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Sudan: una guerra dimenticata

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Con Daniela Rocchi, operatrice sanitaria di Emergency, parliamo della situazione in Sudan, uno dei paesi più grandi dell’Africa che, per posizione geografica, costituisce uno degli snodi principali per le rotte migratorie. Ci soffermiamo, in particolare, sul conflitto tra le Forze di Supporto Rapido (RSF), milizia creata nel 2013 dall’ex presidente Omar al-Bashir, e le Forze Armate Sudanesi (SAF). Si tratta di una delle guerre più sanguinose della contemporaneità, al punto che le Nazioni Unite hanno definito quella in Sudan “la più grave crisi umanitaria del mondo”, con più di 150.000 morti e almeno 12 milioni di persone costrette alla fuga, che è tuttavia sino ad oggi rimasta quasi completamente fuori dall’attenzione mediatica.

Radio Africa

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TanzaniaLe proteste sono iniziate il 29 ottobre, giorno delle elezioni parlamentari e presidenziali da cui erano stati estromessi i leader delle opposizioni, vinte dalla presidente Samia Suluhu Hassan con quasi il 98% dei voti, ma segnate da brogli diffusi, la durissima repressione ha provocato fra gli 800 e i 3000 morti .Una strage che ha sconvolto il paese ,si parla di esecuzioni sommarie e fosse comune ,niente sarà come prima in Tanzania .

Mali- Da diverse settimane i jihadisti del gruppo JNIM affiliato ad Al-Qaeda hanno imposto un blocco delle importazioni di  carburante ,paralizzando l'economia del paese e costringendo la giunta di Goita a sospendere molte attività e a chiudere le scuole .Sebbene JNIM possa continuare ad esercitare pressioni è improbabile che riesca ad arrivare a Bamako certamente la giunta maliana non controlla più una parte rilevante del territorio e rischia una crisi di consenso tra i cittadini  esasperati.  

Sudan- Le forze di supporto rapido paramilitarie (RSF) hanno annunciato l’accettazione della tregua umanitaria di tre mesi proposta dal Quartetto, composta da Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita ed Egitto, sollevando speranze ma anche dubbi . Il conflitto in Sudan ha creato quella che l’Onu ha definito “la più grande crisi umanitaria del mondo”, in cui si stima che oltre 24 milioni di persone stiano affrontando una grave carenza di cibo, e la conquista dell’importante città di Al Fasher da parte delle RSF ha causato la morte di almeno 2000 persone.

 

Radio Africa. Sudan, Sud Sudan, Etiopia, Senegal

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Sudan: dopo due anni di conflitto la capitale Khartoum torna sotto il controllo della giunta militare. Le milizie RSF si ritirano verso il Darfur.
 
Sud Sudan: arrestato a Juba il vicepresidente Rieck Machar, dopo che nell'ultimo periodo erano aumentati gli scontri armati tra il South Sudan People’s Defence Forces (SSPDF) e il partito del vicepresidente, lo SPLA-IO nella capitale e nello stato dell’Upper Nile.
 
Etiopia: dopo gli Accordi di Pretoria, che davano per conclusa la guerra nel Tigray, la situazione si è nuovamente complicata; infatti, Il conflitto che si è aperto in seno al Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (TPLF) ha riacceso le tensioni tra Etiopia ed Eritrea.
 
Senegal: a un anno dalla vittoria elettorale del Pastef, il presidente Faye ha fatto un audit sui conti pubblici e ha scoperto che l'ex presidente Macky Sall aveva nascosto sette miliardi di debiti del paese. Ciò ha determinato una crisi finanziaria e una trattativa con il FMI per un nuovo prestito.
 

Radio Africa: Sudan, Algeria, Sudafrica ... e cacao

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Sudan: la guerra, scoppiata nell'aprile 2023, continua in modo sempre più intenso, con un numero di vittime elevato anche tra i civili e un'enorme quantità di sfollati  che ha innescato un'emergenza umanitaria di proporzioni sconvolgenti. Stupri e le violenze sessuali sono dilaganti, mentre la carestia si fa sentire in modo drammatico.

Algeria: la rete televisiva France 5, con il pretesto di dover trasmettere aggiornamenti di attualità, ha cancellato la programmazione del film "Algeria: sezione armi speciali" che indaga l'uso di armi chimiche da parte dell'esercito francese contro i combattenti per l'indipendenza durante la guerra di Algeria, tra il 1956 e il 1962. Il film, disponibile su Francetv in streaming, è basato sul lavoro di inchiesta dello storico Christopher Lafaye.

Sudafrica: I rapporti tra Stati Uniti e Sudafrica peggiorano al punto che venerdì scorso, l'ambasciatore sudafricano Ebrahim Rasool è stato espulso dall'amministrazione Trump.

... cacao: il 75% del cacao globale proviene da Costa d'Avorio, Ghana, Camerun e Nigeria ma la produzione, principalmente per effetto del surriscaldamento globale, sta subendo un calo progressivo che è arrivato a sfiorare il 30%. Si tratta di un'industria multimiliardaria, ispirata a logiche coloniali mentre il 90% dei coltivatori vive in condizione di povertà assoluta

 

Radio Africa: Sudafrica Sudan

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Sudafrica:  estratti 78 corpi dalla miniera in disuso di Stilfontein È in corso un'operazione di salvataggio che dovrebbe durare dieci giorni per estrarre dal sottosuolo i minatori illegali di oro, il cui numero e il cui stato di salute restano incerti. La situazione di stallo è iniziata a novembre, quando il governo ha ordinato alla polizia di arrestare tutti i minatori che emergevano, affermando di essere determinato a porre fine all'attività mineraria illegale. Riducendo le riserve portate dai parenti che vivono dell'economia informale attorno al sito, la polizia ha cercato di costringere i minatori a tornare in superficie.

 Sudan : l'amministrazione statunitense ha sanzionato il capo dell'esercito accusato di aver utilizzato armi chimiche Tutti i beni del generale Al-Bourhan negli Stati Uniti sono ora congelati e Washington proibisce qualsiasi transazione con lui. Caduta nelle mani dell'esercito Wad Madani è una sorta di capitale economica del Sudan: si trova al centro della regione agricola più produttiva del Sudan, quella che viene chiamata Gezira. È la piantagione di cotone del Sudan ed è un'area che ospita una popolazione numerosa. E poi è una zona nevralgica per chi la controlla: cioè fornisce risorse, ed è una sorta di punto di svolta

Radio Africa: Mozambico, Sudan, Camerun, Kenya

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Mozambico: il leader dell'opposizione mozambicana, Venancio Mondlane, minaccia “una rivoluzione” e indice mobilitazioni, a seguito di presunte frodi nelle recenti elezioni presidenziali e dell'omicidio di due suoi stretti collaboratori. La tensione nel paese è in aumento, mentre è in atto una campagna di ReCommon per fermare gli interessi fossili di ENI in Mozambico

Sudan: mentre si aggrava sempre di più l'emergenza umanitaria, le Forze Armate Sudanesi (SAF) riconquistano porzioni sempre più ampie di territorio, compresi quartieri della capitale del paese, Kartum.

Camerun: la situazione politica del paese rimane di forte instabilità, anche se l'anziano presidente, Paul Biya, è tornato ieri a Yaoundé, dopo numerose settimane di assenza e voci allarmanti sul suo stato di salute.

Kenya: l’ex-vicepresidente del Kenya Rigathi Gachagua è stato destituito a seguito di una  procedura di impeachment; al suo posto è stato nominato Kithure Kindiki, ministro degli Interni, anche lui, come Gachagua, proveniente dalla regione del Monte Kenya.

RadioAfrica:Sudan,Kenya,Uganda

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In questa puntata facciamo il punto sulla guerra in Sudan che continua ad estendersi dopo 16 mesi e a provocare una delle crisi umanitarie più gravi degli ultimi anni con milioni di sfollati ,profughi, stupri e violenze di massa, il collasso del sistema sanitario e carestia incombente . La guerra ormai coinvolge tutti gli stati del Sudan e il paese è diviso in due con il territorio controllato dalle RSF (le forze di  supporto rapido ) eredi dei Janjaweed comandate da Hemmetti che si estende nella parte sud orientale e controlla anche la capitale e le SAF (l'esercito sudanese) comandate da al Bhuran ,generale golpista che ha soffocato la rivoluzione che aveva defenestrato Al Bashir.  

In Kenya continuano le mobilitazioni contro il presidente Ruto ma il movimento di protesta ha individuato le responsabilità del FMI nello strangolamento dell'economia keniana con l'imposizione dei piani di aggiustamento strutturale al fine di garantire il pagamento del  debito. La protesta si estende anche contro i governatori delle varie regioni accusati di malversazioni e corruzione ,mentre vengono alla luce fosse comuni in prossimità di caserme della polizia che fanno temere che dietro gli omicidi ci sia la polizia che ha duramente represso le proteste del giugno  scorso.

Il contagio delle proteste in Kenya si estende anche al vicino Uganda dove nonostante i  divieti è state indetta una marcia verso il parlamento e contro la corruzione da un collettivo di giovani che fa riferimento all'ashtag Stop corrution .La polizia che presidiava il centro di Kampala in forze ha arrestato decine di manifestanti e  ha circondato la sede del partito di Bobi Wine ,storico oppositore del presidente Museveni.Il desposta ugandese che governa il paese dal 1986 ha minacciato i manifestanti in un discorso televisivo dicendo che stanno giocando con il fuoco e di essere al soldo degli interessi  stranieri.

Radio Africa: Sudan

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Sudan, ad un anno dall’inizio del conflitto tra l’esercito regolare fedele al generale Abdel Fattah al Burhan, presidente del Consiglio Sovrano, e le Forze di supporto rapido, milizie militari fedeli all’ex vice di Burhan, Mohamed Dagalo detto Hemedti, si registra il più alto numero di sfollati interni al mondo, oltre 8milioni.

In Darfur ripresa la pulizia etnica delle Rsf.

Radio Africa: Sudan Senegal Niger

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Sudan : da undici mesi è sconvolto da una guerra cominciata come scontro di potere tra due generali e che rischia di far collassare il paese; teatro della maggior crisi umanitaria del mondo per numero di persone colpite, 11 milioni circa di sfollati interni e 3 milioni fuori dal paese.

Senegal: il paese al voto il 24 marzo per eleggere il nuovo presidente. I candidati promettono interventi per salvare l’economia e rivedere gli accordi sulla pesca che hanno ridotto milioni di pescatori artigianali alla fame.

Niger: La giunta militare denuncia come illegale la presenza militare americana. La denuncia dell’accordo militare è arrivata la sera del 16 marzo in diretta TV. In particolare, ha criticato l’accordo del 2012, relativo allo status del personale militare degli Stati Uniti e dei dipendenti civili del dipartimento americano della Difesa.