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A dieci anni dal 15 maggio

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Il 15 maggio del 2011 decine di migliaia di persone in tutto lo Stato spagnolo scesero in piazza per protestare contro le misure prese per fronteggiare la crisi economica e per reclamare giustizia sociale e diritti per tutti. Le piazze rimarranno occupate diverse settimane, dando vita a un movimento che avrebbe segnato profondamente la vita politica e la cultura dall'altra parte dei Pirenei. Che cosa rimane, a distanza di dieci anni, del movimento del 15-m? Lo abbiamo chiesto ad alcuni dei nostri corrispondenti dallo Stato spagnolo.

5 maggio, Roma ricorda Bobby Sands

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Quaranta anni fa, il 5 maggio 1981, moriva dopo 66 giorni di sciopero della fame il rivoluzionario irlandese Bobby Sands, seguito nelle settimane successive da altri nove compagni di lotta. A tanti anni di distanza il suo ricordo è più vivo che mai e oggi Bobby Sands non viene ricordato solo come indomito rivoluzionario ma anche come raffinato poeta e scrittore e come una mente politica di prim'ordine.

Lo scrittore e giornalista Riccardo Michelucci, che ha curato insieme a Roberto Terrinoni l'edizione definitiva delle opere di Bobby Sands, ci racconta cosa è rimasto vivo di quella vicenda a quaranta anni dalla morte.

Lo street artist napoletano Jorit ci illustra il lavoro che sta portando a compimento, un murale raffigurante Bobby Sands su via delle isole curzolane, che verrà inaugurato sabato.

A Giulio, della palestra popolare Valerio Verbano, il compito di ricordare l'iniziativa che si terrà sabato 8 maggio alla palestra popolare Valerio Verbano e che vedrà la partecipazione dell'ex militante dell'IRA e attuale deputato dello Sinn Fein Pat Sheehan

La rivolta unionista in Irlanda del Nord

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Durata 42m 57s

Le immagini delle violenze in Irlanda del nord della scorsa settimana hanno fatto il giro del mondo, del resto erano anni che non si registravano scontri così aspri e così simbolicamente significativi come quelli che hanno avuto luogo in tante città dell'Ulster. I protagonisti sono stati principalmente membri giovani e giovanissimi della comunità protestante, più o meno coinvolti all'interno delle varie organizzazioni paramilitari, arrabbiati per essere stati scaricati dall'attuale leadership britannica, depressi per la perdita di gran parte dei privilegi dei loro genitori e terrorizzati dall'idea di un'Irlanda riunificata, una prospettiva resa più vicina, paradossalmente, da quella Brexit che gli unionisti nordirlandesi hanno calorosamente sostenuto.

Abbiamo intervistato su questi temi Paolo Perri, dell'università della Calabria, che ha firmato un interessante articolo per il blog Ethnos & Demos che potete trovare qui.

Non dago Mikel?

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Durata 19m 35s

E' uscito lo scorso febbraio, dopo essere stato presentato al festival del cinema di Donosti, Non dago Mikel?, un documentario firmato da Miguel Ángel Llamas e Amaia Merino sul sequestro e l'uccisione di Mikel Zabalza, un autista di autobus di Donosti sequestrato, torturato e ucciso dalla Guardia civil in quanto sospettato di essere membro della formazione armata basca ETA. Il suo corpo fu fatto poi ritrovare, ammanettati e senza vita, lungo il fiume Bidasoa. Nessuno ha pagato per la sua morte, la versione ufficiale è che sia morto annegato mentre stava cercando di scappare.

Abbiamo intervistato Marco Santopadre, che ha scritto per il manifesto questo articolo.

Europarlamento, via l'immunità per Puigdemont e i ministri catalani

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Durata 26m 17s

La scorsa settimana l'Europarlamento ha revocato, con un voto a maggioranza, l'immunità parlamentare per l’ex-presidente della Generalitat de Catalunya, Carles Puigdemont, e i suoi ex-ministri Antoni Comín e Clara Ponsatí, che non godono più dell’immunità parlamentare.

La richiesta di revocare l’immunità per i tre indipendentisti catalani in auto-esilio dal 2017 è arrivata dalla commissione giuridica del Parlamento UE lo scorso 24 febbraio. Nel rapporto preparato dal conservatore bulgaro Angel Dzhambazki (ECR) – approvato dalla commissione con 15 voti a favore, 8 contrari e 2 astensioni – si raccomandava al Parlamento di escludere la protezione dell’immunità parlamentare per gli eventi dell’indipendenza catalana del 2017, due anni prima dell’elezione dei tre politici catalani come membri del Parlamento UE.

Con Adriano Cirulli, docente presso l'università di Udine, abbiamo provato a capire quali scenari possono aprirsi adesso, sia sul versante catalano sia rispetto alle prospettive future dell'Unione Europea.

In Ulster la rabbia degli unionisti

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Durata 29m 35s

Con il giornalista e scrittore Riccardo Michelucci analizziamo la situazione politica in Irlanda del nord, dove le conseguenze della Brexit e l'avvicinarsi del censimento generale (che potrebbe sancire la prevalenza numerica della popolazione repubblicana su quella unionista) stanno provocando molto nervosismo tra le fila degli unionisti.

Al termine dell'intervista, Riccardo ci parla del libro di Patrick Radden Keefe, "Non dire niente. Un caso di omicidio e tradimento nell'Irlanda del Nord", recentemente uscito per i tipi di Mondadori

Pablo Hasel, 15 giorni di proteste

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Durata 17m 4s

Proseguono le mobilitazioni e le manifestazioni in solidarietà con Pablo Hasel, l'artista e militante antifascista catalano condannato al carcere per le sue canzoni contro i Borbone. A Barcellona, epicentro del movimento di proteste, nel solo fine settimana sono state arrestate oltre cento persone che avevano partecipato ai cortei

Patria, peggio il libro o la serie?

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Durata 24m 43s

Dopo il libro e il fumetto, la serie tv. Di Patria, sponsorizzatissimo romanzo dello scrittore basco Fernando Aramburu, che ha rappresentato il tentativo di riscrivere la storia recente del Paese Basco in termini rigidamente manichei (indipendentisti cattivi vs "democratici" buoni), è uscita nello Stato spagnolo la riduzione televisiva per HBO. Alti gli investimenti, conosciute le firme (Aitor Gabilongo, che cura la serie, è uno sceneggiatore notissimo in Spagna), identiche le finalità propagandistiche. Ne abbiamo parlato con Chiara Boffelli, promotrice cinematografica e attenta conoscitrice della realtà cinematografica iberica.

La Catalogna alla prova delle elezioni

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Durata 16m 20s

Domenica 14 febbraio, c'era stato un rinvio causa Covid che però è stato alla fine ritirato, la Catalogna torna alle urne per eleggere il proprio parlamento, un appuntamento elettorale segnato dalla pandemia ancora in corso e da uno scenario politico terribilmente confuso.

Che succede nel Paese Basco? Note sulla finanziaria e non solo.

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Durata 26m 38s

Il mese scorso il governo spagnolo capitanato da Pedro Sanchez, che capeggia una coalizione di centrosinistra fra socialisti e Podemos, ha ottenuto sulla legge finanziaria il voto favorevole dei deputati di EH Bildu, la coalizione della sinistra indipendentista basca erede dell'antica Herri Batasuna. E' la prima volta, nella storia dello Stato spagnolo, che questo accade e in molti, dalle nostre parti, hanno voluto leggere questo voto favorevole come una sorta di scambio per ottenere una modifica della politica carceraria spagnola nei confronti delle oltre 200 persone che rimangono in galera per reati politici legati al conflitto fra Paese Basco e Stato spagnolo.

In realtà, come ci spiega il nostro interlocutore, un militante di EH Bildu e di Sortu, il principale partito politico della sinistra indipendentista basca, non esiste alcun tipo di accordo con il governo per ottenere miglioramenti della situazione delle prigioniere e dei prigionieri politici. Il voto favorevole sulla finanziaria (cui si è arrivati dopo un elaborato processo di condivisione con la propria militanza) viene spiegato con la necessità di impedire qualsiasi spazio di agibilità alle destre più o meno neofranchiste, senza che questo mitighi in nessun modo l'impegno nei movimenti sociali, in particolare per quanto riguarda le attività di solidarietà con detenute e detenuti