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no cie

Rivolta all'interno del lager-CIE di Gradisca d'Isonzo

Data di trasmissione
Durata 3m 56s

 

Da troppo tempo, cioè dall’ultima rivolta di due settimane fa, i reclusi del Cie di Gradisca d’Isonzo sono tenuti chiusi a chiave nelle loro celle e possono fare solo un’ora e mezza d’aria al giorno. Qualche giorno fa hanno scritto una lettera al direttore Luigi del Ciello, per chiedere la fine di questo trattamento, minacciando di iniziare uno sciopero della fame. Il direttore, come sempre, ha fatto finta di niente. E allora, da stamattina, i reclusi di Gradisca hanno cominciato a rifiutare il cibo.
 
Aggiornamento ore 19.00.
Visto che nonostante lo sciopero della fame il direttore del Centro non ha preso in considerazioni le loro richieste, i reclusi hanno cominciato a bruciare tutto quello che avevano sotto mano di combustibile: materassi, vestiti, asciugamani. Per ora la polizia è fuori dalle camerate e i ribelli si sono barricati dentro.
 
ore 19:30.
Fuori si stanno radunando i compagni e ci sono dei giornalisti. Dentro i ragazzi non vogliono aprire le celle per evitare che entrino gli sbirri, che per ora se ne stanno in cortile insieme agli operatori di Connecting People, la coperativa che gestisce il Centro. La situazione è grave, ci sono dei feriti, svenuti a causa del fumo.
 
ore 20:00.

La polizia in tenuta antisommossa sta entrando nelle sezioni insieme al direttore e un medico. Stanno portando fuori le persone svenute a braccia, senza le barelle. In alcune sezioni sembra che stiano anche picchiando.
 
ore 21:00.

La polizia dopo essere entrata all'interno del Cie prosegue il rastrellamento. Secondo la testimonianza di un detenuto ascoltato telefonicamente, i feriti sarebbero tre.
 

Bari. Rivolta nel Cie

Data di trasmissione
Durata 4m 37s

Rivolta nel Cie (Centro di Identificazione ed Espulsione) di Bari quartiere San Paolo. Sono diversi i feriti, mentre dalle prime notizie di agenzia, 18 persone sarebbero state arrestate con capi di accusa che vanno da reati di devastazione, saccheggio seguito da incendio, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. 6 invece i reclusi che sono riusciti a fuggire.

No CIE a Barcellona

Data di trasmissione

Anche a Barcellona ci si mobilita dentro e fuori i CIE. Due casi di morti sospette e le pessime condizioni di vita all'interno dei centri sono tra i motivi che stanno causando l'indignazione e la voglia di denunciare. Domenica scorsa una manifestazione di solidarietà davanti al CIE del capoluogo catalano, mentre questa settimana è iniziato uno sciopero della fame. Ai detenuti è stata nuovamente portata solidarietà con un secondo presidio nel pomeriggio di martedì. Radio Onda Rossa ha realizzato per la puntata di venerdì 4 di Silenzio Assordante, in vista del primo presidio di domenica 6.