Egitto, dopo la fuga di Mubarak
Dopo la fuga di Mubarak la piazza Tahrir festeggia per la vittoria, ma rimane mobilitata per seguire la transizione e non delegare ai militari questo passaggio.
Dopo la fuga di Mubarak la piazza Tahrir festeggia per la vittoria, ma rimane mobilitata per seguire la transizione e non delegare ai militari questo passaggio.
Analisi sull'esercito egiziano che in questi giorni ha preso in mano le redini del dopo- Mubarak, per una transizioni alla "democrazia". La piazza Tahrir festeggia, ma rimane mobilitata per seguire questo passaggio non fidandosi. Rimane il programma socio-economico della piazza per ora ignorato dal tentativo del ceto politico di rinnovarese stesso
Un interessante aggiornamento dall'Egitto dove è stato rilasciato il dirigente della Google Wael Ghonim rapito da più di una settimana. Intanto le manifestazioni non si fermano sia al Cairo che ad Alessandria. La richeista della piazza è ancora una sola. Via il dittatore Mubarak.
Una interessante corrispondenza dal Cairo continuano le manifestazioni per chiedere che Mubarak e tutti i suoi uomini se ne vadano via. In questi giorni la partecipazione alle manifestazioni è stata massiccia e trasversale, tutte le forze politiche sono scese in piazza senza bandiere o slogan riconoscibili, soprattutto religiosi. Tutta la popolazione dalla più povera all'aristocratica si sono ritrovati in massa in piazza Tahrir. I media continuano a tacere quello che sta succedendo in Egitto tanto che il governo ha iniziato a cercare di espellere anche i giornalisti. Questo mentre l'Europa e gli USA non si stanno bene rendendo conto della portata rivoluzionaria della piazza.
Un racconto da Gaza di Vittorio Arrigoni. In concomitanza alle ribellioni della popolazione egiziana la frontiera tra l'Egitto e Gaza è stata chiusa, questo vuol dire nessun rifornimento per chi vive dentro la Striscia, sia alimentare che elettrico. Il valico di Rafah è attualmente presidiato da diversi agenti della polizia israeliana ed egiziana. Anche Hamas ha chiuso la frontiera. Questo mentre l'esercito israeliano e i suoi cecchini continuano ad uccidere i contadini che provano a recarsi nei propri campi.
Per capire le origini della rivolta che dal 25 gennaio la popolazione egiziana ha scatenato contro il regime di Mubarak, è utile ripercorrere la storia recente di questo importante paese. Dal colpo di stato nasseriano, al tentativo di socialismo arabo, alla svolta liberista di Sadat, fino alle rivolte operaie dell'inizio di questo secolo (2004, 2005). Il ruolo dei Fratelli musulmani e la costellazione radicale dell'islam politico, la difficolta di organizzaizone sindacale libera. Chi prenderà il ruolo di leadership nel composito blocco sociale che caratterizza l'area in rivolta?
La contraddizione tra motivi della rivolta: sociali ed economici e tentativi di soluzione: formali e istituzionali.
sabato 5 e domenica 6 febbraio ci saranno un presidio e un corteo a sostegno del popolo egiziano.
Il presidio previsto per domani è convocato per le ore 15,00 a piazza della Repubblica.
Il corteo, convocato per domenica, partirà alle ore 15,00 sempre da piazza della Repubblica e arriverà a piazza SanGiovanni.
Radio unity-voice dal campo profughi di deheishe camp a Betlemme intervista Abd Alsattar Kasem - analista politico e scrittore di Nablus su quando sta accadendo in Egitto e le ripercussioni sulla politica palestinese. L'altra intervista è con Jamil Mizher - membro del Comitato Centrale del Fronte di Liberazione della Palestina - sulla questione di Gaza.
Cosa sta succedendo in Egitto e in Tunisia? Perchè in Italia non si solidarizza con queste lotte?