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Siria

Libano sotto le bombe israeliane

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In Libano, nonostante la tregua, non sono mai finiti i bombardamenti del paese, soprattutto della zona meridionale ma nei giorni scorsi uno più massiccio ha causato 12 morti nella valle della Bekaa. Ovviamente i bombardamenti israeliani in Siria che sono arrivare a colpire Damasco preoccupano il Libano dove Israele sembra avere tuttora il progetto di scatenare una nuova guerra civile.

Ne parliamo con il giornalista Mauro Pompili da Beirut con cui articoliamo una riflessione più ampia sull'intero assetto medio-orientale e i progetti regionali di Israele, in contrasto anche con l'espansionismo turco.

per l'immagine si ringrazia Getty images

Il genocidio a Gaza e l'arroganza di Israele nella regione

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In una corrispondenza con Michele Giorgio, da Gerusalemme, diamo gli ultimi aggiornamenti sulla situazione a Gaza, dove solo stamani sono state uccise almeno una trentina di persone in attesa di aiuti umanitari, nella quasi completa indifferenza della comunità internazionale, che interviene solo quando vengono toccati particolari interessi, soprattutto religiosi, come nel caso del bombardamento della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza. Si passa poi a analizzare lo scandaloso piano della realizzazione della cosiddetta "città umanitaria" a Gaza, un vero e proprio campo di internamento dove dovrebbero essere richiusi almeno 600.000 palestinesi, nonché l'intervento israeliano in Siria, avvenuto con il sostanziale sostegno degli USA e dell'UE.

Cosa sta succedendo in Siria

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Con Giovanna della "Campagna Siria con gli occhi dei civili", parliamo della drammatica situazione in Siria dove, a seguito di contrasti tra la componente drusa e la comunità beduina, si sono scatenati omicidi, esecuzioni sommarie e saccheggi da parte delle forze di sicurezza del nuovo regime, soprattutto ai danni della popolazione drusa. Sino ad oggi, si sono registrate 135 vittime, a cui vanno aggiunte una ventina di esecuzioni sommarie da parte di gruppi militari, anche all'interno di abitazioni private. In questo quadro molto teso, si sono poi inseriti i bombardamenti israeliani su Damasco e Suwayda, finalizzati a sostenere il tradizionale espansionismo di Israele.

BRICS e medioriente: analisi e ipotesi

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Il meeting dei BRICS in Brasile di questi giorni si situa in una fase storica caratterizzata dal moltiplicarsi dei terreni di scontro fra Stati Uniti, paesi UE, Israele, e i governi che si sono incontrati a Rio. 

Nel frattempo in Medioriente, fra la prosecuzione dell'offensiva israeliana in Libano, la situazione siriana, e il genocidio a Gaza, la situazione rimane complessa. 

Ne parliamo con il giornalista freelance Mauro Pompili in collegamento da Beirut. Con aggiornamenti sulla politica interna libanese, la presenza dei profughi dalla Siria in Libano, e la situazione nei campi profughi palestinesi.

Siria HTS mostra il vero volto

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In studio con Elisa, fotografa e reporter, continuiamo a mantenere viva l'attenzione sulla situazione in Siria e in Libano. Per quanto riguarda la Siria, il nuovo regime di al-Sharaa ha ottenuto dai leader occidentali la sospensione delle sanzioni senza aver offerto alcuna garanzia sotto il profilo del rispetto dei diritti umani. Continuano, infatti, le epurazioni di civili su base etnico-religiosa, soprattutto alawiti ma anche drusi, cristiani e sciiti. Drammaticamente in crescita il fenomeno della violenza contro le donne, con rapimenti, stupri e matrimoni forzati nell'ottica della sostituzione etnica, secondo prassi già messe in atto dall'Isis. La situazione è stata oggetto di una denuncia al tribunale internazionale dell' Aja presentata dall'avvocato Pedro Andujar del Foro di Lione e successivamente sabato 24 maggio una delegazione di cittadini siriani, che abitano in Europa, si è riunita davanti alla Corte Penale Internazionale dell' Aja per protestare contro l'ondata di violenze in corso in Siria; denuncia depositata per conto loro presso l'ufficio del Procuratore della Cpi  contro al Sharaa ai sensi degli articoli 6 e 7 dello Statuto di Roma, relativi rispettivamente ai crimini di genocidio e crimini contro l'umanità.

Siria: il vero volto del nuovo regime

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In studio, con la giornalista e fotoreporter Elisa Gestri, parliamo di Siria, iniziando dal fatto che, dopo l'iniziale entusiasmo per la caduta di Assad, il nuovo regime ha iniziato a mostrare il suo vero volto, con violente campagne di epurazioni di civili rivolte in particolare contro la minoranza alawita, ma anche verso drusi, cristiani e sunniti moderati. Nel paese è stata recentemente promulgata una nuova Costituzione provvisoria basata, come unica fonte di diritto, sulla Sharia.

Affrontiamo quindi la questione dei rapporti tra Italia, Unione Europea e nuovo governo siriano, per allargare poi lo sguardo verso i tanti orizzonti geopolitici che si vanno progressivamente  prefigurando nell'area.

 

Siria tra legge islamica e diritti delle donne

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Insieme a una compagna siriana che vive in Italia, portiamo avanti una serie di riflessioni sulla situazione attuale della Siria, sul clima di paura e di instabilità, in particolare per le donne, che ha investito il paese anche a seguito dell'approvazione della Costituzione provvisoria da parte del governo, ispirata alla Sharia.

Al termine della corrispondenza, la telefonata di un compagno di Rete Kurdistan si focalizza sulla situazione del territorio dell'Amministrazione autonoma del NE, attualmente bombardato dalla Turchia con il supporto dell'Isis.

Dalla Siria al Libano sulle note di Fairuz

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Con Elisa, reporter appena rientrata in Italia dopo  essere stata in Siria, proponiamo un aggiornamento sulla situazione del paese parlando delle perplessità sull'operato del governo provvisorio, delle condizioni di vita delle minoranze (alawiti, drusi, cristiani), del clima di paura che si respira nelle città, della frammentazione e dell'instabilità politica.

Segue un aggiornamento su quanto accade in Libano dove, a fronte della grave crisi economico finanziaria e delle devastazioni provocate dalle guerra, il 27 gennaio, allo scadere del cessate il fuoco, l'esercito israeliano ha rifiutato di ritirarsi dal sud del paese e forti ombre si addensano sul nuovo governo, presieduto da Joseph Aoun.