lucha y siesta

Sempre streghe

Data di trasmissione
Durata 58m 14s

Iniziamo il 2024 per pretendere diritti e desideri: con Lucha contro la tossicità dell'informazione, per il mantenimento e l'apertura di molti altri consultori e per tenere viva la mobilitazione contro il genocidio del popolo palestinese anche come sanitari.

L'attacco alla Casa delle donne Lucha y Siesta continua

Data di trasmissione
Durata 8m 35s

TERZA UDIENZA DEL PROCESSO: ATAC RITIRA LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE.

MA L'ATTACCO A LUCHA Y SIESTA CONTINUA.

Ieri pomeriggio si è tenuta la terza udienza del processo contro l’Associazione Casa delle donne Lucha y Siesta. Il processo, iniziato circa un anno fa, arriva dopo un precedente procedimento che si concluse nel 2013 con l’assoluzione dellɜ attivistɜ accusatɜ di occupazione.

Di qualche giorno fa è la notizia, confermata ieri in udienza, del ritiro della costituzione di parte civile di Atac, che aveva inizialmente richiesto il pagamento di un risarcimento di 1,3 milioni di euro per il presunto danno arrecato all’azienda.

Tiriamo insieme un grande sospiro di sollievo: il processo continua, e ci vedrà di nuovo in aula il 22 gennaio 2024, ma almeno lo fa senza quella paradossale richiesta di risarcimento.

Continua anche l'attacco a Lucha y Siesta nel suo essere percorso collettivo di fuoriuscita dalla violenza: al processo, infatti, si affianca la richiesta della Regione Lazio, ora proprietaria dell’immobile, di attuare la revoca della convenzione deliberata a ottobre, in vista di una eventuale messa a bando del posto.

Questo atto unilaterale vorrebbe chiudere una delle esperienze nazionali più significative del contrasto alla violenza di genere, dimostrando in modo inequivocabile come la Regione Lazio e il presidente Rocca non abbiano alcun interesse a combattere le radici culturali, educative e sistemiche della violenza patriarcale.

Quali interessi si nascondono dietro presunte azioni di trasparenza che tentano di rallentare le attività di un’istituzione come Lucha y

Quali interessi si nascondono dietro presunte azioni di trasparenza che tentano di rallentare le attività di un’istituzione come Lucha y Siesta - paradossalmente più volte riconosciuta dalle stesse istituzioni formali che continuano a minacciarne l’esistenza?

Il grigiore di questi attacchi non annebbierà la lucidità del nostro sguardo al futuro. Siamo arrivatɜ in aula con il cuore e gli occhi colmi della rabbia e della meraviglia che è montata ed esplosa sabato 25 novembre, quando una marea di oltre mezzo milione di corpi ha esondato a Roma, Messina e tante altre città in tutto il Paese; ci siamo arrivatɜ con le tasche piene dei semi di rivolta che abbiamo scambiato con lɜ compagnɜ di tutta Italia che si sono incontratɜ nel giardino di Lucha y Siesta domenica.

E con la stessa consapevolezza di potenza siamo uscitɜ dall’aula.

Siamo consapevoli che il cammino davanti a noi è lungo e impegnativo, ma non dimentichiamo che questi attacchi sono solo i colpi di coda del patriarcato agonizzante e soprattutto sappiamo che non siamo solɜ, che la rete antiviolenza e tutta la comunità di Lucha sono sempre al nostro fianco. Questo è il nostro percorso collettivo di fuoriuscita dalla violenza, ci vogliamo vivɜ e liberɜ e saremo implacabili.

Lucha y Siesta non sarà solo difesa ma moltiplicata, vogliamo tutto e ci prenderemo tutto.

La violenza sistemica: chi la esercita e chi la combatte

Data di trasmissione
Durata 1h 2m 18s

"La violenza sistemica: chi la esercita e chi la combatte" 
Dall'Atac che si vuole costituire come parte civile contro i 15 anni di vita di lucha y siesta bene comune; al menefreghismo e indifferenza degli adulti nei confronti delle nuove generazioni, incapaci di ascoltare i loro desideri e di rafforzare l'autostima indispensabile per la crescita.

Lucha y siesta, a processo l'antiviolenza

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Durata 4m 56s
𝐀 𝐏𝐑𝐎𝐂𝐄𝐒𝐒𝐎 𝐋'𝐀𝐍𝐓𝐈𝐕𝐈𝐎𝐋𝐄𝐍𝐙𝐀: 𝐋𝐔𝐂𝐇𝐀 𝐘 𝐒𝐈𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐀 𝐏𝐈𝐀𝐙𝐙𝐀𝐋𝐄 𝐂𝐋𝐎𝐃𝐈𝐎 𝐏𝐄𝐑 𝐂𝐎𝐍𝐅𝐄𝐑𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐒𝐓𝐀𝐌𝐏𝐀
𝐝𝐨𝐦𝐚𝐧𝐢 𝟏𝟎 𝐠𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨 𝐡 𝟏𝟎 𝐚 𝐏𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚𝐥𝐞 𝐂𝐥𝐨𝐝𝐢𝐨
L’Associazione Casa delle donne Lucha y Siesta è chiamata in tribunale per l’occupazione dell’immobile di Via Lucio Sestio, dove centinaia di donne hanno trovato una casa, un lavoro, un luogo di ripresa sicuro.
Nonostante una precedente assoluzione per la medesima ipotesi di reato, nonostante l'acquisto dell'immobile da parte della Regione Lazio, la giustizia procede agendo una finzione che scarica su una sola persona (la Presidente dell’Associazione) la responsabilità di decine di attiviste e centinaia di persone che hanno per anni operato gratuitamente a favore delle donne che qui hanno trovato una stanza tutta per sé e della comunità che in essa si identifica.
Per stare dalla parte di chi combatte per i diritti di genere e i diritti umani, dalla parte di avvocate, psicologhe, operatrici delle reti antiviolenza che sentono di essere criminalizzate per identificarsi con ciò che Lucha y Siesta è oggi. Per ribadire che le pratiche femministe, transfemministe e laiche sono le uniche in grado di contrastare la violenza di genere perché nate nelle lotte per l’autodeterminazione e la libertà. Per sostenere chi ha dimostrato che l'antiviolenza è solidarietà e sorellanza per il cambiamento, e non un mercato economico per il Terzo settore.
Martedì 10 gennaio alle ore 10, presso il Tribunale di Roma (Piazzale Clodio), conferenza stampa per chiedere l’emissione di un’immediata pronuncia assolutoria e confrontarci sull'urgenza del protagonismo della politica per la conclusione del riconoscimento di Lucha y Siesta Bene Comune.

Grave atto intimidatorio a Lucha y Siesta

Data di trasmissione
Durata 9m 5s

La mattina del 18 gennaio un nutrito gruppo di agenti del Commissariato Tuscolano, approfittando dell’apertura del cancello da parte di un ragazzo che andava a scuola, è entrato senza preavviso nella Casa delle Donne Lucha y Siesta identificando tutte le donne ospiti e i/le minori presenti stanza per stanza, senza dare spiegazioni, senza attendere l'ausilio delle avvocate. Parliamo di questo grave atto intimidatorio con una compagna di Lucha. Qui è possibile leggere il comunicato.