Mfla: incontriamo e conosciamo il pensiero di Pinar Selek
Abbiamo incontrato allo spazio femminista di Roma, Luna e le altre la compagna turca Pinar Selek. Antimilitarista è da tempo perseguita dai tribunali turchi come terrorista.
Abbiamo incontrato allo spazio femminista di Roma, Luna e le altre la compagna turca Pinar Selek. Antimilitarista è da tempo perseguita dai tribunali turchi come terrorista.
Trasmissione di approfondimento sulla campagna “Da una sponda all’altra: vite che contano – Dove sono i nostri figli?” a sostegno delle petizioni dei genitori dei ragazzi tunisini partiti per l’Europa subito dopo la rivoluzione e di cui non si ha più notizia.
(dura 1h05')
Per maggiorni informazioni:
http://leventicinqueundici.noblogs.org
Titolo della puntata "Proprio matte" (dura 5'10'')
Proprio matte
L’anno prossimo, l’APA, associazione americana di psichiatria, pubblicherà la quinta versione del Repertorio dei disturbi mentali, conosciuto come DSM. L’APA racconta, perché di una favola si tratta, che la ricerca da lei fatta per stilare il DSM è “indipendente”,cioè senza contributi pubblici o privati, “obiettiva”, “non politica” e “senza ideologia”.
Abbiamo detto che, la prossima, sarà la quinta edizione del DSM. La prima, nel 1952, censiva 106 patologie, quella in vigore elenca 410 disturbi, la prossima ne riporterà 430. Il DSM è così “apolitico” che gli atteggiamenti che riguardano la militanza e l’impegno politico vengono tutti ricondotti a forme patologiche.
Il DSM è così “obiettivo” che i malesseri sociali che provocano disturbi vengono omessi a piè pari . E dice di essere “non ideologico”,ma i trattamenti sono tutti indirizzati a mettere la persona in condizioni di essere competitiva sul mercato e, se non ce la fa nella vita è perché ha dei disturbi e, peggio per lei, non si vuole curare.
Morale della favola? Nel prossimo DSM ci sarà il disturbo di “ipersessualità”, accompagnato dal consiglio di fare sesso tre volte alla settimana, perché, fatto in questo numero e “bene” ( chissà cosa intendono per “bene”), aiuta la persona e/o la coppia a essere serena?, a essere felice?a sentirsi a proprio agio? Macché, a lavorare meglio, dice il manuale! Gira e rigira, il destino è sempre quello, ma, già, l’ APA non fa ideologia!
Nel manuale attualmente vigente,ha grande spazio l’iperattività dei bambini. Milioni di bambini americani assumono il Ritalin, prescritto, appunto, contro l’iperattività e la madri sono terrorizzate da una campagna che le colpevolizza se non danno sostegno farmacologico ai loro figli, così i bambini ne diventano dipendenti e il numero di suicidi fra le ragazze e i ragazzi si è impennato enormemente.
Le cifre del ritorno economico delle case farmaceutiche sono da bilancio di uno Stato, solo negli Stati Uniti, gli antidepressivi hanno prodotto nell’ultimo anno trenta miliardi di dollari di profitto. Però l’ APA dice di essere “indipendente” da finanziamenti pubblici e privati.
E’ una strutturazione che si fonda su due principi: mettere un’etichetta sulle manifestazioni comportamentali e tradurre tutto in un grande affare economico. Così, il disturbo diventa il segnale di un fallimento personale e l’impegno politico è il risultato di un disturbo psicologico. E, dato che l’APA non è “ideologica”, ci dice che una donna, nella sua vita, non può avere più di due grandi amori, che il lutto va rielaborato in due mesi, ma non ci dice che queste affermazioni, così dette scientifiche, vengono continuamente modificate da manuale a manuale. Non sarà, mica, che, invece, sono il frutto dei valori dominanti della società e che questi valori sono imposti dalla frazione della società vincente?
Il neoliberismo, infatti, forma compiuta ed attuale del capitalismo, che ha distrutto le forme di resistenza organizzate (collettivi, partiti, sindacati....), oggi si accinge ad annullare le ultime resistenze umane attraverso il messaggio che siamo tutte/i malate/i senza saperlo e dobbiamo curarci anche da sane e sani, ottenendo, così, l’allargamento del mercato e il disciplinamento dell’essere umano.
E chi oserà sottrarsi e ribellarsi, sarà perseguita/o clinicamente e penalmente.E, dato che le lotte corporative non pagano mai, non dobbiamo limitarci a chiedere la cancellazione, dall’elenco delle patologie, di questo o quel comportamento perché è quello che, magari, ci interessa più da vicino, ma dobbiamo lottare contro il sistema classificatorio dei comportamenti umani .
Comportamenti, atteggiamenti e disturbi sono il frutto e lo specchio della società in cui viviamo e la soluzione è solo nelle lotte e nel cambiamento di questa strutturazione sociale.
Elisabetta
“Da una sponda all'altra: vite che contano. Dove sono i nostri figli?”
Il collettivo femminista milanese Le veniticinqueundici supporta l'appello dei famigliari dei migranti tunisi dispersi.
Il desiderio dei familiari dei migranti tunisini dispersi per la vita dei loro figli è talmente radicale da superare confini e barriere e giungere sino a noi che non possiamo restarne indifferenti perchè con sé porta il desiderio di libertà che quegli uomini e donne hanno agito nell’attraversamento dello spazio.
L’azione di migrare diventa una lotta per la circolazione e il diritto di mobilità e questo la colloca necessariamente all’interno di un più ampio percorso/discorso di liberazione e trasformazione sociale, che come femministe ci riguarda pienamente.
Queste le prossime iniziativa a cui vi invitiamo:
Martedì 10 gennaio 2012, alle ore 20.30, al Teatro della Cooperativa di Milano dove ci sarà un collegamento con Tunisi per aggiornamenti sulla campagna, si proietterà il documentario “I nostri anni migliori” di Matteo Calore e Stefano Collizzolli – ZaLab. (http://inostriannimigliori.wordpress.com) (ingresso a libera sottoscrizione) e seguiranno interventi di donne italiane e tunisine ( vi preghiamo di intervenire puntuali per poter seguire il collegamento con Tunisi).
Sabato 14 gennaio, anniversario della Rivoluzione Tunisina, presidio davanti al Consolato tunisino (appuntamento ore 10 davanti in viale Bianca Maria 8), che poi si sposterà davanti la Prefettura (in Corso Monforte 31, Milano).
Tutti gli aggiornamenti li potete trovare sul nostro blog https://leventicinqueundici.noblogs.org/
Riflessioni di una femminista.
La puntata si intitola: "Christa Eckes"
(dura 7' 01'')
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Christa Eckes
"La nostra linea è chiara. Ci hanno chiamate in tutti i modi: pazze, terroriste, comuniste. E ci odiano soprattutto perchè non siamo come le altre: siamo irregolari e chiediamo alla gente di disobbedire perchè senza giustizia non può esserci democrazia."
(Le irregolari- Il racconto di Hebe-)
Christa Eckes è una militante della RAF che ha scontato svariati anni di carcere per la sua attività politica e che ora è in libertà, ma seriamente malata di leucemia linfatica e, da settembre, ricoverata in una clinica e sottoposta a radioterapia e chemioterapia, con diagnosi molto incerta.
Il primo dicembre 2011, la Corte d'Appello di Stoccarda ha deciso la sua incarcerazione per sei mesi perchè si rifiuta di testimoniare nel processo per l'uccisione, nel 1977, del procuratore generale federale Siegfried Buback, processo, peraltro, ripetutamente arrivato a sentenza e riaperto.
Oltre tutto, nel periodo in cui sono accaduti i fatti relativi al processo, Christa era già in carcere e da diverso tempo.
Da dove vogliamo cominciare?
Il codice penale tedesco prevede la carcerazione di sei mesi, Beugehaft, per chi si rifiuta di testimoniare.
Questa figura giuridica è stata introdotta nel codice durante il nazismo, come, del resto, il reato d'autore o per il modo di essere, Taterschuld, norme mai abolite nella nuova configurazione dello Stato così detto "democratico".
E' chiaro che questo tipo di carcerazione è indirizzata a forzare la collaborazione del soggetto, ad incentivare la delazione, a spezzare la solidarietà, è un monito per tutti ed è una forma di tortura.
L'obiettivo è quello di costringere i detenuti/e e i /le militanti politici/che a rinunciare ad una loro biografia e ad ogni legame e ad ogni forma collettiva.
D'altra parte , il personale giudiziario ha continuato, indifferentemente, professioni e carriere durante e dopo il nazismo.
Lo stesso Buback era iscritto al partito nazista con il numero di tessera 8179469. E, non a caso, era arrivato ai vertici della magistratura tedesca.
Infatti, molti aspetti della vicenda di Christa, per limitarci esclusivamente a questa, ricordano modalità usate durante il nazismo.
Dopo l'arresto, negli anni '70, Christa fu esibita come un trofeo di caccia e le furono tirati violentemente i capelli perchè rifiutava di farsi fotografare. Anche nei processi nazisti venivano tolte agli "imputati" le cinture dei pantaloni in modo che fossero impacciati e, quindi, secondo loro, ridicoli.
I militanti detenuti vengono presentati come persone che non hanno fatto una scelta politica, ma quasi come sub umani e non come avversari del governo e del sistema, ma della società tutta. E l'accusa di comunista è sinonimo di disumanità.
Naturalmente, per le donne, viene sdoganato tutto l'armamentario della violenza di genere : si passa dalla definizione di ninfomane a quella di sgradevole d'aspetto e, per questo, rifiutata dai maschi, da quella di frustrata a quella di sconfitta sentimentalmente e, dulcis in fundo, a quella che ha fatto certe scelte solo perchè perdutamente innamorata di un compagno.
Anche le torture a cui tutti i militanti della RAF sono stati sottoposti, hanno avuto, per le donne, connotati di genere.
E sono state eseguite condanne a morte extra-legem nelle celle.
Per tutti, la causa del loro impegno politico andava ricondotta a problemi patologici, da trovare in ormoni mancanti o in eccesso o in anomale circonvoluzioni del cervello. Non a caso, il cervello di Ulrike Meinhof era in bella mostra sulla scrivania del medico (chiamiamolo così) che aveva eseguito l'autopsia.
Ma l'essenza del problema non sono le presenze naziste, le configurazioni legislative che non sono state cancellate e via discorrendo.
L'essenza da svelare è la continuità e contiguità di obiettivi, metodi, strutturazioni socialdemocratiche, democristiane e naziste.
Il nazismo non è una escrescenza anomala della storia, bensì una modalità , una variante, che il capitale utilizza, come quella socialdemocratica e liberale, a seconda delle sue necessità.
Ora, nella stagione neoliberista, che si dichiara a ogni piè sospinto antifascista e antirazzista,la natura della società è sempre più pervasa da connotati fascisti e razzisti.
E, quello che sta operando la Germania nei riguardi dei militanti della RAF, come del resto succede anche in altri paesi, Italia compresa, non è altro che la vendetta nei confronti degli oppositori politici che hanno osato sfidare la società divisa in classi e credere e pensare che un'altra società è possibile.
Ma è proprio questo accanimento che ci ricorda , ogni giorno,che la società è divisa in classi, e che la borghesia riserva a sè, solo a sè, la lotta di classe e l'odio di classe.
Ai popoli del terzo mondo che si ribellano viene negata la dimensione antimperialista, a chi si ribella qui da noi viene negata la dimensione politica.
Christa si rifiuta di deporre e, si presume, per la magistratura, a carico dei compagni/e di militanza.
Bene, diciamolo con fermezza,anche noi faremmo lo stesso.
Non contino, qui da noi,di utilizzarci contro le resistenti e i resistenti della Val di Susa, contro le solidali e i solidali contro i Cie...risponderemo come abbiamo fatto negli anni '70: abbiamo tutte abortito!
La solidarietà a Christa è sostegno per le nostre lotte.