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regione lazio

Fuori l'obiezione di coscienza dai consultori!

Data di trasmissione
Durata 23m 44s
11 settembre h 16:00 presidio alla Regione Lazio, piazza Olderico da Pordenone
 
È ora di cambiare musica: fuori l'obiezione di coscienza dai consultori
Aborto farmacologico con la RU486

Autodeterminazione

Il Coordinamento delle Assemblee delle Donne e delle Soggettività LGTBQIPA+ dei Consultori del Lazio ha da anni intrapreso una lotta in difesa dei Consultori e, fin dalla scrittura del primo documento inviato in Regione nel luglio del 2018, ha chiesto il rispetto della legge che non riconosce la possibilità di obiezione nei consultori. Le nuove linee guida del governo, che allargano fino alla nona settimana la possibilità di assunzione della RU486 indicando che questa assunzione possa avvenire anche presso i consultori pubblici come sempre abbiamo richiesto, sono una grande vittoria, frutto delle mobilitazioni del movimento femminista e transfemminista. Si potrà finalmente, come già avviene in molti altri paesi, abortire senza ricovero e senza inutili interventi chirurgici!

Ma tutto questo non ci basta. Dalle parole bisogna passare ai fatti! L'obiezione di coscienza non può essere tollerata all'interno dei consultori

VOGLIAMO RISPOSTE CHIARE E IMPEGNI PRECISI:

il trasferimento in altre strutture di tutto il personale obiettore ad oggi presente nei consultori in conformità con la legge 194 e il Decreto 152/2014 della Regione Lazio

 l'applicazione immediata delle nuove Linee Guida sulla 194 emanate dal Ministro della Salute Speranza e che si individui nei consultori la sede privilegiata per l'aborto farmacologico (RU486)

la riapertura dei consultori chiusi e le assunzioni necessarie a garantire equipe al completo

programmi di educazione alla contraccezione, alla sessualità, all'affettività e alle differenze di genere nelle scuole e all'interno dei consultori

programmi partecipati e condivisi dalle donne e dalle libere soggettività, senza limiti di età per l'autodeterminazione sul proprio corpo, sul proprio genere e orientamento sessuale.

Coordinamento delle Assemblee delle Donne e delle Soggettività LGTBQIPA+ dei Consultori del Lazio

Nel Lazio approvate alcune norme sulll'emergenza abitativa

Data di trasmissione
Durata 15m 24s

Ieri notte alle ore 3.33 il consiglio della Regione Lazio ha approvato la legge del collegato al bilancio regionale con all’interno diverse norme su emergenza abitativa, sgomberi e sanatoria dei nuclei occupanti di alloggi Erp. Una votazione che arriva al termine di una lunga mobilitazione da parte dei movimenti per il diritto all'abitare cui dovrà seguire l'impiego di fondi e risorse adeguate.

Una compagna dei ha seguito tutto l'iter della vicenda ci racconta cosa è successo nelle ultime 48 ore

La lotta per la casa alla regione Lazio

Data di trasmissione
Durata 9m 48s

Presidio stamattina, martedì 11 febbraio, di fronte al consiglio regionale del Lazio in via della Pisana, dei movimenti per il diritto all'abitare per chiedere l'approvazione di una serie di provvedimenti relativi all'emergenza abitativa e alla gestione delle case popolari.

Di seguito il comunicato che indice il presidio.

🔴 Mantenere gli impegni per aprire una nuova stagione del diritto all’abitare.

Martedì 11 febbraio, alle ore 11, torneremo davanti la sede del consiglio regionale del Lazio in via della Pisana perché chiediamo una ripartenza necessaria dopo tante promesse non mantenute sul tema dell'emergenza sgomberi negli stabili e negli alloggi occupati, pubblici e privati.
Sul tavolo della Prefettura è infatti fermo un crono programma di provvedimenti di rilascio di numerosi immobili, mentre proseguono gli interventi forzosi contro insediamenti informali in diverse zone della città e negli alloggi Ater e comunali. Per questo nel collegato alla legge di stabilità si deve intervenire con un provvedimento decisivo e capace di fermare queste minacce, provvedimento peraltro già illustrato in sede del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica alla fine del mese scorso e che ha spinto la Prefettura a sospendere lo sgombero di via del Caravaggio previsto per il 31 gennaio.

Per fare in modo che anche negli alloggi popolari occupati per necessità si fermino i rastrellamenti e i raid degli ultimi mesi, oltre a questo provvedimento va incardinata anche una proposta di regolarizzazione dei cosiddetti senza titolo, che pur avendo i requisiti rischiano di essere cacciati fuori dall'abitazione in cui vivono da anni. Non accettiamo che a condizionare la data di sanatoria eventuale possa essere la legge Renzi-Lupi del 2014 e non riteniamo sostenibile la divisione delle famiglie in base a supposti criteri di fragilità dettati dal rapporto con i servizi sociali.
La povertà non è un reato e chi ha dovuto occupare per avere un tetto non può essere criminalizzato e sanzionato pesantemente. Deve essergli riconosciuto il diritto ad avere una casa e deve pagare in base al proprio reddito. Tutto il resto sono chiacchiere.

Consapevoli però che tutto questo non sarà sufficiente senza una rinnovata politica dell'abitare che abbia a disposizione le risorse necessarie per avviare processi tanto importanti quanto urgenti, chiediamo alla Regione Lazio di fare un salto di qualità e disporsi seriamente verso l'affermazione del diritto alla casa garantito da alloggi pubblici da ricavare anche acquistando l'invenduto privato e rigenerando la città laddove esistono strutture abbandonate pubbliche e private.
Solo in questa maniera si avranno immediatamente le case necessarie per affrontare l'emergenza, per chiudere i residence e per far scorrere la graduatoria.

Questo percorso sarà credibile solamente con investimenti certi e con normative non ideologiche, com’è l'articolo 5 del piano casa Renzi-Lupi del 2014 che nega la residenza a chi occupa.
Vogliamo che venga chiusa la stagione dell'emergenza, delle deroghe e delle sanatorie con provvedimenti coraggiosi che mettano nel mirino il fabbisogno abitativo della città di Roma e della regione Lazio, come era avvenuto con l'approvazione della Delibera regionale del 2014.

#stopsgomberi #oralecase

Movimenti per il diritto all’abitare

Emergenza casa: assemblea popolare alla Regione Lazio

Data di trasmissione
Durata 8m 56s

Mercoledì 29 gennaio, alle ore 11.00, assemblea dei movimenti per il diritto all'abitare di Roma alla sede del consiglio regionale in via della Pisana. Di seguito il comunicato di indizione dell'assemblea

 

ASSEMBLEA POPOLARE ALLA REGIONE LAZIO:
USCIRE DALL'EMERGENZA CASA.
RILANCIARE POLITICHE ABITATIVE PUBBLICHE.

Il 29 gennaio alle ore 11 il movimento per il diritto all'abitare di Roma, i sindacati di base dell'inquilinato, gli abitanti delle case popolari e dei piani di zona si riuniranno in assemblea in via della Pisana, durante la discussione in consiglio del collegato regionale e per seguire le comunicazioni previste sul piano rifiuti.
Un momento indispensabile di presenza e di confronto per seguire le vicende del dibattito in aula che verterà su temi importanti e urgenti. Tra questi la vicenda legata ai provvedimenti necessari sul diritto alla casa.

Dopo l'ordine del giorno approvato a dicembre durante la votazione del bilancio regionale e le dichiarazioni del governatore Zingaretti, ci aspettiamo che vengano mantenuti gli impegni presi, ribaditi anche nell'assemblea del 15 gennaio al teatro Mongiovino dall'assessore Valeriani, alla presenza di numerosi consiglieri regionali e del presidente dell'ottavo municipio Ciaccheri.

L'urgenza di un rilancio di politiche abitative pubbliche che non siano dettate dall'emergenza è più che mai attuale. Per questo riteniamo utile ciò che sta producendo la Regione nell'affrontare le procedure di sgombero che riguardano stabili e alloggi occupati per necessità. Utile ma non esaustivo. Ci aspettiamo, infatti, interventi successivi che mettano in campo risorse importanti per sostenere una nuova stagione di edilizia residenziale pubblica, anche utilizzando l'ingente patrimonio vuoto e invenduto esistente.

Siamo solo all'inizio di un percorso che può essere virtuoso e per questo riteniamo importanti i passi che si stanno producendo. Dobbiamo fare in modo che si superi il piano di risposta alle urgenze, definendo gli strumenti validi per affrontare il fabbisogno abitativo della capitale. Ci aspettiamo quelle case che oggi un largo settore sociale fa fatica a garantirsi a causa di affitti e mutui non sostenibili. Una risposta non più derogabile e soprattutto necessaria anche per evitare possibili guerre tra poveri che spesso vengono accese anche strumentalmente mettendo i penultimi contro gli ultimi, quelli con il titolo contro quelli senza, gli autoctoni contro i migranti.
#stopsgomberi #oralecase

Roma: mercoledi 11 i pendolari Roma nord alla Regione Lazio

Data di trasmissione
Durata 11m 24s
Durata 20m 31s

Mercoledi 11 alle 11 i Pendolari di Roma nord e i pendolari della Roma-Lido si ritroveranno ancora una volta sotto la Regione Lazio per chiedere che le ferrovie non vengano fatte decadere fino alla chiusura.

A seguire interviene un autista atac  sulle condizione in cui lavorano.

Le donne delle occupazioni alla regione Lazio

Data di trasmissione
Durata 4m 35s

GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE H 12
PRESIDIO SOTTO LA REGIONE LAZIO:
Contro la violenza degli sgomberi, con ogni mezzo necessario!
#stopsgomberi #oralecase
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Lettera delle abitanti delle occupazioni di Roma verso 23N: Siamo Rivolta! Manifestazione nazionale Non Una Di Meno

Come donne abitanti delle occupazioni di Roma, anche quest’anno, abbiamo deciso di prendere parola, e di essere parte del corteo nazionale di Non Una di Meno che il 23 novembre inonderà le strade di Roma contro la violenza patriarcale ed istituzionale. Tra questa, riconosciamo la violenza degli sgomberi, e dei meccanismi di controllo ed ‘istituzionalizzazione’ della povertà che si ripetono a seguito di ogni sgombero. Un anno fa, scrivevamo contro l’ignobile tentativo di sciacallaggio prodotto dall’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini sul corpo di Desirée Mariottini per chiedere gli sgomberi delle occupazioni abitative romane, paragonate strumentalmente a luoghi abbandonati e lasciati al degrado.
A distanza di diversi mesi, gli eventi che hanno seguito lo sgombero di Cardinal Capranica, e le nuvole che si addensano su Caravaggio in primis e poi su tutti gli spazi occupati contenuti nel cronoprogramma stilato dalla Prefetta di Roma non fanno che confermare quanto gli sgomberi siano una vera e propria forma di violenza patriarcale agita in nome del sostegno incondizionato alla proprietà privata, inviolabile e esente da qualunque responsabilità sociale. Che dire, infatti, delle minacce dei servizi sociali contro le occupanti di Cardinal Capranica di sottrarre loro i figli se avessero preso parte alla difesa dell’occupazione? Che dire della violenza di uno sgombero effettuato con decine di blindati, che ha assediato un quartiere intero per ore e strappato dai tetti e dalle proprie case decine di uomini, donne e bambini per riconsegnare l’ex scuola di Primavalle al degrado, alla speculazione e persino alle fiamme?
Che dire della sistemazione delle ‘fragilità sociali’ dentro centri di accoglienza gestiti dalle cooperative di Mafia Capitale, lontane dal territorio e dentro edifici fatiscenti ed inadeguati? Che dire del fatto che donne single ed anziane siano state collocate entro centri strutture dove non possono nemmeno soggiornare di giorno nonostante le proprie disabilità? Che dire della vergognosa odissea quotidiana a cui sono sottopost@ i bambini e le bambine per poter raggiungere la propria scuola dai centri di accoglienza? Che dire del fatto che, ancora una volta, coloro che hanno recuperato uno scampolo di normalità siano gli uomini, le donne e i bambini ospitati dentro le occupazioni abitative di zona che ancora una volta si sono strette per fare spazio e solidarietà? E che dire del fatto che tutto questo si aggiunge alla vessazione che da anni subiamo a causa dell’articolo 5 del Piano Casa Renzi Lupi che, negando la residenza all’interno degli spazi occupati, ci impedisce di accedere alla sanità, al welfare, di iscrivere i nostri bambini e le nostre bambine a scuola?

Non possiamo che ripetere lo stesso messaggio alle donne che governano questi processi spesso come materia di ordine pubblico anziché di diritti sociali, dal Ministro degli Interni Luciana Lamorgese, al Prefetto Gerarda Pantalone, passando per la sindaca Virginia Raggi e le nuove assessore alle Politiche Sociali e Abitative Vivarelli e Mammì. “Molte di noi sono arrivate nelle occupazioni dopo aver subito violenza dai propri partner o in famiglia, in piena solitudine e nell’indifferenza dei vicini di appartamento, e dentro una comunità solidale hanno ritrovato il coraggio di ricominciare e la forza per riprendersi in mano la propria vita. Per questo le occupazioni sono luoghi dove ci sentiamo protette, e non nei termini paternalistici e infantilizzanti con cui le istituzioni vorrebbero costringerci a percepirci come fragili e incapaci di scegliere.” E ancora: “La sicurezza di cui abbiamo bisogno sono i diritti, alla casa, al reddito, alla salute, alla cultura”.

Forti di questa convinzione, giovedì 21 novembre alle h 12 come donne occupanti saremo ancora una volta sotto le finestre delle Regione Lazio per ribadire che la violenza istituzionale degli sgomberi deve essere fermata immediatamente.

Saremo poi parte del corteo nazionale di Non Una di Meno del 23 novembre per ribadire che anche noi siamo rivolta e che difenderemo i nostri spazi di autonomia e vita meticcia con ogni mezzo necessario e con i nostri corpi, determinati e tutt’altro che fragili. Perché come ci insegna la lunga storia di questa città, la lotta per la casa, e per riprenderci tutto, va presa con coraggio.

Giù le mani dai nostri corpi e dai nostri spazi!

Le donne del Movimento per il Diritto all’Abitare di Roma

Ferrovia Roma Viterbo una petizione per non farla morire

Data di trasmissione
Durata 18m 15s

Parliamo con Fabrizio del Comitato pendolari roma nord sullo stato della tratta Roma - Civita castellana - Viterbo. tante le corse soppresse per l'estate che fanno si che il servizio non venga effettuato. A pagarne le spese i pendolari che vivono nei paesi tra Roma e Viterbo che da 7 anni lottano per non far morire questa tratta.