Con Marina Catucci, inviata negli USA per Il Manifesto, ci racconta cos'è successo la settimana scorsa negli USA dove si è tenuta una mobilitazione che ha visto oltre 7 milioni di cittadine/i partecipare alle oltre 2600 manifestazioni organizzate nel paese. L’evento ha rappresentato un importante banco di prova per valutare l’intensità della rabbia popolare nei confronti del secondo mandato del presidente, a pochi mesi da una precedente ondata di proteste, lo scorso giugno, che aveva già portato milioni di persone nelle strade.
In chiusura un racconto della rivolta contro l'operazione dell'ICE a Chinatown (New York) quando circa una trentina di agenti federali, mascherati e armati, hanno preso di mira i venditori ambulanti, e sono stati accolti da una piccola folla di newyorkesi accorsi in quell’isolato, dando vita a una vibrante protesta spontanea contro gli arresti.
L'8 agosto 2025, Armenia e Azerbaigian hanno siglato uno storico accordo di pace mediato dagli Stati Uniti, ponendo fine a decenni di conflitto nel *Nagorno Karabakh. La nuova intesa include capitoli sulla cooperazione economica e i rapporti commerciali, segnando un punto di svolta nelle relazioni tra Armenia e Azerbaigian. Le implicazioni di questo accordo di pace sono nuove e di vasta portata, poiché implicano un maggior coinvolgimento degli USA in Asia con un ruolo ancora più importante della Turchia, con il disappunto dell'Iran che vede tagliati ancora di più i suoi rapporti con la Russia. L'accordo è stato accolto bene anche da Israele.
Vi riproponiamo un audio con il giornalista Murat Cinar.
In una corrispondenza con Michele Giorgio, da Gerusalemme, diamo gli ultimi aggiornamenti sulla situazione a Gaza, dove solo stamani sono state uccise almeno una trentina di persone in attesa di aiuti umanitari, nella quasi completa indifferenza della comunità internazionale, che interviene solo quando vengono toccati particolari interessi, soprattutto religiosi, come nel caso del bombardamento della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza. Si passa poi a analizzare lo scandaloso piano della realizzazione della cosiddetta "città umanitaria" a Gaza, un vero e proprio campo di internamento dove dovrebbero essere richiusi almeno 600.000 palestinesi, nonché l'intervento israeliano in Siria, avvenuto con il sostanziale sostegno degli USA e dell'UE.
Zohran Mamdani ha ufficialmente vinto le primarie del Partito Democratico per le elezioni a sindaco di New York, con il 56%, una vittoria inaspettata per l'establishment dei dem Usa ma assolutamente prevedibile nei giorni precedenti, anche analizzando l'avvicinamento, soprattutto delle generazioni de* millennials e della generazione z al socialismo negli Stati Uniti.
Marina Catucci, giornalista de Il manifesto e autrice di Manifesto americano. Il socialismo e le nuove forma di lotta politica negli Stati Uniti (Paesi Edizioni, 2024) ricostruisce le politiche e le pratiche di un outsider, nato in Uganda da genitori indiani, musulmano, che vince dichiarandosi socialista e proponendo politiche anticapuitaliste e contemporaneamente pro-lgbtiq
A Roma, alla Casa di Quartiere di Quarticciolo, martedì 1\07 si terrà un dibattito con un professore dall'università di San Francisco e con compagni da Chicago per confrontarsi sulle rivolte di inizio giugno negli USA contro le deportazioni e il razzismo sistemico. In studio abbiamo avuto un ospite con cui abbiamo ripercorso quei momenti di rivolta e riflettuto sugli spazi di lotta che essi hanno aperto.
Nell’ultimo mese, diverse città statunitensi sono state attraversate da manifestazioni e rivolte contro i violenti blitz dell’l’ICE (Immigration and Customs Enforcement), l’agenzia federale responsabile delle deportazioni. Di fronte alle remigazioni forzate la risposta spontanea delle comunità è stata quella di ostacolare le retate, bloccare le deportazioni nei luoghi di lavoro e nei quartieri. Sotto lo slogan “Fuck ICE” le manifestazioni si sono diffuse in tutte le metropoli statunitensi, scendendo in strada con coraggio e determinazione, attaccando i centri di detenzione dei migranti e le stazioni di polizia. Nelle proteste, la questione migratoria si è intrecciata con la solidarietà alla Palestina e a un generale rifiuto di Trump e della retorica MAGA, restituendo la realtà di un paese tutt’altro che pacificato. Di tutta risposta l’amministrazione Trump ha continuato a mostrare il pugno duro, schierando la Guardia Nazionale per reprimere le proteste.
In questo ciclo di rivolte, come già accaduto in quelle successive all’omicidio di George Floyd e alla mobilitazione di Black Lives Matter, a emergere non è solo la rabbia verso il dominio del fascismo tardo capitalista, incarnato oggi da Trump, ma la spinta verso una trasformazione radicale del presente, che passa dall’abolizione della polizia all’autogestione delle comunità.
Per comprendere le rivendicazioni e le specificità di queste rivolte parleremo con James Martell (San Francisco State University) e *.
Ci vediamo Martedì 1 luglio alle ore 18 alla Casa di Quartiere di Quarticciolo (Via Trani 1)
In studio con Silvia Baraldini riflettiamo sulle molteplici implicazioni della politica interna ed estera della seconda amministrazione Trump: politiche migratorie e raid dell'ICE con relative mobilitazioni di protesta; manifestazioni pro-Gaza e repressione all'interno delle Università; sostegno a Israele nel genocidio a Gaza e frizioni tra componenti MAGA e NeoCon nell'attacco all'Iran. Donald Trump, però, non costituisce un'eccezione ma rappresenta il punto di arrivo di un lungo percorso, che ha visto il conflitto razziale e le discriminazioni negli USA come il sintomo più evidente delle crisi cicliche del sistema capitalista.
Dalla guerra fredda a oggi, quello che possiamo chiamare il complesso disinformativo statunitense, ossia l'operato di agenzie che lavorano per il governo Usa, quali Usaid, cioè l'agenzia responsabile dell’amministrazione degli aiuti allo sviluppo, Ned, National Endowment for Democracy, e media quali Radio Free Asia, Radio Free, Voice of America... ha lavorato per influenzare i addirittura determinare la politica di molti Stati nel mondo. Qui vi proponiamo una carrallata di quello che è successo in alcuni Stati dell'Asia fino a quando, nel gennaio scorso, il neopresidente Donald Trump e il suo tagliagole Musk hanno deciso di togliere i fondi a tutte queste agenzie.
Cosa ne sappiamo noi in Occidente? Le notizie che ci arrivano sull'Asia sono credibili o sono costruite con i dollari americani? Quando ci dicono che il comunismo è finito e Cina, Laos e Vietnam non sono comunisti ci dobbiamo credere o è propaganda Usa? La nostra credulità come si collega all'"orientalismo" (E. Said) che sempre ha forgiato la lettura dell'Occidente sull'Asia?
In vista delle mobilitazioni contro il riarmo di sabato 21 giugno, in una corrispondenza con Antonio Mazzeo,riflettiamo innanzitutto sulle politiche dissennatamente poste in atto dall'Unione Europea attraverso il piano ReArm Europe.
Affrontiamo poi il tema del coinvolgimento diretto dell'Italia nell'escalation del conflitto portato da Israele in Iran, soprattutto perché, a partire dal 13 giugno, si è registrato un intensificarsi dei decolli di grandi aerei spia della US AirForce in direzione dello spazio aereo prossimo a Israele e al Libano; documentato anche il trasferimento di numerosi aerei-cisterna statunitensi in diverse basi aeree europee, tra cui quella di Aviano.
Ci concentriamo infine sulla vicenda più emblematica dell'ipocrisia del diritto internazionale, ovvero quella del nucleare israeliano; mai dichiarato, mai soggetto ad ispezioni, perché Israele non ha aderito al Trattato di non proliferazione nucleare, a differenza dello stato iraniano.
Ne parliamo con lo storico Enzo Traverso che insegna all'università di Ithaca, NY. Il taglio economico deciso da Trump nei confronti delle Università più importanti a cominciare da quella di Harvard è uno scontro interno alla stessa elite americana, essendo queste Università prestigiose che sfornano tutti i dirigenti dell'Amministrazione repubblicana e democratica. Nessuna di queste Università infatti aveva preso le parti delle proteste studentesche contro il genocidio, quindi l'accusa di antisemitismo si rivela falsa.
300 comunque studenti palestinesi finora espulsi.
Inoltre l'attacco di grumo è gia cominciato nella precedente amministrazione verso le Università perchè non potendo intervenire sui testi e sui docenti essendo università private, prova a fare pressioni economiche per convincere queste università ad abbandonare Gender studies che sono i più frequenti.
Dal governo Usa, un'altra perla targata Mike Waltz: scoperto l'utilizzo di un'applicazione di messaggistica "fork" di Signal che, a differenza dell'originale, memorizza tutte le conversazioni in un archivio "sicuro", accessibile a... tutto il mondo. A sviluppare questo Signal pezzotto, la TeleMessage, una ditta israeliana legata all'IDF.
Facciamo una parentesi nel mondo del trasporto pubblico, guardando più nel dettaglio la notizia relativa all'incremento di produttività: stagnazione della busta paga e utilizzo dei bonus come strumento per erodere i diritti più basilari, a partire da malattia e infortuni.
Torniamo all'informatica, con la sezione delle notiziole:
progetti di software libero cercano di limitare l'impatto negativo dell'invio di segnalazioni da parte di sistemi basati su LLM
Meta torna a ricercare l'integrazione, sui suoi occhiali dotati di telecamere, di sistemi di intelligenza artificiale che vi ricordano come si chiama la persona che avete davanti
una ricerca sulle possibilità di persuasione degli LLM viene condotta su Reddit ignorando le regole della comunità e con discutibile attenzione all'etica, in nome del bisogno di conoscenza