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Gaza

Israele, mito e realtà. Il movimento sionista e la Nakba palestinese 70 anni dopo

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Israele, mito e realtà – Il movimento sionista e la Nakba palestinese 70 anni dopo (Edizioni Alegre, pp. 223, euro 15)

Presentiamo il libro assieme a Chiara Cruciati (Nena News, il manifesto), di cui è co-autrice assieme a Michele Giorgio (inviato a Gerusalemme de il manifesto).

In coda un aggiornamento su Giulio Regeni.

Nella seconda corrispondenza, una compagna ci aggiorna sulla situazione a Gaza.

Ebrei contro l'occupazione

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Collegamento con una compagna della Rete Eco (Ebrei contro l'occupazione) e di Rete Kurdistan per commentare gli ultimi fatti avvenuti a Gaza e metterli in relazione con un comunicato di solidarietà alla popolazione palestinese rilasciato dai kurdi.

Ricordiamo l'appuntamento davanti all'ambasciata USA di venerdì 18 maggio.

18 maggio: presidio per la Palestina all'ambasciata USA. La voce di due compagni dell'UDAP

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In studio con due compagni dell'UDAP (Unione Democratica Arabo Palestinese) per parlare della situazione della Palestina dopo la recente mattanza dell'esercito israeliano.

Dopo la manifestazione nazionale a Roma e il presidio a Montecitorio di ieri, è stato indetto per venerdì 18 maggio un presidio davanti l'ambasciata USA.

Qui l'appello:
PRESIDIO PER LA PALESTINA ALL'AMBASCIATA USA

- Contro il trasferimento dell'Ambasciata USA a Gerusalemme
- Per il Diritto al Ritorno dei profughi palestinesi
- In appoggio alle mobilitazioni popolari in Palestina

La Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, l’Unione Democratica Araba-Palestinese (UDAP) e l’Associazione dei Palestinesi in Italia (API), invitano a partecipare al presidio di solidarietà alla Palestina che si terrà venerdì 18 maggio a Roma.

Il punto di concentramento sarà a piazza Barberini alle ore 16:30.

 

La lotta coraggiosa della popolazione di Gaza

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In corrispondenza con una compagna da Gaza raccontiamo la resistenza della popolazione, giunta al secondo venerdì di lotta.

Bilancio pesantissimo di persone uccise e ferite dall'esercito israeliano, il quale deve fare i conti con la determinazione e le strategie di lotta che la popolazione della Striscia sta mettendo in campo. Dato il gravissimo attacco militare subito nella settimana precedente, la popolazione palestinese ha preparato per tutta la settimana specchi per riflettere il sole e abbagliare i cecchini e pneumatici da bruciare durante la manifestazione, per fare in modo che la coltre di fumo nero proteggesse i manifestanti dal tiro al bersaglio.
 

Queste manifestazioni continueranno con cadenza settimanale e un presidio permanente fino alla giornata della Nakba (15 maggio), per rompere l'assedio e conquistare la libertà di muoversi nell'intera terra di Palestina.

Israele uccide ma la Palestina non si ferma

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Un nuovo aggiornamento direttamente dalla Palestina (Gaza) con una nostra compagna. Previste nuove manifestazioni - fino al giorno della Nabka - dopo la mattanza scatenata dall'esercito israeliano (il conto dei morti è salito a 17, oltre 1200 i feriti).

Sui giovani gazawi segnaliamo questo articolo: http://nena-news.it/striscia-di-gaza-scambio-formazione-il-free-style-festival/

Continuano, intanto, le speculazioni sui morti da parte di Israele; a tal proposito, riceviamo e diffondiamo una nota della Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese da Gaza:

*Qui, per i funerali, usano affiggere i manifesti con il volto delle persone uccise; se sono stati militanti o poliziotti dell'autorità palestinese pubblicano una foto con la kufia o in divisa. Questa usanza è stata utilizzata da fonti israeliane per sostenere che le persone uccise al border fossero militanti di Hamas,combattenti ecc ecc. Un’azione strumentale, di mera propaganda. Anche in Italia se viene ucciso un poliziotto si pubblica la sua foto in divisa. *

*Ora, all’ultimo momento siamo venuti a sapere che tra i tanti feriti ricoverati negli ospedali ve ne sono alcuni colpiti all’inguine o al pube: i cecchini insomma hanno mirato ai genitali. Abbiamo verificato che taluni di essi hanno dovuto subire operazioni di asportazione. Come dire vi colpiamo per rendervi sterili, per impedirvi di procreare. Un modo come un altro per svuotare la Palestina dei Palestinesi.