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social network

Turisti della tecnologia

Data di trasmissione
Durata 2h 6m 53s
Durata 23m 18s
Durata 29m 19s

Iniziamo la puntata di oggi parlando, come facciamo spesso, di mobilità e di treni. Inizialmente parliamo della prossima riforma del codice della strada, che immaginiamo avrà notevoli impatti (letteralmente) sull'utenza non automobilistica. Continuiamo parlando ancora di ciclovie, di trasporto su ferro, e di chi le vuole contrapporre. Pur essendo grandi fan del trasporto su ferro, le strade dedicate solo al turismo non ci appassionano.

Ci spostiamo in medio oriente. Un report di 7amleh ci fa vedere come non solo le persone palestinesi siano spesso silenziate su Facebook, ma i discorsi antiarabi e le minacce contro la popolazione palestinese siano accettate tra i contenuti sponsorizzati sul social network.

Ancora nell'area, parliamo del panico (preventivo) per un possibile attacco da parte degli Houthi alle dorsali di Internet che passano nel Mar Rosso. A chi giova?

WhatsApp vince, almeno in parte, una causa avviata contro NSO. L'azienda israeliana produttrice del malware Pegasus è stata condannata a rivelare il codice con cui aveva colpito migliaia di utenti di WhatsApp.

Chiudiamo con la solita carrellata di notiziole.

Quando i gattini fanno QWAC!

Data di trasmissione
Durata 1h 47m 27s
Durata 37m 1s
Durata 7m 35s
Durata 29m 40s
Durata 21m 58s

Iniziamo con un QWAC! La proposta di regolamento dell'unione europea riguardo all'identità digitale include una sezione (non molto pertinente) sui certificati web qualificati. Nonostante il regolamento non preveda niente a riguardo, l'implementazione che si preannuncia potrebbe essere molto negativa (permettendo indirettamente un grosso controllo governativo sulla crittografia su Internet) e per nulla funzionale.

Proseguiamo con un MIAO. Traendo spunto dall'intervento di un nostro compagno, parliamo del calo nell'uso dei social network. Va detto che questo calo è leggero e molto specifico di alcune fasce d'età e parti del mondo. In preda al pensiero desiderante ragioniamo sulle cause del fenomeno.

Diamo qualche dato sul blackout delle telecomunicazioni a Gaza. Un blackout che fa parte della strategia di isolamento perpetrata da Israele.

Notiziole assortite in chiusura.

Addestrare l'IA... o farlo fare a qualcun altro?

Data di trasmissione
Durata 1h 58m 26s
Durata 16m 10s
Iniziamo la puntata con i social network autogestiti. Intervistiamo https://puntarella.party/, un nodo Mastodon autogestito di Roma.
 
Proseguiamo poi parlando di Intelligenza Artificiale e provando a contribuire allo spunto che ci ha dato il Manifesto . È interessante che gruppi anche grandi prendano posizioni riguardo al rapporto con l'intelligenza artificiale, ma come possiamo articolare queste critiche senza basarci su arbitrarie distinzioni tra IA e non-IA?
 
Chiudiamo con qualche notizia:
  • Meta chiarisce la sua posizione riguardo al conflitto in Palestina: se ne parli, purché se ne parli male (di Hamas)
  • Le stampanti 3D sono a tutti gli effetti armi, almeno a NY
  • Ubuntu incappa in problemi con le traduzioni

Rotti o compiacenti?

Data di trasmissione

Oggi parliamo di applicazioni che non fanno quello che ci si aspetta.

Ad esempio Telegram offre molte meno proprietà di sicurezza di quello che lascia spesso intendere. Lo sa bene la polizia russa, che in qualche modo riesce ad accedere a contenuti in teoria riservati.

Del resto sono tante le applicazioni di messaggistica che dichiarano di essere super sicure, salvo poi essere puntualmente smentite.

Raccontiamo la storia di una vulnerabilità di sicurezza di Facebook: l'impatto di questa vulnerabilità è molto piccolo, perché è stata corretta presto, ma è interessante capire come funzionava.

 

Una nuova causa riguarda il mondo dei siti che permettono di scaricare da youtube, ormai rubrica fissa di questa trasmissione. Questa volta però, i "nostri" sono quelli che denunciano. In particolare Yout.com ha denunciato la RIAA chiedendole di smettere di segnalare il loro sito a Google per ottenerne la rimozione dai risultati di ricerca. Inaspettatamente, viene in aiuto... la Microsoft.

Per chiudere, alcune storie di telemetria (nei suoi usi e abusi) e di ChatGPT (vedi sopra).

Informazione e centralizzazione: da RSS ai social... e ritorno

Data di trasmissione
Durata 2h 15m 27s
Durata 1h 0m 40s

La prima metà prende spunto dal decennale della morte di Aaron Swartz, hacktivista il cui nome è, tra le tante cose, legato ad RSS, una tecnologia che permette di raccogliere informazioni da ogni punto del web e aggregarle, il tutto senza l'ausilio di piattaforme centralizzate. Questa tecnologia precede cronologicamente l'emergere di quelli che ora chiamiamo social network, che essenzialmente traggono il loro valore dal mettersi come intermediatori di questo trasferimento di informazione, con le rendite di posizione del caso. Ripercorriamo la storia di RSS, una storia in cui le evoluzioni tecnologiche ci raccontano dei cambiamenti del panorama tecnologico circostante.
Per chi volesse sperimentare l'uso dei feed, date un'occhiata a quelli di radio ondarossa.

Nella seconda metà, rimandiamo l'approfondimento sul riconoscimento facciale andato in onda sabato mattina.

Estrattivismo dei dati

Data di trasmissione

Puntata 10 di EM, terza del ciclo Estrattivismo dei dati, presentazione del libro "Tecnologie conviviali" con l'autore. Parliamo di esseri umani ed esseri tecnici, tra adattamento e esattamento. La tecnologia in cui siamo immersi è stata creata per omologarci a masse che vengono agite e sottratte di capacità di iniziativa, con effetti psicoemotivi devastanti. Niente di nuovo sotto il sole, è il capitalismo che replica se stesso mutando forma, con i consueti meccanismi di potere gerarchizzati, nel pieno accordo tra poteri tradizionali e poteri nuovi. Non c'è spazio per il pessimismo nell'orrore in cui siamo precipitati, possiamo solo riconoscere la sostanza non neutrale della tecnologia che ci viene propinata e guardare al futuro con ciò di cui siamo capaci e che ci rende felici: convivialità. Ritrovarsi in un contesto locale a giocare con la tecnologia insieme alle persone con cui stiamo bene, senza seguire percorsi predeterminati, senza ansia da prestazioni, senza obiettivi totalizzanti, per liberarsi insieme nel mutuo appoggio e diffondere potere trasformativo.

Sorvegliamoli a casa loro

Data di trasmissione
Durata 2h 0m 19s
Durata 33m 32s
Riprende la nuova stagione delle dita nella presa! Stasera ripartiamo dai cavalli di battaglia: social network, sorveglianza, smartphone...
  • Come mai molte applicazioni utilizzano il "loro" browser invece di usare quello di sistema?
  • Qualcuno ha avuto un'ideona per scovare i pedofili: perché non mettiamo una IA che ti sorveglia _dentro_ al cellulare? Un esempio chiarisce le possibili conseguenze
  • Facebook fa di tutto per non essere trasparente riguardo alle pubblicità elettorali negli Stati Uniti. E per le prossime elezioni in Italia? Quì il problema non si pone nemmeno, perché non ci sono leggi in proposito...
  • Una azienda statunitense vende alle polizie sistemi di sorveglianza a basso costo che funzionano utilizzando dati raccolti per scopi commerciali.
  • E varie altre notiziole...

... altrimenti ci indigniamo!

Data di trasmissione

Apriamo con un riferimento alle puntate precedenti: una storia che leggiamo da wired ci conferma che i Bitcoin non sono anonimi.

Passiamo poi a commentare - prendendo spunto un articolo che prendiamo da The Atlantic - alcune dinamiche dei social network: dato che i social network privilegiano i contenuti carichi di emotività (in quanto portano a più interazioni) si viene a creare un clima violento; è questo clima violento a creare la necessità di dividersi in gruppi coesi e distanti.

Passiamo poi all'ennesimo caso di Malware in Catalogna: anche questa volta tra gli intercettati ci sono anche esponenti di primo piano della politica catalana. L'attacco è stato mostrato da Citizen Lab. I responsabili sono NSO e Candiru, due società israeliane che sviluppano Malware.

Ci spostiamo in Ucraina, dove - come abbiamo segnalato già da tempo - Facebook sta prendendo parte attiva nel conflitto adattando le proprie policy sull'hate speech e sui video che contengono violenza accogliendo, almeno in parte, le richieste del governo di Kiev. Stiamo assistendo alla famosa nazionalizzazione di Facebook?

Chiudiamo con notiziole varie.

Trump scaricato: la censura che non è di Stato

Data di trasmissione
Durata 1h 42m 9s
Durata 22m 30s
Durata 35m 1s
Durata 20m 37s

Dopo il tentato colpo di stato, Trump viene bannato da molti social network e da varie aziende, i contenuti che invocano la frode elettorale bloccati da Facebook. È in questo modo, e non attraverso ordinanze federali, che Trump sta venendo estromesso dalla scena politica statunitense. Senza in nessun modo difendere Trump, dovremmo tuttavia chiederci come mai discorsi complottisti, autoritari e oppressivi siano così floridi sui social network; una riflessione che potrebbe portarci a scoprire che la censura non è il modo più efficace di affrontare il problema, e che forse è la forma della comunicazione online odierna ad essere problematica.

Dopo ciò, Trump si sposta su Parler, social network assai amichevole con gli utenti di estrema destra. Probabilmente il più usato dai suoi supporter che hanno tentato il coup kux klan. Questo ha scatenato molte reazioni contro Parler: l'app di Parler è stata eliminata dall'app store di Apple e dall'omologo di Google; Amazon ha revocato i servizi di cui Parler si avvaleva attraverso AWS; Twilio gli ha revocato l'account che utilizzavano per verificare gli indirizzi email degli iscritti. Ancora più importante, vari hacker attaccano Parler e riescono ad ottenere un dump piuttosto corposo contenente tutti i dati della piattaforma. Si scoprono così informazioni personali sugli iscritti, i luoghi da cui parlavano, si possono recuperare anche messaggi che gli utenti avevano apparentemente cancellato. Se vuoi approfondire l'argomento anche nei dettagli tecnici, ascolta il podcast di StakkaStakka su RadioBlackout. Noi facciamo invece delle riflessioni su come un servizio possa (o no) essere soggetto alla censura da parte delle aziende a cui si affida, più che a quella di Stato.

Cambiando argomento, parliamo di WhatsApp, che aggiorna i suoi termini di servizio con una mossa comunicativa poco riuscita. La verità è che non cambia moltissimo, che WhatsApp ha alcune pratiche antipatiche, ma che le aveva anche prima.