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Campagne in lotta: un'analisi della macchina repressiva

Data di trasmissione
Durata 1h 55m 23s

Una chiacchierata con le compagne della rete Campagne in Lotta, per fare il punto su lotte e repressione a partire dalle esperienze di chi vive e lavora nei distretti dell'agroindustria italiana e di chi le sostiene, ma provando ad allargare lo sguardo. Per capire come organizzarsi contro tutte le frontiere, al di là dei confini.  

La morte di Omar e le lotte di chi lavora nelle campagne

Data di trasmissione
Durata 30m 9s

In corrispondenza con una compagna della Rete Campagne in Lotta raccontiamo il contesto di sfruttamento che riguarda i lavoratori di Campobello di Mazara.

Proprio lì un incendio ha distrutto il ghetto dell'Ex Calcestruzzi Selinunte e ha portato alla morte di Omar, una persona tra gli abitanti. Corteo, blocchi e proteste sono la risposta a questa ennesima morte che ha delle responsabilità precise nello stato e nei padroni.
Al centro le rivendicazioni di chi lavora nelle campagne e conosce sulla propria pelle la segregazione e lo sfruttamento.

Foggia e Rosarno: sciopero attaccato da cariche, pestaggi e fermi. La tenacia di chi lotta e lavora nelle campagne.

Data di trasmissione
Durata 11m 45s
Durata 17m 11s

Un resoconto della giornata di sciopero dalle strade di Foggia e Rosarno attraverso due corrispondenze.

Breve aggiornamento: due lavoratori sono feriti. Il primo dopo essere stato investito da una macchina che ha scelto di travolgere il picchetto davanti il porto di Gioia Tauro. Il secondo a seguito del fermo e del pestaggio della polizia, durante le cariche davanti il centro commerciale GrandApulia (FG). I compagni e le compagne fermate di ritorno da Reggio Calabria sono state rilasciate con alcune denunce.

Ascoltate le voci dirette di chi lotta e lavora nelle campagne.
Di seguito il comunicato diffuso questa mattina, appena iniziato lo sciopero.

PER NATALE NON CHIEDIAMO NULLA, CI PRENDIAMO LE STRADE! BASTA SEGREGAZIONE, VIOLENZA E SFRUTTAMENTO: DOCUMENTI PER TUTTI/E!

Si avvicina il Natale, le feste e i buoni propositi…e noi oggi, 6 dicembre 2019, apriamo la stagione natalizia ricordandovi che cosa succede nelle campagne italiane. Oggi blocchiamo.

Abbiamo deciso di organizzarci e scioperare ancora una volta e oggi scendiamo in strada uniti e unite, italiani ed immigrati, per rispondere alla repressione, agli sgomberi e alle leggi che ci vogliono sempre più controllati e sfruttati.

Lo facciamo contemporaneamente dalla provincia di Foggia alla piana di Gioia Tauro, due dei territori dove molti di noi lavoratori e lavoratrici delle campagne vivono, e dove troppi di noi sono morti in questi anni a causa della violenza di leggi che ci vogliono segregati, poveri e in silenzio.

Per questo oggi abbiamo deciso di bloccare alcuni degli snodi più importanti di una filiera di sfruttamento che, dai distretti agro industriali ai centri dello shopping consumista, risucchia tantissimi lavoratori e lavoratrici come noi, italiani ed immigrati, in un vortice di precarietà e ricatto.

Solo pochi giorni fa l’ennesimo incendio nell’ex Gran Ghetto di Rignano, in provincia di Foggia, ha distrutto le case di molte persone, e ancora una volta il governo risponde con una tendopoli emergenziale. Nella Capitanata, come nella piana di Gioia Tauro, l’unica soluzione abitativa per chi lavora in campagna sono le tende o la strada, mentre a Rosarno esistono case vuote costruite addirittura con i fondi europei dedicati ai braccianti stagionali. Siamo stanchi di ripeterlo, non possiamo più accettare l’enorme business che lucra sul contenimento e il controllo degli immigrati attraverso campi container, tendopoli e centri di accoglienza. Siamo lavoratori e abbiamo diritto a vivere nelle case, a contratti di affitto regolari e alla residenza!

Ma oggi ci rivolgiamo soprattutto al ministero dell’interno, responsabile delle leggi che ci rendono sempre più precari e sfruttabili. Ad oggi, oltre ad essere praticamente impossibile entrare in Italia in maniera regolare, è anche sempre più difficile rinnovare il titolo di soggiorno. L’entrata in vigore del decreto Salvini ha reso irregolari moltissime persone che prima, pur con grandi difficoltà, riuscivano a vivere e lavorare regolarmente con un permesso di soggiorno di tipo umanitario. Dal momento che le questure e le commissioni territoriali ci hanno detto chiaramente di non poter far nulla perché bloccate dalla legge, oggi usiamo la nostra forza per interloquire direttamente con il governo.

Ultimamente si sta parlando di riformare gli ultimi decreti sicurezza: pensiamo che nessuna riforma possa davvero cambiare la situazione. Vogliamo quindi la regolarizzazione per tutte e tutti attraverso l’abrogazione totale degli ultimi due decreti, la reintroduzione del permesso umanitario, dei flussi per lavoro e le sanatorie; la possibilità di rinnovare il permesso e accedere ai servizi di base anche senza la residenza. A questo proposito abbiamo preparato una piattaforma di rivendicazioni, per portare al dibattito pubblico delle proposte concrete riguardo la legislazione che regola l’immigrazione.

Pur consapevoli di essere l’anello più sfruttato della filiera, sappiamo anche bene di esserne l’ingranaggio principale. Se ci fermiamo noi, si ferma tutto il sistema. Senza la nostra manodopera da dove si ricava profitto?

Vogliamo i documenti e, come ripetiamo da anni, case vere per tutti e tutte, libertà di movimento e la fine di ogni politica e dispositivo di controllo e contenimento.

Oggi dalla Puglia alla Calabria vogliamo farci sentire e allargare il nostro fronte di lotta a tutto il paese: fino a quando non avremo risposte, vi blocchiamo il Natale.

UNITI/e CONTRO SEGREGAZIONE, CONFINI E SFRUTTAMENTO! PER NATALE NON CHIEDIAMO NULLA, CI PRENDIAMO LE STRADE!

 

San Ferdinando - Continua la lotta autorganizzata di chi vive in tendopoli contro segregazione, sfruttamento e razzismo

Data di trasmissione
Durata 21m 20s

Nella mattina di venerdì un gruppo di lavoratori delle campagne è andato a far visita al sindaco di San Ferdinando per pretendere soluzioni immediate invece di violenze e repressione.
Durante l'incontro il sindaco ha preferito imporre la mediazione della CGIL, piuttosto che dare ascolto alle persone che vivono sulla propria pelle la segregazione in un campo di stato fatto di tende, con l'impossibilità di accedere all'acqua potabile, riunirsi liberamente in assemblea, cucinarsi autonomamente un pasto, scegliere quando uscire o quando rientrare. Tutto questo avviene tra i continui abusi sul rilascio delle residenze e in un clima di violenze razziste nelle strade e incursioni della polizia nel campo.

Il sindacato è stato costretto a lasciare gli uffici del comune perché i lavoratori hanno scelto di non delegare a nessuno le loro rivendicazioni.

La corrispondenza con un compagno che vive nella tendopoli si apre con un saluto solidale nei confronti dei lavoratori colpiti dalla repressione a Saluzzo.

Dalla tendopoli di San Ferdinando ai ghetti del foggiano e Metaponto

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Durata 38m 10s

Abbiamo contattato un compagno che vive nella tendopoli di San Ferdinando per parlare della situazione difficile che riguarda le persone costrette a vivere nel campo di stato tra continue incursioni delle forze dell'ordine e espulsioni di chi si assenta per lavorare altrove.
Nella seconda parte, con una compagna della Rete Campagne in lotta, facciamo il quadro della situazione nel foggiano e a Metaponto, dove una giovane donna è morta in un incendio in uno dei ghetti dove vivono le persone che lavorano in campagna.

Dopo l'arresto nel ghetto di Borgo Mezzanone un quadro sulla repressione contro chi lavora nelle campagne del foggiano

Data di trasmissione
Durata 30m 48s

In collegamento con una compagna della Rete Campagne in Lotta discutiamo a partire dall'arresto di un abitante del ghetto di Borgo Mezzanone.
Dalla cronaca dei media alle dichiarazioni feroci dello Stato, dalla realtà dei fatti alla lotta, parliamo della quotidiana repressione contro chi lavora e vive nelle campagne del foggiano.

Dopo la tragedia nelle campagne del foggiano la parola a chi lotta

Data di trasmissione
Durata 17m 46s

Con un compagno del "Comitato lavoratori e lavoratrici delle campagne" e uno della Rete Campagne in lotta ricostruiamo il contesto in cui è avvenuto l'incidente stradale che ha portato alla morte di 4 lavoratori e al ferimento di altrettanti.
È una tragedia annunciata e purtroppo non è l'unica. Sono numerose le morti di chi lavora in campagna mentre si percorrono lunghi tratti di strada per tornare nei ghetti e nelle tendopoli isolate. Campi dove si sopravvive in condizioni difficili.

Sono le rivendicazioni delle lotte a indicarci i responsabili e il modo per evitare queste stragi.
Dopo la corrispondenza vi abbiamo proposto l'ascolto di questo contributo su caporalato e sfruttamento nelle campagne, andato in onda 3 settimane fa sulle frequenze di Radio Onda Rossa.

Di seguito il breve comunicato di Campagne in lotta:

LOTTIAMO PER LA GARANZIA DEL TRASPORTO: BASTA MORTI SULLE STRADE!

I lavoratori e le lavoratrici delle campagne lottano da anni per rivendicare la garanzia dei trasporti, che costituiscono una delle principali cause delle morti sulle strade di questa provincia.

Ieri, 4 agosto, si consuma l’ennesima tragedia nella provincia di Foggia: 4 persone hanno perso la vita e altre 5 sono rimaste gravemente ferite in un incidente tra un furgone pieno di persone di ritorno da lavoro e un camion di pomodori. Si tratta di uno dei più gravi incidenti a cui abbiamo assistito in questi anni. Ma sono centinaia le persone che hanno perso la vita mentre andavano o tornavano da lavoro in bici o su altri mezzi di fortuna.

Nonostante sia previsto nei contratti collettivi nazionali e debba essere a carico delle aziende agricole, la mancanza del trasporto costituisce una costante sottrazione di salario e determina il perpetuarsi di incidenti come quello avvenuto ieri.

Di fronte alle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici delle campagne, c’è stato solo il silenzio dei veri responsabili di tutto ciò: le associazioni di categoria, la grande distribuzione organizzata, la regione stessa che ora piangono lacrime di coccodrillo.

Siamo vicini ai lavoratori ricoverati, alle famiglie e agli amici. Continuiamo a lottare per la garanzia del trasporto, perché nessuno/a muoia più sulle strade né di lavoro!

Voci sulla resistenza allo sgombero della tendopoli di San Ferdinando

Data di trasmissione

Attraverso due corrispondenze con chi abita e resiste nella tendopoli di San Ferdinando raccontiamo la lotta e le rivendicazioni di chi vive e lavora nelle campagne della Piana di Gioia Tauro.

Grazie al racconto diretto veniamo a conoscenza dei problemi e delle proteste nella nuova tendopoli-prigione dove lo stato vorrebbe deportare tutti e tutte.
Le operazioni di sgombero "umanitario" durano da 10 giorni dati gli ostacoli creati dalla resistenza degli/delle abitanti.
Buon ascolto.