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Quarticciolo: assemblea di quartiere in risposta agli sfratti del 28 marzo

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Il 28 marzo Quarticciolo si è svegliato con le sirene della polizia. Hanno eseguito tre sfratti, malmenato le persone e distrutto i sanitari e le cucine, così da rendere inagibile per chiunque quelle case. A questa violenza ha risposto la solidarietà del quartiere: una solidarietà concreta, costruita negli anni, nelle strade e fra i lotti del quartiere. Una solidarietà che significa non lasciare indietro nessun*, significa stare spalla a spalla anche nei momenti più difficile, anche di fronte la polizia. Una solidarietà che significa nel giro di poche ore trovare una soluzione insieme; e così è stato.  Il pomeriggio, alle ore 19, è stata chiamata un'assemblea alla casa di quartiere. In questi audio riportiamo alcuni degli interventi che sono stati fatti. 

Di seguito il comunicato che è stato fatto uscire: 

Sgomberi al Quarticciolo. In borgata nessuna persona resta sola.

Ieri mattina 3 famiglie della borgata sono state sgomberate da ATER e dalla Prefettura di Roma. Una ragazza incinta, una donna sola con due figli, persone in attesa di una casa popolare da decenni. Persone che abitano in quelle case dal 2002. Persone che pagano la colpa di non potersi permettere una casa.

Non veniteci a parlare di abusivismo, quando vedremo i blindati e le camionette chiudere gli airbnb abusivi in ogni cantina del centro storico potremo ascoltarvi. Fino a quel momento rimaniamo convinti che il motivo per cui siamo puniti è perché abitiamo nel lato sbagliato della città.

Reparti celere, cariche e intimidazioni. 20 giorni di prognosi per le violenze subite dentro uno degli appartamenti da una delle donne sgomberate. I sanitari sfondati a martellate, gli ingressi chiusi con lastre di alluminio, perché non ci sia neanche il dubbio che queste case saranno assegnate. Resteranno vuote, fino a che qualcuno stanco di dormire in macchina o di abitare in 8 in 40 metri quadri non troverà il coraggio e gli attrezzi giusti per tornare ad abitarle.

Uno sgombero anticipato da un servizio televisivo, da un’incursione di Don Coluccia, quello che si fa chiamare prete anti spaccio e che si rivela per quello che è: un fomentatore di sgomberi e di arresti. Un’operazione della prefettura che colpisce un intero palazzo mischiando l’emergenza abitativa e la criminalità, scegliendo il metodo mafioso dell’intimidazione e della punizione collettiva.

Così chi abita a Quarticciolo è punito 3 volte: deve vivere nel deserto creato dalle amministrazioni in cui l’unica cosa che prospera è lo spaccio, deve subire le incursioni di Brumotti e don Coluccia schivando le inquadrature delle telecamere per non doversi vergognare a lavoro o a scuola, deve subire la violenza della polizia nelle retate e durante gli sgomberi. Colpevoli di abitare nel quartiere sbagliato, un quartiere di serie b. 

Dopo la violenza della polizia cosa rimane? Tre appartamenti sfondati, i giorni di prognosi e tre “nuovi abusivi”. Le famiglie messe in mezzo alla strada sta mattina hanno trovato già un’altra casa in quartiere. In questo assurdo gioco dell’oca, si inizia un altro giro esattamente come stavamo 24 ore fa, le case vuote sono troppe, la Regione e l’ATER non offrono soluzioni e le persone per mettere un tetto sopra la testa ai loro figli sono disposte a tutto.

Fa sorridere che chiamano questa mobilitazione di reparti celere per costringere gli occupanti a spostarsi da casa loro a un alloggio messo peggio “ordine pubblico”.

Eppure le soluzioni ci sarebbero. Non sulla luna o nell’iperuranio, si potrebbe partire da qui. Dai nostri lotti. Non diciamo neanche che si potrebbe lavorare come in quasi tutte le città del mondo, sul recupero del patrimonio immobiliare invenduto. Lasciamo perdere migliaia di alloggi degli enti previdenziali disponibili a Roma che potrebbero essere facilmente convertiti ad Edilizia Residenziale Pubblica. Si potrebbe partire da assegnare le case vuote del quartiere e dal finire le palazzine di via Ugento. 
Fondi stanziati dal 2012, progetti che hanno trovato posto nel piano nuovi alloggi del 2017, immobili liberati nel 2020. È il 2024 e ancora non si sa quando e se torneranno ad essere case. Non risolverebbero il problema, ma sarebbe almeno un inizio.

L'altro ieri abbiamo fatto un corteo di quartiere per dire che le palazzine di via Ugento come la piscina di via Trani o l’asilo di via Molfetta devono riaprire. Per dire che il consultorio e la scuola Pirotta non devono chiudere. Ieri ci hanno risposto così: cariche e violenza, l’unico linguaggio che conoscono per parlare nei quartieri popolari.

Non siamo gente che fa proclami, lasciamo le minacce ai funzionari della Questura intervenuti stamattina, diciamo solo che non siamo disposti a girarci dall’altra parte: spalla a spalla, fianco a fianco, affronteremo anche questa violenza. Come questa mattina, come ogni giorno.

Quarticciolo: giù le mani dalle nostre case. Quarticciolo è Roma

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Durata 5m 47s

Questa mattina la forza pubblica si è presentata in forze al Quarticciolo per eseguire lo sfratto di tre nuclei familiari, senza nessuna presenza del municipio, senza assistenti sociali per famiglie con minori che ora, in due casi si trovano per strada mentre la terza famiglia, in via Cerignola sta resistendo insieme al quartiere.

Questo all'indomani della manifestazione che denunciava l'abbandono da parte dell'amministrazione del quartiere e la sola gestione securitaria.

Il primo audio registra la situazione descritta sopra, il secondo delle 12.45, dopo che anche la terza famiglia è stata trascinata a forza fuori dall'abitazione e lasciata in strada.

Oggi pomeriggio alle 19 assemblea in via Ugento 30 con lo slogan Giù le mani dalle nostre case. Quarticciolo è Roma che già aveva animato il corteo di ieri

Il Quarticciolo è Roma

Data di trasmissione
Durata 5m 16s

Corrispondenza dal Quarticciolo, dalla manifestazione di quartiere contro l'abbandono istituzionale che chiede:

- Il completamento dei lavori alle palazzine di via Ugento
- Il completamento della costruzione dell'asilo a via Locorotondo
- La riapertura della piscina di via Trani
- Lo sblocco della sanatoria
- La realizzazione degli interventi annunciati al parco Modesto di Veglia
- L'assegnazione dei locali commerciali lasciati vuoti
- L'illuminazione e l'arredo dello spazio verde di Via gioia del Colle

Quarticciolo: IL VOSTRO ABBANDONO È IL NOSTRO DEGRADO

Data di trasmissione
Durata 6m 43s

Oggi Mercoledì 27\03 ci sarà una manifestazione di quartiere contro l'abbandono istituzionale alle h 17,30 presso la Casa di Quartiere in Via Ugento 30, di seguito il comunicato:

 

Il Quarticciolo è Roma!
Il vostro abbandono è il nostro degrado
Mercoledì 27 marzo ore 17.30 manifestazione di Quartiere.
Ci sono quartieri che vengono trattati come se non fossero parte di questa città, Quarticciolo è uno di questi. Qua è stato messo tutto quello che i ricchi vogliono vicino ma non vogliono sotto casa. Le piazze di spaccio, la prostituzione di strada, i lavoratori dei servizi alla persona, gli addetti alla logistica, gli spazzini, gli autisti, gli addetti mensa, chi fa le pulizie. Stiamo tutti a disposizione h 24, senza il rischio di rovinare il panorama della città dei ricchi.
A Quarticciolo chiudono i negozi, chiude il consultorio, viene dimensionata l'unica scuola del quartiere. A Quarticciolo si laureano un settimo delle persone che si laureano al centro, sono diplomati meno della metà degli abitanti, gli stipendi sono bassi e la disoccupazione è alta. Qua le opere annunciate ci mettono decenni per essere realizzate, qua occorre scendere in strada perché ATER faccia le manutenzioni ordinarie.
È come se a via Palmiro Togliatti ci fosse una frontiera invisibile, forse non per caso la Togliatti era un fossato fino a pochi decenni fa. è una frontiera che riemerge ogni volta, come le acque della marana tombata quando piove. Una frontiera che emerge al colloquio di lavoro o davanti a un magistrato, davanti a un assistente sociale. È una frontiera che ci rende abitanti di serie B.
è una frontiera che per qualche motivo impedisce all'ATER di trattarci come gli altri quartieri di Roma.
Ora basta sono mesi che aspettiamo risposte, scendiamo in strada mercoledì 27 marzo alle 18.00 per chiedere:
- Il completamento dei lavori alle palazzine di via Ugento
- Il completamento della costruzione dell'asilo a via Locorotondo
- La riapertura della piscina di via Trani
- Lo sblocco della sanatoria
- La realizzazione degli interventi annunciati al parco Modesto di Veglia
- L'assegnazione dei locali commerciali lasciati vuoti
- L'illuminazione e l'arredo dello spazio verde di Via gioia del Colle
Su alcune di queste opere il municipio V ha avviato gli iter realizzativi, da ATER tutto tace. Chiediamo un incontro urgente con il presidente del V municipio e con la Direttrice Generale dell'ATER per avere notizie degli impegni presi.
Pochi giorni fa gli abitanti di Bastogi sono scesi in strada dietro lo striscione “Bastogi è Roma”, riprendiamo il loro slogan perché ci riconosciamo nella loro lotta.
Saranno gli abitanti di serie B a far venire giù le frontiere tra le città dei ricchi e le città dei poveri.

14 marzo Quarticciolo - Difendiamo il consultorio di via Manfredonia!

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Durata 7m 17s
Con una compagna del Coordinamento delle Assemblee delle Donne dei Consultori invitiamo le ascoltatrici e gli ascoltatori al presidio di oggi 14 marzo per difendere il consultorio di via Manfredonia 43. Di seguito la chiamata:

Un altro spazio fondamentale del nostro quartiere è a rischio chiusura. Ci dicono che non c'è un numero sufficiente di persone che usufruisce del consultorio, ci dicono che le strade del Quarticciolo sono poco sicure. La verità è che è stato svuotato di ogni servizio e che non risponde ai bisogni di salute sessuale, riproduttiva, psicologica delle donne di ogni genere che vi abitano. La verità è che la maggior parte del personale sanitario è precario e insufficiente. Pretendiamo che i servizi vengano potenziati, pretendiamo che il personale venga assunto direttamente dall'Asl Roma 2, pretendiamo che il consultorio risponda alle necessità di chi lo attraversa.
Ci vediamo il 14 marzo alle 17 a via Manfredonia 43.
Ore 17: vieni a prenotare la tua visita, la prestazione di cui avresti bisogno. Porteremo le nostre istanze direttamente all'ASL roma 2
Ore 18: assemblea pubblica: il consultorio che vorrei!

Attacchi alla scuola pubblica: lotte senza frontiere

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La trasmissione si occupa del contrasto al Liceo "made in Italy", delle mobilitazioni contro il dimensionamento scolastico nelle periferie di Roma, delle proteste contro l'autonomia differenziata al Senato.

Tre corrispondenze: Cinzia Cotti presidente del comitatao LES,  un compagno del Quarticciolo e Marina Boscaino dei comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata.

Cos'è l'Ambulatorio Popolare di Roma est? Come sostenerlo?

Data di trasmissione

E' nato un progetto di ambulatorio popolare a Roma est, ne parliamo nella corrispondenza con una compagna che lo porta avanti.

E' possibile sostenere il progetto con il crowfunding: https://www.produzionidalbasso.com/project/l-ambulatorio-che-vorrei-a-r…

Dalla pagina dell'Ambulatorio Popolare:

Siamo abitanti di Centocelle, Quarticciolo, Villa Gordiani che dopo aver constatato l'insufficienza del sistema sanitario nazionale durante la pandemia hanno deciso di auto-organizzarsi per dare una risposta ai bisogni del nostro territorio.

Abbiamo quindi dato vita all'Ambulatorio Popolare di Roma Est, un progetto per il quale abbiamo piantato un seme mesi fa e che adesso è ancora un germoglio da curare e far crescere.

Abbiamo riflettuto insieme sul concetto di cura nel suo senso più ampio, la cura di sé e degli altri. Ci siamo guardati intorno e ci siamo resi conto che nei nostri quartieri vi erano, e vi sono tuttora, delle carenze strutturali, materiali ed informative per l’accesso ai servizi sanitari e per questo vogliamo promuovere sui territori, a partire dalle esigenze di chi li abita, una diversa idea di cura, che miri a realizzare un reale benessere psichico, fisico e sociale.

Il modello di sanità che proponiamo è basato sull'accessibilità a tutti e tutte senza distinzione alcuna, sulla gratuità, sul radicamento nel territorio: una sanità che sia davvero a misura delle esigenze di ciascuno e dell’interesse della comunità, in contrapposizione alla ormai predominante cultura medica privatizzata e mercificata, che guarda alla salute per compartimenti stagni e che alimenta una generale iper-medicalizzazione della società, oggi più evidente che mai.

Sappiamo che costruire tutto questo è estremamente ambizioso e per questo abbiamo deciso di procedere per gradi. 

Quando abbiamo iniziato non avevamo ancora una sede così siamo andati nelle piazze dei nostri quartieri a Centocelle e Villa Gordiani così come a Quarticciolo e al Pigneto. Grazie all'aiuto dei medici e degli infermieri che hanno abbracciato questo progetto, abbiamo promosso l'attività dei tamponi sospesi, tamponi gratuiti o a sottoscrizione libera per tutte le persone che non potevano permettersi di pagare ogni volta 20 euro o più per un test. Pian piano abbiamo aggiunto altri tasselli.

Al momento, oltre a promuovere con iniziative tematiche un’idea di salute basata sulla prevenzione, abbiamo aperto:

  • uno sportello di orientamento socio-sanitario (attivo tutti i giovedì dalle 19 alle 20) che si occupa di ​​​​​​prenotare visite mediche specialistiche e segnalare problemi nell’accesso ai servizi sanitari, ottenere codice STP o ENI per l’accesso al servizio sanitario per migranti, far ottenere le esenzioni, scegliere o cambiare il medico di famiglia o il pediatra, trovare la struttura gratuita più adatta ai diversi bisogni di salute

  • uno sportello di ascolto psicologico (che funziona su appuntamento) perché siamo convinti che occuparsi di salute e benessere psicologico significhi prendersi cura della collettività, consci che le risposte istituzionali al malessere psicologico sono ancora profondamente insufficienti e scarsamente accessibili, così come gli interventi preventivi e di promozione della salute emotiva

La residenza: il Dossier che ne svela il ruolo punitivo.

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Il Dossier ha lo scopo di essere strumento per delle mobilitazioni. La questione della residenza è diventata sempre di più un dispositivo di controllo delle persone. La residenza dovrebbe essere solo un’iscrizione anagrafica con cui lo Stato fa una fotografia per poter elargire welfare. In realtà oggi stabilisce chi è cittadino di serie a e cittadino di serie b. L’articolo 5 del piano Renzi-Lupi è un meccanismo punitivo delle occupazioni abitative. Il dispositivo non a caso viene dopo una stagione di lotta apertasi dopo la crisi del 2008. Ricordiamo ad esempio gli tsunami tour a Roma. Nel primo dossier si racconta cosa è scaturito dagli 8 anni di applicazione dell’art. 5. Attraverso delle interviste abbiamo capito che molte persone non hanno potuto accedere al medico di base, altre non hanno potuto iscrivere i propri figli all’asilo. Alle scuole dell’obbligo invece senza residenza si può accedere ma non si accede ai sostegni al reddito. Con la Raggi è stata disposta e tollerata la residenza fittizia, perché si erano accorti che avevano creato un problema grosso. La direttiva che sembrava essere stata la conquista di una grande mobilitazione andrebbe direttamente in deroga all’articolo 5. Il prefetto però tramite una circolare si è frapposto alla realizzazione di questo processo inserendo dei criteri molto stringenti di applicazione. La giunta comunale, all’inizio promotrice, si è sottratta dal portare a casa la direttiva accettando l’insieme dei criteri emessi dal prefetto, deresponsabilizzandosi totalmente. I criteri riguardano tra i vari la situazione giudiziaria delle persone per reati associativi, reati di detenzione di stupefacenti, reati che prevedono la sorveglianza speciale. La residenza non dovrebbe avere niente a che vedere con i Tribunali e questa circolare conferma il ruolo punitivo e/o premiale dell’istituto. Parliamo di punizioni verso una parte sostanziosa della popolazione che non ha le stesse possibilità di chi questi criteri li può rispettare e anche di una parte di popolazione che associandosi lotta in questo Paese. Dalle prossime settimane bisogna andare tutti e tutte nei municipi e chiedere l’applicazione della direttiva e non della circolare. I dossier si possono trovare online sul sito di Action Aid in pdf, nella Casa di quartiere a Quarticciolo in forma cartacea. Ne parliamo con una compagna del Comitato di quartiere Quarticciolo

Link dossier: https://www.actionaid.it/informati/pubblicazioni/il-domani-della-reside…

Conferenza stampa dall'occupazione al Quarticciolo

Data di trasmissione
Durata 12m 26s

Al Quarticciolo, siamo al secondo giorno di occupazione del cantiere ATER con gli abitanti della borgata. Sta iniziando un altro inverno in cui piove nelle case, la situazione non è più sostenibile

Ieri l'Ater ha deciso di non presentarsi  all'incontro pubblico previsto per le 18:00 con le realtà del Quarticciolo che prontamente occupano il cantiere per la riqualificazione dei lotti in via Manfredonia.

Diretta dalla conferenza stampa di questa mattina.

 

Un parchetto per il partigiano Di Veglia al Quarticciolo

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Durata 12m 38s

Intitolazione al Quarticciolo del parchetto di via Ugento a Modesto Di Veglia, partigiano di bandiera rossa scomparso a fine dicembre. Una giornata di mobilitazione a cui participano anche i genitori per Orso per parlare di resustenze di ieri e di oggi.

In questi mesi, a Quarticciolo, con le realtà associative, famiglie e abitanti, scuole, comitato di quartiere, teatro e biblioteca comunale, ci siamo istituiti come “Comunità Educante Quarticciolo”, perché l’educazione è una questione che riguarda l’intera comunità, perché attraverso le capacità di ciascun attore, siamo convinti di poter dare una risposta concreta ai rischi dell’abbandono scolastico e alla povertà educativa, di poter sfidare la stereotipo negativo con cui spesso vengono etichettati i quartieri popolari.

Come comunità educante vogliamo farci carico di una proposta concreta: l’adozione di un pezzo di verde incolto nella nostra borgata per fare un parco attrezzato per le attività formative. Se attrezzassimo gli spazi pubblici per attività in sicurezza? Se fosse possibile incontrare i propri coetanei senza assembrarsi? Se si potesse tornare a fare sport e a studiare insieme all’aria aperta?

L’allestimento di un parchetto antistante le “favelas” di Via Ugento, in cui abitano famiglie a basso reddito, che hanno nel corso degli anni portato avanti lunghe battaglie per il diritto alla casa. Una storia lunga di condizioni di vita insostenibili. Una storia che vogliamo continuare, perché diritto all’abitare non vuol dire solo avere alloggi dignitosi, ma anche vivere in un quartiere in cui sia possibile fruire degli spazi pubblici