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immigrazione

Lampedusa: deportazioni in Tunisia

Data di trasmissione
Durata 7m 43s

  

700 persone deportate verso la Tunisia e i paesi sud-sahariani via nave.

Dentro il centro sono state inscenate varie proteste con scioperi della fame e coperte bruciate. Ieri 50 tunisini sono scappati, la maggior parte sono stati riacchiappati o sono tornati volontariamente. Sempre ieri, ci sono stati 2 ripatri di 60 persone via aerea.

CIVITAVECCHIA.Ripresi i migranti che avevano provato a conquistare la libertà

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Durata 4m 25s

Sono stati ripresi dalle forze dell'ordine i 10 ragazzi tunisini che nelle prime ore della mattinata erano scappati dalla ex caserma Enrico De Carolis di Civitavecchia, che da ieri sera vede rinchiusi 680 immigrati - in maggior parte tunisini - portati da Lampedusa a bordo del traghetto della Tirrenia «Clodia».


Ascolta la corrispondenza con un'attivista antirazzista che rilancia l'appuntamento per un'assemblea pubblica per questo venerdì 8 Aprile per discutere insieme su come radicare la mmobilitazione sul territorio.

 

http://www.archive.org/download/Civitavecchia/civitavecchia.mp3

La speculazione di Mineo sulla pelle dei migranti

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Durata 14m 6s

Il piano di apertura del "Villaggio" di Mineo è l'unica risposta che lo Stato d'emergenza permanente sa dare alle richieste di asilo e accoglienza: di nuovo segregazione e speculazione, un mix che sintetizza idealmente le politiche e le scelte del governo italiano in materia di immigrazione, diritti umani e sociali. Interviene un compagno del Comitato Antirazzista Catanese

Giornata di Solidarietà Internazionale con i migranti in sciopero della fame in Grecia: corrispondenza con i compagni salentini

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Durata 21m 59s

Il 10 marzo in molti paesi si terranno iniziative a sostegno dello sciopero della fame intrapreso il 25 gennaio scorso da 300 migranti che si trovano ad Atene e Salonicco. Chiedono libertà di circolazione per tutti/e. A parlarcene è un compagno salentino impegnato nella promozione della giornata di solidarietà internazionale. Con lui ci soffermiamo a discutere degli sbarchi dei migranti che interessano anche le coste di quelle terre.

BRUXELLES.RIVOLTA E INCENDIO IN CENTRO PERMANENZA

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In Belgio una protesta è scoppiata in un centro di permanenza per richiedenti asilo, che hanno appiccato un incendio, e alcuni dei quali minacciano di impiccarsi in segno di protesta per le condizioni di detenzione e per presunti soprusi delle guardie da loro denunciati. L'incendio si è sviluppato in un'ala del centro di permanenza di Steenokkerzeel, vicino all'aeroporto di Bruxelles. Alcuni degli ospiti del centro sono stati evacuati e condotti verso altre strutture simili, mentre altri sono saliti sul tetto. «Un'ala alla quale è stato dato fuoco - ha dichiarato il sindaco di Steenokkerzeel, Karel Servranckx - è ora inutilizzabile. Le famiglie con bambini possono restare. Noi stiamo cercando di evacuare le persone che sono salite sul tetto. Non si sa ancora quante di queste persone debbano essere evacuate», ha aggiunto. Alcuni dei richiedenti asilo hanno minacciato di impiccarsi alle sbarre delle loro celle. Da giorni denunciano maltrattamenti, fisici e psicologici, anche pestaggi, da parte dei guardiani e condizioni di detenzione dure. Alcuni hanno avviato da qualche giorno uno sciopero della fame

Brescia: la lotta continua sopra e sotto la gru. Presidio permanente

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Continua da più di una settimana la lotta sulla gru di piazzale Cesare Battisti per il permesso di soggiorno e la regolarizzazione di tutte e tutti.

Dopo l'eclatante e violenta repressione attuata contro i manifestanti e gli appartenenti a varie associazioni per i diritti dei lavoratori e dei migranti, e l'associazione 'Diritti per tutti', di cui il presidente e' stato denunciato per istigazione alla violenza, stasera, sono ancora presenti in presidio permanente 300 compagni a distanza di 50 mt dalla piazza, cordonata dalle forze di polizia e carabinieri.

Una delle compagne fermate stamattina dopo le cariche, è stata rilasciata, ed ora ha una prognosi di 20 giorni dopo esser stata malmentata dalla polizia.12 i migranti nei CIE in attesa di espulsione.

Durante un aggiornamento di un'ora fa, è stato ritirato l'annuncio di uno sciopero della fame e della sete da parte di Arun, Jimi, Rachid, Singh e Sajad e Pepe,convinti a desistere da questa scelta dai loro connazionali,e dai compagni e dalle compagne, preoccupati ulteriormente per la tutela della loro salute.

Scelta fatta dopo aver chiesto esplicitamento l'esclusione delle forze del disordine a un qualsiasi tipo di mediazione.

 

Per il comunicato: www.ondarossa.info/eventi/brescia-maroni-cos%C3%AC-non-si-fa

Trattato Italia-Libia: licenza di "uccidere" in acque internazionali

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Durata 3m 49s

"Non si tratta di un errore e le scuse servono solo a confondere le responsabilità. "

L’Associazione studi giuridici sull’immigrazione si dichiara sconcertata dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno Roberto Maroni. Dopo l’attacco della motovedetta italo-libica a un’imbarcazione di pescatori siciliani in acque internazionali, il ministro ha derubricato le mitragliate sulla fiancata come "un errore", dovuto probabilmente alla errata convinzione che l’imbarcazione trasportasse dei migranti. I giuristi sollevano anche un problema relativo alla lettera dello stesso Trattato di amicizia italo-libica: l’attacco e la presenza accertata di sei militari della GdF sulla motovedetta libica “costituiscono la prova incontestabile che la presenza dei militari italiani sulle unità donate alla Libia non si limita alla formazione, che in realtà si sarebbe dovuta concludere nei primi sei mesi dall' attuazione dell'accordo del trattato.

Il capitano della nave Gaspare Marrone, che ha subito l'attacco, ha ribadito che al momento degli spari il motopeschereccio si trovava in acque internazional.

L’Asgi chiede quindi di sapere quante volte delle motovedette con a bordo militari italiani hanno aperto il fuoco o usato violenza contro cittadini stranieri che si trovavano su imbarcazioni di fortuna intercettate nel Mediterraneo e quale è stato l’esito di queste operazioni. Inoltre i giuristi dichiarano la necessità e l' urgenza di “una profonda revisione del Trattato di amicizia italo-libica, sospendendo detti accordi fino a quando la Libia non avrà garantito il rispetto del diritto d’asilo e dei diritti fondamentali della persona e comunque introducendo procedure stringenti di controllo affinchè  tutte le operazioni che riguardano operazioni di intercettazione e controllo in mare aperto avvengano nel pieno rispetto del diritto internazionale e comunitario”. 

Rivolta all'interno del lager-CIE di Gradisca d'Isonzo

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Durata 3m 56s

 

Da troppo tempo, cioè dall’ultima rivolta di due settimane fa, i reclusi del Cie di Gradisca d’Isonzo sono tenuti chiusi a chiave nelle loro celle e possono fare solo un’ora e mezza d’aria al giorno. Qualche giorno fa hanno scritto una lettera al direttore Luigi del Ciello, per chiedere la fine di questo trattamento, minacciando di iniziare uno sciopero della fame. Il direttore, come sempre, ha fatto finta di niente. E allora, da stamattina, i reclusi di Gradisca hanno cominciato a rifiutare il cibo.
 
Aggiornamento ore 19.00.
Visto che nonostante lo sciopero della fame il direttore del Centro non ha preso in considerazioni le loro richieste, i reclusi hanno cominciato a bruciare tutto quello che avevano sotto mano di combustibile: materassi, vestiti, asciugamani. Per ora la polizia è fuori dalle camerate e i ribelli si sono barricati dentro.
 
ore 19:30.
Fuori si stanno radunando i compagni e ci sono dei giornalisti. Dentro i ragazzi non vogliono aprire le celle per evitare che entrino gli sbirri, che per ora se ne stanno in cortile insieme agli operatori di Connecting People, la coperativa che gestisce il Centro. La situazione è grave, ci sono dei feriti, svenuti a causa del fumo.
 
ore 20:00.

La polizia in tenuta antisommossa sta entrando nelle sezioni insieme al direttore e un medico. Stanno portando fuori le persone svenute a braccia, senza le barelle. In alcune sezioni sembra che stiano anche picchiando.
 
ore 21:00.

La polizia dopo essere entrata all'interno del Cie prosegue il rastrellamento. Secondo la testimonianza di un detenuto ascoltato telefonicamente, i feriti sarebbero tre.
 

Intervista a Santino Spinelli prima della manifestazione contro le espulsioni di rom in Francia

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Durata 17m 4s

Abbiamo chiesto a Santino Spinelli, il giorno precedente il presidio contro le deportazioni di rom in Francia e le politiche razziste del governo di Parigi cosa pensasse delle politiche di deportazione e segregazione sui rom in Italia, sulle politiche di espulsione a Roma  della giunta di destra di Alemanno in continuità con la giunta precedente di sinistra; come vivesse l'adesione al presidio del Partito Democratico che ha fatto e fa della sicurezza anti rom campagna elettorale e che è stato complice dell' istituzione di due mega campi a Roma Salone e Castel romano, e infine dell'adesione dell'ARCI che gestisce progetti all'interno dei campi per rom, progetti sui quali Spinelli ha espresso forti criticità.
Di seguito l'intervista (17 minuti ca).

Ancora sul tetto il detenuto del Cie di Torino

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Durata 6m 50s

Mentre proseguono le rivolte nei centri di identificazione ed espulsione, dal Cie di Torino, dove un detenuto si trova sul tetto da lunedì pomeriggio, questa mattina si è appresa la notizia di una deportazione-lampo da parte dei carabinieri, come ci è stato raccontato in diretta dai solidali che sono in presidio permenente davanti al Cie di corso Brunelleschi.