La Sicilia brucia e non è il primo anno: con due compagne di Palermo e Catania parliamo della situazione che è al tempo stesso effetto di lunghi processi di desertificazione della regione favoriti da pratiche parassitarie dei governi regionali e specchio della loro totale incapacità di governare un territorio abbandonato a sè stesso.
il Ponte sullo Stretto di Messina non è solo un’infrastruttura devastante dal punto di vista sociale, economico e ambientale ma rappresenta anche il cavallo di Troia per legittimare l’ulteriore escalation del processo di militarizzazione e riarmo della Sicilia e del Mezzogiorno d’Italia, accelerando la conversione del territorio in piattaforma avanzata per le operazioni di guerra e distruzione del pianeta. Il progetto rientra nel Trans-European Transport Network (TEN-T), il cui scopo, tra gli altri, è quello di creare una rete in grado di soddisfare “un piano di azione sulla mobilità militare 2.0". A sostenerlo economicamente ci pensa l’UE con i finanziamenti provenienti dal Connecting Europe Facility (che finanzia progetti di infrastrutture di trasporto a duplice uso) e dal Fondo Europeo per la Difesa (che sostiene lo sviluppo di sistemi logistici e digitali interoperabili).
Michele Cinque, regista e filmmaker, presenta Iuventa, il documentario dedicato a un gruppo di giovani della Germania che nel 2016, dopo una rapidissima campagna di crowfunding, sono riusciti a mettere in mare un vecchio peschereccio, ribattezzato Iuventa, trasformandolo in nave salvataggio per offrire assistenza e aiuto alle e ai migranti in difficoltà nel canale di Sicilia. Un'operazione apertamente osteggiata dalle autorità raccontata attraverso un film frutto di centinaia di ore di girato.
Verso il G7 di Taormina di questa settimana abbiamo contattato una compagna di Palermo per parlare della mobilitazione che si terrà il 27 Maggio ai Giardini Naxos e per condividere alcune riflessioni insieme.
Riportiamo il comunicato dell'assemblea pubblica che si terrà il giorno precedente, il 26 Maggio sempre ai Giardini Naxos.
Il 27 maggio sfileremo in corteo sul Lungomare di Giardini-Naxos a ridosso della zona rossa del G7. Lo faremo perché la riunione dei cosiddetti “sette grandi” è la rappresentazione politica di una diseguaglianza globale spaventosa per la quale pochissime persone concentrano nelle loro mani gran parte della ricchezza prodotta nel nostro pianeta. Lo faremo perché le politiche economiche dei “sette grandi” spingono sempre più persone nella povertà e distruggono il sistema di garanzie sociali conquistate in occidente con decenni di lotte.
Lo faremo perché a Taormina verrà messa a punto la guerra ai migranti, quella strategia criminale finalizzata ad impedire a chi vuole conquistare una possibilità di vita per sé, per le proprie famiglie e per le proprie comunità di farlo. Ai muri che questa strategia vuole costruire noi rispondiamo con l’affermazione della libera circolazione delle persone. Il 27 maggio saremo a Giardini-Naxos per opporci alle politiche belliche dei “sette grandi”, che vedono la nostra terra (con la base di Sigonella e il Muos) disposta come avamposto fondamentale della guerra permanente, finalizzata a mantenere il controllo politico sui paesi aggrediti e controllarne le risorse energetiche, causando miseria e migrazioni. Ci saremo per opporci alla svolta razzista, xenofoba e maschilista che la figura di Trump (sarà la sua prima vera apparizione sulla scena globale) rappresenta.
Saremo in piazza perché pensiamo che la tecnologia vada utilizzata per migliorare la condizione di vita delle persone e non per mettere in atto sistemi di controllo sociale che mimetizzano dietro le espressioni “smart city” e “cybersecurity” e perché vogliamo difendere il pianeta dalla distruzione ambientale cui il sistema economico ci sta conducendo, nonostante le tesi negazioniste tendano a nasconderlo.
Il 27 maggio sfileremo in corteo per rivendicare il sacrosanto diritto di dire la nostra, di portare in piazza i nostri contenuti e, attraverso questo, di rivendicare il diritto all’autodeterminazione. Ma, soprattutto, il 27 maggio staremo col fiato sul collo dei potenti perché il g7 è una vera e propria occupazione militare, uno schiaffo tirato in faccia agli abitanti di questa terra. Da mesi, ormai, infatti, la libertà dei cittadini è limitata e tutti i poteri locali sono commissariati.
Per questo G7 una terra marginalizzata, umiliata, inquinata viene usata come il parco-giochi delle famiglie dei potenti. Una terra desertificata da generazioni di amministratori corrotti e che oggi si stendono supini ai piedi dei potenti viene utilizzata come un ottovolante dove poter fare muovere i loro aeromobili.
Noi alziamo la testa per difendere la nostra dignità. Chiediamo a tutti voi di farlo insieme a noi.
Tutto il ricavato dell'iniziativa andrà a sostenere le spese legali degli/delle attiviste/i NO MUOS.
Abbiamo contattato uno degli invitati dell'iniziativa che ha lanciato anche un appuntamento: l'1 luglio si terrà infatti a Niscemi una manifestazione nazionale contro il Muos.
Oltre 1000 partecipanti alla manifestazione contro il MUOS dello scorso 2 ottobre a Niscemi. La manifestazione è stata caratterizzata da aazioni dimostrative e reti dilvelte in prossimità del cantiere.
Ingente il dispiego delle forze dell'ordine che hanno reagito con lancio di lacrimogeni e la minaccia dell'idrante.
La protesta e le mobilitazioni continuano, come ribadisce ai nostri microfoni un attivista di Gela (CL).
Nuove promesse targate Matteo Renzi: le ultime dichiarazioni del premier parlano della ripresa degli ormai storici lavori sullo stretto di Messina. Ma cosa c'è dietro le promesse e le retoriche del Ponte sullo Stretto?
La Sicilia rappresenta da sempre un laboratorio per speculazioni e tentativi di grandi opere (si pensi al Muos).
Intanto ci avviciniamo alla mobilitazione nazionale prevista per il 2 ottobre (ore 15) nella sughereta di Niscemi per ribadire ancora una volta il NO al Muos.
Ne abbiamo parlato con un compagno del Centro Sociale Anomalia di Palermo.
Qusta settimana si parla della lunga serie di incidenti che hanno colpito gli impianti di trattamento dei rifiuti in Italia dal 2015,continuiamo parlando della decisione di costruire alcuni inceneritori in Sicilia,si chiude con degli aggiornamenti sull'impianto a bio-gas della Volsca ambiente a Velletri.
La corrispondenza con un compagno della Rete Antirazzista Catanese per parlare di uno sgombero di un accampamento attuato questa mattina dal sindaco Bianco e della situazione della zona, tra l'annuncio dell'impianto di una sede dell'agenzia Frontex e il Cara di Mineo.