Oggi parliamo della grave crisi umanitaria e politica in Etiopia, dell'abolizione della pena di morte e dell'introduzione dei Bitcoin come moneta ufficiale nella Repubblica Centraficana, dell'inasprirsi del conflitto tra Congo e Ruanda nell'area di confine del Nord Kivu.
Dopo 16 mesi di trattatative finalmente è stata accordato un cessate il fuoco per permettere di far passare dei camion di aiuti alla popolazione del Tigray. L'Etiopia ha permesso tuttavia il passaggio di pochissimi camion rispetto a quanti erano pronti e a quanti aiuti neccessitano.
Sudan:il premier Hamdok si dimette. Di fronte all’ennesima repressione dei militari, che hanno ucciso altri quattro manifestanti, il premier deposto con un colpo di stato il 25 ottobre e poi reinsediato dagli stessi golpisti sotto pressione internazionale, ha deciso di rinunciare a formare il nuovo governo.
Etiopia:i raid aerei dell’esercito di Addis Abeba nel nord-ovest del Tigray, nella città di Dedebit,hanno provocato 56 vittime, decine di feriti in un campo di sfollati; nella città di Mai Tsebri, sono state uccise almeno 17 persone, per lo più donne e numerose sono state ferite.La popolazione è allo stremo per il perdurare del blocco nel rifornimento di medicinali e cibo.
Mali: pesanti sanzioni contro la giunta militare in Mali decise domenica scorsa dalla Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao) per indurre i militari, al potere dall’agosto 2020, a fissare al più presto la data delle elezioni e il ritorno del governo ai civili.Ieri Russia e Cina hanno bloccato un testo del Consiglio di sicurezza dell’Onu favorevole alle sanzioni.
E' di ieri la notizia che un attacco compiuto da droni di fabbricazione turca dell'aviazione etiope su un campo profughi ha provocato oltre 50 vittime civili. Si tratta dell'ennesima strage di un conflitto che continua ad insanguinare il corno d'Africa, nonostante si sia verificato qualche timidissima apertura diplomatica da parte del governo centrale di Addis Abeba. Sulla guerra civile in corso abbiamo chiesto allo storico Matteo Dominioni di fare il punto della situazione.
della situazione in Mali dopo il secondo colpo di Stato nel Paese in meno di due anni, appena 9 mesi dopo il precedente golpe dell'agosto 2020. La crisi inizia il 24 maggio del 2021, quando il colonnello Assimi Goita ha arrestato il presidente Bah N’Daw e il primo ministro Moctar Ouane dichiarandosi Presidente della transizione e promettendo che avrebbe portato il Paese alle elezioni legislative e presidenziali nel febbraio 2022;
di Etiopia dove si aggrava la crisi economica ed umanitaria creata dalla guerra che da oltre un anno sta devastando il paese;
ed infine della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), nel cuore del continente africano, che contiene quantità considerevoli di minerali diventati indispensabili per l’economia moderna: litio, cobalto, coltan e altri composti utili per la fabbricazione di telefoni e batterie. Nella regione è in corso un braccio di ferro tra il presidente congolese Félix Tshisekedi e i potenti interessi economici cinesi attirati nel paese dal suo predecessore, Joseph Kabila.
In Etiopia le milizie tigrine del TPFL sono giunte a duecento chilometri a nord della capitale Addis Abeba, quelle Oromo addirittura quaranta chilometri a sud della metropoli. Il governo centrale continua nei proclami incendiari mentre la comunità internazionale sta alla finestra. La nostra corrispondenza con lo storico Matteo Dominioni.
Sudafrica nel caos dopo l’arresto dell’ex presidente Jacob Zuma, oltre 200 morti. La violenza è scoppiata nelle province di KwaZulu-Natal e Gauteng per poi propagarsi in quelle di Mpumalanga e Capo Nord.
Aggiornamenti sulla situazione in Etiopia e sulla grave crisi in Tigray.
Kenya, non basta la tragedia ambientale ed i 13 morti nell’esplosione di una cisterna di petrolio avvenuta il 17 luglio, si progetta un nuovo oleodotto.
Radio Africa ci aggiorna sulla grave situazione in Tigray, sulle ripercussioni in Etiopia e nei paesi vicini; parla delle proteste in Sudan e della repressione operata dalle forze di polizia contro i manifestanti nel regno di Eswatini.
Si sono tenute le elezioni in Etiopia in un clima di guerra nel Tigray,in molte zone non si è potuto votare ed il primo ministro Ahmed cerca una legittimazione nonostante le tensioni interetniche che hanno provocato centinaia di morti e una violenta repressione ,la guerra nel nord che aveva promesso breve ed invece si susseguono i massacri indiscriminati ,le truppe eritree sono nel territorio etiope e la fame minaccia gli abitanti del Tigray,nelle altre regioni i partiti di opposizione hanno boicoattato l'appuntamento elettorale e si accrescono anche le tensioni con il Sudan e l'Egitto a causa della diga del Rinascimento .
Anche in Algeria si è votato per l'assemblea nazionale in elezioni volute dal presidente ma boicotatte dal popolo algerina ,l'astensione ha raggiunto picchi del 70 per cento ,il movimento Hirak ha contestato la scelta del presidente definendola una mascherata elettorale e una fuga in avanti.
Un parlamento delegittimato dovrà nominare un nuovo governo mentre il paese si avvita in una crisi senza fine.