Minniti, uomo dei servizi, nel suo decreto unisce un controllo dei territori in cui sempre maggiore è il ruolo dei sindaci ad un revival dei CIE (con tanto di nuovo acronimo, CPR) più "efficienti": più centri, più piccoli, per rimpatri più rapidi, in modo da allontanare le deportazioni dagli occhi.
Si è concluso il processo per direttissima a Busto Arsizio (VA):
i 3 compagni che ieri erano saliti sulla torretta dell'aeroporto
Milano-Malpensa sono stati rilasciati, ma verranno processati
per interruzione di pubblico servizio il 13 settembre.
Secondo quanto riportato dall'agenzia ANSA, il volo di deportazione previsto nella giornata di oggi da Malpensa sarebbe invece in partenza dall'aeroporto di Torino-Caselle.
A Roma, un gruppo di attiviste e attivisti manifesta in questo momento sotto l'OIM, organizzazione che ha facilitato negli anni la conclusione di accordi per la gestione dei flussi migratori con i paesi di provenienza.
Dopo la firma degli accordi con il governo sudanese del 5 agosto scorso e la definizione del cd Migration Compact insieme a Germania e Francia, l'Italia si appresta a rendere efficaci gli accordi presi e nella giornata di ieri 40 richiedenti asilo sono stati portati da Ventimiglia a Malpensa, dove un volo dovrebbe partire in queste ore alla volta di Khartoum, facendo tappa in Egitto.
Una corrispondenza con un compagno, a Malpensa, dove è stato esposto uno striscione contro le deportazioni e il commento di Fulvio Vassallo Paeologo, avvocato esperto in diritto delle migrazioni.
Nella città ligure, al confine con la Francia, resta ancora estremamente precaria la situazione di oltre 500 migranti, dislocati tra il campo governativo della CRI (Croce Rossa Italiana) e i locali di una parrocchia locale.
Ventimiglia è città militarizzata; un'infame ordinanza comunale vieta a chiunque di somministrare pasti ai migranti. Solo il campo della Croce Rossa, volutamente posto ai margini della cittadina, è autorizzato ad ospitare ragazze e ragazzi oltreché dar loro cibo.
I/le solidali di Progetto20k hanno deciso di sfidare e violare tale ordinanza praticando così una "solidarietà clandestina".
Ascolta gli aggiornamenti da Ventimiglia con una solidale di Progetto20k.
Nella seconda corrispondenza una compagna NoBorders 20miglia ci parla della scure repressiva che si è abbattuta sui solidali, già dall'anno scorso. Misure amministrative come fogli di via, denunce, cariche e intimidazioni sono le risposte dello Stato ai tentativi di solidarietà militante e attiva dei singoli con i migranti.
Corrispondenza con una solidale da sotto il Cie di Ponte Galeria dove da stamani è in corso una deportazione di massa verso la Nigeria. Forti resistenze delle donne e conseguenti pestaggi.
Infine la notizia della fuga di cinque persone dal CIE di Brindisi Restinco. Buona libertà!
L’appuntamento è per Sabato 10 Ottobre ore 16 a stazione Ostiense per andare e tornare insieme
con il treno. Dalle 17 in poi presidio solidale sotto le mura del CIE di Ponte Galeria.
Venerdì 9 Ottobre serata a sostegno delle lotte contro i CIE ore 19 sala da the Fronte
del Porto, via del Porto Fluviale 18
Sono stati/e chiamati/e rifugiati/e, clandestini/e, profughi… sono oggetto di calcoli politici ed economici, numeri da piazzare qua e là nei vari paesi europei. Oggetti da sbattere in prima pagina per raccontare una storia commovente e soprattutto oggetti su cui è possibile speculare, politicamente per attirare un pò di consenso, o economicamente, perchè per molti i flussi migratori sono una gran bella fonte di profitti.
Per noi sono delle persone, con delle vite, delle storie, dei corpi. Persone che per diverse
ragioni, che non sta a noi sindacare, decidono di intraprendere un viaggio. A volte per scelta,
spesso perchè costrette.
In questi giorni abbiamo visto le forze dell’ordine comandate dal governo, sgomberare il campo
autogestito alla frontiera italo-francese a Ventimiglia. Lo sgombero ha comportato anche il
trasferimento forzato di 20 persone nel Cara di Bari, campo d’internamento etnico per chi fa
richiesta d’asilo in Italia.
Questa ennesima violenza di stato è avvenuta mentre come compagni/e impegnati/e nella lotta
contro i CIE a Roma, abbiamo sentito l’urgenza di una discussione sulla violenza di genere
nelle comunità in lotta, a seguito delle dichiarazioni, a firma del Presidio No Borders di
Ventimiglia, sullo stupro di una donna nel campo autogestito. Riteniamo inaccettabile
l’isolamento prodotto nei confronti della donna e la delega alle istituzioni di
“fare giustizia” e determinare la veridicità della denuncia di stupro.
In Italia sono tanti i centri per la detenzione amministrativa in cui vengono sbattute
queste persone, con varie sigle e diversi regolamenti. Per noi sono semplicemente prigioni.
Il CIE di Ponte Galeria a Roma è uno di questi. Un luogo dove quotidianamente vengono rinchiuse ragazze e ragazzi, dove avvengono pestaggi, deportazioni. Nell’ultimo mese ne abbiamo viste tante, individuali e di massa, come abbiamo ascoltato i racconti di chi, lottando per la propria esistenza e la propria dignità, è stato/a pestato/a e umiliato/a da guardie e operatori che all’interno di questi centri lavorano con disumana impassibiltà.
Ma il CIE di Ponte Galeria, come altri, è anche un luogo dove nascono complicità e solidarietà,
sia dentro che fuori, dove si lotta, dove si resiste. É per queste persone e per le relazioni ù
create nel tempo che continuiamo ad andare sotto quelle mura, con regolarità e determinazione.
E continueremo a farlo finchè ognuno di questi posti non verrà distrutto.
https://romattiva.wordpress.com/2009/08/19/controic-i-e-portofluviale-910/https://romattiva.wordpress.com/2009/08/18/presidioc-i-e-pontegaleria-1010/