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Riconoscimento facciale: riuscirà a distinguere il tipo di mascherina?

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Sulle app
 
Apriamo parlando delle famose app per il contact tracing: non avendo notizie chiare sull'app Immuni, ci rivolgiamo all'estero e andiamo a guardare il caso australiano. Lì hanno presentato un'app con spiegazioni dettagliate: con una grossa componente centralizzata e che punta sullo pseudonimato più che sull'anonimato, quindi meno "rispettosa" della privacy rispetto al modello scelto in Italia. Tuttavia, è stata accompagnata da una legge che chiarisce molto nettamente cosa non si potrà fare con l'app e i dati, proibendo esplicitamente molte pratiche di sfruttamento dei dati e di imposizione sociale dell'app stessa.
In Israele invece il parlamento interviene contro il sistema di tracciamento ideato dal governo e dai servizi segreti, giudicandolo inutilmente lesivo della privacy.
Andando negli USA, chi domina il discorso sulle app è il progetto di infrastruttura Apple-Google, che però è criticato dai governi di alcuni stati perché senza il GPS è giudicato inefficace, cioè non raccoglie tutte le informazioni che i suddetti governi vorrebbero.
Parlando di questa infrastruttura, facciamo notare che il fatto che provenga da Apple e Google è una necessità a volte dimenticata che deriva dal modo in cui funzionanno i sistemi operativi che girano sugli smartphone. 
 
Sul riconoscimento facciale
 
Parliamo di riconoscimento facciale, ovvero quella tecnologia capace di associare un nome ad una foto di un volto. L'emergenza coronavirus ci regala alcune chicche divertenti - come  e altre preoccupanti. Ma il riconoscimento facciale non nasce certamente per il coronarvirus: già da tempo le polizie di mezzo mondo cercano di usarlo in modo estensivo. Vediamo alcuni esempi.

iSpy: che geopolitica sarebbe senza smartphone?

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Durata 1h 44m 3s

Recentemente il caso Kashoggi è tornato alla ribalta per il forte sospetto che l'iPhone di Jeff Bezos sia stato violato, sembra addirittura dal principe ereditario saudita. Come è stato possibile che l'uomo più ricco del mondo s'è fatto fregare le foto? Provano a rispondere analisi forensi commissionate proprio da Bezos. Analisi che confermano i principali sospetti, ma che comunque mostrano varie criticità nel modo in cui sono state svolte. Partendo da questo discutiamo più in generale di come la ricerca volta a fornire dispositivi sempre più sicuri ci ha portato a dei dispositivi opachi anche per gli stessi "proprietari". Nel caso di Apple, questo è rappresentato da Secure Enclave, ma vari sono i meccanismi analoghi.

Già che ci siamo, facciamo un breve ripasso dei legami tra governo saudita, hacking team e altri spioni.

In chiusura diamo qualche altra notizia su sicurezza e privacy su smartfonini.

 

Apple Vs FBI, parte 2 e deposito unico per le scorie nucleari

Data di trasmissione
Durata 1h 2m 28s

Le dita nella presa - 02/04/2016

Apple Vs FBI, parte 2 e deposito unico per le scorie nucleari

 

Abbiamo parlato di Apple VS FBI, di come Apple difenda i propri interessi e la propria immagine commerciale, mascherandoli come difesa della riservatezza dei dati personali e di come l'FBI abbia aggirato lo scontro legale servendosi di un'azienda privata.
Abbiamo poi affrontato la prossima individuazione di un sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari.

 

 

 

Alla apple sono dei buoni (parte 1)

Data di trasmissione
Durata 1h 17m 23s

Puntata all'insegna della critica cinematografica ma anche della poesia.

 

Si parte parlando brevemente dell'ingiunzione di un tribunale statunitense che imporrebbe ad Apple di aiutare l'FBI a "bucare" i sistemi di sicurezza di un telefono da essa stessa prodotto, e del plateale rifiuto di collaborare della Apple, che conferma la strategia dell colosso di Cupertino, intenzionato più a mantenere la propria immagine pulita e prestigiosa dopo lo scandalo di Prism e la morte del proprio leader, che non a tutelare davvero la privacy degli utenti.

Si passa quindi ad una accurata recensione del film di Danny Boyle [1] sulla vita di Steve Jobs, ormai guida spirituale postuma della mela morsicata e delle/dei suoi fan.

Si torna alle malefatte della Apple contemporanea parlando con un compagno di MsACK[2] della scuola di alta formazione che Apple si accinge ad aprire a Napoli, di cui si sa ancora poco o nulla, se non l'ingente costo del progetto, comunque basso rispetto a quanto verrà scontato ad Apple dai debiti che ha con il fisco italiano. Tanti sono anche i dubbi su quante risorse questo progetto sottrarrà all'università e agli studenti, sull'utilità effettiva dei tirocinii offerti e la volatilità delle competenze così settoriali e specifiche, atte a formare manovalanza precaria e sottopagata.

Nelle pillole di tecnologia si parla di un altro gigante buono, ovvero di Google, che ci offre una nuova app: "Data Save"[3] che facendo transitare tutto il traffico dell'utente tramite i propri server, ripulisce i dati da cio' che non è essenziale, facendo risparmiare prezioso traffico dati, e consegnando tutto il contenuto della navigazione nelle mani del motore di ricerca.

Chiudono la puntata delle delicate citazioni[4] di frasi di Steve Jobs, nascoste in mezzo ad un mare di frasi dei Baci Perugina, riesci a distinguere le une dalle altre?

 

Durata: 1h17"

 

[1]https://it.wikipedia.org/wiki/Steve_Jobs_(film)

[2]http://msack.org/

[3]https://chrome.google.com/webstore/detail/data-saver/pfmgfdlgomnbgkofeojodiodmgpgmkac

[4]https://it.wikiquote.org/wiki/Steve_Jobs