assemblea pubblica

Stop al genocidio palestinese e alla guerra di aggressione in Libano

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Durata 8m 52s

STOP AL GENOCIDIO PALESTINESE E ALLA GUERRA DI AGGRESSIONE IN LIBANO

Negli ultimi 12 mesi, dal 7 ottobre del 2023, Israele ha reso sempre più feroce l’oppressione colonialista della Palestina, che lo Stato sionista esercita fin dalla sua fondazione, nel 1948. In un anno, l’esercito israeliano ha devastato Gaza , dove ha ucciso almeno 42 mila persone.

In Cisgiordania , a causa delle incursioni dei militari e dei coloni, i morti si contano a centinaia. Forte della protezione statunitense, Israele bombarda su larga scala in Libano e colpisce anche in Siria, Yemen, Iraq e Iran , rischiando di innescare una guerra incontrollabile. Nonostante tutto questo, la resistenza popolare palestinese continua ad affrontare, giorno dopo giorno, il progetto genocida del sionismo.

Il massacro di Gaza non è un orrore lontano, che può indignarci ma che in fondo non ci riguarda. Lo Stato italiano è legato a doppio filo a Israele da vincoli politici, economici e militari. Non solo i due paesi hanno stipulato un accordo di collaborazione nel settore della difesa nel 2005, ma oggi la marina italiana è dislocata nel Mar Rosso per tutelare gli interessi commerciali israeliani. Alcune fra le più importanti aziende a partecipazione statale della penisola sono pienamente integrate nel sistema di approvvigionamento energetico (ENI) e nel complesso militare-industriale (Leonardo) di Tel Aviv.

Alla luce di queste profonde compromissioni, le dichiarazioni dei “nostri” politici a favore della soluzione dei “due stati” risaltano in tutto il loro squallore. I legami con Israele si riflettono, anche in Italia, in vicende come quella di Anaan Yaaesh , tuttora in carcere per la sola colpa di aver partecipato, in Palestina, alla resistenza anticoloniale.

Ma l’ultima espressione della subalternità nazionale si è avuta proprio in questi giorni, quando sia la destra di governo che i media “progressisti” si sono profusi in scomposte intimidazioni contro la manifestazione nazionale annunciata dalle realtà palestinesi e prevista a Roma , per sabato 5 ottobre , alle 14:00 , con appuntamento a Piramide .

Di fronte a tale servilismo, è ancora più necessario scendere in piazza, a partire dai nostri territori, per ribadire che il movimento di solidarietà con la Palestina non si ferma.

ASSEMBLEA PUBBLICA DOMENICA 29 SETTEMBRE ALBANO - PIAZZA G. CARDUCCI - ORE 10:30 CASTELLI ROMANI PER LA PALESTINA

DDL 1660: assemblea pubblica 4 settembre ore 18 CSOA Intifada

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Durata 26m 26s

Disegno di legge 1660: liberticida! Assemblea pubblica 4 settembre ore 18:00 CSOA Intifada, ne parliamo dai microfoni con una compagna.

 

Riportiamo il comunicato di indizione

 

Assemblea pubblica 4 settembre ore 18:00 CSOA Intifada (Via di Casal Bruciato 15)

Il 10 settembre il Disegno di Legge n. 1660 a firma dei ministri Nordio, Piantedosi e Crosetto, tornerà nelle aule parlamentari per proseguire il suo iter di approvazione. Tale D.d.L., a detta dei firmatari, dovrà avere la funzione di “colmare un vuoto normativo sulla detenzione di documentazione propedeutica al compimento di attentati e sabotaggi con finalità di terrorismo". Dal momento in cui sono divenute note le bozze del provvedimento, diversi momenti di confronto e mobilitazione (come le piazze "Fermiamoli!" del 24 giugno in diverse città)  hanno voluto costruire le basi di conoscenza per opporci con ogni mezzo necessario a un provvedimento liberticida che prova a debellare le lotte sociali attraverso prevenzione e criminalizzazione. Queste intenzioni sono comprovate dai nuovi reati che si propone di introdurre (come quello di terrorismo della parola) e dall'aumento draconiano delle pene contro le modalità di azione diretta che caratterizzano chi si batte sulle questioni sociali dirimenti, dall'opposizione alle grandi opere "strategiche" (per la controparte, inutili e dannose per i territori) ai movimenti per il diritto all'abitare, la salute e l'ambiente, passando per le pratiche del sindacalismo conflittuale dentro e contro i luoghi di lavoro e sfruttamento. Vale la pena anche evidenziare l'ulteriore inasprimento delle pene per le persone già detenute che osano ribellarsi alle proprie condizioni di prigionia, sia dentro le carceri che nei CIE (definiti con un crudele ossimoro "centri di accoglienza e trattenimento").

Siamo ben consapevoli del fatto che questo provvedimento non avvenga certo in un vuoto normativo e politico, ma bensì che si collochi nel solco già ben tracciato dalla Bossi Fini, dal famigerato pacchetto sicurezza Minniti/Orlando e anche dalla L. 80/2014 (meglio nota come "Piano Casa Renzi-Lupi"). Sono inoltre già diverse le iniziative giudiziarie preventive che abbracciano in pieno lo spirito del provvedimento ancora prima che sia approvato; prova ne sia la detenzione di Luigi Spera nel carcere di Alessandria con accuse a dir poco discutibili, e la detenzione dei detenuti palestinesi nelle carceri italiane. Se l’obiettivo del governo Meloni è quindi stroncare definitivamente le realtà e soggettività conflittuali, diventa una priorità dare corpo ad un’opposizione diffusa nel Paese e nei territori.

L’assemblea convocata per il 4 settembre a Roma, presso il centro sociale Intifada, si inserisce dentro il percorso di avvicinamento al corteo del 7 settembre a San Basilio a cinquant’anni dall’assassinio di Fabrizio Ceruso.  La vicinanza con un anniversario così significativo segna il contributo fattivo che mira a lanciare una forte mobilitazione nazionale per impedire che il DdL 1660 venga approvato, con il conseguente tentativo di imporre una pace sociale da realizzare, oggi come allora, con largo uso di manganelli e manette.La sua approvazione non solo aumenterà pesantemente le pene comminabili ma affermerà con violenza, anche verbale, le intenzioni del Governo rispetto a chi si oppone alle sue politiche interne ed internazionali. All’assemblea parteciperanno diverse realtà sia sociali che sindacali, avvocati e giuristi, figure istituzionali locali e ha garantito la sua presenza in video conferenza la neo-eletta europarlamentare Ilaria Salis.

Studenti in lotta: dopo l'assemblea nazionale ripartono le occupazioni

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Durata 1h 0m 1s

Nella trasmissione di oggi abbiamo riportato i temi trattati nell'assemblea nazionale indetta dal movimento la Lupa per le giornate del 5 e 6 febbraio, nelle quali erano presenti studenti e studentesse di tantissime città d'Italia: Palermo, Catania, Napoli, Firenze, Torino, Milano, Venezia, ma anche le più piccole Livorno e Caserta.
La protesta ha assunto spontaneamente sin da subito un indirizzo fortemente anticapitalista e antagonista al governo Draghi. Il movimento si rifà apertamente agli ideali e le pratiche del confederalismo democratico kurdo e tra le tante ha lanciato anche la piazza del 12 febbraio per la liberazione di Ocalan, in carcere da più di 20 anni con la complicità del governo D'Alema.
Abbiamo avuto poi una chiacchierata con la compagna torinese del Gioberti occupato ed infine abbiamo raccontato dello sgombero di Nemesi, l'ultimo spazio femminista, recentemente chiuso, all'interno della città universitaria della Sapienza

Assemblea cittadina: le strade sicure le fanno le donne che le attraversano!

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Durata 8m 5s

Sabato 11 gennaio alle 17  un’assemblea cittadina indetta dalle Cagne Sciolte in via ostiense 137!

L’obiettivo è quello di individuare insieme tutte quelle strade, quei vicoli e quei luoghi del quartiere in cui non ci sentiamo tranquille quando siamo sole, così da poterli attraversare tutti con una passeggiata collettiva che discuteremo e organizzeremo in assemblea!

http://cagnesciolte.noblogs.org/

Chiaiano. Condizioni invivibili e una nuova emergenza regionale alle porte

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Durata 2m 28s

Non ne possiamo piu’ di vivere con la discarica ! Puzza, traffico, inquinamento, percolato lasciato dai camion, vibrazioni, danni alle abitazioni, perdita del valore delle attività commerciali. Negli ultimi mesi la nuova giunta regionale guidata dal Pdl di Caldoro, tramite l’assessore all’ambiente Giovanni Romano, ha cominciato a ventilare addirittura un ampliamento della discarica di Chiaiano. Per anni gli schieramenti politici, i partiti, si sono rimbalzate le responsabilità sulla cattiva gestione dei rifiuti a Napoli ed in Campania. Ora ci vengono a dire che una nuova emergenza è alle porte, dimostrando in questo modo che anche la nuova giunta regionale ha la stessa logica e la stessa programmazione di quella precedente. Vogliono costruire ancora discariche ed inceneritori, perché in questi ultimi anni la raccolta differenziata è stata solo una presa in giro. Allo stesso modo le istituzioni si sono rifiutate fino ad ora di puntare su un piano rifiuti fondato sulla differenziata vera e sul trattamento meccanico biologico, che eviterebbe il ricorso alle discariche ed agli inceneritori. Giornalisti e magistrati ci dicono che nel 2064 le falde acquifere dell’area nord di Napoli saranno completamente avvelenate.

 

Assemblea pubblica domani alla fermata del treno di Chiaiano alle ore 18.00.