Iran attacca Israele. Un commento a caldo
Con Patrizia Fiocchetti, scrittrice e conoscitrice dell'Iran, commentiamo a caldo l'attacco dell'Iran su Israele
Con Patrizia Fiocchetti, scrittrice e conoscitrice dell'Iran, commentiamo a caldo l'attacco dell'Iran su Israele
Con il giornalista Mauro Pompili partiamo dall'attualità, ossia dagli ordini di evacuazione dell'esercito israeliano a trenta paesi del sud del Libano per tracciare un quadro della situazione e possibili scenari futuri dell'area dell'area e un approfondimento su politica, società civile e stato dell'economia del Libano
Con Marco giornalista, attivista e cooperante commentiamo l'uccisione in Libano da parte dell'esercito israeliano del leader di Hezbollah, Nasrallah. Cosa succederà ora all'interno del partito più importante in Libano? Chi sono gli sciiti e quali quartieri e aree del Libano sta bombardando Israele? Un commento anche sull'Iraq dove nella giornata di sabato è stata attaccata una caserma militare statunitense.
Con una ricercatrice che si occupa in particolare di Medio Oriente, discutiamo in studio della ripresa delle mobilitazioni accademiche a sostegno della popolazione palestinese, in particolare della creazione della Rete Università e Ricerca per la Palestina che coinvolge docenti, ricercatori, dottorandi e specializzandi e che si mobilita per un cessate il fuoco permanente, la ricostruzione di Gaza e la fine dell'occupazione
israeliana.
Il discorso si allarga, quindi, alla repressione delle mobilitazioni universitarie di questi ultimi giorni, alla sistematica distorsione dell'informazione offerta dai media mainstream italiani e, in conclusione, alla tragica situazione di queste ore in Libano
Intervista ad un giornalista indipendente che conosce bene la situazione libanese.
Come è stato possibile portare avanti il recente attacco contro Hezbollah?
Nella prima parte della puntata analizziamo gli aspetti tecnici dell'attacco terroristico israeliano che ha utilizzato i cercapersone (e non solo) come bombe diffuse nella società. Cosa sono i cercapersone, in quali casi sono usati, come è avvenuto l'attacco...
Nella seconda parte parliamo di industrie dei microprocessori. Ancora una volta si parla di una acquisizione tra Qualcomm e Intel. Non è detto che avvenga, ma sicuramente è tra le possibilità concrete, anche per reagire ad uno strapotere di Nvidia. Infatti Nvidia ha un ruolo di primo piano nell'industria delle GPU, industria di fondamentale importanza nello sviluppo della cosiddetta Intelligenza Artificiale. Le sue azioni sono salite di botto, cosa che ha portato alcuni giornali a titolare articoli che ci dicono che ora la Nvidia ha problemi di prepensionamento: i suoi dipendenti hanno ricevuto azioni, quindi ora sono ricchi, quindi non vogliono più lavorare. Una spiegazione non del tutto convincente, visto che le aziende, soprattutto nel settore tecnologiche, pagano in azioni (o simili prodotti) proprio per ancorare chi lavora all'azienda.
Negli ultimi giorni due attacchi israeliani hanno colpito indiscriminatamente la popolazione in Libano. Gli ordigni sono stati innescati per fare prima un rumore nel cercapersone, così da attirare l'attenzione, e poi per esplodere. Ieri a esplodere sono stati i walkie talkie, tecnologie utilizzate anche da medici o altre figure non necessariemente militari. Secondo le autorità libanesi il bilancio dei feriti è di circa 500 persone e di 20 morti. Oggi è atteso il discorso di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, mentre le truppe israeliane si stanno spostando verso Nord minacciando un'escalation e un'invasione di terra.
Con questi attacchi israele ha spostato ancora una volta l'asticella "dell'consentito" (per meglio dire: ciò che gli viene consentito a livello internazionale), ha fatto un ulteriore passo in avanti in questa guerra.
Ciò che non si riesce a dire nella quasi totalità dei giornali italiani e nella politica è che questo attacco ha una natura terroristica.
Ne parliamo con Chiara Cruciati, giornalista e vicedirettrice del Manifesto.
Da Beirut sentiamo Mauro Pompili, giornalista freelance.
Tra il 16 e il 18 settembre 1982, nei campi profughi di Sabra e Chatila, in Libano, furono uccise/i 3500 Palestinesi, tra cui molte donne e bambini.
Il massacro fu perpetrato dalle falangi libanesi, in collaborazione con l’ esercito israeliano comandato da Ariel Sharon.
Per tre giorni, tra il 16 e il 18 settembre 1982, i miliziani del movimento della falange compirono stupri, omicidi e mutilazioni nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila.
Ne parliamo con una compagna dell’ associazione “Per non dimenticare”, fondata nel 2000 dai giornalisti Stefano Chiarini e Maurizio Musolino, che da allora tutti gli anni torna in Libano per ricordare la strage di Sabra e Chatila.
Con Alessandro Mantovani, giornalista de Il fatto quotidiano, parliamo del Libano.
Michele Giorgio, storico inviato de Il Manifesto in Palestina contestualizza il 57 anno della Naksa - l'occupazione da parte di Israele di Gerusalemme Est, Cisgiordania e Gaza, così come le Alture del Golan siriane e la penisola egiziana del Sinai in conclusione della guerra dei sei giorni nel giugno 1967 - nella drammatica attualità: la situazione al confine con il Libano dopo le dichiarazioni di ieri di Netanyahu che ha dichiarato la volontà di un attacco al paese confinante, l'ennesima strage dell'Idf nella notte a Nuseirat, la giornata di ieri a Gerusalemme dove centinaia di Israeliani di destra hanno invaso la parte vecchia della città in quella che chiamano il "giorno di Gerusalemme", guidati dal ministro Itamar Ben-Gvir che ha rivendicato tutta la città come israeliana.