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colonialismo

Libia: un commento di Angelo Del Boca sull'attuale situazione

Data di trasmissione
Durata 12m 58s

Ennesimo capitolo della guerra in Libia.

Il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato la missione che prevede il supporto dell'Italia alla guardia costiera libica nel pattugliamento delle coste del paese per fermare gli scafisti. Intano Macron ha promosso un incontro di "pacificazione" tra Serraj e Hafar, che però - come dichiara Del Boca - non cambia nulla dal punto di vista del conflitto di potere in Libia. A tale incontro l'Italia non è stata ovviamente invitata.

Ma a tutto ciò si unisce (anche) il caso di Fincantieri, dove Macron ha impedito che Fincantieri mettesse le mani su un settore strategico così importante.

Abbiamo chiesto un commento ad Angelo Del Boca, storico del colonialismo italiano. Qui una sua recente intervista rilasciata a "il manifesto".

 

Nella foto: un bel libro di Del Boca (consiglio per le letture estive).

La corsa ad ostacoli per un posto di lavoro nella scuola

Data di trasmissione
Durata 57m 50s

Si parla del nuovo bando per il TFA, del concorso in corso, delle modalità di assunzione. Arrivano in Commissione Cultura con tre anni di ritardo i progetti legislativi di educazione al genere nelle scuole.

Aggiornamento sulla situazione in Messico delle lotte contro la Reforma Educativa del governo e la violenza della pulizia e in Africa rispetto agli investimenti di multinazionali nel campo dell'istruzione.

 

 

Per approfondire:

http://elenemigocomun.net/2016/06/state-terrorism-education-speculative-market/ http://www.mintpressnews.com/world-bank-peddling-private-for-profit-schools-in-africa-disguised-as-aid/208140/

radioafrica incontra 25 o'clock

Data di trasmissione
Durata 2h 14m
radioafrica è uno spazio radiofonico che da motli anni si occupa di musica, cultura, storia, politica dal grande continente africano. va in onda ogni sabato pomeriggio alle 16.30. dall'incontro con 25 o'clock, nasce una interessante miscela di suoni e ragionamenti, che ci riguardano, che sono necessari a ribaltare la direzione r l'orintamento delle convenzioni, dei luoghi comuni. buon ascolto.

Quel monumento non deve restare! Si anima l'Affile antifascista

Data di trasmissione
Durata 24m 38s

Una spesa inaudita, coi tempi che corrono, per un'opera orribile: si potrebbe presentare così l'intollerabile iniziativa del sindaco di Affile, centro a Est di Roma, che ha fatto costruire un sacrario alla memoria del macellaio Rodolfo Graziani, già massacratore in Libia, vicerè d'Etiopia e ministro della Guerra della Rsi. Non è certo facile organizzare una reazione, in un luogo in cui i successi elettorali alla destra non sono mai mancati, ma il sindaco di Affile stavolta ha passato segno. Si è così costituito un comitato antifascista che, oltre a solidarizzare coi ragazzi denunciati qualche giorno fa, rei di aver scritto sui muri del sacrario chi fosse realmente Graziani, sta promuovendo un percorso di iniziative per chiedere l'abbattimento del monumento.

 

Durata: 24':38''

Ma l'Africa è un'altra cosa

Data di trasmissione
Durata 1h 18m 27s

Ma l’Africa è un’altra cosa

 

Seconda trasmissione del gruppo redazionale sulle intersezioni delle oppressioni di genere, classe, etnia, orientamenti sessuali.

 

Ascolta la prima trasmissione “L’imbroglio etnico” http://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/limbroglio-etnico

 

In questa seconda trasmissione parliamo del colonialismo italiano. A differenza del mito che ancora oggi viene propagandato, quello degli “italiani brava gente”, il colonialismo italiano è stato caratterizzato da massacri, deportazioni, stermini e leggi raziali.

 

E’ uno dei periodi storici in cui più chiaramente i concetti di razza e genere vengono costruiti, con l’utilizzo congiunto della scienza e della propaganda massmediatica, a fini repressivi e imperialisti.

 

Parliamo quindi di colonialismo per analizzare e decostruire i dispositivi oppressivi del razzismo e del sessismo che in quel momento storico sono stati costruiti “naturalizzando” le inferiorità e quindi giustificando le gerarchie e le oppressioni.

 

Ne parliamo oggi perché questi dispositivi di controllo sono ancora attivi, sia su un piano “interno”, con le nuove leggi raziali (decreto “antistupri” e pacchetto sicurezza, immigrazione clandestina, detenzione arbitraria nei CIE), sia dal punto di vista geopolitico (accordi con le ex colonie per la gestione dei flussi migratori, “estensione” delle frontiere e della sovranità italiana con il controllo sui mari e sui territori da cui provengono i/le migranti).

 

Biblio-sitografia

 

Nicoletta Poidimani “Difendere la razza”, ed. Sensibili alle Foglie, 2009

 

Giulietta Stefani “Colonie per maschi. Italiani in Africa Orientale: una storia di genere”, ed. Ombre Corte, 2007

 

Angelo Del Boca “Italiani brava gente?”, ed. Neri Pozza, 2005

 

Gabriella Ghermandi “Regina di fiori e di perle”, ed Donzelli, 2007

 

Due articoli sulla rappresentazione delle donne nere nelle fotografie coloniali:

 

Elisabetta Bini http://www.sissco.it/fileadmin/user_upload/Dossiers/Foto_e_storia/Lavor…

 

Sonia Sabelli http://sonia.noblogs.org/files/2011/03/sabelli_eredita-colonialismo.pdf

 

Alcune immagini pubblicitarie che risalgono al ventennio fascista

http://sonia.noblogs.org/?p=1296

 

Alcune cartoline del periodo coloniale italiano:

http://www.bdp.it/dia/index.php?dbnpath=%2Fisis3%2Fdati%2Fdia%2Fimmag&q…

 

Numerosi articoli e riflessioni sul blog di Vincenza Perilli http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com

 

Documentario “Good Morning Abissinia” di Chiara Ronchini e Lucia Sgueglia (40’ – 2005): http://vimeo.com/30424434

 

Segnaliamo anche l’inchiesta televisiva “Fascist Legacy” di Ken Kirby e Michael Palumbo, prodotta dalla Bbc, sui crimini di guerra italiani in Africa e nei Balcani. Il filmato fu acquistato dalla Rai ma mai trasmesso.

L'imbroglio etnico

Data di trasmissione
Durata 1h 12m 47s

Prima trasmissione del gruppo redazionale sull'intersezionalità[1] (intrecci tra genere, razza, classe, etnia, normatività sessuale). Nella trasmissione viene presentato il ciclo di trasmissioni su questi temi e proposta una intervista ad una compagna del Partito rivoluzionario del popolo etiope.

Riflessioni sulla demistificazione dei termini razza ed etnia, la negazione del ruolo coloniale dell'Italia, connessioni tra accadimenti passati e presenti in Africa ed in Europa.

 

[1] Intersezionalità È una metodologia di analisi femminista che esplora il modo in cui il genere si interseca con altre categorie dell’esperienza (razza, etnicità, classe, sessualità, ecc.). Lo scopo è di individuare i modi in cui queste categorie operano in specifici contesti sociali e culturali. Infatti, l’apparente predominio di una categoria può servire a mascherare l’azione o l’interdipendenza di un’altra categoria. Il termine è stato coniato per la prima volta dalla femminista afroamericana Kimberlé Crenshaw nel 1989, nella sua analisi della violenza maschile contro le donne nere, e poi ripreso e sviluppato da altre femministe nere (da Patricia Hill Collins a bell hooks, solo per citarne alcune). Tra la fine degli anni ‘70 e gli inizi degli anni ’80, infatti, le femministe afroamericane affermano la necessità di articolare riflessioni teoriche, pratiche politiche e forme di organizzazione che siano fondate sulla critica del razzismo e del sessismo che le donne nere sperimentano. Sviluppano così metodi analitici per interpretare il modo in cui razza e genere incidono sulle loro vite, ad esempio introducendo la nozione di «intersezionalità», cioè intersecando, appunto, i diversi ‘assi’ della differenza (genere, razza, etnicità, classe, scelte sessuali), per mostrare quanto sia inefficace una teoria che tenga conto di uno solo di questi assi. Infatti storicamente le donne nere hanno combattuto simultaneamente sia contro il razzismo che contro il sessismo, riconoscendoli come due sistemi di potere che sono sempre interconnessi. Ad esempio, Crenshaw afferma che le analisi sul genere e sul sessismo sono costruite sempre a partire dall’esperienza delle donne bianche e di classe media, mentre le analisi sulla razza e sul razzismo sono basate sempre sull’esperienza degli uomini neri (come se tutte le donne fossero bianche e se tutti i neri fossero maschi). Dunque le politiche identitarie – che tendono a presentare le differenze tra i gruppi come naturali e immutabili – finiscono per costruire un’immagine omogenea e monolitica dei gruppi sociali, cancellando le differenze al loro interno (come se le donne fossero tutte sorelle, subordinate alle stesse forme di oppressione) e contribuendo ad amplificare le tensioni tra i diversi gruppi. Invece, le esperienze delle donne nere sono spesso il prodotto dell’intersezione di razzismo e sessismo, e queste esperienze tendono ad essere cancellate sia nel discorso femminista che in quello antirazzista. Grazie alle critiche del femminismo nero e postcoloniale, il femminismo bianco e occidentale – che aveva sempre considerato il genere e la differenza sessuale come le categorie analitiche principali – ha dovuto riconoscere la propria inadeguatezza nel rilevare le differenze e le relazioni di potere esistenti tra le donne. Una prospettiva che consideri l’intersezione tra genere, razza, etnicità e alttri assi del potere e del privilegio, può essere invece un’opportunità per costruire potenziali alleanze tra donne/soggetti appartenenti a culture e contesti diversi, sempre a partire dal riconoscimento del proprio specifico posizionamento.