergastolo e 41bis, sollecitando anche i più prudenti settori sociali citati nella prima parte di questo documento a prendere esplicitamente posizione. Un percorso che immaginiamo lungo e difficile, ma possibile, considerando le fratture che gli accadimenti recenti hanno reso oltremodo visibili.

È possibile, a livello individuale e collettivo, sottoscrivere questo documento e mettersi in rete con le realtà che da qui ai prossimi mesi proveranno a portare avanti la piattaforma, scrivendo all’indirizzo mail: sottoscrizione@abolizioneergastoloe41bis.it.

Una critica garantista all'antimafia

Data di trasmissione

Con Vincenzo Scalia, professore associato in sociologia della devianza, parliamo di antimafia, 41 bis, ruolo dei media e repressione del dissenso, a partire da un suo articolo uscito sulla rivista "L'Altro Diritto", dal titolo "Scarcerazioni facili o coscienza collettiva? Una critica garantista dell'antimafia tradizionale".

Isola Santo Stefano: tenerla in vita per la nostra memoria antifascista

Data di trasmissione
Durata 22m 10s

Con Anthony Santilli del Centro di ricerca e documentazione sul confino politico e la detenzione di Santo Stefano e Ventotene commentiamo lo stanziamento di 70 milioni di euro per ristrutturare il carcere di Santo Stefano e farne un luogo di cultura e studio. Ad oggi questi soldi non sono ancora stati spesi e rischiano di ritornare al Governo. Le due isole sono importanti luoghi dove è ancora presente la memoria antifascista e del confino politico. 

Contro il carcere-Aboliamolo 2/03

Data di trasmissione
Durata 59m 56s

Convegno a Firenze per rilanciare un dibattito e un'attività volta all'abolizione del carcere. Verificato il fallimento del sistema penale ovunque, è il momento di incalzare la società perché affronti un dibattito sull'abolizione del carcere e del sistema penale. Un movimento abolizionista che si radichi tra i soggetti sociali che del carcere e del controllo penale e psichiatrico sono le vittime: i proletari delle periferie urbane.

Contro il carcere e l'ergastolo 27/6

Data di trasmissione
Durata 1h 0m

Testimonianza dell'iniziativa all'Ergastolo dell'isola di Santo Stefano (Ventotene) all'interno di una campagna contro l'ergastolo in particolare l'ergastolo "ostativo". Una quarantina di persone hanno portato un fiore sulle tombe del cimitero adiacente all'Ergastolo, cercando di dare un nome ai morti di ergastolo. Ne parliamo con una compagna e un compagno che hanno partecipato all'iniziativa.
Denuncia del tentativo di introdurre il Soft (Sex offenders full treatment), un trattamento psichiatrico per "trattare i detenuti condannati per reati di violenza sessuale. E' il primo passo per dispiegare la "medicalizzazione" di chiunque trasgredisce la legge. Un tentativo squallido e pericoloso che dobbiamo impedire.