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India

Il Complesso Disinformativo Industriale Statunitense in Asia

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Dalla guerra fredda a oggi, quello che possiamo chiamare il complesso disinformativo statunitense, ossia l'operato di agenzie che lavorano per il governo Usa, quali Usaid, cioè l'agenzia responsabile dell’amministrazione degli aiuti allo sviluppo, Ned, National Endowment for Democracy, e media quali Radio Free Asia, Radio Free, Voice of America... ha lavorato per influenzare i addirittura determinare la politica di molti Stati nel mondo. Qui vi proponiamo una carrallata di quello che è successo in alcuni Stati dell'Asia fino a quando, nel gennaio scorso, il neopresidente Donald Trump e il suo tagliagole Musk hanno deciso di togliere i fondi a tutte queste agenzie.

Cosa ne sappiamo noi in Occidente? Le notizie che ci arrivano sull'Asia sono credibili o sono costruite con i dollari americani? Quando ci dicono che il comunismo è finito e Cina, Laos e Vietnam non sono comunisti ci dobbiamo credere o è propaganda Usa? La nostra credulità come si collega all'"orientalismo" (E. Said) che sempre ha forgiato la lettura dell'Occidente sull'Asia?

Ma la storia non era finita?

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Per quanto ci dicano che dopo la caduta del muro il comunismo - almeno come strutture di governo - è finito in Asia  anzi il comunismo riguarda circa un miliardo e 600 milioni di persone, sommando la Cina agli altri paesi comunisti. Oltre a ciò in Asia esistono ancora molti processi rivoluzionari, basati su guerriglie armate, che cercano di creare governi, conquistare territorio, autodeterminare popolazioni. In questa trasmissione abbiamo cercato di mettere insieme notizie sulla situazione degli attuali movimenti armati autonomisti, o di liberazione, che si ispirano al marxismo in molti paesi dell'Asia.

Da Roma a Bangkok torna il 4 giugno parlando di Corea del Sud.

Cosa sta succedendo in Bangladesh? - Parte II

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Secondo approfondimento sulla situazione in Bangladesh.

In studio con Andrea, antropologa che si occupa di migrazioni dal Bangladesh, analizziamo gli sviluppi politici della "rivoluzione borghese" che si è verificata agli inizi di agosto, con un occhio sui movimenti politici di base e le proteste delle/dei lavortrici/tori.

Musica dell'India

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Puntata dedicata alla musica indiana.

Scaletta della puntata:

- Brinda Roy Choudhuri - Dance of the wind
- Shweta Jhaveri - Dance of the wind
- Ravi Shankar - Vandanaa trayee
- Chota Divana - kamali
- Abida Parween - Songs of the mystics Kaafi
- Ravi Shankar - omkaaraaya namaha
- Paban Das Baul -  Kaliya
- Alaap - Bhabiye ni bhabiye
- Shweta Jhaveri - To a Beloved
- Susheela Raman - Sarasa
- Béla Fleck, Zakir Hussain, Edgar Meyer, Rakesh Chaurasia - Bhai
- Hariharan and Talvin Singh - Visaal ghazals
- Bhuban Badyakar - Kacha Badam
- Bhuban Badyakar (The Kiffness remix) - Kacha Badam
- Joi - ESY (Spring Heel Jack Mix)

Gig economy: anche una domanda può essere un lavoro

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Apriamo parlando di gig economy. L'aspetto più diffuso di questo modo nuovo e pericoloso di intendere il lavoro sia quello legato alle consegne a domicilio, c'è in realtà anche molto altro; il tratto comune è quello di scomporre il lavoro in piccole "attività" che possono così essere gestite come cottimo. Vediamo, analizzando alcuni siti, come questa tendenza anche se forse non del tutto espressa sia già in atto ad esempio con i siti di Q&A (domande & risposte).
 
Felicitazioni: 3-4-5 settembre, hackmeeting a Ponticelli (Bologna)! non mancate.
 
Passiamo poi a vedere quello che succede in India: il governo di estrema destra fa la voce grossa contro Twitter per quanto riguarda la censura di temi scomodi al governo. Prendendo spunto da questo episodio, vediamo come il modo in cui i paesi cercano di controllare il discorso pubblico su Internet rifletta le strutture economiche dei paesi stessi.
 
Alcune notiziole dalla Cina: browser spioni e dati biometrici richiesti da TikTok.

La grande protesta di contadine/i in India

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Dal 26 novembre il settore agricolo indiano è in sciopero. Contadini/e e piccoli proprietari terrieri si sono riappropriati dello spazio pubblico per ottenere l’eliminazione delle nuove leggi approvate dal Governo indiano guidato da Narendra Modi nel mese di settembre che aboliscono il prezzo minimo garantito e aprono la strada agli investitori privati. Sciopero che sta avvenendo nel contesto della devastazione causata dalla pandemia di coronavirus che in India ha registrato più di 9,2 milioni di persone infettate, il secondo conteggio più alto del mondo. Dall’inizio della pandemia, secondo i dati ufficiali, sono morte quasi 135.000 persone. È probabile che i numeri siano molto più alti. A questo si aggiungono i milioni di persone che hanno perso il reddito e che ora devono affrontare una maggiore povertà e fame. Ne parliamo con Francesca De Benedetti giornalista di Domani.

Kashmir: le politiche coloniali dell'India di Modi

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Il governo indiano nel 2019 ha annunciato la revoca dell'autonomia costituzionale dello stato del Kashmir, l'unico a maggioranza musulmana e rivendicato dal Pakistan. Una decisione, quella del governo nazionalista di Narendra Modi, potenzialmente esplosiva per questa travagliata regione dell'Himalaya in preda a una insurrezione separatista.

In piena pandemia, il governo Modi ha introdotto una nuova legge sul domicilio in Kashmir che apre la strada a vere e proprie politiche coloniali di invasione demografica. Sullo sfondo migliaia di morti per Covid-19.

Ne parliamo con Silvia, ascoltatrice di questa radio, che ha viaggiato per lungo tempo nella regione.