Sandro Triulzi, uno dei curatori, presenta la rassegna cinematografica e giornata di studi La conquista dell'impero e le leggi razziali, organizzata dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, dal 4 al 7 dicembre 2018, alla Casa del Cinema di Roma.
Le mobilitazioni dei "gilet gialli" hanno bloccato la Francia nell'ultimo mese protestando contro l'aumento delle imposte sulla benzina.
Ne parliamo con il protagonista di un video che ha avuto grande diffusione in questi giorni e che denuncia come il prezzo del carburante (e di tutte le risorse) sia in effetti estremamente basso in Europa, grazie allo sfruttamento del continente africano. Sfruttamento tenuto in piedi con neocolonialismo e politica militare aggressiva.
Nadia Pizzuti, una delle curatrici della rassegna, presenta Il colonialismo italiano raccontato dalle donne (Roma - Casa
Internazionale delle Donne, 15-22-29 novembre 2018, A cura di Isabella Peretti, Nadia Pizzuti, Stefania Vulterini).
Viva Menilicchi! è il grido che socialisti e anarchici palermitani lanciarono in una delle prime manifestazioni europee contro il colonialismo, che ebbe luogo a Palermo il 2 marzo 1896, subito dopo la sconfitta italiana nella battaglia di Adua contro le truppe abissine del negus Menelik II.
Viva Menilicchi! è il titolo del lavoro del collettivo Wu Ming, realizzata per la mostra nomade Manifesta in corso a Palermo. Ce la presenta Wu Ming 2.
L’OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA LIBIA. VIOLENZA E COLONIALISMO 1911-1943
Dal 27 settembre 2018 al 22 novembre 2018, la mostra sarà visitabile − ingresso gratuito − alla Casa della Memoria e della Storia (via di S. Francesco di Sales, 5, Roma).
Ne parliamo col curatore della mostra Costantino Di Sante
COMUNICATO STAMPA:
Negli ultimi anni la Libia è stata quasi quotidianamente al centro dell’attenzione dei mezzi di comunicazione per i numerosi e violenti conflitti che hanno contraddistinto la sua storia recente.
La mostra foto-documentaria L’occupazione italiana della Libia. Violenza e colonialismo 1911-1943, alla Casa della Memoria e della Storia di Roma dal 27 settembre al 22 novembre 2018, restituisce al visitatore la possibilità di conoscerne meglio la storia, approfondendo, in particolare, gli avvenimenti legati al periodo coloniale italiano, ancora poco noti.
Le drammatiche vicende storiche di quegli anni sono narrate attraverso un percorso storico-didattico che si articola attraverso oltre duecento foto e decine di documenti provenienti dall’Archivio Nazionale di Tripoli e dai principali archivi nazionali.
La mostra - organizzata dall’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza (IRSIFAR) e dalla Fondazione MedA - Onlus, con il patrocinio dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri - è promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale - Dipartimento Attività Culturali in collaborazione con l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri e Zètema Progetto Cultura. È stata realizzata dallo storico Costantino Di Sante con il contributo del Centro per l’Archivio Nazionale di Tripoli e la consulenza di Salaheddin Sury, uno dei maggiori storici libici dell’età contemporanea.
L’esposizione sarà inaugurata giovedì 27 settembre alle 18,00 alla Casa della Memoria e della Storia, in Via S. Francesco di Sales n. 5, con la partecipazione di Luisa Musso dell’Università di Roma Tre e Alessandro Triulzi dell’Università di Napoli L’Orientale.
A lato dell’esposizione è stato organizzato un corso di formazione per insegnanti e studenti dal titolo: Colonialismo italiano e razzismi.
Cosa sta succedendo in Libia? Quali le forze in campo? Quali sono i legami con l'Italia?
Ne parliamo con una giornalista che conosce bene il contesto libico e con un compagno della redazione di radioafrica per spiegare quali sono le origini del colonialismo italiano in Libia soprattutto dell'Italia e degli interessi che tuttora lo Stato italiano ha nella regione.
Dopo l'approfondimento su pinkwashing e purplewashing (che trovate qui) proseguiamo nell'analisi della propaganda dello stato israeliano concentrandoci sul veganwashing, e l'assimilazione capitalista della lotta antispecista e vegana tra israele e l'europa.
Da via Teano a Macerata, i fascisti cercano di fare un uso strumentale del femminicidio, usandolo in senso razzista e colonialista come giustificazione di un razzismo diffuso.
Ne parliamo con una compagna di Non una di meno Marche in viaggio verso Macerata per il corteo di oggi, ribadendo l'importanza di una presa di parola femminista contro questi rigurgiti fascisti.
Con Francesca Melandri presentiamo il suo ultimo romanzo Sangue giusto.
Roma, agosto 2010. In un vecchio palazzo senza ascensore, Ilaria sale con fatica i sei piani che la separano dal suo appartamento. Vorrebbe solo chiudersi in casa, dimenticare il traffico e l’afa, ma ad attenderla in cima trova una sorpresa: un ragazzo con la pelle nera e le gambe lunghe, che le mostra un passaporto. «Mi chiamo Shimeta Ietmgeta Attilaprofeti» le dice, «e tu sei mia zia.» All’inizio Ilaria pensa che sia uno scherzo. Di Attila Profeti lei ne conosce solo uno: è il soprannome di suo padre Attilio, un uomo che di segreti ne ha avuti sempre tanti, e che ora è troppo vecchio per rivelarli. Shimeta dice di essere il nipote di Attilio e della donna con cui è stato durante l’occupazione italiana in Etiopia. E se fosse la verità? È così che Ilaria comincia a dubitare: quante cose, di suo padre, deve ancora scoprire? Le risposte che cerca sono nel passato di tutti noi: di un’Italia che rimuove i ricordi per non affrontarli, che sopravvive sempre senza turbarsi mai, un Paese alla deriva diventato, suo malgrado, il centro dell’Europa delle grandi migrazioni.Con Sangue giusto Francesca Melandri si conferma un’autrice di rara forza e sensibilità. Il suo sguardo, attento e profondissimo, attraversa il Novecento e le sue contraddizioni per raccontare il cuore della nostra identità.