Verifiche a (buon) mercato
Meglio un giorno da abbonato o 100 tap da Smart Citizen?
Apriamo la puntata di oggi parlando del cookie wall: quel pannello un po' noioso ma che vi permette di dire di no al tracciamento. Da qualche tempo, alcuni quotidiani italiani lo stanno interpretando a modo loro: per dire di no bisogna abbonarsi. Si può fare? Vediamo cosa dice la normativa.
Elon Musk si compra Twitter per farne "un agorà digitale", tempio della libertà di espressione, nell'accezione che gli dà lui stesso, cioè un esponente della destra libertariana statunitense.
Il comune di Roma annuncia il lancio di un progetto di "Smart Citizen Wallet". Ci sarebbe da parlare sul serio delle implicazioni di questo modello di città divisa tra cittadini virtuosi e non; come spesso accade, invece, l'implementazione capitolina è prima di tutto ridicola: l'unico comportamento virtuoso pare essere l'uso del tap&go. Grazie ad esso si otterranno dei punti, il cui uso non ci è ancora dato sapere.
Il tutto farcito, e concluso, con notiziole varie:
- FB minaccia il Canada di bloccare il servizio news se deve pagare gli editori dei quotidiani per farlo
- Parler annuncia che verrà acquistato da Kanie West (il nazista più popolare del ventunesimo secolo) e lo fa lasciandosi sfuggire gli indirizzi dei suoi associati VIP
- Gli USA mettono il bollino per la cybersecurity sui dispositivi IoT
- Una nuova tecnologia minaccia il copyright: i mixer con Intelligenza Artificiale. Li abbiamo provati, ottenendo versioni più compresse di canzoni che già conoscevamo.
- La protesta contro i jet privati va a segno: ora i miliardari li noleggiano.
Dietro l'acquisizione di Twitter da parte di Musk
Con Maurizio Graffio proviamo a dare una lettura riguardo la notizia dell'acquisizione da parte di Elon Musk della piattaforma social Twitter, non c'è in ballo nessuna democrazia ma è solo una classica storia del capitalismo contemporaneo.
Gig economy: anche una domanda può essere un lavoro
Trump scaricato: la censura che non è di Stato
Dopo il tentato colpo di stato, Trump viene bannato da molti social network e da varie aziende, i contenuti che invocano la frode elettorale bloccati da Facebook. È in questo modo, e non attraverso ordinanze federali, che Trump sta venendo estromesso dalla scena politica statunitense. Senza in nessun modo difendere Trump, dovremmo tuttavia chiederci come mai discorsi complottisti, autoritari e oppressivi siano così floridi sui social network; una riflessione che potrebbe portarci a scoprire che la censura non è il modo più efficace di affrontare il problema, e che forse è la forma della comunicazione online odierna ad essere problematica.
Dopo ciò, Trump si sposta su Parler, social network assai amichevole con gli utenti di estrema destra. Probabilmente il più usato dai suoi supporter che hanno tentato il coup kux klan. Questo ha scatenato molte reazioni contro Parler: l'app di Parler è stata eliminata dall'app store di Apple e dall'omologo di Google; Amazon ha revocato i servizi di cui Parler si avvaleva attraverso AWS; Twilio gli ha revocato l'account che utilizzavano per verificare gli indirizzi email degli iscritti. Ancora più importante, vari hacker attaccano Parler e riescono ad ottenere un dump piuttosto corposo contenente tutti i dati della piattaforma. Si scoprono così informazioni personali sugli iscritti, i luoghi da cui parlavano, si possono recuperare anche messaggi che gli utenti avevano apparentemente cancellato. Se vuoi approfondire l'argomento anche nei dettagli tecnici, ascolta il podcast di StakkaStakka su RadioBlackout. Noi facciamo invece delle riflessioni su come un servizio possa (o no) essere soggetto alla censura da parte delle aziende a cui si affida, più che a quella di Stato.
Cambiando argomento, parliamo di WhatsApp, che aggiorna i suoi termini di servizio con una mossa comunicativa poco riuscita. La verità è che non cambia moltissimo, che WhatsApp ha alcune pratiche antipatiche, ma che le aveva anche prima.
Di patriarcato e repressione in Turchia
Con il giornalista Murat Cinar parliamo dello scontro aperto tra il governo turco e Twitter, dopo che la piattaforma social ha deciso di sospendere ben 7mila account perché ritenuti falsi e costituiti al solo fine di essere impegnati in una narrazione favorevole al presidente Erdogan e al suo partito e di diffondere sistematicamente e consapevolmente notizie false soprattutto contro i partiti dell’opposizione.
Parliamo poi del decreto firmato da Erdogan alcuni giorni fa che ordina la riconversione della basilica di Santa Sofia di Istanbul in una moschea trasferendola sotto il controllo del Direttorato degli Affari religiosi turco che oltre ad essere una questione dall’alto valore simbolico si inserisce in un contesto più ampio che ricomprende un lungo percorso con cui il presidente ha progressivamente rimesso la religione al centro della vita pubblica della Turchia con un impatto importante in particolare sulla vita delle donne e delle soggettività lgbt. Abbiamo poi in particolare approfondito il tema delle proteste e delle lotte delle donne contro il patriarcato e la violenza maschile che hanno invaso le piazze turche negli ultimi giorni dopo l’ultimo femminicidio di una studentessa di 27 anni.
Trump contro Twitter: peccato non possano perdere entrambi
Twitter considera alcuni tweet fatti da Trump come delle fake news o delle esaltazioni della violenza; Trump si arrabbia e promette vendetta. Cerchiamo di inserire questa bagarre nella cornice del passaggio delle piattaforme di social network ad un ruolo sempre più attivo: filtri sui contenuti, contestualizzazione, pagine esplicative... questi strumenti servono a creare un ambiente "moralizzato" secondo l'etica della piattaforma.
In Italia, il Tar del Lazio conferma le sanzioni Antitrust contro Apple: il modo in cui proponeva gli aggiornamenti induceva gli utenti ad aggiornare, ma questo creava dei rallentamenti. Gli utenti, non potendo tornare indietro, erano così esortati a comprare un nuovo modello di iPhone. Del resto la politica di Apple contro le riparazioni e gli upgrade è molto aggressiva: vendita di componenti vietata, contratti proibitivi con i riparatori indipendenti, oltre a soluzioni tecniche che rendono il riutilizzo di hardware perfettamente funzionante particolarmente oneroso.
Le dita nella presa - frittopisto
Stasera abbiamo parlato dell'appuntamento pre hackit avvenuto a Pisa il 23 gennaio in preparazione dell incontro estivo di hackmeeting della comunità smanettona italiana.
A seguire abbiamo discusso della chiara manifestazione di ingerenza statale sul socialnetwork twitter e della risposta degli interessati su state-sponsored-actors
Infine abbiamo avviato la rubrica heartbeat, un segnale autogestito, parlando con un compagno che gestisce il server indivia della rete ortiche di Bologna.
Nell'acquario di Facebook - La resistibile ascesa dell'anarcocapitalismo
Presentazione, insieme al collettivo Ippolita, del libro ''Nell'acquario di Facebook. La resistibile ascesa dell'anarco-capitalismo.
Ho iniziato a fare un acquario. È diventato sempre più grande. Finché sono arrivato a fare un acquario di acqua salata. A quel punto di mi sono fermato e ho pensato: O me ne vado di qui o entro nell'Acquario
Malcolm