Insieme ad Antonio Mazzeo parliamo di armamenti e scenari bellici, a partire dalla notizia dell'utilizzo di sistemi antidroni israeliani all'interno dei concerti di Jovanotti e dei Maneskin. Quindi commentiamo le evoluzioni della NATO a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina, parlando anche degli attacchi di cyber war, sempre più frequenti nelle guerre degli anni 20 del 21° secolo.
Quella dei droni è una guerra tra le più sporche. Più di trentamila velivoli senza equipaggio sparsi per il mondo e pronti a colpire. I numeri del macrocosmo dei droni militari sono impetuosi. E cresceranno ancora. Si stima che il mercato (civile e militare) spinto dagli USA varrà 21 miliardi entro il 2025. Anche l’Unione Europea ha finanziato la ricerca in questo settore già dal 2001 – nell’ambito di programmi come FP7, Horizon 2020. In particolare, sono stati concessi finanziamenti per350 milioni €, mentre dal dicembre 2016 per la prima volta l’UE ha stabilito un Piano d’azione europeo in materia di difesasovvenzionando con 3,5 miliardi di europer il periodo 2021-2027 un programma europeo di ricerca in ambito militare generico, all’interno del quale potranno rientrare anche i droni. Ne parliamo con Antonio Mazzeo con cui approfondiamo anche la cooperazione aerospaziale tra Italia e Israele per la produzione e analisi di immagini della superficie terrestre ottenute dallo spazio e nella fornitura a governi, forze armate, di sicurezza e intelligence di soluzioni e servizi geospaziali basati sulla costellazione di satelliti ad altissima risoluzione EROS.
Il 12 luglio ha preso il via nella base aerea e missilistica di Palmachim, nei pressi della città israeliana di Rishon LeZion, a sud di Tel Aviv, l’esercitazione “Blue Guardian”, presentata dall’Israeli Air Force (IAF) come la “prima attività addestrativa internazionale al mondo con i velivoli a pilotaggio remoto”. Oltre ai reparti specializzati dell’Aeronautica israeliana, partecipano pure quelli di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e Italia con presumibilmente uomini e velivoli senza pilota del 32° Stormo dell’Aeronautica militare di stanza nella base di Amendola (Foggia), che aspira a trasformarsi in uno dei principali centri di formazione dei piloti di droni in ambito NATO ed extra-NATO. Ne parliamo con Antonio Mazzeo.