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Rocksteady

"Underground Oasis"

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La puntata è dedicata ad alcune nuove uscite su vinile, e in generale agli album più attesi della seconda parte del 2025.

Le due limited edition su vinile che aprono le danze mettono le mani negli anni 80, rimescolando in levare alcune hit della cultura pop. Tra queste il re-edit dei Dubxanne di Guido Craveiro di "Video Killed the Radio Star" ft. Berise & Tracy Merano, e di "Running Up That Hill" ft. Claire Parsons, nota nell'originale di Kate Bush anche come colonna sonora della quarta stagione di Stranger Things.

L'anthem "London Calling" dei The Clash viene ripescato dal Rebel Dread Don Letts che in collaborazione con i  Dubmatix e Masta Simon dei Mighty Crown,  restituisce una nuova ma fedele versione electronic dub.

Il primo album dal quale ascoltiamo l'omonimo singolo, è "Singers & Players" di Mr A-Lone Ark aka Roberto Sanchez. Le sonorità e la struttura del brano sono quelle che caratterizzano le sue produzioni, e che ci portano immediatamente al reggae roots degli anni 70.

I suoni analogici e le registrazioni live a presa diretta caratterizzano anche i due album che seguono.

 "Know Nothing About" di Marina P & The Co-Operators, prodotto da Eyen Purkin nei Waggle Dance Studios di Bristo, nasce e viene modellato dall'intenso scambio tra cantante e produttore. Sul banco mixer suonano passioni e ideali, e in definitiva la propria visione del mondo. Ascoltiamo "Kick It", "Kung Fu Blues" feat. Joe Yorke & "Step Back".

L'atteso ritorno di Chronixx con l'album "Exile", a distanza di otto anni dal precedente, lo ridefinisce come la voce più sincera e rappresentativa del reggae giamaicano più virtuoso. L'album suona come se ci trovassimo con lui nella sala di registrazione, e "Keep on Rising to the Top", "Family First" e la groovy "Market" ne sono un perfetto esempio.

L'ultimo album che vi proponiamo è "Underground Oasis", che ci porta nel terreno sperimentale che ha sempre caratterizzato il percorso degli Stand High Patrol di Pupajim. Il concept che pervade tutto il lavoro descrive un luogo nascosto nel sottosuolo, un presidio di resistenza dal quale proviene un suono che dal subconscio sale fino al cosmo. Il lavoro ha un aspetto minima,l ma come le liriche di Pupajim nella semplicità trova la sua potenza evocativa. I brani che chiudono la puntata sono quindi "Head in the Clouds" e "Cool In My Cellar", nella versione stepper, e in quella acustica di "Back to My Cellar" che chiude l'album.

"Nah go put me inna box!”

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Questa puntata di More Fire ci porta in un viaggio musicale che attraversa epoche e sottogeneri del reggae: dallo ska e rocksteady delle origini fino alle contaminazioni moderne con hip hop, dub, elettronica e soul.
Una miscela bilanciata tra classici, rarità e nuove vibrazioni, per esplorare il genere senza restare ancorati al passato, e sempre con uno sguardo rivolto al messaggio.

Si parte con tre pilastri delle produzioni Studio One: la scanzonata militanza di "Freedom Fighter" di Eddie Fitzroy e il groove immortale di "Bobby Babylon" di Freddie McGregor, sono seguite dalla ipnotica denuncia sociale  di "Skylargin", sospesa nella voce unica ed eterea di Horace "Sleepy" Andy.

Il rocksteady consapevole entra in scaletta con due capolavori: "Man Next Door" dei Paragons – diventata celebre anche grazie alla versione dei Massive Attack – e l’enfatica "Fu Man Chu" del primo hit maker dell'isola caraibica Desmond Dekker.
A questo punto, l’amore per il genere viene dichiarato senza mezze misure sul roots serrato di "I Love the Reggae" dei Gaylads:

“Every time I hear the sound
It lifts me up when I am down.”

La seconda parte della puntata si apre con alcune gemme nascoste, principalmente di produzione recente come il rare groove psichedelico di "People (Who Killed People)" di G.T. Moore & the Reggae Guitars, diretto anche nelle liriche.
Seguono il suono vintage e incisivo di "Bang Bang" nella versione dei Tomorrow Children e "Admiration" dei Frightnrs, fino ad arrivare al soul malinconico di "Sunk In The Mist" di Jr. Thomas & The Volcanos, che chiude questa sezione con atmosfere rarefatte.

Le contaminazioni moderne prendono il controllo nell’ultima parte della scaletta. Si comincia con Protoje – ambassador del nuovo reggae – e la sua "Big 45", un inno new roots alla tradizionale sound system culture dal beat attuale e ormai caratteristico di King Diggy.
Segue KA$E, meno noto ma di grande impatto, con l'incalzante "What’s The Word", digital roots ipnotico realizzato con la Green Lion Crew.

A tenere accesa la vibrazione ci pensano i francesi L’Entourloop, maestri di beat e in questo caso di "feat" con Ras Demo in "Weh U Come From" e Kabaka Pyramid in "Rock Mi Nice".
Da qui parte una staffetta Francia-Giamaica-Inghilterra che prosegue con Taiwan MC (Gunshot Again), Original Koffee (Koffee) e Little Simz (Young), a rappresentare l’urban reggae più fresco e ricco di flow..

Chiudiamo in vivacità esplosiva con due tracce fuori dagli schemi: il mashup folle di "Love Shack" dei B-52’s in versione Kingston Sound System, e il gipsy reggae carico di energia di "Box" di Shanti Powa feat. Herbert Pixner.

Them nah go put me inna box!


doppio tono

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doppio tono
ci impegniamo a giustapporre due distinte identità in questa selezione. la prima dedicata allo ska, rocksteday, nelle polidrome accezioni e varianti, la seconda è ancora un sondaggio per l'estrazione di reperti dalla raccolta "trip to italy (art is never finished, only abandoned)" pubblicata nel web e che raccoglie 19 ore di stoner, psichedelia, doom metal, space rock e affinità.

questa la palylist
sonic youth - disconnetion notice
banda batxoki - gaza
banda batxoki - aministi
kortatu - exterat!
maleducazione alcolica - salta in aria
skasso - vago libero
razzapparte - è notte...
dropkick murphys - the last one
frog legs - corn bread
shot in the dark  - freedom sounds
meute - anti-loudness
traum - inner space
fresno bob - shepherd or evil man (jules winnfield)
zolle - maialini e maialine
sangue - chile
megaride - rosso marte
sherpa - descent of inanna to the underworld
roberto falconieri - pile of nothing
chemical brothers - no reason
the international noise conspiracy - under a communist moon

 

"Fero e Piuma"

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Puntata bipolare che si apre con il rocksteady dei tapes di casa Peckings, e si conclude “Inna Year 3000 Style” con una monografica sugli Iration Steppas - Vanguard of Dub -, live a Roma questo fine settimana.
Partenza morbida e letteralmente "Easy" con Kelly Makeda, che riprende il brano scritto nel 1977 da Lionel Richie per i Commodores, adagiandolo sul- rocksteady riddim- del padrino del genere Alton Ellis, sul quale ascoltiamo anche Bitty McLean con "Walk Away from Love", scritta e cantata nel 1975 da David Ruffin.
Inaugurata la fiera della cover in levare, tra i dischetti targati Peckings che girano sul piatto ritroviamo Kelly Makeda, che si confronta con Mariah Carey interpretando "Shake It Off", e "Border", tributo di Peter Spence a Gregory Isaacs sul -pressure and slide- riddim. Ad impreziosire questi passaggi, ci sono due vere pietre miliari del genere, ovvero "The Loser" del cantante e seminale produttore Derrick Harriott, e "Left With a Brokenheart" di The Paragons.
Rimaniamo nel covers mood fino al giro di boa, e ascoltiamo Susan Cadogan con l'ammiccante "Do It Baby", un classico Motown dopo il trattamento di Lee Scratch Perry, Norma White  in casa Studio One che riprende "I Want Your Love" degli Chic, e infine " Ring My Bell" della meteora Anita Ward, nella versione letale de The Blood Sisters.


La seconda parte della puntata è dedicata agli Iration Steppas, nome cruciale dell' underground bass music.
Fondati all'inizio degli anni '90, gli Iration Steppas si sono affacciati sulla scena del Regno Unito con una visione futuristica della musica dub. Originari di Leeds, i membri Mark Iration, Dennis Rootical e Samy Dread hanno rapidamente costruito la loro reputazione, creando un suono unico e militante che ha conquistato anche il pubblico internazionale.
Sebbene ispirati dal rocksteady e dalle radici giamaicane, il loro stile artistico è stato fortemente influenzato anche dall'hip hop, dalla house e da altre musiche elettroniche.
Passando innumerevoli notti a mixare e produrre su attrezzature analogiche nel loro studio High Rise, utilizzando suoni techno e acid in modi mai sentiti prima, hanno creato un sound unico da loro stessi battezzato "Inna Year 3000 Style".
Negli ultimi 30 anni, questo stile è diventato un protagonista della scena dub internazionale, e gli Iration Steppas hanno ispirato le nuove generazioni di produttori e sound system, lasciando un'impronta indelebile nella storia del dub.

Kelly Makeda - Easy
Bitty McLean - Walk Away From Love"
Kelly Makeda - Shake it Off
Derrick Harriott - The Loser
Peter Spence - Border
The Paragons - Left With a Brokenheart
Susan Cadogan - Do It Baby
Norma White - I Want Your Love
The Blood Sister - Ring My Bell
Iration Steppas:
- Jah is My Protector
. Roots Radics
- Serious time
- Warrior
- Roadblock
- Scud Missile

"Summer Dance"

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Il collettivo di musicisti confluito nel gruppo -The Appetizers-, con un solido background  le cui fondamenta sono rinforzate dall’approfondimento delle seminali produzioni  Studio One e Treasure Isle, ci fa un doppio regalo in apertura  con il nuovo singolo “Summer Dance”, e lo splendido jingle per More Fire,  realizzata per l’occasione. Ricambiamo - regalandoci-  una versione – studio session – di “Dem Talk”, brano presente sul precedente album  di esordio “Listen Up” (Badasonic 2022).

Lasciamo l’Italia, ma continuiamo a -skankeggiare-  con le atmosfere vintage, e il rimaneggiamento  nostalgico della reggae band  londinese Junior Dell & The D-Lites,prodotte in casa Anderson della Original Gravity Label. La prima “Louie Louie”,  è tratta da un omonimo EP a 45 giri interamente dedicato  al brano scritto nel 1955 da Richard Berry, e declinato in quattro differenti versioni.

Dopo l’intermezzo in cui Payoh Soulrebel & Baay Selecta con “Up your vibez”  ci riportano alla mente i Wailing Wailers, la seconda cover in scaletta della band di Junior Dell, riprende addirittura Rebel Mc, oggi conosciuto come Congo Natty, e il suo classico hip-house di fine anni '80 "Street Tuff".  Rimaniamo sul-riddim-  di Toots & The Maytals, sul quale è costruito il tutto,  e facciamo girare  anche le  “Good Vibes” di Daddy Cookiz  degli Atomic Spliff. L’iconico Lone Range chiude la sezione con l’incalzante  “Ask Me”, prodotta dal canadese Dubmatix.

Lyrical Benjie ci porta con toni militanti al momento dedicato alla musica spirituale, e al “Sounds of reality”,  seguito dal Full Bloom Riddim Medley , prodotto dal  talentuoso collettivo di  Zion High Kings, nel quale abbiamo mixato le tracce ispirate di Micah Shemajah( "Dis ya Rockers) e Imeru Tafari (1930).

Ancora musica -consapevole-, insieme all’ormai consueto appuntamento con Roberto Sanchez, che compare in “Warmonger” di Benjammin, uscita per la Fruit Records, e suonata dagli strepitosi - The 18th Parallel- , e in “Life Is Free” di David Fendah, registrata proprio agli A-Lone Ark Studios.

L’ultimo segmento alza toni e BPM della puntata, aprendo con un nuovo progetto dalla Francia, la -F.I. Music-, crew composta da Future Irie e il suo beatmaker Fred Island, che ci scuote con l’energica “Ramp Up”, con evidenti richiami artistici a Kabaka Pyramid e Jr Gong.

Arriviamo così alla nuova uscita di Hussla D, dj-producer e cantante  inglese, il cui nome descrive l’esperienza di vita nella quale si è fatto avanti grazie alla sua rivendicata persistenza. Hussla ha affrontato una vasta gamma di stili e generi musicali, che ha filtrato e fuso con la cultura che gli appartiene per discendenza, e che ha consolidato  fin da quando era un giovanissimo selector nel Jah Trooper Sound System. L’incontro artistico cruciale, quello su cui ci focalizziamo, avviene nel 2018 con il leggendario produttore giamaicano King  Jammy’s, e l’uscita di “ Skanking  in the Dancehall”,  che ascoltiamo per introdurre il nuovo singolo realizzato nella collaborazione, che vede addirittura il pioniere Duke Vin, operator e selector del primo sound system inglese in stile giamaicano della storia, il “ "Duke Vin the Tickler's", raccontarene la nascita sul tappeto digital-reggae  di “ Sound System”.

In chiusura, continuiamo a celebrare la musica con la nuova uscita di Dubamine su etichetta Dub Stuy, che ascoltiamo a partire dal B-side, con “Mosquito Dub“, dedicata a David “Ram Jam” Rodigan e condita da un suo classico speech, e,  dopo “Sound is rockin’” del produttore polistrumentista Kanka cantata da Little R, ci salutiamo con il lato A, insieme al -crrrucial youth- Jonnygo Figure, e le distorsioni bizzarre di “Bulletproof”.

"Born Slippy"

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Una puntata ricca di tributi alla musica e non solo, che inizia dove si leva anche il sole con Inokasira Ranger, e la cover degli Underworld  "Born Slippy”, pilastro della colonna sonora di Trainspotting.
Da New York,  Sir Agent Jay (The Slackers) aka Crazy Baldhead , apre la parentesi su punk e grunge in chiave – rocksteady-  con la letale  “Astro Zombies” dei Misfits,  per poi calciare la palla nel Regno Unito fino al poliedrico producer & dub master  Prince Fatty,  con  la sua squadra di all stars che comprende tra gli altri anche il leggendario Horsemouth Wallace alla batteria. Insieme a lui, a completare il lavoro fatto sui Nirvana con “Battle for Seattle”, c'è ancora Little Roy accompagnato da Hollie Cook, e nella strumentale dagli ottimi Soothsayers, nel reprise di “Smells Like Teen Spitrits”. 
A questo punto il gioco di rimandi si fa ridondante con Rhoda Dakar (The Bodysnatchers),  che ricanta  - inna flying cymbals seventies style - “ The Man Who Sold The World”, una canzone di Bowie  molto cara allo stesso Kurt Cobain.
Usciamo dalla  - skavalcata -  della prima parte della puntata rallentando un pò il ritmo, con un - new classic- del genere in versione extended, la consapevole denuncia di “ Same Justice” di Pupa Jim & Stand High Patrol.
Anche nella seconda mezz’ora di More Fire la musica che ascoltiamo rimanda ad altro. In particolare, si inizia con il Jazz Etiope ripreso finemente in levare dai polacchi Dreadsquad con “Yèkèrmo Sèw “  feat. Don Fe, Craig Crofton e  Piotr Zabrodzki, e “Ethiopian Rhythm” dal loro prossimo EP in uscita. Ci spostiamo poi musicalmente in Turchia con un prodotto targato Dubquake,  la tradizionale “ Katibim”  - inna rockers style-  dalle mani di  Samity e la voce di Orçun SünearLa cruciale Sister Nancy, apre l’ultima sezione della puntata ripercorrendo la sua carriera  con la nuovissima “Rub a Dub Story” prodotta da Legal Shot, seguita  nella stessa chiave sonora  da Natto con “Love”,  accompagnato da Puppa Shan & Bass Culture Players.
La chiusura spetta a ben quattro nuove uscite di casa nostra. 
Dal Salento Papa Leu con “Basta Picchi” canta del valore dell’accoglienza e della ricchezza della multiculturalità. Di grande attualità, anche nel richiamo al testo di fine ottocento del poeta Peppino Mereu,  è la presa di posizione dei Train To Roots in “Gaza”, dove Nanneddhu diventa Mohammeddhu, nella denuncia dello stato di oppressione e miseria del popolo palestinese
Il gruppo maremmano dei Quartiere Coffee entrano in scaletta con Finaz della Bandabardò, e il singolo “Mr.Propaganda”,     che anticipa il nuovo album “ La mia terra”, che vede tra le collaborazioni anche Forelock, Tonino Carotone, e gli Israel Vibrations.
Prima di salutarci torniamo a casa,  e ascoltiamo a un paio di giorni dall’uscita di “Reggaediazepine”,  i romanissimi  Inna Cantina con l’estratto manieristico “Fino Al Sole”,  nel quale duettano con l’ illustre e amato expat  Puppa Albo aka Alborosie.

patata abita qui

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15 febbraio 2002 15 febbraio 2024
parliamo dell'appuntamento di venerdì 16 febbraio in ricordo di roberto "patata" massi al defrag.
un ricordo collettivo, proprio come gli sarebbe gradito. tuttx insieme in un concerto con 4 band, che amava (o avrebbe amato) passare nelle sue "esagitate" selezioni qui a radio ondaossa. ne parliamo con alcuni dei protagonisti della serata.
nel frammezzo "musichiamo" la puntata con più o meno queste tracce, più o meno in quest'ordine:

sonic youth - disconnection notice
direttiva 16 - keep on
klaxon - spirito punk rock
bloody riot - naja de merda
klaxon - libero
direttiva 16 - parabello
fun - come voi
direttiva 16 - r.a.s.h.
barbera e champagne - noia
atti vandalici - diffida
612 comma 2 - damnatio memoriae
erode - panico panico
razzapparte - è notte
gang - rumble beat
shot in the dark - tell me why
fratelli di soledad - col sangue agli occhi
the orobians - christine keller
askra - ghissadub
senza sicura - ascolta bene
frog legs - rocksteady 67
the international noise conspiracy - under a communist moon

hyperbole

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dapprima ci spingiamo l'evento di venerdì 3 giugno al "forte" in "sottoscriva" per ondarossa cui sono protagonisti i "pankow-панков".
ripercorriamo brevemente la storia della storica band fiorentina. l'appellativo storica in questo caso casca proprio a cecio riferito al combo di fm, e alex spalck & c. "since" 1980.
poi prendendo le mosse "dall'industrial", passiamo ai suoni e alle basi elettroniche "sporche", per arrivare alla conclusione rocksteady, nel frammezzo i nostri commenti azzardati condiscono l'ardita hyperbole

sonic youth - disconnection notice
pankow-панков
velester - 25 o’clock jingle
cccl - modularity
modeselektor - the germs
modeselektor - stadtschloss
underworld - mmm skyscraper i love
sleaford mods - stick in a five and go
serpe in seno - deltaplano
serpe in seno - martedì
pavel - peter steele
l'amorte - bella ciao/guardali negli occhi
idles - the new sensation
skasso - ghost town
frog legs - rocksteady '67
the international noise conspiracy - under a communist moon

scapoccio

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blue jeans stracciati per l'usura, camicioni a quadri di flanella, all stars calzate ai piedi, berretto di lana calato fino sotto le sopracciglia e pendente dietro la nuca, capelli lunghi, a volte molto lunghi, andatura dinoccolata a marcare un suono energico e scojonato, arrabbiato e dolce, ballads e selvaggio punk, allo stesso tempo.
una puntata prenatalizia spietata. senza alcuna ipocrisia di buonismo. politicamente scorretta. questo è il nostro solstizio di inverno.

la playlist
sonic youth - disconnection notice
screaming trees - butterfly
eyes adrift - telescope
turbonegro - all my friends are dead
turbonegro - wasted again
the cult - peace dog
wendy?! - spider girl
drenge - i wanna break you in half
fuzz - blind to vines
biblical prof of ufo - summer song
local h - back in the days
dinosaur jr. - get me
dead fly buchowsky - didn't i hear you right
alma irata - crushed bones
eyes adrift - pasted
path - holland & dozier
path - luci della città
frog legs - rocksteady 67
the international noise conspiracy - under a communist moon

Debutti in Giamaica

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Prima puntata tutta da ballare dedicata ai grandi esordi discografici registrati in Giamaica.

La scaletta:

The Skatalites - Ball Of Fire

The Skatalites - Exodus

Desmond Dekker - 007 (Shanty Town)

Desmond Dekker - Rude Boy Train

The Maytals - I'll Never Grow Old

The Maytals - Hallelujah

The Paragons - On The Beach

The Paragons - The Tide Is High

U-Roy - Version Galore

U-Roy - Wear You To The Ball

Bob Andy - Let Them Say

Bob Andy - Too Experienced

Alton Ellis - Breaking Up

Alton Ellis - Ain't That Lovin' You (For More Reasons Than One)

Justin Hinds - Natty Take Over

Justin Hinds - Carry Go Bring Come