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Ancora deportazioni e rivolte al CIE di ponte galeria

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Questa mattina due ragazzi hanno protestato per il lungo trattenimento nelle gabbie del centro e, data l'esasperazione, chiedevano di essere rimpatriati nonostante almeno uno tra i due ha tutta la famiglia in Italia.

Davanti l'indifferenza della direzione, uno tra i due reclusi ha ingerito una lametta, l'altro ha iniziato a tagliarsi sul corpo.

Ottenuto un colloquio, i due hanno saputo che nessun documento era stato inviato al consolato, nessuna pratica era stata attivata per il rimpatrio o il rilascio dopo tanto tempo d'internamento nel Cie.

 

Riconsegnati alla gabbie del centro, uno dei due ragazzi ha continuato a tagliarsi finendo in una pozza di sangue, questa scena pare abbia procurato tanta ilarità alle forze dell'ordine in servizio.

 

Questa situazione ha quindi raccolto la rabbia di tutti i reclusi delle sezione maschile: alcuni sono saliti sul tetto mentre in altre aree venivano incendiate alcune parti del lager.

 

Dopo circa 30 minuti, centinaia di unità delle celere hanno fatto ingresso nel campo d'internamento etnico costringendo, con non poche resistenze, ha rientrare ognuno nelle proprie celle e a subire una perquisizione.

 

Nel Cie di Ponte Galeria, sono circa 2 mesi che incessantemente nascono proteste, individuali e collettive, sedate puntualmente dal personale in servizio e dalla direzione del Centro.

 

Deportati i migranti da Ponte Galeria: una testimonianza

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Questa mattina la polizia è entrata con manganelli alla mano nel CIE di ponte galeria deportando in luogo sconsciuto 5 migranti che avevano iniziato lo sciopero della fame e che ieri si erano cuciti le bocche per denunciare le vergognose e illegali condizioni di detenzione. Un recluso ha chiamato Radiondarossa.

Intanto inizia lo sciopero della fame anche nella sezione femminile. Alcune detenute da ora rifiutano il cibo.

Radioblackout ci informa che anche al CIE di Torino è iniziato lo sciopero della fame. 

 

Corpi e frontiere, i CIE

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Puntata a tre voci con una compagna della cooperativa Be free. Be free gestisce uno sportello psico-sociale a favore di donne vittime di tratta all’interno del CIE di Ponte Galeria.

Nella puntata il C.I.E, luogo paradigmatico della civiltà delle frontiere e dei muri, viene visto dall’interno attraverso la concretezza dei corpi delle donne e degli uomini che vi sono rinchiusi o che subiscono la minaccia di esservi rinchiusi, nell’orizzonte ampio delle politiche continentali che li determinano, nel panorama delle politiche repressive della mobilità delle persone. Si parla anche di Cara (centri di accoglienza per richiedenti asilo), strutture per rifugiati/e e di tratta di esseri umani.

Libeccio d’Oltremare. Il vento delle rivoluzioni del Nord Africa si estende all’occidente. A cura di Ambra Pirri - La frontiera addosso. Così si deportano i diritti umani. Luca Rastello - Campi di forza, Percorsi confinati di migranti d’Europa. Alessandra Sciurba - Storie di Ponte e di frontiere. A cura di Be free.

Al karama.Latina.

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Un secondo resoconto sugli  effetti della deportazione di circa quaranta persone tra adulti e bambini e bambine in Romania e sulle posizioni che gli enti locali di Latina hanno preso  e dichiarato.Sulla strumentale richiesta di sgombero del centro di accoglienza,dopo la deportazione imposta come ''reimpatrio assistito'' il campo vede aumentare il numero dei residenti.Un luogo a due passi dalla discarica di Montebello,senza servizi igienici  e con delle strutture in amianto,quando si dice la politica dell'accoglienza...

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