La lotta contro il Tav varca i confini italiani: stasera a Budapest prevista un'iniziativa di dibatitto per informare della situazione in Valsusa e sul progetto della Torino-Lione che dovrebbe collegare anche la capitale ungherese.
Ultimo aggiornamento delle 13.30: Moretti. evidentemente sotto pressione per via della protesta, è scappato da un uscita laterale, protetto da un folto schieramento di polizia. Previsto un nuovo presidio Notav a Trieste sabato pomeriggio alle 16.30
corrispondenza delle 12.30
E' in corso un presidio a Trieste di solidali Notav, sotto il palazzo del municipio per contestare l'amministratore di Trenitalia Moretti, che aveva in programma un incontro con sindaco e altri amministratori.
Anche al Nord si moltiplicano le proteste e le denuce per i disservizi di trenitalia, la soppressione dei treni regionali e l'aumento dei costi.
Resoconto dell'iniziativa di ieri dei solidali notav di Lecce che hanno bloccato per 40 minuti la stazione e ritardato la partenza di un treno diretto a Roma.
L'iniziativa ha cercato di sensibilizzare i cittadini sulla pericolosità del progetto del gasdotto, che dovrebbe coinvolgere il salento.
Continua la resistenza in Valle e continuano le straordinarie giornate di lotta; in queste ore resiste il blocco sull'autostrada allo svincolo di Chianocco, dove questa notte hanno preso fuoco delle auto di attivisti notav.
Alla vigilia della manifestazione del 25 febbraio in Val di Susa a sostegno del movimento NO TAV, la magistratura ha inflitto condanne pesantissime a due imputati per i fatti accaduti durante la manifestazione del 15 ottobre 2011 a Roma: 5 anni di reclusione a Giuseppe Ciurleo e 4 anni a Lorenzo Giuliani che si vanno ad aggiungere a quelle di 3 anni e 4 mesi a Giovanni Caputi e 2 anni a Robert Scarlett, anch’essi inquisiti per i medesimi fatti. A questo punto ogni componente del movimento non può evitare la domanda: perché la repressione opera oggi con tale ferocia? Al di là della evidente sproporzione tra reati contestati e condanne, avvertiamo il peso tutto politico di questa sentenza. Emerge netta un'offensiva dello Stato che, nel quadro generale di costrizioni e minacce che stiamo vivendo, di attacco al salario, ai diritti e alle condizioni di vita, cerca di imporre al conflitto di classe rigide regole di comportamento. Gli arresti del 14 dicembre 2010, del 15 ottobre 2011, del movimento NoTav sono tutte dentro questo tentativo di imposizione di regole e modelli che vogliono segnare uno spartiacque tra un "dentro" e un "fuori" delle compatibilità del quadro capitalistico di gestione della crisi. Regole che, all'interno del movimento, hanno lo scopo di recidere ogni legame solidaristico tra i movimenti e di avallare la nauseante differenza tra "buoni" e "cattivi". Di questo passo, per usare le affermazione del procuratore di Torino Giancarlo Caselli, gli articoli del Codice penale finiranno per essere gli unici strumenti regolatori del conflitto di classe. Non cadiamo nel tranello, come sta avvenendo per le condanne di Genova 2001. Vediamo con preoccupazione il riproporsi di una sostanziale incomprensione di alcune componenti del movimento, pensiamo al contrario che queste sentenze, dal duro monito repressivo, non debbano passare sotto silenzio. Radio Onda Rossa continua ad essere al fianco dei compagni e compagne arrestate per il 15 ottobre e di tutte e tutti coloro che pagano con le denunce e la galera la loro voglia di ribellione. La redazione di ROR