more fire

Musica reggae ogni martedì dalle 22

" Asembi Ara Amba"

Data di trasmissione
Durata 1h 4m 41s

Dopo il la dato dal Jingle dei The Appetizers, rimaniamo in acoustic mood  con “Spanish Town Rockin’” di Chronixx, registrata insieme  alla Zincfence Redemption Band nel 2017 per -NPR Music Tiny Desk-, nice and easy!

Yaadcore, accompagnato dal veteran roots singer Fred Locks, accende la puntata adagiando il messaggio politico di “Sufferation” sul ritmo ipnotico e pulsante di una lovers tune d’altri tempi.

La colpevolezza dei politici e del babylon system si fa universale con “So Much Trouble” di Bob Marley & The Wailers , e trova una soluzione nell’amore e nella collaborazione,  in “Love Fountain” di Tony Rebel, cantata sulla stessa base strumentale.

Rimaniamo nella fine degli anni ’90 con il rimaneggiamento musicale di “ Prophet rides again” di Dennis Brown, sul quale Fattis Burrel produce le monumentali “ Freedom” di Frankie Paul, e “Rough inna Town” di Cocoa Tea & Luciano.

Lasciamo la Giamaica verso il Ghana, dove vedere un avvoltoio significa sfortuna, come conferma la storia a lieto fine che racconta Y-Bayani in “Asembi Ara Amba”, accompagnato da The Band of Enlightenment, Reason & Love.

L’Africa è al centro anche della storia che riguarda il brano “Kadjembawe” di Christine Salem,  remixato dal produttore danese Dub Across Borders, prima in maniera non ufficiale come bootleg, e poi riedito insieme alla stessa cantante.

Tra le ultimissime uscite c’è “Roots” dell’Inglese Charlie P, prodotto da Rico degli OBF,  e registrato presso gli studi Room In The Sky di Londra, con una super band che vede il "Rockers" Horsemouth Wallace alla batteria. Il nome dell’album suggerisce prima ancora dell’ascolto intenzioni e sonorità, delle quali diamo una prova con “Sailing Ship” e “Roadblock”.

The “Hotstepper” Ini Kamoze, che prendiamo come padre ispiratore delle nuove generazioni per introdurre le prossime produzioni in scaletta, ci riporta nella - nostra - isola nei Caraibi con “Trample”.

Dal – riddim- album “Brimsone” prodotto dalla Dutty Rock, ascoltiamo Ras Ajai con “No Drop U Guard”, Busy Signal  con “Jah You Know”, e Quan Dajai , interprete del giovane Bob Marley nel film “One Love”,  con “Brimstone”.

In chiusura, prima di lasciarci con “Next Stop”, singolo che precede l’uscita del nuovo album dei neozelandesi Fat Freddy’s Drop “ Slo Mo”, diamo spazio a “Blessings”, collaborazione del giovane e turbolento Jahshii con l’intensa Lila Ikè.

Playlist:

The Appetizers - More Fire Jingle

Chronixx- Spanish Town Rockin' (Acoustic)

Yaadcore feat. Fred Locks - Sufferation

Bob Marley & TheWailers - So Much Trouble in The World

Tony Rebel - Love Fountain

Frankie Paul - Freedom

Cocoa Tea feat. Luciano - Rough Inna Town

Y Bayani & The Band of Enlightenment, Reason & Love - Asembi Ara Amba

Christine Salem & Dub Across Borders - Kadjembawe  (Vocal Horns Mix)

Charlie P - Sailing Ship

Charlie P - Roadblock

Ini Kamoze - Trample

Ras Ajai - No Drop U Guard  (Brimstone riddim)

Busy Signal - Jah You Know (Brimstone riddim)

Quan Dajai - Brimstone (Brimstone riddim)

Jahshii & Lila Iké - Blessings

Fat Freddy's Drop - Next Stop

"Summer Dance"

Data di trasmissione
Durata 1h 3m 2s

 

Il collettivo di musicisti confluito nel gruppo -The Appetizers-, con un solido background  le cui fondamenta sono rinforzate dall’approfondimento delle seminali produzioni  Studio One e Treasure Isle, ci fa un doppio regalo in apertura  con il nuovo singolo “Summer Dance”, e lo splendido jingle per More Fire,  realizzata per l’occasione. Ricambiamo - regalandoci-  una versione – studio session – di “Dem Talk”, brano presente sul precedente album  di esordio “Listen Up” (Badasonic 2022).

Lasciamo l’Italia, ma continuiamo a -skankeggiare-  con le atmosfere vintage, e il rimaneggiamento  nostalgico della reggae band  londinese Junior Dell & The D-Lites,prodotte in casa Anderson della Original Gravity Label. La prima “Louie Louie”,  è tratta da un omonimo EP a 45 giri interamente dedicato  al brano scritto nel 1955 da Richard Berry, e declinato in quattro differenti versioni.

Dopo l’intermezzo in cui Payoh Soulrebel & Baay Selecta con “Up your vibez”  ci riportano alla mente i Wailing Wailers, la seconda cover in scaletta della band di Junior Dell, riprende addirittura Rebel Mc, oggi conosciuto come Congo Natty, e il suo classico hip-house di fine anni '80 "Street Tuff".  Rimaniamo sul-riddim-  di Toots & The Maytals, sul quale è costruito il tutto,  e facciamo girare  anche le  “Good Vibes” di Daddy Cookiz  degli Atomic Spliff. L’iconico Lone Range chiude la sezione con l’incalzante  “Ask Me”, prodotta dal canadese Dubmatix.

Lyrical Benjie ci porta con toni militanti al momento dedicato alla musica spirituale, e al “Sounds of reality”,  seguito dal Full Bloom Riddim Medley , prodotto dal  talentuoso collettivo di  Zion High Kings, nel quale abbiamo mixato le tracce ispirate di Micah Shemajah( "Dis ya Rockers) e Imeru Tafari (1930).

Ancora musica -consapevole-, insieme all’ormai consueto appuntamento con Roberto Sanchez, che compare in “Warmonger” di Benjammin, uscita per la Fruit Records, e suonata dagli strepitosi - The 18th Parallel- , e in “Life Is Free” di David Fendah, registrata proprio agli A-Lone Ark Studios.

L’ultimo segmento alza toni e BPM della puntata, aprendo con un nuovo progetto dalla Francia, la -F.I. Music-, crew composta da Future Irie e il suo beatmaker Fred Island, che ci scuote con l’energica “Ramp Up”, con evidenti richiami artistici a Kabaka Pyramid e Jr Gong.

Arriviamo così alla nuova uscita di Hussla D, dj-producer e cantante  inglese, il cui nome descrive l’esperienza di vita nella quale si è fatto avanti grazie alla sua rivendicata persistenza. Hussla ha affrontato una vasta gamma di stili e generi musicali, che ha filtrato e fuso con la cultura che gli appartiene per discendenza, e che ha consolidato  fin da quando era un giovanissimo selector nel Jah Trooper Sound System. L’incontro artistico cruciale, quello su cui ci focalizziamo, avviene nel 2018 con il leggendario produttore giamaicano King  Jammy’s, e l’uscita di “ Skanking  in the Dancehall”,  che ascoltiamo per introdurre il nuovo singolo realizzato nella collaborazione, che vede addirittura il pioniere Duke Vin, operator e selector del primo sound system inglese in stile giamaicano della storia, il “ "Duke Vin the Tickler's", raccontarene la nascita sul tappeto digital-reggae  di “ Sound System”.

In chiusura, continuiamo a celebrare la musica con la nuova uscita di Dubamine su etichetta Dub Stuy, che ascoltiamo a partire dal B-side, con “Mosquito Dub“, dedicata a David “Ram Jam” Rodigan e condita da un suo classico speech, e,  dopo “Sound is rockin’” del produttore polistrumentista Kanka cantata da Little R, ci salutiamo con il lato A, insieme al -crrrucial youth- Jonnygo Figure, e le distorsioni bizzarre di “Bulletproof”.

"Gone This Ya Style"

Data di trasmissione
Durata 1h 4m 52s

Dopo l'accorato prologo di protesta, regalo di Michael Exodus di casa Dub-O-Matic Records, che rimaneggia “Palestina Rossa”, scritta e cantata nel 1973 dal poeta Umberto Fiori (voce e chitarra degli Stormy Six), la puntata riparte da  New York con “Revolutionary Youth”, dal fortunato EP di esordio di Jonnygo Figure  (Crucial Showcase– 2019), che invoca la rivoluzione come unica soluzione per superare la confusione di questi tempi.

Si prosegue – inna rub a dub style – con Lyrical Benjie, che cavalca la – bassline- su “ Gone This Ya Style”, e Sister Nancy aka Muma Nancy, che ripercorre la sua carriera  di -first female dancehall DJ - dal 1976 a oggi, in “Rub a Dub Story”.

Il secondo EP che tocchiamo è un altro -sold out- degli ultimi anni, “ Noise and Emptiness” di Joe Yorke, nel quale è accompagnato dal producer, songwriter e musicista  Eeyun Purkins, titolare dei Waggle Studios di Bristol, e founder dei The Co-Operators. La traccia che ascoltiamo è intitolata “ Downtown”. Dopo un salto nella Nuova Zelanda dei Fat Freddy’s Drop, che ascoltiamo con “ Slings And Arrows”, torniamo negli UK  per incontrare il – one man army - Kiko Bun, e la fulminante “How You Want Me”, scritta per il primo appuntamento con la sua fidanzata,  e rilasciata per lo scorso San Valentino.

Rimaniamo a Londra con due produzioni targate Prince Fatty, e accompagnate da Horseman al mic, prima con i The Skints e Tippa Irie in “London Town”, e poi in prima persona con la cover dei Cypress Hill “Insane in The Brain”.  L’ Hip Hop della – golden era – riecheggia  ancora nell’aria con di Jstar & The Dubmatix, e il remix di “ Scenario” dei A Tribe Call Quest, prima della mega combo orchestrata da  L'Entourloop  in  “Florilège” con  Lyricson, Queen Omega & Red Fox.

Chiudiamo il segmento con “Dey” , che celebra l’incontro tra l’afrobeat e il mondo del reggae nella  legacy  di due artisti militanti e rivoluzionari, Fela Kuti e Bob Marley, con i loro figli minori Oluseun  Anikulapo aka Sean, e Damian aka “ Jr Gong” .

More Fire - turn dub - nell’ultima  parte della puntata , con le atmosfere tribali di “African Step” di Toroki feat. Isayah , e il barrito animale di “ The Elephant” di Jah Shulz.  A seguire tre artisti di Barcelona Matah, Adala e  Chalart58, tornano con “ Steppa Boy”, un anthem che ci proietta direttamente sotto le casse del  sound system, coniugando l’habit delle radici giamaicane con il messaggio controculturale ormai tipico di questa scena.

La chiusura è affidata al grido di denuncia di Yt, affiancato dai Wicked Dub Division,  che con “Not In My Name” chiude il cerchio di apertura di puntata sulle attuali guerre, discostandosi dai “warmonger games” dei pochi, che giocano con il sacrificio dei molti per i loro interessi.

"Gratitude"

Data di trasmissione
Durata 1h 1m 59s

La puntata si apre con il “Queen of the Minstrel” riddim, ripreso dalla giovane Khalia nella struggente - lover track- “Addicted”.  Si prosegue con le novità insieme a Royal Blue, nato nel ghetto di Spanish Town, e la speranzosa “Light My Way”, che vede il - featuring - del grammy winner Kabaka Pyramid.  A seguire, Jah Lil con “ You Teach Me”  ribadisce  il motto - united we stand divided we fall - , arricchendolo con il valore delle diversità.

La seconda - combo - della puntata è “Stay Like Me”, prodotta dal rivoluzionario  Yaadcore, impegnato in uno scambio reciproco di confidenze con la - dancehall star -  Charly Black.

Il canadese Shayne Amani entra in scaletta con la consapevole “Gratitude”, nella quale esorta al - clean livin’-. Le sonorità di ispirazione ’80s lasciano spazio alla battuta meticcia  in quattro quarti de L’Entourloop, che ospita  il cantante e youtuber ungherese Azahriah in “Don't Turn The Bass Down”.

Papa Diggi aka Protoje, uno dei protagonisti della nuova era del reggae made in JA, torna con “ Legend Legend”, nata come un freestyle composto da titoli di  canzoni di Bob Marley, in una versione remix di Zion I King.

Facciamo uno scalo in Bulgaria con la notevole “Jah Callin’ di Jahmmi Youth, prima di  tornare in Francia con “Trouble In A Wicked Man”, una produzione Krack in Dub cavalcata dalla solida Soom T. Daman & Sara Lugo chiudono la prima parte della puntata con “ No competition”, nella quale torna il concetto di - inity -.

Mano ai 45 giri per dare po' di ritmo alla puntata, incastrando due brani dal cofanetto “From DJs to DJs”  de L’Entourloop, e il freschissimo remix di un anthem di A Tribe Call Quest dalle mani  di JStar feat.The Dubmatix. Ascoltiamo quindi L'Entourloop  feat. Jessica Persee, Bouchkour, Flavia Coelho & Lidiop con “Li Sem (L'Entourloop Remix)”, Jstar feat. Dubmatix con “Scenario Remix”, e ancora L'Entourloop  feat. Lyricson,Queen Omega & Red Fox con “ Florilege”

In chiusura di puntata,  entriamo nella “Dub Area” con i nostrani Wicked Dub Division accompagnati da YT in “Not in My Name”, e ci rimaniamo con Dr Ring Ding - inna sound system tribute -  con “ Follow Dis Ya Sound”. Ci salutiamo con la rarefatta e ispirata “Manifesto Animista”, prodotta dall’amico Freddie Stork, e animata da Amparito MC.

 

 

"Born Slippy"

Data di trasmissione
Durata 1h 2m 22s
Una puntata ricca di tributi alla musica e non solo, che inizia dove si leva anche il sole con Inokasira Ranger, e la cover degli Underworld  "Born Slippy”, pilastro della colonna sonora di Trainspotting.
Da New York,  Sir Agent Jay (The Slackers) aka Crazy Baldhead , apre la parentesi su punk e grunge in chiave – rocksteady-  con la letale  “Astro Zombies” dei Misfits,  per poi calciare la palla nel Regno Unito fino al poliedrico producer & dub master  Prince Fatty,  con  la sua squadra di all stars che comprende tra gli altri anche il leggendario Horsemouth Wallace alla batteria. Insieme a lui, a completare il lavoro fatto sui Nirvana con “Battle for Seattle”, c'è ancora Little Roy accompagnato da Hollie Cook, e nella strumentale dagli ottimi Soothsayers, nel reprise di “Smells Like Teen Spitrits”. 
A questo punto il gioco di rimandi si fa ridondante con Rhoda Dakar (The Bodysnatchers),  che ricanta  - inna flying cymbals seventies style - “ The Man Who Sold The World”, una canzone di Bowie  molto cara allo stesso Kurt Cobain.
Usciamo dalla  - skavalcata -  della prima parte della puntata rallentando un pò il ritmo, con un - new classic- del genere in versione extended, la consapevole denuncia di “ Same Justice” di Pupa Jim & Stand High Patrol.
Anche nella seconda mezz’ora di More Fire la musica che ascoltiamo rimanda ad altro. In particolare, si inizia con il Jazz Etiope ripreso finemente in levare dai polacchi Dreadsquad con “Yèkèrmo Sèw “  feat. Don Fe, Craig Crofton e  Piotr Zabrodzki, e “Ethiopian Rhythm” dal loro prossimo EP in uscita. Ci spostiamo poi musicalmente in Turchia con un prodotto targato Dubquake,  la tradizionale “ Katibim”  - inna rockers style-  dalle mani di  Samity e la voce di Orçun SünearLa cruciale Sister Nancy, apre l’ultima sezione della puntata ripercorrendo la sua carriera  con la nuovissima “Rub a Dub Story” prodotta da Legal Shot, seguita  nella stessa chiave sonora  da Natto con “Love”,  accompagnato da Puppa Shan & Bass Culture Players.
La chiusura spetta a ben quattro nuove uscite di casa nostra. 
Dal Salento Papa Leu con “Basta Picchi” canta del valore dell’accoglienza e della ricchezza della multiculturalità. Di grande attualità, anche nel richiamo al testo di fine ottocento del poeta Peppino Mereu,  è la presa di posizione dei Train To Roots in “Gaza”, dove Nanneddhu diventa Mohammeddhu, nella denuncia dello stato di oppressione e miseria del popolo palestinese
Il gruppo maremmano dei Quartiere Coffee entrano in scaletta con Finaz della Bandabardò, e il singolo “Mr.Propaganda”,     che anticipa il nuovo album “ La mia terra”, che vede tra le collaborazioni anche Forelock, Tonino Carotone, e gli Israel Vibrations.
Prima di salutarci torniamo a casa,  e ascoltiamo a un paio di giorni dall’uscita di “Reggaediazepine”,  i romanissimi  Inna Cantina con l’estratto manieristico “Fino Al Sole”,  nel quale duettano con l’ illustre e amato expat  Puppa Albo aka Alborosie.

"Heartikal Souljah"

Data di trasmissione
Durata 1h 2m 45s

La puntata parte da Bristol, dove il falsetto di Joe Yorke, accompagnato sulla traccia “Living Dead” dai Co Operators - inna fine 70s style -, denuncia le reiterate intenzioni del sistema di volerci come dei morti viventi, malpensanti ed imbevuti di ideologia fascista.

Se la situazione è critica, ci viene in soccorso il pianeta caro alla nostra trasmissione, quello descritto da Jay Smilee nel mixtape della Cool Up Records. “Planet Reggae” è  adagiata sapientemente sulla strumentale di “A True” di Dennis Brown, prima delle due tune in scaletta registrate nei Joe Gibbs studios a cavallo tra gli anni 70 e 80. La seconda, è la cruciale “Ina Jah Children” cantata da Sandra Lucille Matthews, che già si firmava Dhaima (Love Live Forever) dopo  l’incontro con la cultura hippie, e la legacy con Bob & Rita Marley.

Si prosegue in - stepper style - con due magnifiche cover. “Ring My Bell” delle Blood Sisters, uscita nello stesso anno dell’originale di Anita Ward, e la più recente “ The Model” dei Kraftwerk, nella rivisitazione di Prince Fatty con Shanice & Horseman.

Gli ultimi due dischi della prima parte della puntata viaggiano sulle stesse ritmiche, affidate alla accorata “Me Provoca Te Ver” di  Manu Chao , prodotta con Chalart58, e all’esclusivo dubplate di Kunterbunt Sound “ Dub Stories”, con Black Omolo, Kazaam Davis & Infinite.

Rimaniamo con La Panchita records di Chalart58  con “ Woman Soldier” di Belèn Natali, che da il titolo all’omonimo mixtape dell’etichetta, e alla nuova uscita di Matah “Mash It Up”.

Un disco dal quale ascoltiamo entrambe le tracce vocali, è quello prodotto nel 2019 dalla Earth & Power, con la fiduciosa “Swingin In The Trees” di Ras Hassen Ti, e la decisa  “Done Them Again “ di Rassie Ai.

Liriche consapevoli proseguono ancora sull’etichetta Moa Ambessa, e le amatissime “Heartikal Souljah” di Giallo Man, e “Jah a di Best” di Jules I, intervallate dalla cavalcata sul riddim della Forward Fever, con le seguenti tracce dedicate alla scena - Sound System -. Idren Natural “ Musical Order”, Ras Cloud & Ion One  “Rocking Time” & Rudy Roots “To The Max !”

"Rebel up"

Data di trasmissione
Durata 1h 0m 47s

La puntata si apre con il ritmo one drop dall’anima roots realizzato nell’estate del 2023 dai Moby Stick. “Roots” è in particolare il titolo del brano di Luciano aka Jah Messenger, seguito in battuta dalla riddim title track “Twisted Reality”, nella quale il gruppo affianca l’iconico King Kong.

Ancora in odore di 4/20, ovvero la giornata mondiale dedicata alla Marijuana, direttamente dagli “Irie Yute Tapes”, ascoltiamo “Smoke We A Smoke” realizzata per l’occasione con The Steppas from Hawaii e gli italiani Mellow Mood, restando poi dalle nostre parti con “ Ruff inna Town” di Lion D.

Torniamo inna riddim mood con “ Rebel Up “di Purple D'lyte, che da il nome alla strumentale prodotta agli A-lone Ark studios di Roberto Sanchez, e “ Crazy World” di Muscle Emmanuel.

Waterhouse style per Alborosie, che ci riporta in Giamaica doppiando la Taxi Gang  con “Rock The Dancehall", per poi lasciarci a ripassare l’album “ Tha Kalling “ di Kabaka Pyramid,  vincitore del Grammy del 2023, che ascoltiamo insieme a Nathalia sulla traccia “Stand Up”, prima di lanciarci nella romantica “ There For You” di LMK sul Fight Again  riddim di Derrick Sound

Dopo il ritorno del giovane musical hero Dahvid Slur con “New Age Rockaz”, ritroviamo la royal family dei Morgan Heritage con la potente “Selah”, subito dopo aver ascoltato il figlio di Grampa Morgan, Jemere, nella produzione degli Inna Vision, accanto a Dre Island in “Life's Sweet”.

L’ultima parte della puntata inizia con “Blood in The Street” di Samory I, estratta dal notevole “Strenght”, e prosegue con il nuovo singolo di Ini Kamoze “ I Want You”, prodotto nella consolidata legacy con la famiglia Burrell, in duetto con l’indomabile e intensa Lila Ikè.

La chiusura è affidata al messaggio di consueta saggezza di Pupa Jim,  che da il titolo all’ ultima raccolta dei Mungo’s Hi Fi “ Past & Present”, e che ci mette in guardia dalla paura e dalla nostalgia, con uno sguardo sempre rivolto in avanti...Forward ever !

 

"Burn Your Tag"

Data di trasmissione
Durata 1h 0m 34s

Inizio “crucial” con “One Two”di Sister Nancy, che introduce  il Taxi riddim cavalcato poi da “Bring Joy” di Virtus, estratto dal mixtape della galiziana Cool Up Record “Good Old Days”, dal quale ascoltiamo anche la goliardica “Ink” di Puppa Congo “inna tatoo style”, al quale l’inchiostro sulla pelle non basta mai.

“Lyrics!”... come si dice quando il testo ha un certo peso, per la traccia “Bun Your Tag” del giovane talento Lion Paw, stanca di tutte le etichette sociali che ci costringono in categorie rigide, e impersonali “tags”. Stesse sonorità per Virtus, che ritorna ammiccando alla “dub scene” con la potente “Heartikal”.

Dalla Spagna ci trasferiamo Regno Unito con Danny T & Tradesman, che ci riportano negli anni '90 con due nuove uscite su vinile, già prodotte nello scorso decennio: “Dance a gwaan” di Lutan Fyah, e il refix  devastante di “Walk & Skank” di Jah Sreechy.

Lanciati nel mondo “digikal”, passiamo dallo studio della prolifica Irie Ites, che costruisce una deadly combo dal titolo “Musical Murder”, mixando Nuttea, LMK, e il veterano Pinchers, aprendo così la strada a due travolgenti remix di Raggattack: “ Enterteiner” di Junie Ranks, e la consapevole “Tell Me Who” di Super Cat.

L’ultima parte della puntata è introdotta dal ritmo militante della consueta “Ispiration” di Lady S’kaya, prodotta da Caveman Dub & Dubbing Sun, seguita da “Conquering Lion” di The Rockers Disciples & Blackboard Jungle feat Mo’ Kalamity.

Si torna quindi dalla Cool Up Records, label eletta della puntata, per saltellare con Payoh Soulrebel e i suoi consigli di vita, nella consapevole “Teachings, e il grido di libertà di migrazione per una vita migliore, con “ My People Want To Go” dell’italo-brasiliano Paulinho.

Di origine Italiana è anche Kiko Bun, che entra nella scaletta con una lover tune potente e raffinata dal titolo “How you want me”, nella quale canta e suona tutti gli strumenti. La chiusura tutta nostrana è infine affidata alla voce di Sista Manu, e al vorticoso ring di  “Scinn' Nu Poc 'A Cuoll' prodotta dalla Black Cat Records.

"African Step"

Data di trasmissione
Durata 1h 0m

Dopo lo storico live in Roma, il primo nella lunga carriera della leggendaria band in attività dagli anni ‘70, apriamo la puntata con una piccola monografia dedicata ai Twinkle Brothers, mettendo sul piatto le seminali “Rasta pon top”, “Free Africa” e “Faith can move mountain”, indugiando poi per un’altra traccia sulla stessa linea di basso con “Jah Love” di Martin Campbell.

Per arrivare ai nostri giorni salpiamo su “ Dub it up”, del misterioso Cyber Dog, seguito inna rub a dub style da “Revolutionary Youth” di Jonnygo Figure, dal suo primo ep “Crucial Youth”. Cruciale è davvero la traccia alla quale i tedeschi Silly Walks Discotheque pagano tributo sul “ Roots and Culture” riddim di Mikey Dread, riaffidato alla voce dei giovani Jah Lil, Inezi, Reemah e Small Axe Jesse Royal. La prima parte della puntata si chiude con Jhazahra, un'altra artista emergente giamaicana, e la traccia “Sound Killa”.

Nella seconda parte ci dedichiamo a tre album in uscita. Il primo,"Reggae from the Desert" dei Dreadsquad, è stato per ora annunciato solo dall’uscita dei primi due singoli che andremo ad ascoltare, usciti anche in lacca su dubplate limitati, “Yèkèrmo Sèw” (feat. Don Fe, Craig Crofton, Piotr Zabrodzki) cover del padre dell’ Ethio-Jazz Mulatu Astake, e “ Ethiopian Riddim”. Entrambi uniscono il soul del reggae con la profondità del dub, e le geometrie della esclusiva scala minore etiope Tizita .

Dal secondo album “Mount Zion” di Zion Head, anch’esso ancora in lavorazione, ascoltiamo “Praise to Jah”, con il featuring del veterano britannico Macka B, con il quale il giamaicano condivide temi illuminati da positività e spiritualità.

Già disponibile, anche in pre-order per gli amanti del vinile, è “Revelation Time”, realizzato dalla coppia mentore-discepolo della dubcore scene, Iration Steppas e O.B.F., dal quale ascoltiamo “Roots Radics” e “Earthman Style”. In chiusura con “African Step”, dall’omonimo lavoro del 2019, si rimane nello stesso ambito respirando aria d’Africa, filtrata dalle macchine di Toroki, e affidata alla voce di Isayah.

 

"Women makes the world go round "

Data di trasmissione
Durata 1h 2m 1s

Puntata dedicata alle donne nella musica reggae, che inizia con la regina del Rocksteady Phyllis Dillion, e la sua versione di “Woman of the ghetto”(Marlena Shaw), seguìta in scia da “People makes the world go round”(The Stylistics), killer track cantata da Hortense Ellis, degna sorella di Alton.

Le liriche consapevoli trovano terreno fertile nel ritmo ipnotico e cadenzato di “ Dread out deh” di Joy White,  prodotta da Lloyd 'Spiderman' Campbell, e incontrano il lato mistico con la seguente “ Inna Jah children” di Dahima alla corte di Joe Gibbs.

Entriamo quindi negli anni '80 con qualche  fortunata ristampa degli ultimi tempi, ovvero “Don’t mash up creation” di Sharon Little, Shaka tune, e la combo Nya & Natty “One Love Stylee”.  Sempre dall’archivio del compianto Jah Shaka, ascoltiamo un'altra  traccia di Sis Nya, questa volta da sola con “Jah Jah way”. Prima di arrivare ai nostri giorni, sul piatto girano ancora “Cush” delle Abacush e la cover di Anita Ward“ Ring My Bell” cantata dalle Blood Sisters.

Dopo il giro di boa visitiamo gli studi di due produttori attualmente punto di riferimento della scena, il pioniere Neil Peirch degli Zion Train,  che produce Jah9 nella traccia “Fire”, e il giovane veterano Paolo Baldini che nel cortile di Kingston Papine incontra l' unconquerable Hempress Sativa di“Boom – Wah Da Da Deng”.

Nell’ultima parte della puntata si passa ai suoni "digikal" con produzioni made in EU, dall’ Italia di R.esistence in Dub e Sister Awa con “ Soundsystem”, passando per la Spagna con Chalart58 e Matah  in “Music Box”,  fino alla Francia di Maunudigital, nella sua session con la devastante Queen Omega di “Don’t call me local”.

Sul finale si riprende il volo dal vecchio continente,  per le ultimissime tappe nel Messico dagli Eskimo Attack con Irie Nanara e “Digital Has nuh merci”, e quella in Giamaica con “Toast” della Grammy Winner Koffee.