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Carcere

La scuola stanca

Data di trasmissione
Durata 1h 7m 37s

Si tenta un bilancio su un anno difficile, con la preoccupazione per un anno che verrà per il quale non è stato previsto nulla. Il risparmio infatti ha guidato e guiderà la mano del governo, dei governi. Con l'alibi della pandemia sono stati sperimentati precariato, flessibilità, scuola on demand...

Si conclude parlando della scuola nel carcere di Rebibbia, di cui si continuerà a discutere prossimamente.

Apologia di ribellione e oltraggio all’oppressore

Data di trasmissione
Durata 14m 29s

Esprimere solidarietà nei confronti dei detenuti e delle detenute in lotta? Dichiarare la propria vicinanza coi compagni inquisiti? Denunciare la gestione criminale della pandemia nelle carceri? Atti che si potrebbero dire minimali per ogni coscienza radicale, ma che per la Digos giustificano l’apertura di indagini per oltraggio e istigazione a delinquere. È quanto successo a più riprese ad alcuni compagni e compagne dell’Assemblea permanente contro il carcere e la repressione di Udine e Trieste ai quali gli inquirenti sembrano voler far pesare penalmente ogni parola “che, superando la sterile libertà di indignarsi, rivendichi la libertà di lottare”. Due compagne di Udine e Trieste ci raccontano di questa situazione e del contesto da cui nasce.

 

da: https://radiocane.info/apologia-oltraggio/

Presentazione di "Barre", di Francesco Kento Carlo.

Data di trasmissione
Durata 24m 31s

Presentazione di "Barre", di Francesco Kento Carlo.
Un libro e un mixtape che raccontano il lavoro solciale del cantante all'interno delle carceri minorili.
Ne parliamo con l'autore.


“Non è facile raccontarvi l’emozione di oggi. Perché questo è un lavoro a cui tengo in modo straordinario e perché sono stato a lungo incerto prima di decidermi a scriverlo. Potrebbe avere delle conseguenze su di me e sulla mia possibilità di continuare a lavorare in carcere, lo so bene. Ma certe verità vanno raccontate, costi quello che costi. 

"Dedicato a tutti i miei fratellini dietro le sbarre, con un ringraziamento a tutti quelli che ci hanno aiutato e ci aiuteranno a portare fuori la loro voce.”

Una campagna per la liberazione di Mumia Abu-Jamal

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Durata 31m 28s

Con Silvia Baraldini torniamo a parlare della liberazione di Mumia Abu-Jamal da 40 anni rinchiuso nelle carceri americane. Le sue ocndizioni di salute sono in peggioramento per questo andrebbe attivata una mobilitazione. Due gli appuntamenti il 24 aprile, il suo compleanno e il 9 dicembre per i 40 anni di carcerazione.

Un articolo di Laura Corradi

Un saluto da Mumia Abu Jamal

8M 2021: a un anno dalla strage di stato nelle carceri

Data di trasmissione
Durata 10m 16s
Durata 7m 12s

È passato un anno dalle rivolte scoppiate nelle carceri di questo paese, proteste collettive che si sono espanse a macchia d’olio in tutto il mondo. Quindici persone sono state uccise dallo Stato in Italia in quelle giornate, una tragedia che si è compiuta sotto gli occhi di tutti e nel più vile tra i silenzi col tentativo di archiviare velocemente quei fatti da parte delle istituzioni. Questa mattina si è tenuto un presidio di fronte al Ministero di Giustizia a Roma, ne parliamo con una compagna.

 

Un fumetto benefit per i e le detenute

Data di trasmissione
Durata 11m 56s

"Lontano dagli occhi, lontano dal cuore" è un fumetto uscito in questi giorni a cura di ZeroCalcare, con la collaborazione di alcune e alcuni solidali con la popolazione carceraria, un'autoproduzione benefit che troverete durante le iniziative contro il carcere e in solidarietà con chi si è ribellato nell'ultimo anno e in omaggio a chi perse la vita durante le rivolte dello scorso anno.

Durata 12' ca.

Un anno di rivolte e morti nelle carceri: che peso gli diamo?

Data di trasmissione

In questa puntata di Silenzio Assordante abbiamo ripercorso un anno (quasi) dall'inizio delle rivolte e le prime repressioni nelle carceri d'Italia. Partiamo con l'intervento di Lello, un compagno che ha ricostruito un quadro generale di quest'anno e delle condizioni delle persone in prigione. Abbiamo parlato poi con una parente che ci ha ricordato la solidarietà di chi da fuori ha sofferto e soffre per i propri cari e care reclusi/e. Poi abbiamo ascoltato una compagna di Torino e un compagno di Trieste che hanno raccontato le specificità delle lotte nelle carceri delle città, ricordando gli appuntamenti locali e generali.
In chiusura, sempre da Trieste, mettiamo al centro i limiti che quest'anno abbiamo riscontrato nel riuscire a far sentire il peso delle gravi violenze nelle galere e la repressione nei confronti di chi muove la solidarietà in frontiera.

Appello alla città: assemblea in piazza verso l'8 marzo

Data di trasmissione
Durata 31m 39s

APPELLO ALLA CITTÀ
ASSEMBLEA IN PIAZZA VERSO L'8 MARZO: SABATO 27 FEBBRAIO ore 16,30 Piazza Perestrello.

Nell'audio, montato dall'assemblea parenti e solidali dei detenuti, ascolterete le voci di partenti di persone detenute che hanno attraversato la radio nell'ultimo anno.

 

È passato quasi un anno dalle rivolte scoppiate nelle carceri di questo paese, proteste collettive che si sono espanse a macchia d'olio in tutto il mondo. Le persone prigioniere che si sono ribellate sapevano e sanno bene che nessun governante avrebbe mosso un dito per mettere in salvo dal contagio chi è rinchiuso: da sempre le galere escludono e vessano migliaia di vite, anche prima del Covid. Le proteste di chi era dentro hanno fatto scendere in strada anche chi ha i propri affetti rinchiusi, soprattutto le donne, che hanno deciso di non stare ad aspettare in silenzio, portando fuori con forza  le rivendicazioni di salute e libertà che venivano dai prigionieri e dalle prigioniere.

A Roma il tempo della rivolta è stato il 9 marzo, sia a Rebibbia che a Regina Coeli, la rabbia è esplosa e diverse forme di protesta sono continuate durante il corso dell'anno. Quel 9 marzo iniziavano a circolare le notizie della morte di alcuni detenuti durante le rivolte del giorno precedente a Modena e Rieti.

A Rebibbia 55 detenuti sono accusati di pesanti reati, tra cui devastazione e saccheggio, in seguito alla sommossa. Sono centinaia i detenuti che andranno a processo per le rivolte in tutto il paese. Possibile che lo stato abbia avuto il coraggio, dopo  le stragi e le torture di marzo e aprile che hanno tracciato una lunga scia di sangue, di mandare a processo centinaia di detenuti che hanno gridato la loro rabbia indicando l'unica soluzione possibile, ovvero lo sfollamento delle galere, per salvarsi dal contagio?

È la necessità di scongiurare nuove proteste a scatenare questa pesante vendetta. Le giuste rivendicazioni vengono messe a tacere con la violenza più feroce.

Sì, lo stato ci tiene alle sue galere, a quelle mura e a quelle sbarre così alte, che hanno un effetto su milioni di esistenze, anche quelle "libere". Le morti durante le rivolte  parlano chiaro, raccontano quello che lo stato
è disposto a farci per governare con la paura, per ribadire il suo potere se alziamo la testa, per impedire la solidarietà.

Il carcere non può restare una bolla separata da chi abita la città, non lo è e non possiamo permetterci di girare le spalle a chi è imprigionato/a.

Invitiamo tutte le realtà e le persone interessate a partecipare il giorno 27 Febbraio alle ore 16,30 in Pza Perestrello per un momento di confronto e aggiornamento sulla lotte nelle carceri e per parlare della mobilitazione nazionale dell'8 marzo sotto al ministero della giustizia.

Marzo 2020, quella nelle carceri è una strage di Stato.

NON LASCIAMOLI SOLI/E