"Contro tutti gli abusi e le violenze nel ribadire con le mobilitazioni che Lucya y Siesta è ricchezza di tutta la città, abbiamo concluso con gli appuntamenti di questa settimana delle assemblee nei consultori e sull'assemblea cittadina di NUDM in preparazione del 25 novembre".
Partiamo dalla lettura dei quotidiani dei paesi arabi per una riflessione complessiva sulla lotta di liberazione palestinese e come viene rappresentata dai media internazionali. Ne parliamo con una compagna e un compagno palestinese.
Il militarismo di Israele non è rappresentato solo dall'equipaggiamento balistico di cui dispone, ma anche dai suoi sistemi di sorveglianza.
Diamo un'occhiata quindi allo scenario della cybersecurity in Israele, settore economico molto forte. Israele non si limita ad utilizzare la cybersecurity contro il popolo palestinese, né ad esportare queste armi alle dittature di mezzo mondo. Le utilizza invece ampiamente anche al suo stesso interno, anche in maniera extralegale, confermando ancora una volta che il militarismo non è un modo per tutelare la popolazione che lo esprime, ma solo per supportarne le sue classi privilegiate.
Nella rassegna stampa di oggi abbiamo letto gli strali della Repubblica contro le prese di parola dei e delle studenti statunitensi, che Rampini considera addirittura supporter di Hamas.
Leggiamo quindi questi comunicati, scoprendo che nessuno di questi comunicati difende Hamas.
Al telefono con Michele Giorgio, parliamo delle condizioni di vita nella striscia di Gaza e in Cisgiordania. Un gran numero di persone si sta spostando verso Rafah, ma non è chiaro se ci sarà un attraversamento del confine egiziano.
Nel frattempo, non si fermano gli attacchi della polizia israeliana e dei coloni contro la popolazione palestinese, anche in Cisgiordania.
Sentiamo la voce di un compagno dei Giovani Palestinesi che, oltre a darci un aggiornamento sulla situazione, ci racconta cos'è la lotta di liberazione palestinese e come si colloca Hamas in essa.
QUANDO L’INGIUSTIZIA DIVENTA LEGGE, LA RESISTENZA DIVENTA DOVERE
Presidio in solidarietà al popolo palestinese P.zza Vittorio Emanuele Venerdì 13/10 alle 18.00
Porta con te una bandiera palestinese, se la possiedi, e indossa una Kefiah in segno di solidarietà.
Resistere e difendersi, aspirare ad una vita migliore e non arrendersi all'invasore, sono prassi legittimate anche dal Diritto Internazionale. Eppure, siamo bombardatə da una narrazione che mira a cancellare la storia e la memoria con immagini e numeri astratti da quanto avviene davvero in Palestina.L'azione intrapresa da Gaza riflette la conseguenza di 75 anni di pulizia etnica, occupazione e apartheid caratterizzati da indicibili crimini di guerra, innumerevoli violazioni dei diritti umani e sprezzante indifferenza verso le decisioni della Comunità Internazionale.
L’ultimo giorno di occupazione sarà il primo giorno di pace. Palestina libera! 🇵🇸
Continuano i bombardamenti su Gaza, sono circa un migliaio le case distrutte, oggi anche l’unica centrale elettrica della Striscia, rimasta senza carburante si è spenta. Il numero dei morti è altissimo.
Vi proponiamo alcuni brevi audio da Gaza, che raccontano la situazione dentro la Striscia in queste ultime ore.
Negli anni ‘80 Israele ha designato Masafer Yatta, a sud di Hebron, come zona di addestramento militare e, nei decenni successivi, i palestinesi che vivevano in 12 villaggi sparsi nella regione hanno visto le loro case ripetutamente demolite, vivendo sotto la continua minaccia dello sfollamento forzato.
Una compagna ed un compagno che questa estate hanno partecipato alla campagna di solidarietà e presenze internazionali del ISM ci raccontano la quotidianità di coloro che subiscono le violenze dei coloni.