Mercoledì 4 giugno ore dalle 18 alle 20 in piazza della Repubblica a Terni, PRESIDIO CONTRO IL GENOCIDIO A GAZA - CAMPAGNA BOICOTTAGGIO PRODOTTI ISRAELIANI. Portare bandiere, kefiah, cartelli in solidarietà col popolo palestinese.
2 giugno contro la guerra e il riarmo: manifestazioni in tutta Italia
In diverse città italiane oggi 2 giugno sono in programma manifestazioni antimilitariste contro il riarmo, la guerra, per la fine del genocidio in Palestina.
Di seguito voci dai diversi territori dove la guerra si produce e si produce per la guerra:
In una corrispondenza con una compagna da Napoli, parliamo di un'interessante iniziativa di solidarietà con la popolazione palestinese: Tatreez, un laboratorio di ricamo palestinese, importante forma di cultura artistica, nato nel novembre 2024 presso il centro sociale 'o Sgarrupato.
Pubblichiamo la lettera scritta da Tiziano, arrestato durante la manifestazione del 5 ottobre 2024 a Roma, per mostrare solidarietà a Tarek, attualmente detenuto nel carcere di Regina Coeli con accuse collegate a quella stessa giornata.
Ciao a tutti/e sono Tiziano Lovisolo, il ragazzo arrestato alla manifestazione del 5 ottobre contro il genocidio palestinese e gli attacchi deliberati verso il popolo libanese e contro il ddl 1660, decreto sicurezza.
Per il momento non ho accesso ai social quindi pubblicherò queste righe tramite la mia fedele amica e compagna Yasmin.
Dopo l'uscita dai domiciliari sono progressivamente tornato alla mia quotidianità senza restrizioni e sono molto felice di godere di questa libertà dopo aver rischiato una condanna più pesante dei 2 anni. Non dico che non penso più a quel giorno, anzi, abbiamo presentato da poco l'appello per ottenere una vera giustizia, confutando le tesi presentate dalla polizia e dalla digos.
Tuttavia, lo sguardo attuale è rivolto avanti, per continuare col mio personale percorso di studi, di consapevolezza politica e di lotta. Ma poco tempo fa ho letto della notizia di Tarek che è stato pesantemente condannato a 4 anni e 8 mesi per resistenza, precedentemente portato in carcere in custodia cautelare perché è un senza fissa dimora.
Ho visto una marea di volte i video, e già prima della condanna avevo capito che fosse lui il soggetto arrestato, Tarek tuttavia, non era all'interno della piazza, non guidava i gruppi che affrontavano la polizia, non ha lanciato bottiglie verso il cordone di polizia e non ha picchiato nessun agente, al contrario di quanto le forze dell'ordine affermano, tutto ciò è verificabile dai tanti video circolati online.
È chiaro, così come nel mio caso, non è tanto la condotta personale che conta, visto che comunque le forze dell'ordine presentano le loro accuse molto discutibili che vengono prese per buone dai giudici senza troppo peso, quanto il fatto che hanno da subito voluto un caprio espiatorio che ero io, una volta che abbiamo lottato e sono riuscito a uscirne libero, hanno puntato tutto sull'unico altro elemento disponibile, ovvero il caprio espiatorio personificato in Tarek.
Ma a differenza del pregiudizio dei tribunali, noi sappiamo bene che in queste situazioni non fa differenza né la nazionalità né il ceto sociale.
Tarek ha preso a suo modo posizione così come quelle decine di migliaia di persone venute a Roma violando il divieto imposto dal questore.
Così come è stato fatto casino per me e mi è stata portata la massima solidarietà, con la Rete Liberi/e di lottare sempre in prima linea, facciamo casino e prendiamo posizione per Tarek e per tutti/e quelle che subiscono ingiustizie veicolate a tavolino.
Nessun* dimenticherà questa storia, nessun* verrà lasciat* indietro.
Il 5 ottobre c'eravamo veramente tutti/e in piazza.
Tarek libero! Palestina libera!
✊🇵🇸
Con una compagna della Campagna BDS Roma abbiamo parlato della manifestazione che si terrà la domenica 1° giugno, durante la tappa finale del Giro d'Italia, per ripudiare la partecipazione della squadra israeliana e per denunciare la politica di sportwashing che permette l'evento sportivo.
Abbiamo parlato con un compagno del Coordinamento Ternano per la Palestina sul presidio a Terni contro il genocidio palestinese e la mobilitazione della campagna BDS che si terrà oggi mercoledì 28 maggio, alle ore 17:00, a Piazza della Repubblica (Terni).
Aprendo con una lettera da Gaza sulle donne, le mestruazioni e l'olocausto dei corpi, per poi passare al complesso di Edipo per i bambini e di Elettra per le bambine con le fiabe di Bettelheim.
Dal presidio chiamato per oggi alle 17.30 al Gianicolo per Tarek, compagno arrestato il 5 ottobre scorso durante il corteo per la Palestina, accusato di resistenza e condannato a 4 anni.
Con un compagno palestinese dell' UDAP presentiamo l'incontro ed il documentario che ci saranno domenica 25 maggio alle h 17.00 al CSOA ex Snia Via Prenestina n.173, all'interno della 3 giorni per ricordare il compleanno di Radio Onda Rossa.
Torneremo a parlare di Palestina da sempre nelle lotte e nei microfoni della Radio.
Antoine aveva 7 anni quando è iniziata la Nakba, ha lasciata Haifa con tutta la sua famiglia e non ha potuto più fare ritorno in terra di Palestina. Ma non a dimenticare la sua terra, i suoi villaggi e la Striscia di Gaza. Nel 2020 indice insieme al Professore Salman Abu Sitta, fondatore e Presidente della Palestine Land Society a Londra un concorso per ridare a Gaza un'architettura degna della sua storia. Una delle vincitrici del concorso è però stata uccisa dai bombardamenti sionisti ad ottobre del 2023, ed è a lei che Radiondarossa ha deciso di dedicare questa di memoria e discussione: Mana Jamal Hamdan Mansour.
Verrà, poi proiettato per la prima volta in italiano il documentario Emwas: Restoring Memories della regista palestinese Dima Abu Ghoush.
Dima Abu Gosh è nata nel villaggio di Emwas, distrutto dopo la Guerra dei Sei Giorni. Suo padre possiede tutti i documenti ufficiali del catasto che attestano la proprietà di parte del terreno. Emwas è un film personale che segue il viaggio della regista Dima Abu Ghoush, mentre ricostruisce la sua città natale distrutta, a partire dai ricordi della sua gente. E lo fa costruendo un modellino, ogni memoria o ricordo che lei trova diventa un tassello del plastico. Costretta a lasciare il villaggio all’età di due anni, la regista per tutta la sua vita ha sentito storie su Emwas, ma lo conosceva solo come un parco pubblico, perché è così che il governo israeliano ha trasformato il villaggio, alcuni anni dopo averlo demolito. Nel 2009, Dima ha deciso di ricostruire Emwas sotto forma di modello/maquette, con l'aiuto della sua famiglia, dei suoi amici e delle sue amiche. Il film riesce a dare vita al villaggio distrutto attraverso i ricordi della sua gente e solleva interrogativi sul futuro di Emwas e dei suoi abitanti che ancora sognano di tornarci.