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25 novembre

Trasmissione dell'11/11/2015 "TTIP" e "25 novembre"

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“I Nomi delle Cose” /Puntata dell’11/11/2015 “TTIPImmagine rimossa.  e “La coordinamenta verso il 25 Immagine rimossa.novembre”

 

“Mi dicevano
è meglio se sorridi a bocca chiusa.
Mi dicevano è
meglio se ti tagli i capelli lunghi,
così crespi,
sembri ebrea.
Mi zittivano nei ristoranti
guardandosi intorno
mentre gli specchi sopra il tavolo
riverberavano beffardi in infiniti
riflessi un volto rozzo, squadrato.
Mi chiedevano perchè
quando cantavo per le strade.
Loro alti, grandi al tè
coi loro modi melliflui, didattici
io con gli occhi sul piattino
che cercavo di nascondere la bomba
a mano nella tasca dei calzoni,
e mi rannicchiavo dietro il pianoforte.
Mi deridevano con riviste
piene di seni e merletti, contenti come pasque
quando il primogenito del dottore
sposava una ragazza tranquilla e carina.
Mi raccontavano storie
di signore eleganti e sportive
e le loro diverse carriere.
Mi svegliavo la notte
con la paura di morire.
Costruivano schermi e divisori
per nascondere il desiderio
non bello a vedersi
a sedici anni
inesperta disperata
mi abbottonarono dentro vestiti
a fiori rosa.
Aspettavano che io finissi
per riprendere la conversazione.
Sono stata invisibile,
strana e soprannaturale.
Voglio il mio vestito nero.
Voglio che i capelli
mi si arriccino selvaggi.
Voglio riprendere la scopa
dall’armadio dove l’ho rinchiusa.
Stanotte incontrerò le mie sorelle
nel cimitero.
A mezzanotte
se ti fermi al semaforo
nel traffico umido della città,
guarda se ci vedi contro la luna.
Noi gridiamo,
noi voliamo,
noi ricordiamo e non smetteremo.”

STREGA (1969) di JEAN TEPPERMAN

Voci da Rojava: le delegazioni internazionali, il 25 novembre delle donne curde.

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Il primo audio è un racconto (ancora a caldo) al ritorno dal Rojava della delegazione internazionale di donne per il 25 novembre.

 

Il seconda è la corrispondenza con una compagna curda, dal Rojava, in occasione del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne. Leggi la traduzione in italiano

 

Sabato 6 alle 11 ai microfoni di Radio Onda Rossa un redazionale collettivo gestito da compagne e compagni che hanno partecipato a delegazioni solidali a Kobane e in tutto il Rojava.

Trasmissione del 26/11/2014 "Svolta"

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“I Nomi delle Cose”

Puntata del 26/11/2014

Ancora oggi, alla luce dei fatti recenti, mi sembra che chi lotta, chi si schiera, chi si fa “partigiana” ha ben poco da vincere e tutto da perdere. Se non l’integrità-e non è poco-e il far “rete” con le altre, ed è già tanto. Non credo che le esperienze umane si possano paragonare e chi ha scontato anni di carcere lo sa sulla sua pelle, come oggi sappiamo che si paga in modo assurdo anche attaccare un volantino fuori posto, varcare la “zona rossa”, difendere la propria identità e dignità….allora la domanda è: quale valore hanno il nostro vissuto e le nostre azioni, la nostra storia anche, in un mondo che non ci riconosce e che non accettiamo? Come fare a essere quel qualcosa che illumina la notte con delle fiammelle così deboli? Io la risposta non ce l’ho.”

Elena/Scateniamotempeste

Immagine rimossa.

” Scintille ” Svolta/ Resoconti e conti sul 25 novembre della coordinamenta/Armadi/Quell* che non hanno il genere, ma hanno la classe/Il tabù della povertà, l’angoscia e il silenzio che non sopporto più”

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/11/28/podcast-della-trasmiss…

25 novembre: giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne

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Ascolta la trasmissione Parapiglia con i collegamenti alle manifestazioni ed iniziative contro la violenza degli uomini sulle donne: sentiamo le compagne di Bologna, Catania, Taranto, Torino, Parigi, Roma e dal Rojava [dura 2h23′]

Qui gli audio delle corrispondenze estrapolate:

Rojava
Ascolta la corrispondenza in lingua kurda con una compagna del movimento delle donne Yekitiya Star, in occasione del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne [dura 22′]
Leggi la traduzione in italiano
Leggi l’Appello delle donne kurde che fanno parte delle YPJ (Unità di Protezione delle Donne) nella resistenza a Kobanè che hanno parlato a Jinha l’agenzia stampa di donne di Diyarbakir

Ascolta uno stralcio dell’intervista a Dedé Mirabal, l’unica sopravvissuta delle quattro sorelle Mirabal, las Mariposas, impegnate contro la dittatura di Truillo nella Repubblica Domenicana. Partia, Minerva e Teresa furono uccise dal regine nel 1960 [dura 6′]

Catania
Ascolta la corrispondenza con una compagna del gruppo le Voltapagina che, insieme ad altre associazioni di donne hanno oragnizzato un sit-in contro il femminicidio e contro la cancellazione della storisa delle donne [dura 9′]

Taranto
Ascolta una corrispondenza di una compagna del Movimento femminista proletario rivoluzionario: “l’elemosina non la vogliamo, il lavoro pretendiamo”, perché violenza contro le donne è anche negare loro lavoro e salario [dura 9′]

Bologna
Ascolta la corrispondenza con una compagna che racconta la partenza della manifestazione [dura 3′]
Leggi uno dei volantini distribuiti in piazza

Roma
Ascolta la corrispondenza dal cotrteo per le strade del Pigneto, pronto a partire [dura 3′]

Parigi
Ascolta una compagna del gruppo Locs – Lesbiennes Of color che ci racconta la manifestazione di sabato 22 novembre contro gli stupri e i crimini della polizia [dura 9′]

Torino
Ascolta la corrispondenza di una compagna del collettivo femminista MeDea, che per stasera hanno organizzato un reading dal titolo Non mi pento di nulla. Storie di donne che si sono ribellate alla violenza maschile [dura 8′]

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Ascolta il Minipimer con l’intervista/testimonianza di Dedè Mirabal, unica sopravvissuta delle sorelle Mirabal che, con il nome in codice di “mariposas” (“farfalle”) lottarono contro la dittatura di Trujillo in Repubblica Domenicana. Dalla loro lotta, troncata da un orribile assassinio, nasce la giornata mondiale contro la violenza maschile contro le donne [dura 54′]

Dedé è la seconda delle quattro sorelle Mirabal. Patria, Dedè, Minerva e María Teresa Mirabal vissero la loro gioventù negli anni della dittatura di Trujillo nella Repubblica Domenicana (1930-1961). Una dittatura lunga, fortemente razzista (Trujillo si macchiò della strage di 30.000 haitiani) per lungo tempo appoggiata dagli USA e dalla Chiesa cattolica.
Le sorelle Mirabal lottarono attivamente contro la dittatura e fondarono il Movimento 14 Giugno, gruppo politico clandestino di resistenza nel quale militarono con il nome di battaglia di las Mariposas. Il movimento aveva assunto il nome dal giorno in cui nel 1959 domenicani/e rivoluzionari/e in esilio tentarono un attacco armato, con il sostegno di Fidel Castro, ma furono sterminati dall’esercito del dittatore, il più grande del centro-america.
Nel gennaio del 1960, il Movimento venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo e le/i militanti del movimento vennero perseguitati e incarcerati, tra cui le sorelle Mirabal. Molti dei prigionieri vennero inviati al carcere di ‘La 40’ (carcere di tortura e morte). Le sorelle vennero invece liberate alcuni mesi dopo, ma solo perché il regime aveva altri piani per liberarsi di loro in maniera definitiva.
Il 25 novembre del 1960 Patria, Minerva e María Teresa Mirabal partono in auto verso Puerto Plata, dove erano ancora incarcerati i loro mariti tra cui Manolo Tavares Justo, uno dei fondatori del gruppo, Dedè rimase a casa a badare ai figlie e alle figlie di tutte.
Le altre tre, 1960 Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, furono uccise in un agguato della dittatura che poi cercò di camuffare il fatto, sostenendo che erano morte in un incidente d’auto.
Con la morte delle sorelle Mirabal Trujillo credette di aver eliminato un problema, ma ciò causò grandi ripercussioni nell’opinione pubblica dominicana (nonostante la censura), molte coscienze si scossero e il movimento culminò con l’assassino di Trujillo nel 1961.
Il 25 novembre fu scelta come giornata mondiale contro la violenza contro le donne nel 1980, durante il Primo Incontro Internazionale Femminista, celebrato in Colombia e poi fu in seguito adottata anche dall’Onu (1998).
Dedè Mirabal ha vissuto da allora allevando tutte/i insieme le figlie ed i figli suoi insieme a quelle/i delle sorelle assassinate che ha mantenuto divenendo assicuratrice. Non ha comunque abbandonato le terre agricole della famiglia ed oggi gestisce con orgoglio una fattoria di cacao biologico, il primo certificato del paese. Ha speso la vita per mantenere viva la memoria delle sorelle e con questo obiettivo ha creato e dirige la Casa Museo Hermanas Mirabal, fondata nella casa della famiglia Mirabal nella provincia di Salcedo che oggi ha assunto il nome di Provincia Hermanas Mirabal. All’ ingresso della città capoluogo si è accolte da un enorme murales con i visi delle quattro sorelle.
Notizie supplementari:
Nel 1995 la scrittrice dominicana Julia Álvarez ha pubblicato il libro “Il tempo delle farfalle”, da cui è stato tratto nel 2001 il film In the Time of the Butterflies con Salma Hayek nel ruolo di Minerva.

25 novembre contro la violenza maschile sulle donne - voci dall'Italia e dal Mondo

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Voci dalle manifestazioni contro la violenza maschile sulle donne

1. Aggiornamento da Taranto

2. Manifestazione a Bologna

3. Manifestazione a Catania

4. Corrispondenza da Parigi

5. Manifestazione a Torino

Trasmissione del 19/11/2014 "Lacrime pelose"

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Puntata del 19/11/2014

“C’è stato un tempo in cui non eri in schiavitù: ricordalo……mi dici che non ci sono parole per descrivere quel tempo, dici che non esiste. Ma ricorda. Sforzati di ricordare. O, altrimenti, immaginalo.” Monique Wittig (1969)

 Lacrime pelose/Politiche sociali/Il 25 novembre della Coordinamenta….Questioni di genere nella sinistra di classe”

Immagine rimossa.

 

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/11/20/podcast-della-trasmissione-del-19112014/

 

 

La Parentesi di Elisabetta del 19/11/2014 "Politiche sociali"

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  “Politiche sociali”

Immagine rimossa. Tutte le idee del femminismo sono all’interno del politico e non si può distinguere il politico dal sociale e si materializzano e si realizzano nella libertà e nella giustizia sociale che sono legate fortemente.

Nella nostra stagione, quella del neoliberismo, c’è una tendenza, per ora vincente, per cui il personale tanto viene sussunto a tutto campo nel tempo del lavoro, tanto è niente dal punto di vista politico, vale a dire che tutto ciò che è personale deve essere risolto individualmente. E una delle manifestazioni più eclatanti è lo smantellamento dello stato sociale. Il paradosso è che questa idea ,intesa come onnicomprensiva della società, perciò ideologia, è un’orchestrazione e una realizzazione propria della società americana, la società che è stata sussunta in maniera reale sotto la dominazione del capitale e della sua declinazione patriarcale. Tutto è stato alienato., la vita sentimentale, affettiva, culturale. Non solo la produzione e riproduzione del potere,

Nell’impegno di indebolire le tensioni di liberazione, comprese quelle che erano nel pensiero femminista, il neoliberismo ha aperto ad una concezione dell’essere secondo la quale i mercato è la natura.

Nella stagione del trionfo del neoliberismo e del patriarcato, che manipola l’emancipazione e la nostra oppressione, è necessario recuperare, di fronte a questo mondo unificato e compatto, le alterità, le resistenze e le figure e le sequenze di trasformazione.

La rivoluzione femminista è posizione di soggettività a partire da un nuovo vocabolario politico che smascheri l’unicità del pensiero rispetto a questa omologazione a cui noi diciamo no.

Questo è il nuovo tessuto politico femminista come incarnazione delle istanze irriducibili alla libertà. Oggi ci troviamo davanti il moloch dell’Impero, inteso come Stato del capitale, e della sua ideologia neoliberista che percorre e blocca la vita di ognuna in ogni segmento della stessa. Dobbiamo ragionare su idee, sulle forze materiali e collettive che diano voce alla sofferenza della vita e renderle immediatamente espressive.

L’abolizione dello stato sociale è forma concreta per rigettarci in una situazione simile a quella ottocentesca. Di fatto le epoche mutano, l’organizzazione sociale si trasforma , ma il tempo presente ha modificato il lavoro, la vita sociale, le forme di partecipazione ad essa, la vita stessa è stata messa al lavoro, è divenuta produttiva.

L’alterità, l’anelito alla libertà, sono la condizione preliminare dell’esistere, dell’esistere comune, la condizione della nostra vita. Non più rituale, non più meccanicistica, ma un recupero del proprio senso e in questo deserto del pensiero socialdemocratico, del pensiero politicamente corretto, dell’emancipazionismo, inteso come promozione sociale individuale, il femminismo è una pista che permette di trovare una strada per arrivare all’oasi. Là dove la realtà pretende di essere totalizzante, proprio lì comincia la nostra lotta. Si rivela la dimensione della nostra vita intesa come proposta di conquista della libertà.

Il rapporto tra femminismo e mondo femminile è spazio pubblico , è cooperazione intellettuale, è costruzione del comune, è scelta di parte.

Il femminismo è dialettico, il femminismo e le donne nel momento in cui si collocano e scelgono costruiscono qualche cosa di comune. Le scelte di campo producono il medesimo dispositivo e stabiliscono la differenza fra noi e la cultura patriarcale , chiunque ne sia portatore o portatrice.

Questa è la ricchezza del femminismo, il suo fascino, perché esalta tutto ciò che è condizione della vita comune e di parte.

Il femminismo è uno spazio pubblico dove ci aspetta una lotta lunga e faticosa, è lì che ci troviamo insieme o contro, tanto più in una società dove la comunicazione di massa, l’omogeneizzazione del linguaggio, la nicchia dei privilegi ha comportato, paradossalmente il ritorno di questa società a valori nazisti, ottocenteschi e medioevali.

La strada è lunga, irta di difficoltà, ma se ci sono trappole in cui non dovremmo cadere sono quelle “del prima e del dopo” e quelle “del progresso continuo e costante”.

Entrambe queste varianti ci vogliono far dimenticare che la libertà è una scelta che si fa qui e ora.

 

 

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/11/20/la-parentesi-di-elisabetta-del-19112014/

 

25 Novembre, Contro la violenza maschile sulle donne

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Il 25 novembre ricorre la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, proclamata in seguito alla tortura e all’uccisione nel 1960 delle sorelle Mirabal da parte del regime di Trujillo, nella Repubblica Dominicana, donne impegnate nella lotta di liberazione del loro paese.

Proprio a Roma nel 1976 nasce la prima passeggiata contro la violenza, 20.000 donne invadono le strade al grido di Riprendiamoci la notte, a pochi mesi dal processo per il massacro del Circeo.

Questo bisogno ancora oggi è terribilmente attuale ed è per questo che il 25 novembre vogliamo invitarvi a riprenderci insieme le vie del Pigneto.

La violenza maschile è la prima causa di morte delle donne in Italia come nel resto del mondo, non ha classe né passaporto e nella maggior parte dei casi nasce tra le mura domestiche.

Non intendiamo solo ricordare e celebrare una data, scendiamo in strada per ribadire che la nostra libertà di vivere la città non è data dalle misure di controllo, dalle telecamere, dalla militarizzazione, dalla detenzione né dall’emarginazione, ma dalla nostra autodeterminazione dentro e fuori casa e dalla solidarietà e sorellanza tra donne, dalla potenza delle nostre rivendicazioni e dalla complicità e unione delle nostre lotte.

Abbiamo scelto il Pigneto perché è un quartiere in cui molte di noi escono, vivono e lavorano, sempre più spesso percorriamo le sue strade con gli occhi bassi, di fretta, e se possiamo non da sole.

Vogliamo rispondere alla violenza e alle paure riprendendoci le strade e invitando tutte a non rimanere indifferenti, a stare attente le une alle altre, a non legittimare omertà, atteggiamenti e atti sessisti, omofobi, lesbofobici, transfobici e razzisti.

Una passeggiata di rivendicazioni collettive, rumorosa, sonora. Illuminiamo le strade, facciamole risuonare di musica, risate, colori, desideri.

Ci vediamo il 25 Novembre alle 18.30 davanti alla scuola Pisacane (via dell’Acqua Bullicante, 30) per arrivare fino all’isola pedonale del Pigneto.

Dentro e fuori le case, contrastiamo la violenza tutte insieme!

Trasmissione del 12/11/2014 "25 novembre"

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Trasmissione di mercoledì 12 novembre 2014 

ore 20.00 Apertura ” Negli alberi……. Ingeborg Bachmann” “
Immagine rimossa.

ore20.10 Attualità femminista ” Dalle lotte sui territori la verità su femminicidio e oppressione delle donne e delle diversità “

ore 20,30 La Parentesi di Elisabetta ” Stravolgimento”

ore 20.35 Approfondimento /La coordinamenta verso il 25 novembre…..”Rompere la normalità dell’esistente”

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/11/14/podcast-della-trasmissione-del-12112014/