Con una compagna e docente all'università commentiamo cosa sta succedendo in Olanda dopo la partita Maccabi Tel Aviv / Ajax che ha fatto traballare (apparentemente il Governo). Nessuno scandalo per gli slogan urlati dai tifosi israeliani che in Palestina non ci sono più scuole perchè non ci sono più bambini ma si continua a parlare di pogrom e ad usare quella giornata per criminalizzare gli abitanti arabi soprattutto marocchini.
Una seconda corrispondenza di chieder del perchè Israele che non è in Europa giochi nell'European League.
Come ogni venerdì, Vincenzo Miliucci fa il quadro delle più importanti iniziative della settimana per la Palestina, a partire dalle manifestazioni studentesche di stamani in circa 60 città.
Michele Giorgio, storico corrispondente de Il Manifesto da Gerusalemme, informa sugli attacchi sempre più brutali in Cisgiordania collegandoli al progetto di annessione della Cisgiordania che con l'elezione di Trump torna in auge.
Si dà conto poi della ripresa delle demolizioni nella città di Silwan, nella Gerusalemme occupata e della situazione nella Striscia di Gaza, in particolare nel nord che viene completamente svuotato dalla popolazione palestinese.
L'audio si chiude con il resoconto dell'udienza per Tiziano che rimanda ancora al 2 dicembre.
Oggi 12 novembre è giunta la notizia che il Tribunale civile di Milano ha annullato la revoca dell'asilo politico per Seif Bensouibat: Seif nel gennaio 2024 è stato sospeso e poi licenziato dal Liceo Chateaubriand di Roma per aver pubblicato due post su un profilo privato di instagram dove esprimeva rabbia per il genocidio in atto in Palestina. In seguito la commissione territoriale gli aveva revocato anche lo status di rifugiato. Dopo mesi di sofferenza durante i quali Seif è stato anche rinchiuso nel CPR di Ponte Galeria finalmente una buona notizia. Ne parliamo con Enrica Rigo della Legal Clinic di Roma tre analizzando il significato più ampio della sentenza.
Restiamo con la mente, col cuore e i microfoni in Medioriente.
In questa puntata del Ponte Radio seguiamo ancora da vicino la situazione in Palestina e in Libano. Ascoltiamo gli aggiornamenti sulla Palestina dalla giornalista e scrittrice Cecilia Dalla Negra, quelli sul Libano dalla responsabile d'area di Cospe Francesca Annetti, un punto di vista macroeconomico e geopolitico sulle guerre di Israele da Davide di Dazibao. E ancora: un intervento della attivista palestinese Shatha Abou Srour, da Betlemme, che ci dice del dramma nel dramma delle persone portatrici di handicap a Gaza e della dolorosa condizione dei prigionieri palestinesi; un'intervista a un attivista israeliano dissidente, membro dell'organizzazione Ta'yush, che ci parla della condizione di esistenza e della possibilità di resistenza oggi in Israele; un contributo degli Studenti per la Palestina, che raccontano la vittoria ottenuta con la loro lotta di boicottaggio accademico e denunciano gli accordi tuttora in corso fra università, ministero della Difesa e complesso militare-industriale, in Italia e Israele.
Contrariamente a quanto raccontato dai media italiani ad Amsterdam non c'è stato nessun attacco antisemita ma una sana resistenza al sionismo e al genocidio in corso in Palestina. Al maccabi tel aviv, squadra notoriamente xenofoba e al cui interno ci sono tanti tifosi che hanno prestato servizio nell'esercito israeliano, è stato concesso nei giorni prima della partita di andare in giro per Amsterdam ha dare la caccia agli arabi e a gridare slogan del tipo "A gaza le scuole non ci sono più perchè non ci sono più i bambini". Frasi che fanno rabbrividire e che i media e i politici di tutta Europa si sono candidamente rivendicati.
Dalla comunità filo palestinese era stato indetto un presidio contro questa squadraccia che è stato vietato ma che ha visto resistere in maniera determinata a quanti 3000 tifosi sionisti. Il risultato è stato l'ennesimo piagnisteo vittimistico della paura di un'Europa antisemita. La working class olandese quasi tutta di origine araba ha avuto il coraggio di ribellarsi: la Palestina sta servendo anche a questo. Ce lo racconta una compagna.
Con una compagna del movimento BDS (Boicotta, Disinvesti, Sanziona) commentiamo le elezioni americane, le cause e le motivazioni che hanno determinato la vittoria di Trump e la sconfitta di Harris; parliamo poi dei possibili scenari di future lotte e mobilitazioni, con un'attenzione particolare ai movimenti di sostegno alla lotta del popolo palestinese e ai movimenti femministi e tranfemministi.