Questa mattina a Cagliari manifestazione di fronte la sede della regione Sardegna per protestare contro la nuova ondata di esercitazioni militari previste nell'Isola. Il 2 giugno, sugli stessi temi, è stata indetta nell'isola una manifestazione nazionale
Archiviazione del procedimento contro tre compagne No basi questa mattina al Tribunali dei minori di Cagliari (si tratta di tre compagne minorenni) denunciate secondo l’articolo 682 c.p, per “Ingresso arbitrario in luoghi, ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato” in riferimento alla manifestazione del 3 novembre scorso quando nel poligono di Teulada è stata bloccata la più grande esercitazione Nato degli ultimi 15 anni, la Trident Juncture!
Nel primo audio la corrispondenza dopo l'avvenuta archiviazione nel quale la compagna ci dà conto anche di un secondo presidio in solidarietà con un compagno in regime di 14bis.
Il secondo audio invece registrato in prima mattinata ricostruisce la grande mobilitazione di Teulada.
Insieme ad un compagno di Cagliari, attivo dentro alle lotte contro le basi militari in Sardegna, parliamo delle perquisizioni avvenute la settimana scorsa utilizzando come scusa alcuni post su Facebook che smentivano le dichiarazioni di membri dlel'esercito rispetto all'esercitaizone militare fermata dalla manifestazione di Novembre a Teulada. E' particolarmente forte questa iniziativa repressiva in una fase in cui l'Italia si prepara a tornare in guerra in Libia.
Un compagno dalla Sardegna ci parla della manifestazione del 3 novembre a Capo Teulada contro la Trident Juncture, la più imponente esercitazione Nato degli ultimi 15 anni: scenari di guerra e repressione nei confronti degli e delle attivisti/e.
Dopo l’esperienza della manifestazione dell’11 giugno a Decimomannu, con il corredo di fermi, richieste di sorveglianza speciale e attenzione spasmodica della questura, accentuata dal fatto che un sito così militarizzato come la Sardegna comporta reazioni scomposte da parte dell’apparato securitario, gli antimilitaristi sardi hanno deciso di organizzare una tre giorni di discussioni sulle prospettive antimilitariste, anche collegate alle questioni relative a migranti e a Frontex, assemblee su Trident e le servitù e le esercitazioni che coinvolgono l’intera isola che ha la caratteristica di fungere da carcere per senza documenti.
L’intento è di “rallentare” anche stavolta le operazioni usando strumenti diversi rispetto al puro e semplice corteo, come si era fatto il 13 settembre, che era riuscito a togliere la “necessaria serenità” allo svolgimento delle attività militari; intanto ci si può confrontare per tre giorni nel campeggio che verrà allesito nei dintorni di Cagliari, che è stato palcoscenico e scenario – nei giorni 9, 10 e 11 ottobre – di iniziative, volte anche a sensibilizzare – in particolare durante la manifestazione prevista per domenica nelll strade del capoluogo campidanese – sulle connivenze di certi collaborazionisti civili che si arricchiscono con la complicità con i militari invasivi e invadenti.
Facciamo un bilancio dell'iniziativa con Roberto, tra gli organizzatori del campeggio.
Da ieri mattina, quando l’ultimo gruppo di reclusi è stato prelevato e trasportato in altri Cie in giro per la penisola anche il Centro di Elmas è stato chiuso per danni. Un bel risultato, dopo la rivolta di lunedì, considerato anche che Maroni ha fatto slittare con nonchalance l’apertura dei fantomatici quattro nuovi Cie dalla fine di quest’anno alla fine… dell’anno prossimo. Sommossa dopo sommossa, il sistema italiano dei centri per senza-documenti continua a perdere paurosamente pezzi. In mezzo a tutto questo bailamme però si sono persi pure gli 11 imputati per i fatti dell’altro giorno. I loro avvocati li aspettavano in aula all’udienza di questa mattina in Tribunale (il processo, infatti, era stato fissato ad oggi per due degli imputati e domani per gli altri nove) ma nessuno di loro è comparso in aula. Nessuno sa dove siano. Non in carcere, visto che il giudice martedì li aveva rimessi “in libertà”; non al Centro, che è chiuso. Potrebbero essere stati trasferiti anche loro in giro per l’Italia o, peggio ancora, rimpatriati: alla faccia del “diritto alla difesa” ed altre amenità di questo stampo. Tanto che l’udienza di oggi è stata rinviata al tre novembre, proprio per l’assenza degli imputati, e probabilmente verrà rinviata pure quella di domani. Intanto, per questo pomeriggio i compagni di Cagliari hanno indetto un presidio itinerante per le vie della città. L’appumento è alle 17 alle Scalette di Sant’Anna in via Azuni.