Lo scorso 30 novembre, la Corte suprema della Federazione russa ha approvato la mozione del ministero della Giustizia russo di riconoscere il “movimento internazionale LGBT” come “organizzazione estremista”.
Con un compagno della rete queer, transfemminista, radicale PRIOT, acronimo di Pride Romano Indecoroso Oltre Tutto parliamo della via Frocis il cui concentramento è previsto per questa sera 5 aprile alle ore 18 a pzza dell'Immacolata per poi snodarsi attraverso il quartiere romano di San Lorenzo.
PRIOTcoglie la coincidenza tra la settimana santa con l’anniversario della prima protesta omosessuale italiana: quella che avvenne a Sanremo tra il 5 e il 7 aprile del 1972. Una protesta poco ricordata contro un convegno di psichiatri che criminalizzava l’orientamento sessuale non eteronormato. Si percorrerà un itinerario composto di 14 stazioni portando il peso della croce dell’eterocispatriarcato che ci condurrà alla stazione finale: la nostra resurrezione frocia. Nel percorso ci faremo guidare dallo spirito della nostra Sacra Vulva: l’Holy Vagina.
In ognuna delle stazioni ricorderemo una tappa della nostra storia di oppressioni e di lotte di liberazione.
Con una compagna di ELC Eurocentralasianlesbian Community, parliamo della terza Conferenza Lesbica che si è svolta a Budapest dal 29 settembre al 1 ottobre: focus su le lotte in Ucraina, Russia, Ungheria dove le politiche del governo Orban e dei movimenti antigender sono particolarmente aggressive, come noto, contro lesbiche, donne, soggettività lgbtiq.
Nella foto (Bankò Gàbor/444) la Dykes march, manifestazione lesbica, che si è svolta a Budapest durante la confereza
Oggi, a 50 anni dalla prima protesta LGBT+ in Italia, che si tenne di fronte al casinò di Sanremo nel 1972 durante il "Congresso Internazionale di Sessuologia" organizzato dal Centro Italiano di Sessuologia (CIS), è stato organizzato dalle realtà LGBT+ liguri un convegno e mostra dal titolo "Sesso e Società. Il mondo LGBT+ 50 anni dopo". L'evento si terrà proprio al casinò di Sanremo, dalle 10.15 alle 17, e sarà possibile seguirlo in diretta streaming dal canale Youtube di Liguria Pride.
Insieme ad una compagna della redazione presente a Sanremo per il convegno ricordiamo i fatti del 1972 e ci parliamo del fitto programma dei dibattiti di oggi.
Uno spazio radiofonico sulla Trans Freedom March 2021, manifestazione che si svolgerà sabato 20 novembre a Roma, concentramento dalle 16, 30 in piazza della Repubblica, corteo fino a Piazza Vittorio con partenza alle ore 17.
Ddl Zan, il Senato affossa la legge contro l'omolesbotransfobia di nascosto nel voto segreto come volevano le destre. Almeno 16 franchi tiratori votano col centrodestra. I movimenti lgbtqi+ però oggi si riprendono le piazze: due i presidi previsti al momento, a Roma e a Milano. Ne parliamo con Paola Guazzo.
Decine di giovani sono stati fermati dalla polizia turca in diverse manifestazioni a Istanbul, nell'ambito delle proteste in corso da un mese contro la nomina a rettore della prestigiosa Università del Bosforo di un docente vicino al presidente. La retata è stata preceduta da quattro arresti di studenti del movimento LGBTQI avvenuti nel fine settimana scorso: due studenti della Boğaziçi finiti in carcere e altri due agli arresti domiciliari per "insulto ai valori religiosi" per un’opera d’arte che raffigura simboli arcobaleno LGBTQI accanto all’immagine di un sacro sito islamico. Ne parliamo con il giornalista Murat Cinar.
Mariaslvia Spolato (25 giugno 1935 - 31 Ottobre 2018) è stata la prima lesbica visibile in Italia, la prima militante a essere scesa in una piazza in occasione dell'8 marzo 1972 manifestando apertamente per la liberazione omosessuale. In questo redazionale ne approfondiamo la figura.
Mariaslvia Spolato, "I movimenti omosessuali di liberazione", Samonà e Savelli, 1972
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Nella notte tra lunedi 5 e martedi 6 settembre, ci ha lasciato Luki Massa, compagna lesbica, femminista, separatista. Giovanissima è tra le fondatrici del Gruppo lesbico separatista Il Tiaso di Bologna, (tra i primi in Italia, nasce nel 1979), da allora rimane sempre una lesbica politica attiva in molti percorsi. Nel 1983 è tra le organizzatrici del Convegno lesbico nazionale che si svolge a Bologna, fonda poi con altre un altro collettivo a metà anni Ottanta, "Lei Lesbica". Per molti anni fa parte di "Visibilia" e quindi dell'organizzazione del Festival di cinema lesbico Immaginaria di cui sono state allestite dodici edizioni a partire dal 1993.
Luki Massa è stata studiosa di storia e cultura lesbica, in particolare di immaginario nel cinema lesbico. Sceneggiatrice e regista, tra le sue produzioni: Rapido finale con passione, 1999, è stato proiettato e premiato in numerosi festival europei, americani e canadesi. Que sera sera, 2003. Split, 2007, premio come migliore sceneggiatura al Festival International du Film Lesbien & Féministe de Paris. Attivista politica lesbica, fondatrice di Fuoricampo Lesbian Group, ha partecipato all'organizzazione di numerosi eventi in Italia e all’estero. In particolare si è occupata dell'organizzazione del Festival Internazionale di Cinema Lesbico Immaginaria dal suo inizio 1995 fino al 2002 and di live phonesex chat girls. Organizza insieme a Fuoricampo, Some Prefer Cake rassegna di corti a tematica lesbica. E' consulente e programmatrice di DIVErGenti Film Festival, festival di cinema a tematica trans. Web designer e grafica, si dedica anche alla fotografia. Ha esposto proprie opere in mostre personali e collettive in Italia, Spagna e Francia. Tra le pubblicazioni, Atelier des arts: pour un laboratoire lesbien du théâtre et des arts in Espace lesbien n°4, a cura di J. Julien e B. Boucheron, Bagdam édition, Toulouse 2004. Cinema lesbico. Da oggetti della rappresentazione a soggetti, in WE WILL SURVIVE! Lesbiche, gay e trans in Italia a cura di P. Pedote e N. Poidimani, Mimesis, Milano 2007. Fra i saggi raccolti in opere collettive : Motore>Azione! Tre decenni di regia lesbica in La storia che non c'era, il movimento delle lesbiche in Italia.
Movimento non si nasce, lo si diventa. La fabbrica dell’orgoglio propone una lettura della svolta riformista del movimento di liberazione omosessuale, per comprendere una sequenza cruciale della storia dei movimenti LGBT.
Attraverso un’analisi delle politiche di movimento (liberazionista, istituzionalista, frocialista, civica e civile, ecc.), si mettono in luce le dinamiche di affiliazione e i regimi di appartenenza che, tra il 1974 e il 1985, hanno contribuito a “movimentare” lo spazio dell’attivismo omosessuale. Lo studio dei rapporti di forza e delle interazioni conflittuali tra i gruppi, i collettivi e le associazioni, del confronto e dello scontro tra diversi progetti e visioni della mobilitazione invita a un’interpretazione multidimensionale delle modalità di produzione e di circolazione delle politiche dell’omosessualità. L’ipotesi centrale è che, lungi dal costituire la debolezza del movimento, la sua costitutiva dimensione conflittuale rappresenta il motore della fabbrica della mobilitazione.
L’autore propone una genealogia di questo momento politico di trasformazione e di rifondazione dell’azione collettiva lesbica, gay, bisessuale e transgenere e pone dunque le basi di una riflessione sul divenire movimento della militanza LGBT.