Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa

femminismi

Likewise #123 S5

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in questa puntata abbiamo ascoltato:

amyl and the sniffers per omaggiare la band australiana, che ha voluto ricompensare le fan che non hanno potuto assistere al concerto previsto a Melbourne, cancellato all'ultimo momento per ragioni di sicurezza, lasciando un conto aperto in alcune venue della città e invitando l e fan ad andare a smaltire l'incazzatura, da loro condivisa, e farsi un bicchiere alla loro salute. le band che sanno da che parte stare a noi piacciono tanto.

Anna von Hausswolf, Anysia Kim+Loraine James, Jehnny Beth, Dry Cleaning, The Darts, Florence+The Machine, Guerrilla Toss, Oslo Twins, Lucrecia Dalt 

abbiamo inoltre ricordate le prossime date in Italia di alcune delle artiste che abbiamo ascoltato:

18 novembre
Lael Neale @ Roma
Marie Davidson @ Bologna
Tarta Relena + Rita Payes + Sissi Rada @Milano


19 novembre
Marie Davidson @ Milano
Lael Neale @Milano
Maiya Blaney @Roma
minitour anche per maria antonietta @milano e poi toccherò bologna, roma, torino, firenze


20 novembre 
Lael Neale @ Torino
Mari fores @Roma
Mono@Milano
CIRCUIT DES YEUX @Milano


21 novembre 
Mono @Roma
Mari Fores @Bologna


22 novembre
Mari Fores @Napoli


23 novembre
Wombo @Bologna


24 novembre
Wombo + Automatic@Milano


la nostra sigla è: AYAW di Koumiya

scoprila qui: https://www.radioflouka.com/

la grafica è curata da Le

scriveteci a likewise@ondarossa.info

L'Arte come Sumud

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SABATO 13 GENNAIO 2024

C.S.O.A Forte Prenestino, Gaza Freestyle, Yalla e BDS per la Palestina presentano

L'Arte come Sumud _giornata benefit per la Palestina_

La giornata si inserisce all’interno di una mobilitazione internazionale a sostegno della popolazione palestinese!

Presentiamo l'iniziativa  con una compagna del C.S.O.A Forte Prenestino

Tutte le info ed il programma completo su: 

https://www.forteprenestino.net/attivita/2962-l-arte-come-sumud-giornat…

 

E allora il patriarcato?

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Le compagne della radio aprono i microfoni su cosa sia oggi il
patriarcato e su quali strumenti dovremmo dotarci per scardinarlo. Una
riflessione rivolta a tutte quelle persone che vorrebbero realmente
cambiarlo questo esistente a partire dai propri privilegi.

[2 ore]

Resistenza Lesbica: Conferenza a Budapest

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Con una compagna di ELC Eurocentralasianlesbian Community, parliamo della terza Conferenza Lesbica che si è svolta a Budapest dal 29 settembre al 1 ottobre: focus su le lotte in Ucraina, Russia, Ungheria dove le politiche del governo Orban e dei movimenti antigender sono particolarmente aggressive, come noto, contro lesbiche, donne, soggettività lgbtiq.

Nella foto (Bankò Gàbor/444) la Dykes march, manifestazione lesbica, che si è svolta a Budapest durante la confereza

Mana Wahine e femminismi

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Nelle isole della “Lunga Nuvola Bianca” Aotearoa, ovvero la Nuova Zelanda, le voci indigene e i saperi sovversivi delle donne Ma¯ori innovano la conoscenza, attivando processi di profondo mutamento nella società. Con Chiara Carbone parliamo del suo libro "Voci indigene e saperi sovversivi. Le donne Māori innovano le conoscenze" che riflette sul valore epistemologico dei saperi delle donne, che hanno la possibilità di intervenire sui sistemi sociali per ripensarli e risemantizzarli, liberandosi dalle gerarchie patriarcali, dal disciplinamento coloniale e dalla genderizzazione occidentale del sapere. Il libro verrà presentato sabato 18 dicembre ore 17 presso il Centro Donna L.I.S.A , via Rosina Anselmi 41, Roma.

In ricordo di Luki Massa

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Nella notte tra lunedi 5 e martedi 6 settembre, ci ha lasciato Luki Massa, compagna lesbica, femminista, separatista. Giovanissima è tra le fondatrici del Gruppo lesbico separatista Il Tiaso di Bologna, (tra i primi in Italia, nasce nel 1979), da allora rimane sempre una lesbica politica attiva in molti percorsi. Nel 1983 è tra le organizzatrici del Convegno lesbico nazionale che si svolge a Bologna, fonda poi con altre un altro collettivo a metà anni Ottanta, "Lei Lesbica". Per molti anni fa parte di "Visibilia" e quindi dell'organizzazione del Festival di cinema lesbico Immaginaria di cui sono state allestite dodici edizioni a partire dal 1993.

Luki Massa è stata studiosa di storia e cultura lesbica, in particolare di immaginario nel cinema lesbico. Sceneggiatrice e regista, tra le sue produzioni: Rapido finale con passione, 1999, è stato proiettato e premiato in numerosi festival europei, americani e canadesi. Que sera sera, 2003. Split, 2007, premio come migliore sceneggiatura al Festival International du Film Lesbien & Féministe de Paris. Attivista politica lesbica, fondatrice di Fuoricampo Lesbian Group, ha partecipato all'organizzazione di numerosi eventi in Italia e all’estero. In particolare si è occupata dell'organizzazione del Festival Internazionale di Cinema Lesbico Immaginaria dal suo inizio 1995 fino al 2002 and di live phonesex chat girls. Organizza insieme a Fuoricampo, Some Prefer Cake rassegna di corti a tematica lesbica. E' consulente e programmatrice di DIVErGenti Film Festival, festival di cinema a tematica trans. Web designer e grafica, si dedica anche alla fotografia. Ha esposto proprie opere in mostre personali e collettive in Italia, Spagna e Francia. Tra le pubblicazioni, Atelier des arts: pour un laboratoire lesbien du théâtre et des arts in Espace lesbien n°4, a cura di J. Julien e B. Boucheron, Bagdam édition, Toulouse 2004. Cinema lesbico. Da oggetti della rappresentazione a soggetti, in WE WILL SURVIVE! Lesbiche, gay e trans in Italia a cura di P. Pedote e N. Poidimani, Mimesis, Milano 2007. Fra i saggi raccolti in opere collettive : Motore>Azione! Tre decenni di regia lesbica in La storia che non c'era, il movimento delle lesbiche in Italia.

Trasformazioni femministe #5: «Domestic work is work» la battaglia per i diritti delle domestiche nel mondo

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Ascolta la quinta puntata, dal titolo: «Domestic work is work» la battaglia per i diritti delle domestiche nel mondo, con Sabrina Marchetti [dura 1h]

 
L’obiettivo di “TRASFORMAZIONI FEMMINISTE” è di costruirci insieme una cassetta degli attrezzi per una trasformazione possibile. Ovvero, come possiamo trasformare il mondo dal nostro posizionamento specifico in quanto femministe e lesbiche? E quali trasformazioni sono oggi in atto all’interno delle teorie e delle pratiche femministe? Perché preferiamo parlare di femminismi al plurale? Come cambia la nostra percezione del mondo e del femminismo se viviamo a Roma, a Boston o al Cairo? E come possiamo costruire percorsi di lotta e alleanze politiche tra femministe che superino i confini di classe, colore, età, nazionalità o religione?

 
Qui puoi ascoltare la prima trasmissione: Femministe e lesbiche nere negli Stati Uniti: la simultaneità delle oppressioni di sesso, classe e colore

 
E qui puoi ascoltare la seconda: Femminismi nel mondo islamico: tra libertà, tradizione e autodeterminazione, con Renata Pepicelli

 
E la terza: Letteratura postcoloniale – le scrittrici Africane Italiane, in studio Caterina Romeo

 
La quarta trasmissione, qui: Intersezioni di razzismo e sessismo nella violenza maschile contro le donne, con Valeria Ribeiro Corossacz

Trasformazioni femministe #2: Femminismi nel mondo islamico

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Ascolta la seconda puntata, dal titolo: Femminismi nel mondo islamico, tra libertà, tradizione e autodeterminazione, con Renata Pepicelli [dura 1']

 
L’obiettivo di “TRASFORMAZIONI FEMMINISTE” è di costruirci insieme una cassetta degli attrezzi per una trasformazione possibile. Ovvero, come possiamo trasformare il mondo dal nostro posizionamento specifico in quanto femministe e lesbiche? E quali trasformazioni sono oggi in atto all’interno delle teorie e delle pratiche femministe? Perché preferiamo parlare di femminismi al plurale? Come cambia la nostra percezione del mondo e del femminismo se viviamo a Roma, a Boston o al Cairo? E come possiamo costruire percorsi di lotta e alleanze politiche tra femministe che superino i confini di classe, colore, età, nazionalità o religione?

 
Qui puoi ascoltare la prima trasmissione: Femministe e lesbiche nere negli Stati Uniti, la simultaneità delle oppressioni di sesso, classe e colore

 

L'imbroglio etnico

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Prima trasmissione del gruppo redazionale sull'intersezionalità[1] (intrecci tra genere, razza, classe, etnia, normatività sessuale). Nella trasmissione viene presentato il ciclo di trasmissioni su questi temi e proposta una intervista ad una compagna del Partito rivoluzionario del popolo etiope.

Riflessioni sulla demistificazione dei termini razza ed etnia, la negazione del ruolo coloniale dell'Italia, connessioni tra accadimenti passati e presenti in Africa ed in Europa.

 

[1] Intersezionalità È una metodologia di analisi femminista che esplora il modo in cui il genere si interseca con altre categorie dell’esperienza (razza, etnicità, classe, sessualità, ecc.). Lo scopo è di individuare i modi in cui queste categorie operano in specifici contesti sociali e culturali. Infatti, l’apparente predominio di una categoria può servire a mascherare l’azione o l’interdipendenza di un’altra categoria. Il termine è stato coniato per la prima volta dalla femminista afroamericana Kimberlé Crenshaw nel 1989, nella sua analisi della violenza maschile contro le donne nere, e poi ripreso e sviluppato da altre femministe nere (da Patricia Hill Collins a bell hooks, solo per citarne alcune). Tra la fine degli anni ‘70 e gli inizi degli anni ’80, infatti, le femministe afroamericane affermano la necessità di articolare riflessioni teoriche, pratiche politiche e forme di organizzazione che siano fondate sulla critica del razzismo e del sessismo che le donne nere sperimentano. Sviluppano così metodi analitici per interpretare il modo in cui razza e genere incidono sulle loro vite, ad esempio introducendo la nozione di «intersezionalità», cioè intersecando, appunto, i diversi ‘assi’ della differenza (genere, razza, etnicità, classe, scelte sessuali), per mostrare quanto sia inefficace una teoria che tenga conto di uno solo di questi assi. Infatti storicamente le donne nere hanno combattuto simultaneamente sia contro il razzismo che contro il sessismo, riconoscendoli come due sistemi di potere che sono sempre interconnessi. Ad esempio, Crenshaw afferma che le analisi sul genere e sul sessismo sono costruite sempre a partire dall’esperienza delle donne bianche e di classe media, mentre le analisi sulla razza e sul razzismo sono basate sempre sull’esperienza degli uomini neri (come se tutte le donne fossero bianche e se tutti i neri fossero maschi). Dunque le politiche identitarie – che tendono a presentare le differenze tra i gruppi come naturali e immutabili – finiscono per costruire un’immagine omogenea e monolitica dei gruppi sociali, cancellando le differenze al loro interno (come se le donne fossero tutte sorelle, subordinate alle stesse forme di oppressione) e contribuendo ad amplificare le tensioni tra i diversi gruppi. Invece, le esperienze delle donne nere sono spesso il prodotto dell’intersezione di razzismo e sessismo, e queste esperienze tendono ad essere cancellate sia nel discorso femminista che in quello antirazzista. Grazie alle critiche del femminismo nero e postcoloniale, il femminismo bianco e occidentale – che aveva sempre considerato il genere e la differenza sessuale come le categorie analitiche principali – ha dovuto riconoscere la propria inadeguatezza nel rilevare le differenze e le relazioni di potere esistenti tra le donne. Una prospettiva che consideri l’intersezione tra genere, razza, etnicità e alttri assi del potere e del privilegio, può essere invece un’opportunità per costruire potenziali alleanze tra donne/soggetti appartenenti a culture e contesti diversi, sempre a partire dal riconoscimento del proprio specifico posizionamento.